Posticipo quinta giornata: Torino-Milan per Guida è un tabù ma per una volta una critica la merita anche Rizzoli

Torino – Milan 2-1, arbitro Guida

Per una volta partiamo dalla designazione.
Guida, da ormai due anni abbondanti, è una sicurezza per Rizzoli: dopo alcune stagioni non proprio convincenti, la fiducia del designatore ha avuto effetti positivi sul campano che ha offerto quasi sempre prestazioni di livello eccelso. Anche lo scorso campionato è stato praticamente esente da errori fino al 28 aprile scorso, serata nella quale incappò in una direzione fortemente negativa e proprio in occasione di Torino-Milan, durante la quale assegnò un rigore molto discusso al Torino, ne negò uno evidentissimo su Belotti, espulse Romagnoli ed allontanò Mazzarri.

Insomma, un precedente molto ravvicinato che avrebbe consigliato una scelta differente: non è certo un caso che, nell’ambiente, nessuno si aspettava che Rizzoli riproponesse proprio Guida, peraltro a meno di 5 mesi di distanza.
Prima o poi si dovrà affrontare l’argomento che, anno dopo anno, diventa sempre più drammatico: Rizzoli ha dovuto forzare questa designazione perché non ha arbitri di assoluta affidabilità oltre ai soliti noti. Detto ciò, Torino-Milan era una gara a rischio per motivi noti: squadre già con l’acqua alla gola dopo due sconfitte in quattro giornate, Mazzarri che (tanto per cambiare) ha polemizzato su (inventati) torti arbitrali contro Lecce e Sampdoria (qualcosa bisognerà fare contro queste continue lamentele) e, soprattutto, il precedente della scorsa stagione. Insomma, un mix micidiale che avrebbe suggerito un arbitro diverso soprattutto per non mettere in difficoltà lo stesso direttore di gara.

La sensazione, netta, che si è avuta ieri sera è che Guida abbia sentito fin dall’inizio la pressione del precedente, tanto da apparire molto diverso dal solito: nervoso, spesso aggrappato ai cartellini, molto impreciso tecnicamente e praticamente mai accettato dai calciatori.
Purtroppo per Guida la serata è iniziata maluccio ma è finita anche peggio a causa di una serie di errori che oggettivamente non appartengono al suo bagaglio tecnico: è sembrato più in balia della partita che nel controllo della stessa.

A peggiorare il tutto, nel dopo-gara, si sono diffuse strane congetture sul malfunzionamento del VAR e sul fatto che il monitor per la “on field review” non potesse essere utilizzato.
Tutte sciocchezze, come sempre veicolate da voci infondate e diffuse con troppa fretta ed inescusabile superficialità.

Già ad inizio gara, Guida ha ritardato di qualche attimo l’inizio della partita: il problema, chiaro anche dal comportamento dell’arbitro, era rappresentato da difficoltà di comunicazione tra il terreno di gioco e la sala VAR. Un disguido che può capitare, non dimentichiamoci che il VAR è pur sempre uno strumento tecnologico che può avere qualche inefficienza.
Durante tutta la gara ci sono effettivamente stati problemi di comunicazione dato che l’audio della sala VAR andava e veniva. Nonostante ciò arbitro e VAR (Orsato) sono riusciti a dialogare per tutto il tempo, anche nei momenti topici che andremo ad affrontare tra poco.

Ma c’è anche un altro argomento che prima o poi dovrà essere affrontato non più come idea ma come proposta: l’introduzione del “challenge” per le società. E’ quella che definisco da sempre una naturale evoluzione della tecnologia che non può e non deve essere a disposizione dei soli arbitri ma anche delle società stesse, ormai non più procrastinabile per aggirare l’ovvia rigidità del protocollo. Ci torneremo in sede di approfondimento della rete del momentaneo pareggio del Torino.

All’ottavo minuto il primo episodio di una certa rilevanza e in occasione del quale è emerso tutto il nervosismo latente. Piatek scatta in posizione regolare e cade a terra dopo un contatto con Lyanco:

Questi frame non ci aiutano ed anzi creano un dubbio notevole: Lyanco andava punito col cartellino rosso? Siamo in presenza di una chiara occasione da rete?
Fino a qualche anno fa questo episodio sarebbe stato sanzionato con l’espulsione perché vigeva il concetto di “ultimo uomo”, abbandonato proprio per evitare fattispecie del genere che avrebbero portato a punizioni eccessive per i difendenti. In realtà il cartellino giallo è corretto perché mancano un presupposto fondamentale e cioè il chiaro controllo del pallone da parte di Piatek. Il fallo c’è tutto:

Lyanco appoggia entrambe la mani sulla schiena di Piatek. Inutile sottolineare che l’attaccante del Milan accentui non poco la caduta ma oggettivamente non si può sostenere che la decisione di Guida sia stata erronea.
Nonostante l’evidenza del fallo, la reazione del Torino si può esprimere con un’immagine:

Tutti attorno all’arbitro per protestare per un motivo francamente ignoto ma che evidenzia il fatto che, fin dall’inizio, Guida non è riuscito ad essere autorevole o, come si dice in gergo, a farsi accettare.

Al minuto 16 il Milan conquista un calcio di rigore per un contatto tra De Silvestri e Leao:

Immagine che ci restituisce una prima certezza.
In questa circostanza hanno protestato tutti: i giocatori del Torino per la concessione del calcio di rigore (ci torno tra poco), quelli del Milan per una sanzione disciplinare che non c’è stata. E’ corretta, invece, la scelta di Guida di non ammonire De Silvestri perché, come ormai sappiamo, su un cross al centro dell’area non sono normalmente previste sanzioni disciplinari. Leao cade a terra col pallone ancora molto alto e distante, impossibile avere certezze sull’ipotesi che l’attaccante del Milan potesse impossessarsene od anche solo controllarlo.

Non cambio la mia idea in generale: questi rigori mi piacciono pochissimo. Il contatto c’è ma è di entità minima. Leao, non appena percepisce la mano di De Silvestri appoggiata sulla sua spalla si lascia cadere, accentuando enormemente il contatto.
In queste fattispecie, come ormai dovrebbe essere chiaro, il VAR (Orsato a Torino, ha sostituito Mariani il giorno prima per un problema personale) non ha alcun margine di intervento: un contatto c’è stato senz’altro e sull’entità è solo l’arbitro deputato a valutarne l’intensità. Stesso comportamento avrebbe tenuto il VAR nel caso in cui Guida avesse lasciato proseguire e sempre per il motivo poc’anzi citato. Insomma, i calciatori del Torino hanno a lungo protestato per questo episodio, se Guida non avesse assegnato il calcio di rigore avrebbero protestato i giocatori del Milan.

Al 32esimo minuto il Torino protesta per un presunto fallo non fischiato ai 22 metri per un contatto tra Belotti e Bennacer (già ammonito):

In realtà di presunto c’è poco: il fallo del centrocampista del Milan è evidente, con il ginocchio sinistro aggancia Belotti che lo aveva precedentemente saltato con un movimento a rientrare. Guida, in ottima posizione, non fischia. Errore sul quale è inutile soffermarsi ulteriormente.
Una precisazione: in questa dinamica non è affatto vero che il cartellino giallo sia automatico. La difesa del Milan è infatti schierata, Belotti non ha sbocchi immediati per l’azione, una sanzione disciplinare sarebbe stata difficile da sostenere.

Al 62esimo minuto Hernandez perde il controllo del pallone e, per tentare di reimpossessarsene, entra in contatto con Izzo. Guida fischia e sanziona il difensore del Milan con un cartellino giallo:

Contatto che appare televisivamente molto più pericoloso di quanto non lo sia stato. E’ vero che Hernandez contrasta Izzo in modo molto scomposto ma il cartellino rosso sarebbe stato decisamente eccessivo. Giusta l’ammonizione per fallo imprudente.

Al minuto 70 l’episodio centrale della gara.
Il Torino pareggia con un tiro dal limite di Belotti, al termine di un’azione iniziata nei pressi dell’area di rigore opposto con il recupero del pallone da parte di Rincon su Calhanoglu:

Il fallo c’è, sarebbe quantomeno inopportuno cercare difese d’ufficio. Il gioco doveva essere interrotto ed assegnato un calcio di punizione diretto al Milan: Rincon aggancia il piede di Calhanoglu.
La seconda immagine, però, ci fa capire il motivo per cui il VAR non è intervenuto: Guida è nel pieno controllo dell’azione, vede il contatto e non lo giudica irregolare. Una volta osservata questa dinamica il VAR ha già concluso il proprio compito: non ha alcuna possibilità di interferire con la valutazione soggettiva dell’arbitro.

Proprio basandoci su questa fattispecie, ritorno sul concetto di “challenge” e sulla naturale evoluzione del VAR.
Come accennato, è venuto il momento di valutare questa eventualità non come idea di scuola ma come proposta. Ascoltando varie persone all’interno dell’AIA (più giovani e meno giovani), ricevo spesso (per non scrivere sempre) una risposta di questo tenore: “se introducessero la possibilità di un richiamo al VAR a disposizione delle società, ci leveremmo un enorme problema dovuto ai vincoli del protocollo“. Il protocollo, infatti, è volutamente rigido per evitare che il tutto si trasformi in una moviola in campo che sarebbe ingestibile per tempi e per confini di intervento che sposterebbero semplicemente il limite, alzando l’asticella ma non risolvendo il problema (che esiste, è indubbio). Nel caso, invece, di un’opzione in mano alle panchine, gli arbitri sarebbero tenuto a valutare anche contatti valutati in presa diretta sui quali i VAR non possono interferire per l’ormai conosciuto concetto di “chiaro ed evidente errore”, dizione stringente che limita enormemente l’ambito di applicazione. Per quanto mi concerne mi auguro che l’IFAB rifletta seriamente su tale ipotesi, quantomeno introducendo la possibilità di una “chiamata” a partita.

Al minuto 91 proteste, invero molto poco convinte, del Milan per un presunto tocco di mano da parte di De Silvestri su cross dalla sinistra:

Forse un tocco col braccio sinistro c’è ma è certamente non punibile: De Silvestri si oppone al cross con le braccia dietro alla schiena, più aderenti di così è oggettivamente impossibile.

54 commenti
  1. Bebeto
    Bebeto dice:

    Buon pomeriggio Luca,
    Momento vintage: mi sono imbattuto su youtube nella finale di Coppa Italia Inter-Roma (quella del calcione di Totti a Balotelli).
    Era la prima finale di CI per Rizzoli, e francamente non l’ho mai visto così tanto in difficoltà. Nell’ultima mezz’ora i giocatori della Roma hanno dato legnate senza esclusione di colpi, sembrava una partita di terza categoria! Te la ricordi?
    Credo che se avesse applicato il regolamento avrebbe dovuto fare 4-5 espulsi minimo.
    Tu che eri vicino all’ambiente, ti chiedo, come venne valutata la prestazione di Rizzoli in quella partita? Perché sembrava veramente aver ‘perso la bussola’.
    E ti chiedo inoltre, ma quando succedono parite così in cui i gocatori si randellano a non finire, è colpa dell’arbitro?
    Perché non capisco il motivo ma in partite del genere si tende sempre a dire che è colpa dell’arbitro…è così?
    Grazie buon sabato

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Esistono partite inarbitrabili come quella che hai ricordato.
      Rizzoli ebbe enormi difficoltà a tenere la partita ma non pensare che sia colpa sua: a volte le partite nascono così per mille motivi e compito dell’arbitro è di mantenere un livello accettabile, gli errori passano in secondo piano…

  2. Silvio
    Silvio dice:

    Luca io non ravviso tutta questa “carenza tecnica” degli arbitri come dici tu. Credo che sia normale puntare per le partite di spicco su quella manciata di arbitri che vengono reputati i “più bravi”. È sempre stato così, da sempre, addirittura ricordo anni orsono che Rocchi fu designato due volte nella stessa giornata di campionato. Faccio fatica a comprendere perché tu debba spesso creare questo “panico” a livello arbitrale.
    Poi sinceramente, questa cosa che gli ‘ex’ di un settore (ex arbitri, ex allenatori, ex calciatori, ex cantanti, ex attori, ecc.) debbano sempre dire “ai miei tempi eravamo più bravi, eravamo meglio, non è più come una volta”, secondo me è un cliché trito e ritrito. A mio avviso denota una mancanza di apertura mentale, una scarsa comprensione del fatto che i tempi evolvono, e volente o nolente questa è la vita, non si può pensare che tutto rimanga esattamente come era prima.
    Naturalmente mia opinione personale con cui si può o non può essere d’accordo.
    Ciao!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Mai detto di essere più bravo: anzi, non faccio mai riferimento alla mia “carriera” ma, al limite, cito episodi particolari oppure errori commessi. Perciò è una considerazione fuori luogo, perlomeno nei miei confronti.
      Sulla qualità degli arbitri ti assicuro che non è una mia idea, parlane con qualcuno all’interno e vedrai se sono l’unico che la pensa in questo modo. Ovvio, se parli con i dirigenti ti diranno che oggi abbiamo arbitri migliori di Collina, Messina, Morganti, Braschi ecc. Sta poi a te crederci o meno…

  3. Lorenzo
    Lorenzo dice:

    Gentile dott. Marelli, credo sia la terza volta che le scrivo, ed ogni volta ritengo doveroso ringraziarla per lo sforzo e congratularmi per la chiarezza del suo blog.
    Le scrivo riguardo a una domanda (forse un po’ astratta) che mi sorge dopo aver visto e letto i suoi commenti sugli episodi del gol subito dal Milan e quello subito dal Napoli nell’ultimo turno. Chiarisco fin da subito che gli episodi non sono altro che uno spunto per avere un chiarimento su quello che mi sembra (da non addetto ai lavori, e quindi con elevata probabilità di errore) una specie corto-circuito regolamentare.
    Dall’episodio di Bennacer ho imparato che – anche in caso di azione che porta alla segnatura di una rete – un episodio non può essere rivisto dal VAR nel caso in cui l’arbitro lo abbia visto e valutato soggettivamente. Credo che sia pacifico che una tirata di maglia in area di rigore (ipotizziamola leggera come quella che ha subito Llorente), è oggetto della stessa valutazione soggettiva, visto che altrimenti (come lei non si stanca mai di ripetere) si finirebbe con dieci rigori a partita.
    La mia domanda è: se una tirata di maglia della stessa intensità di quella subita da Llorente avvenisse fuori dall’area di rigore, l’arbitro potrebbe discrezionalmente giudicarla non fallosa? E se lo facesse, il VAR potrebbe richiamarlo ad una OFR per chiaro ed evidente errore se l’azione portasse alla segnatura di una rete? Il dubbio sorge dal fatto che una maglia che si allunga è molto più evidente di un contatto, soprattutto in slow motion.
    Se la risposta fosse affermativa, in circostanze non troppo diverse – immaginiamo una lieve trattenuta effettuata un metro dentro o un metro fuori dall’area di rigore, con recupero pallone e azione che porta alla segnatura – l’esito sarebbe radicalmente e forse sproporzionatamente diverso.
    La ringrazio cordialmente anche solo per la lettura di questa mia elucubrazione, e le assicuro la mia piena comprensione nel caso in cui non avesse il tempo o la voglia di rispondere.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      In realtà non cambia nulla perché il metro applicato fuori e dentro l’area è il medesimo. L’asticella del protocollo è molto alta proprio per evitare moviole: ti assicuro che su QUALSIASI azione, volendo, si trova un minimo contatto discutibile.
      Il compito che mi sono posto è proprio di far capire questo concetto: ogni azione è differente dall’altra ma focalizzare l’attenzione su un singolo elemento senza considerare contesto, dinamica, metro di giudizio ed entità è quanto di più sbagliato possa esistere.
      Grazie a te.

  4. Roberto
    Roberto dice:

    Ciao Luca, leggo sempre con piacere le tue analisi e ti ringrazio perché credo stiano sempre di più aiutando a diffondere, oltre che opinioni sull’arbitraggio effettuato, cultura sul lato arbitrale del calcio che è stato sempre un po’ oscuro per buona parte di noi tifosi.
    Ti volevo chiedere nello specifico, posto che su chalanoglu come ben hai spiegato non ci siano gli estremi per intervenire da parte del Var, se in caso di un fallo più grave di Rincon, che avesse previsto una sanzione disciplinare, sarebbe invece potuto intervenire.
    Grazie in anticipo per la risposta e per il tuo lavoro

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Dipende sempre dall’arbitro.
      Prendiamo ad esempio Verona-Milan. Anche in quel caso Manganiello ha visto il fallo e lo ha valutato. Il VAR era sempre Orsato ma, in quel caso, intervenne perché oggettivamente il colpo di Stepinski era stato terrificante e pericolosissimo per Musacchio. Non esistono due episodi identici, al limite possono esistere episodi simili ma ognuno deve approfondito singolarmente perché anche un minimo parametro può cambiare tutta la percezione.
      Grazie a te.

  5. Alberto
    Alberto dice:

    Buonasera e complimenti .
    Leggo sopra, in risposta ad un commento: “, non è nei poteri del VAR entrare nella sfera valutativa soggettiva dell’arbitro“.
    Io – che per inciso abolirei completamente il VAR salvo sui fuorigioco – credo che questa sia la forza del protocollo, non la sua debolezza.
    Premesso che se un arbitro vuole rivedere un’azione al VAR per togliere ogni dubbio lo può sempre fare, anche più volte a partita, non capisco una cosa. Se non è nei poteri del VAR entrare nella sfera valutativa soggettiva dell’arbitro, non si capisce perché dovrebbe essere nei poteri di un allenatore o di un capitano. E, nel caso sfortunato in cui si decidesse di introdurre il challenge – dicendo di fatto che sí, è effettivamente nei poteri di qualcuno entrare nella sfera valutativa soggettiva dell’arbitro – allora perché un challenge e non due, o tre, o cinque. Se il giudizio insindacabile dell’arbitro è sindacabile, allora lo è sempre, o no? E a quel punto tanto varrebbe, credo, dare al VAR il potere di cambiare qualunque giudizio dell’arbitro. E magari – perché no – mandate tutti gli arbitri al VAR.
    Insomma, come avrà capito, la ringrazio per le sue analisi e per i suoi sforzi divulgativi, ma sono proprio contrario al challenge.
    Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Riflessione interessante.
      Però dimentichi un fattore, a mio parere: arbitro e giocatori svolgono due mestieri differenti. Perciò è nel gioco delle parti avere visioni differenti e, pertanto, entrare in conflitto valutativo. Per due arbitri è molto più difficile ed è il motivo per cui l’asticella è stata fissata molto in alto.
      Sul numero ovviamente bisogna regolamentare. Anche nella NFL c’è un numero limite, anche nel tennis, anche nel volley, in qualunque sport nel quale esista questa possibilità.
      D’altronde i challenge esistono in tanti altri sport, non vedo perché dovrebbe essere inaccettabile nel calcio.
      Chiaro, poi sono opinioni differenti, ci sta.
      Ciao.

  6. Amerino
    Amerino dice:

    Egregio Luca MARELLI non mi soffermo ad elogiare la Sua inappuntabile disamina dell’operato di Marco GUIDA in Torino-Milan, ma solo a sottolineare che le prestazioni dello stesso nello scorso Campionato, a parte un’inappuntabile direzione di gara del Derby della Madonnina, sono state oggetto di una amplificazione valutativa tendente al rialzo. Torno al Campionato in corso, al Derby Capitolino: nessuno ha sottolineato che l’azione che diede vita al pareggio della Lazio fosse stata viziata da un fallo di gioco, così come che lo stesso GUIDA non fosse stato accettato dai Giocatori.
    Insomma, la china involutiva di cui Lei parla il Campano l’ha imboccata da diverso tempo e questo, tra le altre cose, non avrebbe dovuto sfuggire a Nicola RIZZOLI.
    Resto dell’avviso che Marco GUIDA sia Arbitro di qualità medie, ma a ciascuno il proprio giudizio.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Non ricordo tutti gli episodi, perciò può essere che tu abbia ragione.
      Nel complesso la stagione di Guida è stata magnifica con l’eccezione di Torino-Milan che, a mio parere, fu veramente una brutta serata. Sui singoli episodi non si può fondare il giudizio di una gara, figuriamoci di una stagione.
      Sul resto è un tuo giudizio su Guida che rispetto ma sul quale non sono affatto d’accordo.
      Punti di vista.

  7. AstroMaSSi
    AstroMaSSi dice:

    Buongiorno Marelli, al di là dei complimenti dovuti per l’analisi degli episodi mi trovo a sottolineare come in Torino-Milan sia stato fatto un uso del VAR diverso da quello di Parma-Sassuolo, in particolare nei casi che hanno portato alla convalida del gol di Belotti ed all’annullamento del gol di Gervinho. In entrambi i casi non credo si possa parlare di chiaro errore, ma il protocollo sembra essere stato applicato in maniera diversa (e credo “male” nel caso di Parma-Sassuolo).

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Infatti ho scritto che a Parma è stato commesso un errore di interpretazione del protocollo.
      E’ un errore.
      Capita. Non va ripetuto. Non a caso Nasca e Di Paolo (VAR ed AVAR di Parma-Sassuolo) sono stati fermati.

  8. Gae
    Gae dice:

    Salve,sempre più spesso si vedono i calciatori innervositi dalla norma del vantaggio,specialmente quando si hanno degli specialisti che anche dai 30 metri possono trovare la porta.Cosa consiglia di fare per prendersi la punizione e rinunciare al vantaggio visto che l arbitro a quanto leggo ha 2-3 secondi per tornare sui suoi passi?Prendere il pallone con le mani,fare un lungo retropassaggio che “annulla” la situazione vantaggiosa? (non scrivo buttare fuori la palla perché c è scritto “purché il pallone non abbia superato le linee perimetrali)
    Approfitto della sua gentilezza per due ulteriori domande cherichiedono una risposta brevissima
    1.A cosa serve e che senso ha (forse solo forma) l “assistente di parte”,ossia quel panchinaro che tiene la bandierina senza fare niente nelle categorie giovanili
    2.Gli allenatori dei ragazzini dicono sempre di mettersi davanti alla palla sulle punizioni per rallentare il gioco avversario (cosa scorretta perché bisogna rispettare i 9,15mt),ma la battuta veloce si può pure eseguire su punizione a due dentro l area senza cartellino?
    Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      I calciatori possono fermarsi, non è obbligatorio che vadano avanti nell’azione. Spesso capita che vadano avanti con l’azione, perdano il pallone e poi comincino a protestate.
      Facile così…

      1 – A segnalare l’uscita del pallone dalle linee perimetrali.
      2 – certo.

  9. Manuel
    Manuel dice:

    Ciao Luca,
    una domanda: sull’episodio Rincon-Calhanoglu (e in generale sugli episodi in cui l’arbitro valuta oggettivamente male un episodio) il VAR non può imporre una on-field review all’arbitro anche se quest’ultimo ritiene di non aver sbagliato?

    • Giuseppe
      Giuseppe dice:

      Io ricordo che il primo gol annullato per un fallo su azione che poi portò al gol fu in atalanta juve. A commettere fallo fu Lichtsteiner. Come si può capire se l’arbitro ha visto o non ha visto,se ha giudicato bene o se ha sbagliato, c’è molta confusione cosi a mio avviso. Certamente var e arbitri dialogano tra loro e si accertano che abbia potuto valutare bene dal campo ma per chi vede c’è solo gran confusione. E se rendessero le comunicazioni ascoltabili?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Beh, hanno l’auricolare, basta chiedere “cosa hai visto?”.
      Se la risposta è “nulla, me lo son perso” allora il VAR può valutare se ci sia un’irregolarità da mostrare all’arbitro con on field review. Se la risposta è “ho visto il contatto” il compito del VAR si conclude.
      Ti assicuro: non c’è PER NULLA confusione, la confusione è indotta da un’informazione che strumentalizza per implementare polemiche infondate. Ma piace così e, da quel che leggo, funziona…

    • Giuseppe
      Giuseppe dice:

      Si, intendevo proprio che la confusione ce l’ha chi vede in tv e non conosce bene queste dinamiche perché non vengono trattate come si deve, dai media in primis.

  10. Giorgio
    Giorgio dice:

    Ciao Luca e grazie come sempre per le tue analisi.
    Un’impressione che ho avuto immediatamente in presa diretta durante l’episodio che ha portato al contatto fra Rincon e Cahlanoglu è che Guida non fosse per niente tranquillo in quel frangente (cosa che in verità si può dire per tutta la durata della partita come hai giustamente fatto notare). L’azione di Cahlanoglu infatti parte da un contatto fra Zaza e Romagnoli al limite dell’area rossonera con annessi schiamazzi del pubblico che voleva il fallo e proteste, a dire il vero limitate, del giocatore del Torino. Capovolgimento rapido di fronte ed ecco il fattaccio, è come se Guida si fosse sentito in dovere di applicare un metro abbastanza largo e lasciar correre per dimostrarsi “coerente” con la decisione presa pochi secondi prima. Poi mi è sembrato che durante il colloquio con Orsato negli attimi successivi Guida mentre era circondato dai giocatori del Milan dicesse qualcosa come “ho visto, tocca la palla, non è fallo” come se volesse difendere la sua decisione dalla possibilità un’eventuale review. Tutto questo mi è sembrato conseguenza dell’atmosfera creatasi durante la partita che lui stesso non è riuscito a stemperare, insomma direi che è un errore che per essere capito deve essere messo nel contesto, certo Guida non poteva immaginare che un episodio simile avrebbe portato al successivo gol.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Come hai anche tu sottolineato, Guida non è stato sereno nemmeno per un minuto ieri sera.
      Ad Orsato ha detto “per me non è fallo”, null’altro. Ed è giusta comunicazione tra VAR ed arbitro, per consentire al VAR di comprendere se Guida ha visto o meno. Avendo detto “per me non è fallo”, Orsato ha compreso che Guida aveva valutato e giudicato secondo il suo metro, non potendo andare oltre.
      Sul resto sono tue impressioni che, nel complesso, condivido.

  11. Roberta
    Roberta dice:

    Caro Luca, ho la netta sensazione che sul VAR ci sia una confusione incredibile da parte del tifoso medio, aiutato in questo da diversi commentatori che dicono cose a caso. Il VAR interviene laddove l’arbitro non veda o non possa decidere da solo: se l’arbitro vede e giudica si può non concordare con la sua decisione ma il VAR nulla può (tranne per un cartellino di colore diverso). Facciamocene una ragione: se l’arbitro dubitasse della sua decisione, probabilmente controllerebbe perché, almeno credo, non sarebbe nel suo interesse non farlo, perché penso sia suo interesse sbagliare meno possibile. Siamo arrivati ad un punto tale per cui ogni intervento diventa un caso e i più esagitati mi sembrano commentatori e giornalisti che per qualche like in più montano casi inesistenti da dare in pasto alla piazza del tifoso affamato. E creano confusione, tanta, tanta, tanta confusione.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Non c’è dubbio.
      Il protocollo VAR non è facilissimo da comprendere ma l’assoluta ignoranza in materia di chi dovrebbe diffondere informazioni ha creato una confusione pazzesca. Cercare di fare un po’ di ordine è diventato difficile: chi mi segue comincia a capire (e me ne accorgo soprattutto da alcuni commenti sui social), in televisione non conta l’informazione ma lo share. Il risultato è che si urla, la stessa persona esprime due opinioni diametralmente opposte sullo stesso episodio a seconda della rete e della trasmissione, si diffondono autentiche BALLE sulla possibilità di review.
      Hai centrato il punto anche sulla seconda parte: ormai i giorni successivi alla partita vengono utilizzati per cercare episodi marginali per montarli a casi mediatici. Ciò che mi chiedo è questo: ma davvero non hanno di meglio da fare se non rivedere repliche della partita?
      Beati loro…
      Io faccio fatica a trovare un momento libero per rispondervi…

  12. Pino
    Pino dice:

    Egr.Luca Marelli, ribadendo la stima che ho nei tuoi confronti per la passione e el servizio che rendi, sento di dover chiarire un eventuale equivoco che é stesso generato. Mi chiedevo se questo episodio dell’immagine seguente, esclusivamente questo, senza far riferimento ad altri, può essere considerato, a tuo avviso, un fallo. Questa trattenuta é avvenuta in area (ho il video) e non a centrocampo. Ti ringrazio in anticipo e mi scusa se in qualche modo, ho lasciato indurre il mio intervento precedente, in una polemica o in trabocchetto.

    https://twitter.com/Fabiogra79/status/1177502836474531841?s=19

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Mandami il video.

      Edit: l’ho trovato io. Minuto 69.
      E come al solito, si tralascia di scrivere quanto accaduto prima e dopo.
      Partiamo dal dopo: il Napoli sfiora la rete che viene evitata per un miracolo di Pisacane. E va bene.

      Prima:

      Llorente

      Llorente si aiuta palesemente con le braccia su Cacciatore.
      Che facciamo, dunque?
      Fischiamo il primo fallo, di Llorente? Oppure non si fischia nulla?

    • Pino
      Pino dice:

      Io non sono in polemica, quindi non so cosa possa convenirmi e perché…ma in sostanza mi hai risposto, dicendo che questa trattenuta su Llorente, é tecnicamente un fallo, che secondo te, probabilmente non rilevata, perché viziata da un fallo precedente di Llorente, che in tutta sincerità faccio fatica a vedere (tenere a distanza un avversario che mi sta tirando per la maglia forse è abbastanza lecito, per quello che si vede in tutte le partite), ma qui siamo nel campo delle opinioni, ciascuno ha la sua. Quello che succede dopo, cinta poco perché non c’è stato n vantaggio. Io credo che arbitro e VAR, non abbiano visto nessuna delle due infrazioni, e che non é uno scandalo non aver dato il rigore, ma non lo sarebbe stato manco dandolo.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      “Si vede in tutte le partite”.
      Ecco, sei arrivato al punto!
      Se vuoi mi prendo l’impegno di rivedere la partita e ti assicuro che ti trovo almeno quattro trattenute leggere in area del Napoli. Scommettiamo?
      Davvero, sono episodi marginalissimi.
      Se poi ritieni che tenere lontano un giocatore con le braccia (che non si possono usare, soprattutto per tenere lontano un giocatore artificialmente, azione irregolare) allora alzo le mani: vale tutto.

  13. Alessandro
    Alessandro dice:

    Buongiorno e grazie per questa analisi, sulla quale concordo in pieno. Le faccio una domanda “scomoda”: nel caso venisse introdotto il cosiddetto challenge, lei si sentirebbe di assicurare che gli arbitri saranno effettivamente disposti a cambiare opinione dopo una “protesta” da parte di una società? Da fuori molto spesso traspare (è solo un’impressione, ci mancherebbe) un certo “orgoglio” da parte degli arbitri nel voler rivendicare una scelta, come per affermare che il loro occhio è sufficientemente valido. Nei casi evidenti in cui l’attuale protocollo permette al VAR di richiamare l’arbitro le decisioni vengono spesso cambiate (sarebbe controproducente per l’arbitro non farlo in casi clamorosi), ma in caso di decisioni più al limite, come poteva essere il fallo di ieri su Calhanoglu, ho il forte timore che gli arbitri possano confermare le proprie decisioni solo per principio. D’altra parte già oggi, se non sbaglio, il protocollo prevede che sia anche l’arbitro a poter chiedere una on field review. È mai successo? Lo stesso Guida poteva tranquillamente farlo ieri, non era necessario il VAR per avere il sospetto che quel contatto fosse da approfondire…eppure non lo ha fatto. Secondo lei perché? Con il challenge avrebbe cambiato idea?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Assolutamente sì: sono loro i primi a sapere che i VAR sono vincolati da un protocollo volutamente rigido. Dovete abbandonare questa falsa credenza che gli arbitri siano talmente pieni di sé da non voler cambiare una decisione, è una barzelletta mediatica che non ha alcuna aderenza con la realtà.
      Sì, è successo che un arbitro chiedesse una review ma non sono episodi che ottengono molta pubblicità perché non si sa nulla delle comunicazioni tra arbitro e VAR. Ma fidati che i primi ad avere dubbi sono proprio gli arbitri che avrebbero enorme giovamento da un challenge, sapendo di poter ovviare alla disciplina del protocollo attuale.
      Guida ieri sera non ha avuto dubbi e ci sta: ha ritenuto nei limiti il contatto e non posso negare che anche io, in presa diretta, avessi visto ben poco fallo e molta accentuazione. Poi il fallo c’è, a mio parere, ma non è un episodio straordinariamente grave.

  14. Roberto Cane
    Roberto Cane dice:

    Buongiorno Luca, nel caso del fallo su Calhanoglu non fischiato, è ipotizzabile che Guida, pur con la visuale libera e in totale buonafede, non abbia visto nessun contatto facendo quindi proseguire l’azione? In questo caso, se non sbaglio, il VAR avrebbe potuto suggerirgli che in effetti un contatto c’era stato invitandolo ad una OFR. Mi è chiaro invece il caso in cui Guida abbia visto un contatto e lo abbia giudicato non punibile (in questo caso il VAR non avrebbe dovuto intervenire, come è stato). In ultima analisi, chi ci dice se l’arbitro 1) ha visto un contatto giudicandolo non da fallo 2) non ha visto alcun contatto facendo proseguire l’azione. Grazie per l’eventuale chiarimento

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Può essere ma Guida pare aver comunicato di aver visto l’episodio e di averlo valutato (peraltro non poteva dire altro, le immagini testimoniano che fosse in controllo). Una volta accertatosi di ciò, il VAR non può fare null’altro se non confermare la scelta del campo.
      Lo stesso vale per il rigore assegnato al Milan: un minimo contatto c’è. Ma proprio minimo. Chiaro che, una volta rivisto, dubito che Guida l’avrebbe confermato ma, col protocollo rigido attuale, sono tutte supposizioni. Ciò di cui siamo certi è che, in una circostanza del genere, il VAR ha le mani legate.

      Se invece esistesse il challenge…

  15. Lorenzo Pertinale
    Lorenzo Pertinale dice:

    Grazie Luca, come sempre puntuale. Però spiegami ti prego perché dopo questi clamorosi errori Guida è stato designato Var per Lecce-Roma e Orsato nessuna designazione?!
    P.s. Ieri ci ho preso nel pronostico, Calvarese per Samp-Inter 🙂

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sono designazioni già fatte almeno da mercoledì, l’avrebbero modificata solo nel caso di errori colossali. La prestazione di ieri sera non è stata positiva ma non tale da portare ad una sospensione, non esageriamo.
      Su Orsato: molto probabilmente poteva uscire solo sabato perché impegnato (immagino…) in Champions’ martedì e sabato non c’era una partita adatta. Nessun problema perché la settimana prossima gli tocca una tra Torino-Napoli e Genoa-Milan (credo più la seconda, a spanne).

    • Massimo
      Massimo dice:

      Buongiorno Luca. Il problema secondo me, e mi riferisco al challenge, è che se non cresce la cultura sportiva, possiamo avere tutta la tecnologia che vogliamo, ma i problemi non si risolveranno. Pensavamo che il Var, ottimo strumento, sarebbe stato la panacea di tutti i mali del calcio italiano, ma non passa una giornata di campionato senza polemiche a più di due anni dalla sua introduzione. Chi sarà a decidere su un episodio sotto challenge? Ovviamente l’arbitro centrale, e non è detto che la sua decisione coincida con quello che pensa chi lo ha chiesto, e si continuerà con le polemiche. Spero di sbagliarmi e spero in una crescita generale dell’ambiente.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Non mi attendo che la cultura sportiva migliori. Possono mettere tutta la tecnologia che vogliono ma i complottismi rimarranno, le idee balzane continueranno ad esistere e continueremo ad ascoltare presunti esperti che non sanno un accidente di regolamento ma che straparlano di regole inventate, magari cambiando radicalmente idea da una sera all’altra come se nulla fosse.
      Naturalmente un episodio verrà deciso sempre e comunque dall’arbitro in campo: ovviamente potrebbero esserci idee differenti ma ti assicuro che, in alcune circostanze, molte decisioni sarebbero state modificate.

  16. Pino
    Pino dice:

    Buongiorno Luca, senza voler far polemica, per capire…qual’è il margine per cui una trattenuta, possa essere considerata fallo? Mi spiego meglio. La trattenuta, é sempre fallo, oppure deve impedire la giocata per essere sanzionata? Llorente prende la palla di testa, ma il pallone non è arrivato al compagno o nello specchio della porta. Si può immaginare che questa trattenuta, abbia inciso nella efficacia della giocata? Grazie.

    https://twitter.com/Fabiogra79/status/1177502836474531841?s=19

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Il concetto da tener presente è che l’intensità di un fallo deve essere valutata anche negli effetti concreti.
      Per quanto concerne la trattenuta su Llorente è veramente di minima entità e dura una frazione di secondo, troppo poco per poter pensare ad un calcio di rigore.

      L’immagine che proponi è una clamorosa bufala: quello che porti ad esempio è un episodio avvenuto vicino a centrocampo. Il difensore è Cacciatore mentre nell’episodio in area la trattenuta è di Klavan…

    • Pino
      Pino dice:

      Non ho riportato questa immagine, facendo riferimento all’episodio del rigore richiesto. So bene che é un’altra situazione. Non pensavo fosse a centrocampo. Da cosa lo capisci? Permettimi di dissentire che questa sia una trattenuta di entità leggera. Questa è una trattenuta consistente, a mio parere. La maglia è tutta tirata giù dal colletto. Almeno su questo, posso pensare che esista un punto di vista diverso, visto che non c’entrano la conoscenza e l’esperienza arbitrale…credo

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Lo so perché non lascio mai nulla al caso, perlomeno in questa materia.
      Se però mi posti questa foto per discutere di un altro episodio… beh, abbi pazienza ma lo evidenzio altrimenti sembro un pazzo. Mai scritto che questa sia una trattenuta leggera, non ho nemmeno espresso un giudizio in merito perché è evidente. Ho scritto che la trattenuta in area di Klavan (non questa di CACCIATORE!) è leggerissima e lo confermo.
      Evita di tentare di prendermi in giro, per cortesia: non casco in questi trabocchetti.

  17. Mauro
    Mauro dice:

    buongiorno Luca,
    innanzitutto complimenti per il tuo lavoro.
    Ti chiedo un chiarimento, l’anno scorso in Frosinone Milan fu annullato un gol al Frosinone per un fallo su Calhanoglu (situazione analoga ma fallo a mio avviso molto meno netto).
    Come mai in quel caso il VAR intervenne?
    Ieri Orsato non avrebbe potuto dire a Guida qualcosa tipo “Guarda che c’è un fallo clamoroso, sei sicuro di aver visto bene?”

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Perché in quella circostanza l’arbitro non vide assolutamente nulla, era coperto dal corpo stesso del giocatore che subì il colpo. Ieri Guida ha visto l’episodio a campo aperto ed il VAR non poteva nemmeno ipotizzare che fosse coperto.
      P.S.: non è un fallo clamoroso. E’ un fallo.

    • Mauro
      Mauro dice:

      Capisco…
      Quindi non era sostenibile il “chiaro ed evidente errore”
      Io sono assolutamente a favore del VAR e proprio per quello concordo con te che un’applicazione *monca* come è quella di oggi, fisiologicamente deve essere rivista

  18. max
    max dice:

    Buongiorno, ricordo due episodi di goal annullati con il var alla Juve per falli segnalati at inizio azione, entrambi sotto gli occhi dei rispettivi arbitri e in un caso anche del quarto uomo. come mai dopo orami due anni il protocollo viene ancora interpretato più o meno elasticamente? non ci si dovrebbe mascherare dietro il fatto se l’artbitro ha visto, se poi ha valutato male quello che ha visto
    max

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Atalanta-Juventus e Juventus-Roma.
      Il primo fu corretto: l’arbitro si perse completamente la sbracciata di Lichtsteiner su Gomez perché era coperto.
      Il fallo su Zaniolo in Juventus-Roma, invece, si presta a più critiche perché Massa non era coperto ma potrebbe anche essere stato lui a chiedere una verifica perché aveva avuto il dubbio.

  19. Giorgio TO
    Giorgio TO dice:

    Buongiorno, Luca. Da tifoso del Toro, analisi a mio parere irreprensibile sia sui singoli episodi, sia sulla valutazione complessiva di un arbitraggio poco sereno (e in questo sbavatura di Rizzoli), sia sulla chiarezza nello spiegare il regolamento e il protocollo VAR.
    E aggiungo che vorrei che i giocatori della mia squadra evitassero gli odiosi accerchiamenti dell’arbitro e il tecnico la smettesse du piangere sempre, molto spesso a sproposito.

  20. Tommaso Stefanini
    Tommaso Stefanini dice:

    Ciao Luca. Ti scrivo sempre sotto ogni partita perchè mi vengono sempre in mente un sacco di cose:
    – A mio giudizio il rigore per il Milan è generosissimo: contatti di così lieve entità non possono essere oggetto di penalty, ricordo anche il caso di Fiorentina – Atalanta della scorsa stagione…
    – Nella tua carriera arbitrale ti è mai capitato di uscire dal campo convinto di avere offerto una prestazione penosa e se si come hai gestito la cosa?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      – Concordo: come ho scritto questi rigori mi piacciono pochissimo. E non cambierò mai linea di pensiero in merito;
      – Sì, certo, è capitato. Un arbitro intelligente si rende conto del tipo di prestazione offerta. La gestione non è facile ma c’è solo un modo per superare una cattiva prestazione: tornare in campo il prima possibile. Ecco perché ho sempre detestato, scrivendolo chiaramente, che non sono affatto d’accordo con le sospensioni tecniche.

    • Tommaso Stefanini
      Tommaso Stefanini dice:

      La sospensione dovrebbe servire a dare un segnale alle società? Quelle “penalizzate” dall’arbitraggio? O dovrebbe servire all’arbitro per capire cosa ha sbagliato?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Dovrebbe servire agli arbitri ma serve solo a minare la fiducia nei propri mezzi.
      In realtà io concordo solo su un tipo di sospensione tecnica, cioè quelle per errore davvero inspiegabili, per esempio (non me ne voglia) Abisso a Firenze: ecco, in quel caso una sospensione può essere utile soprattutto all’arbitro per cercare di capire per quale motivo abbia confermato una scelta completamente sbagliata.

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