L’intervista di Mazzoleni? La dimostrazione pratica del perché gli arbitri non devono parlare…

Ieri mattina, leggendo l’estratto di intervista a Mazzoleni (la trovate sul sito de “L’eco di Bergamo”, a questo link), ho pensato: “adesso vediamo quanto tempo ci mettono a far diventare virale l’affermazione su Hamsik“.

Ho dovuto aspettare due ore scarse.
Come sempre capita in queste circostanze, dell’uomo Mazzoleni non frega niente a nessuno.
A nessuno interessa che il figlio si chiami Riccardo, che la madre di Riccardo si chiami Daiana, che abiti a Bergamo o che stia per passare ad altro ruolo nell’AIA. Quel che interessa è montare, come sempre, una bella polemica basandosi su delle affermazioni contenute in un contesto più  ampio.

Sia chiaro: Mazzoleni ha rilasciato delle dichiarazioni che poteva tranquillamente evitarsi, sempre che il suo obiettivo non fosse creare artatamente questo clima per altri motivi.
Dubito che questo fosse il suo scopo ma, in ogni caso, non solo poteva ma doveva risparmiarsi certe affermazioni.

Ovviamente taluni giornalisti (o giornalai, forse termine più adatto) hanno volontariamente esasperato i concetti espressi per dare più forza alla notizia (pseudo) scandalistica. Ormai sappiamo come funzionano i social: più si spara, più si attira attenzione.
E’ come una foto: una donna elegante attira ammirazione, una donna mezza nuda attira frotte di sfigati che non vedono un corpo nudo da secoli. Esagero? Provate, per esempio, a fare una breve ricerca sul web e guardate quanti followers ha guadagnato in pochi giorni la ragazza protagonista dell’invasione del terreno di gioco durante la finale di Champions’ League. E non stiamo certo citando una dea della bellezza…

Torniamo al nostro argomento.
Nel titolo ho scritto che quanto accaduto in seguito all’intervista di Mazzoleni dimostra in modo inequivocabile che gli arbitri non debbano parlare, perlomeno non debbano parlare tutti ed in ogni occasione.

Il motivo l’ho esposto in mille circostanze (per esempio in questa intervista di qualche mese fa sulla rivista “Numero Diez”) e lo ribadisco:
da una parte non tutti gli arbitri sono in grado di esprimersi nel miglior modo possibile perché è normale che ci siano (anche tra di loro) persone in grado di comunicare ed altre non ne sono capaci. Ed anche tra gli arbitri (come è normale che sia, di nuovo) ci sono alcuni elementi che pensano di saper comunicare ma che, in realtà, non ne sono minimamente in grado. Un po’ come sui social: per quale motivo dovrebbe essere dissimile una comunità di arbitri?
dall’altra parte ci sono giornalisti (e tanti giornalai) pronti sempre a decontestualizzare una singola riga di un’intervista per raccogliere click e visualizzazioni sui social o sui quotidiani.

Suo figlio si chiama Riccardo? E chi se ne frega.
Ha conosciuto Daiana grazie al basket? E chi se ne frega.
Hamsik era il giocatore che meno sopportava? Accidenti, notiziona, tiriamo fuori la SuperCoppa di un decennio fa, la impastiamo con una pizzico di “stimo Bonucci” e confezioniamo il perfetto pacchetto di “sudditanza psicologica”.

Facile, no?

Naturalmente si evita di citare la valutazione su Messi (che Mazzoleni, per la cronaca, non ha mai arbitrato), si evita di citare tra i calciatori con i quali aveva buoni rapporti i vari Zanetti, De Rossi o Gattuso (non fanno notizia).

Non nascondiamo, però, la scivolata: un arbitro, in campo e fuori, deve dimostrarsi sempre giudice imparziale. Un Giudice può avere simpatie ed antipatie (è normale, sono esseri umani), può sentire un’empatia positiva o negativa nei confronti di una persona ma non può dirlo perché il suo compito è giudicare asetticamente, considerando tutti come giocatori, null’altro. Esattamente come un Giudice civile o penale: le parti in causa possono essergli più o meno simpatiche ma non si può permettere di esprimere giudizi personali perché perderebbe istantaneamente credibilità. Pensate che esiste addirittura l’ipotesi di ricusazione per tali motivi…
E non conta nulla che abbia chiuso la carriera: l’anno prossimo che facciamo? Lo si utilizza al VAR chiedendogli prima se abbia simpatie per qualche calciatore? Queste esternazioni sono umane ma le si tengano negli spogliatoi. Sapeste quante volte ho maledetto un giocatore per avermi esasperato sul terreno di gioco ma mai, nemmeno a 10 anni di distanza, dirò che un calciatore mi era empaticamente lontano.

Poi capita che si enfatizzi anche un’altra affermazione che, effettivamente, Mazzoleni poteva evitare di far scrivere (cito):
Guardi, uno degli errori che più mi tormentano è un rigore in Juventus-Genoa: lo fischio, chiedo aiuto ai leader in campo, Del Piero che ha subìto il fallo giura che era in area, i genoani sostengono il contrario. Io l’ho visto in area: rigore. La sera vedo le immagini: fuori area di un metro“.
Sia chiaro: per un arbitro, c’è poco di strano, capita di avere un dubbio atroce e, nella disperazione del momento, ci si appella a tutto e tutti per cercare di non combinare un casino. Tutto poteva dire in merito tranne di aver chiesto al capitano della squadra che avrebbe dovuto usufruire del rigore se fosse fuori o dentro l’area. Insomma, un minimo di riflessione mentre si parla con un giornalista…

Arriviamo al punto.
Cosa pensate che accadrebbe se venissero autorizzati gli arbitri a parlare dopo le gare? Pensate davvero che i giornalisti sarebbero interessati a capire cosa sia successo in campo? Oppure avrebbero le orecchie diritte per cogliere un piccolo svarione comunicativo per costruire un cinema, magari sui social?

Ho criticato e continuo a criticare Nicchi per aver promesso ad anni alterni che gli arbitri avrebbero parlato. Lo critico perché un presidente avrebbe concesso quanto promesso a parole.
Dall’altro lato ringrazio Nicchi per non aver mantenuto (anche in questo ambito) le sue promesse: sarebbe stato un caos settimanale di cui facciamo volentieri a meno.

A volte vengo criticato perché mi scaglio eccessivamente contro taluni personaggi dell’informazione sportiva.
La verità, scomoda ma dimostrata proprio da questa vicenda, è che gli arbitri non sono soggetti che interessino per le proprie opinioni ma per scovare qualche debolezza che possa essere spunto per polemiche, complottismi, dibattiti da bar.

Parto proprio dall’intervista per una difesa non richiesta.
Guardate questo tweet:

In realtà il testo dell’intervista dice tutt’altro: Mazzoleni era sicuro che fosse in area di rigore il contatto ma le proteste del GENOA (non della Juventus ma dell’altra squadra) gli avevano insinuato il dubbio.
Esattamente il contrario rispetto a questa colossale idiozia nota come “sudditanza psicologica”.

Poi però voglio farvi vedere cosa ha scatenato questa strumentalizzazione delle parole (che, lo ribadisco per l’ennesima volta, dovevano essere evitate, al di là di ulteriori dichiarazioni in merito e successive alle polemiche scoppiate sui social):

Questi sono pochi esempi, ne avrei potuti pubblicare duecento. O anche mille. Tutti dello stesso tenore.
A che servirebbe, dunque, far parlare gli arbitri? A niente, se non a nutrire certa pseudostampa interessata solo a sollevare caos mediatico per fini personali. O per rivalse. O per acquisire notorietà.

Perciò, signor Nicchi, per una volta agisca nel modo giusto: eviti di mantenere una promessa che sarebbe un ulteriore danno per l’associazione, la cui credibilità è ai minimi storici.

Al limite si autorizzino interviste come quella recentemente trasmesse da Sky: da una parte un giornalista coi controfiocchi (Lorenzo Fontani), dall’altra un arbitro straordinario e consapevole in ogni istante delle parole che dice (Gianluca Rocchi).

Ascoltatela (la potete trovare sia in video che in forma testuale a questo indirizzo) e cercate di percepire voi stessi la straordinaria qualità dei due protagonisti.

Purtroppo non tutti sono Lorenzo Fontani.
E non tutti, bisogna ammetterlo, sono Gianluca Rocchi…

41 commenti
  1. Orlando
    Orlando dice:

    Luca scusa la non pertinenza con l’argmento del post, ma hai per caso visto l’episodio dell’Italia Under 20 per quella gomitata? Per te era fallo dell’attaccante o si poteva lasciar correre?
    Hai sentito che bravo l’Allenatore dell’Under 20 nelle dichiarazioni a fine partita? A mio avviso un allenatore che parla così dovrebbe essere portato in Serie A per far da scuola a tutti gli altri.
    Grazie un saluto,
    Orlando dall’Umbria

  2. Luca
    Luca dice:

    Luca ho una curiosità perché in Inghilterra tutti gli arbitri hanno il fischietto legato al polso in Germania sempre con il doppio fischietto e invece in Italia gli arbitri c è l hanno sciolto; è solo casualità o c è dietro qualcosa d’ altro

  3. Marco
    Marco dice:

    Sì Luca, a questo punto meglio che non parlino.
    Mi chiedo però a cosa dovrebbe servire un intervista se non anche a cogliere qualche inedito che vada oltre l’aspetto tecnico della professione?
    Ma che tristezza, il problema non è chi parla ma nei retro-pensieri di chi ascolta.
    Ci sono commenti a bizzeffe dello stesso tenore anche su Rocchi e su chiunque altro, essere buoni comunicatori con fa alcuna differenza.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      I retropensieri sono il cancro della nostra società.
      Detto ciò bisogna aprire al dialogo ma ponderando molto le domande e le risposte. Ovviamente non si può nemmeno pensare di affermare “questo mi sta sulle palle, questo mi è antipatico”, altrimenti diventa una giungla di veti incrociati e di sospetti.
      Per parlare ci vuole attenzione, ogni parola è un mattone.

  4. Gianluca
    Gianluca dice:

    Ciao Luca, ho appena letto un’intervista a Gavillucci fatta da Radio Marte dove sostiene che adesso, grazie alla sua causa, gli arbitri possono vedere le loro medie e le posizioni in classifica durante la stagione ed evitare brutte sorprese a fine campionato. Tu l’hai letta? Cosa ne pensi? Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      E’ vero.
      Dimostrazione implicita che il sistema non funzionava ed aveva lacune giuridiche non proprio marginali. E ne ha ancora parecchie.

  5. Pietro
    Pietro dice:

    A me sembra non ci sia alcun errore di interpretazione.
    Quello che dice è abbastanza chiaro.
    E senza volergli attribuire chissà quali significati generali, apprendiamo che:
    – le proteste del Genoa non sono servite a fargli capire che aveva commesso un errore mentre la frase di Del Piero sì;
    – aveva un feeling particolare con personaggi notoriamente strafottenti e arroganti con gli arbitri nonché protestatori seriali (Bonucci, Gattuso, De Rossi, Diamanti…) mentre non sopportava uno come Hamsik che ha paura pure della sua ombra;
    – dice che il rosso a Pandev nella supercoppa gli fu segnalato da un guardalinee che ha fatto la finale, ma non si esprime sulla sua opportunità;
    – viceversa dice che il rosso a Koulibaly che era bersagliato dai cori razzisti che ha sentito tutto il mondo (e solo lui no) era giusto.

    Non c’è nulla da interpretare.
    Le sue parole sono chiarissime.

    Il problema non è la capacità di comunicare.
    A quanto pare non li si vuole far parlare perché se parlano fanno venir fuori tanto marciume.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Adesso ti incazzi ma non mi interessa. E ti “regalo” un consiglio: prima di commentare conta fino a 100 e togliti la maglietta da tifoso.

      1 – Mazzoleni ha detto di essere convinto che il fallo fosse stato commesso dentro l’area. Avendo avuto riscontri differenti tra difensori ed attaccante, ha deciso di confermare la propria decisione iniziale;
      2 – Doveva risparmiarsi la frase su Hamsik, concordo. Ma criticare pure il fatto che avesse buoni rapporti con altri giocatori non ha senso;
      3 – l’espulsione di Pandev è indiscutibile ed è stato lo stesso Pandev a confessarlo: disse “gobbo di merda” in italiano (ripeto: in italiano, non in macedone come raccontano le leggende metropolitane) a Stefani a 3 metri di distanza. Pandev andava espulso senza se e senza ma;
      4 – Il rosso a Koulibaly, come ho scritto anche io, era ineccepibile. I cori razzisti sono uno schifo ma non giustificano il comportamento assunto dal difensore del Napoli.

      Le sue parole sono effettivamente chiarissime.
      Il problema è che il tifosotto medio non è capace di essere obiettivo.
      Mi spiace essere “ruvido” ma fai parte di quella categoria.

      Saluti.

    • Giancarlo
      Giancarlo dice:

      Solo per correttezza e giusta informazione. Pandev non ha mai “confessato” come sostiene erroneamente lei. Anzi quando il suo procuratore, nel 2014, riportò la frase “gobbo di merda” lui l’ha smentita. Anche in una intervista a tuttojuve del 2015 ha riaffermato di aver parlato in macedone. Mi dispiace ma anche lei fa il tifoso (tifa per la sua categoria), anche lei dovrebbe togliersi la maglia di tifoso (degli arbitri) ed essere obiettivo. Se un Giudice dicesse che ha un buon rapporto con un avvocato perchè particolarmente carismatico commetterebbe lo stesso errore del Giudice che darebbe dell’insopportabile ad altro avvocato; se dice il contrario è perchè ha ancora la maglietta da tifoso…mi spiace ma siamo tutti tifosotti di qualcosa…

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Pandev può smentire quel che vuole ma quella frase la disse in italiano.
      E ne ho testimonianza diretta.
      Se non so qualcosa, sto zitto ed ascolto. Se leggo ricostruzioni fantasiose per alimentare leggende metropolitane, parlo. O scrivo.

  6. Franco
    Franco dice:

    Buongiorno,
    questo articolo mi porta a fare alcune considerazioni.
    Trovo assurdo che l’arbitro chieda “aiuto” ai calciatori, ma quante volte è accaduto che un calciatore, di qualsiasi squadra, abbia ammesso qualcosa che possa andare a sfavore della propria formazione? Credo MAI.
    Ovviamente SOLO Del Piero (o qualunque altro della Juventus) è da considerarsi “disonesto” perché ad es. crede che il fallo sia avvenuto in area.
    Quel “simpaticone” di Hamsik l’ha mai fatto???!!! Non credo proprio.
    Così come quando l’anno scorso, il napoli ha beneficiato di un rigore (credo l’unico esempio al mondo) perché due calciatori napoletani si sono sgambettati fra di loro.
    Con quale metro di giudizio l’arbitro ha concesso quel rigore???!!!
    Per quale motivo uno o ambedue i calciatori del napoli non hanno detto NO non è rigore, ci siamo scontrati tra di noi…
    Infine, per quale motivo un episodio del genere (ma altri a loro favore ce ne sono stati eccome, ma anche per altre squadre) non ha generato lo “scandalo”, le “proteste”, l’ “indignazione”, l’accusa di rrrubare che accompagna sempre e SOLO la Juventus???!!!
    Domanda che sorge spontanea leggendo qui o altrove i soliti deliranti commenti.
    Saluti

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Perché ad Udine il rigore c’era e solo negli occhi di chi giudica da tifoso parziale può esserci uno scontro tra due compagni di squadra.
      In ogni caso non è l’oggetto del post.

  7. ilpugliese
    ilpugliese dice:

    L’unica soluzione per far parlare gli arbitri è trovare un arbitro in pensione con grandi doti comunicative che farebbe da riferimento per tutti gli arbitri, ovviamente sempre dopo il comunicato del giudice sportivo.
    Rizzoli potrebbe farlo tranquillamente, ma credo che non possa fare contemporaneamente il designatore e il comunicatore perchè finirebbe per non far bene entrambe le cose. Andrebbe proprio creata una nuova figura all’interno dell’AIA. Qualcuno che parla con gli arbitri per far poi riferimento alla stampa.
    Il comunicatore dovrà anche avere altre doti indispensabili come la pazienza infinita perchè i vari “giornalai” saranno sempre dietro l’angolo pronti ad entrare in azione per creare scompigli e vari complotti….
    Un’altra cosa che servirebbe e che il comunicatore dovrebbe fare (cosa che Luca fa egregiamente nel suo blog) è spiegare nei vari casi “assurdi” che capiteranno cosa dice il regolamento del giuoco del calcio.
    Alla fine di tutto credo che la persona adatta all’AIA per far tutto ciò sia proprio Luca Marelli perchè, come ho detto più volte, ha una capacità espressiva molto elevata in quanto riesce a far capire molto semplicemente l’interpretazione del regolamento.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Totalmente d’accordo.
      Purtroppo l’ultima parte non è possibile perlomeno fin quando ci sarà questa dirigenza che, negli anni, ha sempre rifiutato qualsiasi apertura di dialogo.
      La mia porta è sempre aperta ma dubito fortemente che busseranno mai…

  8. Stefano
    Stefano dice:

    Grandi verità Luca.
    Essere un grande arbitro non implica avere il dono della perfezione comunicativa e grammaticale.
    E di giornali ne è pieno il mondo.
    Purtroppo.

  9. FRANCESCO GRECO
    FRANCESCO GRECO dice:

    Ho letto il suo articolo con molta partecipazione e. come al solito, l’ho trovato molto interessante e pieno di sagacia. Su un punto mi sono ancor più soffermato rileggendo con stupore: la dichiarazione sul rigore in Juventus-Genoa: “lo fischio, chiedo aiuto ai leader in campo, Del Piero che ha subìto il fallo giura che era in area” A Napoli si direbbe: ” Acquaiuò, l’acqua è fresca?” “manco ’a neve” (Tradotto per i non napoletani: Si domanda ad un acquafrescaio se l’acqua è fresca e lui risponde che è più fresca della neve). Un saluto a lei, Avvocato Luca.

  10. Italiano Medio
    Italiano Medio dice:

    Scusami Luca ma essendo io l’italiano medio non posso esimermi dal tuffarmi a piene mani in questa querelle e sguazzarci come un oca in uno stagno.
    E dunque dico: … …
    No vabbè dai…meglio che taccio.
    Piuttosto, come mai voi arbitri siete appassionati di basket? Anche tu lo sei se non sbaglio…

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Rispondo per me.
      Ho cominciato a giocare da giovanissimo al campetto e mi sono innamorato di questo sport.
      Che Rizzoli e Collina siano tifosi appassionati è normale, sono nati a Basket City, a Bologna tutti sono tifosi della Fortitudo o della Virtus.
      Certo, meno comprensibile un lombardo che tifi Fortitudo…

  11. Gianluigi
    Gianluigi dice:

    Buongiorno Luca,
    scusa ma non capisco. Comprendo che magari ci siano arbitri che a livello comunicativo non siano il massimo ma lo stesso vale anche per calciatori ed allenatori. Non mi sembra che gente come Mazzarri o Sarri siano da Pulitzer, però, come tutti, quando sbagliano si espongono. Con questo non intendo dire che gli arbitri vadano esposti a una carneficina, bisognerebbe studiare un modo per tutelarli, però mi pare ingiusto il silenzio, soprattutto a fronte di errori gravi. Se poi mi dici che allenatori e calciatori sono professionisti e vengono pagati 10 volte di più e quindi è più comprensibile che siano più esposti, rispetto la tua idea ma non la condivido. Grazie comunque per aver messo in luce questo aspetto e buona giornata

    • Gianluigi
      Gianluigi dice:

      Ciao, Scusa se mi sono espresso male. Intendevo criticare il punto in cui dici:” Da una parte non tutti gli arbitri sono in grado di esprimersi nel miglior modo possibile” perché secondo me, essendo anche loro parte del gioco è giusto che si espongano.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Va bene ma ciò non cambia il fatto che oggettivamente non tutti siano in grado di parlare adeguatamente.
      E per quale motivo dovrebbero esporsi?

    • Gainluigi
      Gainluigi dice:

      Perché secondo me una volta che entri in un contesto del genere è giusto che un individuo abbia la possibilità di spiegare, di difendersi o semplicemente di ammettere di un errore, allo stesso modo in cui accade per calciatori e allenatori, non tutti in grado oggettivamente di esprimersi. Poi magari sono troppo idealista ma a me non dispiacerebbe sentire cosa hanno da dire

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sulla possibilità di spiegare sono d’accordo ma non dopo le partite per i motivi che ho già esposto (e poi c’è il problema del Giudice Sportivo: non si possono esprimere opinioni prima del comunicato ufficiale).
      Difendersi ed ammettere errori non sono compiti degli arbitri: il problema della difesa è che qualcuno attacca. E se qualcuno attacca significa che non rispetta le decisioni degli arbitri. Insomma, stai chiedendo che gli arbitri si autoflagellino in pubblico ed è esattamente quel che deve essere evitato.

  12. Fabio
    Fabio dice:

    Ciao Luca, posso capire la stima per Bonucci, ma, sinceramente, mi risulta difficile capire l’antipatia per Hamsik. Da tifoso del Napoli, uno dei giocatori più corretti e tranquilli che abbiano vestito la maglia del Napoli, capitano esemplare. Può darsi che sia troppo tifoso, ma non l’ho mai visto protestare con veemenza, quando pure, sempre da tifoso, sarebbe stato necessario. Sinceramente? A Napoli siamo tutti contenti che abbia smesso di arbitrare; so bene che tu lo consideri tra i migliori arbitri italiani, e questa tua considerazione mi fa capire quanto in basso sia caduto il livello medio degli arbitri italiani; ma, in tutta onestà, speriamo anche che non abbia altri incarichi, specialmente in sala VAR. Forse si è trattato solo di sfortuna con lui per noi, da Pechino ad Inter-Napoli scorso, statisticamente una sfortuna un pò difficile da spiegare, ma sicuramente è così. Per cui il nostro amuleto, a questo punto, è che lui abbia smesso. Ripeto, speriamo definitivamente. Un abbraccio.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sono tue opinioni personali che rispetto ma a cui non rispondo.
      Soprattutto perché non c’entra nulla col post il cui oggetto è il rapporto stampa-arbitri.

  13. Marco
    Marco dice:

    Buongiorno Luca. Complimenti per l’articolo: ho sempre pensato che la possibilità per gli arbitri di parlare dopo le partite sarebbe stato un miglioramento epocale… Alla luce delle sue osservazioni, metterò sull’altro piatto della bilancia argomenti che non avevo mai considerato, e che effettivamente sono validissimi. Ci ragionerò più fondo… Su un aspetto però vorrei andarle contro: “questa colossale idiozia nota come sudditanza psicologica”. Da tifoso sono una delle milioni di persone che fa tanta tanta tanta fatica a pensare che sia una colossale idiozia. E come diceva Andreotti: “A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si prende”. Non escludo che ci siano soggetti che ne sono immuni, ma facendo un discorso generale è innegabile che la distribuzione causale delle valutazioni negli episodi dubbi non sia poi tanto casuale. D’altra parte, la giustizia sportiva ha già certificato che in un recente passato c’è stato ben di peggio che la sudditanza psicologica. E ci sono allenatori e giocatori che, cambiando casacca, l’hanno percepita. Continuerò a leggere con interesse le sue analisi in merito agli episodi ogni settimana. Trovo correttissimo che non lei non la chiami mai in causa, perché l’unica nostra salvezza è partire dal presupposto che non ci sia. Ma definirla apertamente una colossale idiozia è un po’ come negare l’esistenza dell’Australia. Grazie per l’attenzione

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sai perché non è casuale?
      Perché le grandi squadre sono MOLTO più spesso in area avversaria e, per i grandi numeri, è ovvio che siano più numerose le occasioni in cui ci siano episodi dubbi a loro favore.
      Se una squadra entra in area 10 volte, un episodio dubbio può capitare.
      Se una squadra entra in area 100 volte, 10 episodi possono capitare.
      Ma sempre il 10% rimane, solo che il numero assoluto è più alto.
      La sudditanza psicologica è una enorme cretinata e che sarà impossibile da sradicare dalla testa di chi se ne è convinto perché sono decenni che se ne parla come una certezza. E la stessa teoria è veicolata da persone che hanno credibilità e visibilità.
      So perfettamente che quel che dico in proposito è minoritario a livello massmediatico ma, nell’ambiente arbitrale, ci sono 30mila tesserati che ridacchiano nel momento in cui sentono parlare di questa stupidaggine.

      Non mi illudo di disintegrare questo preconcetto ma rimarrò della mia convinzione, dato che in campo ci sono stato per qualche settimana: la sudditanza psicologica è una sciocchezza.

    • marco
      marco dice:

      L’osservazione sul conteggio degli episodi in area è sicuramente ragionevole e logica. Ma pensare di ridurre la percezione dei tifosi a questa sola casistica è riduttivo, e quindi errato. Io parlo di mancate sanzioni disciplinari al centro del campo (per le quali lei stesso ha rilevato grossolani errore nelle sue analisi), di giocatori che pubblicamente di recente hanno ammesso che indossando una certa maglia avevano tranquilla libertà di protestare e passando poi a squadre minori venivano ammoniti alla prima rimostranza (vuole il cognome? 🙂 … Inizia con la G.), o di allenatori che passando ad allenare squadre più provinciali vedevano all’improvviso i propri calciatori punti per contrasti che prima non venivano fischiati (il cognome inizia con la T.) … O ancora, in un confronto che già ho avuto con lei qualche settimana fa, ho elencato una serie di 7 o 8 errori gravi che la squadra per cui tifo ha subito negli ultimi anni nella partita che per noi è più importante: la metà di questi erano rigori a favore o gol segnati ma annullati, quindi in situazioni di attacco. Il discorso delle grandi squadre che attaccano di più ma le percentuali sono le medesime, è corretto ma parziale, regge fino a un certo punto… Mi fermo, perché mi rendo conto che (giustamente) questo sia comunque un argomento antipatico. La ringrazio.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Hai centrato il punto: percezione dei tifosi.
      Una percezione veicolata dalle opinioni di chi comunica pubblicamente.
      Le dichiarazioni di un singolo giocatore non mi interessano, soprattutto se si tratta di un giocatore che non si è lasciato bene con quella società.

  14. Fabio
    Fabio dice:

    Davvero un peccato, mi farebbe un enorme piacere poter ascoltare le ragioni o sensazioni dell’arbitro dopo la gara. Ma sono completamente d’accordo che sarebbe un suicidio per la categoria e una noia per me dover filtrare altri commenti ignobili come quelli qua sopra. E se l’associazione si riunisse a discutere degli episodi di giornata (sempre che già non lo faccia), per poi avere un responsabile abile a comunicare che rilasciasse una dichiarazione/comunicato per tutti? Senza una vera e propria intervista, che porta insidie. Così si avrebbe un testo pensato ed elaborato senza improvvisazioni con il quale cercare di sensibilizzare un po’ tutto il movimento calcio sul lavoro dell’arbitro, molto complicato oggi. Idea troppo dispendiosa o complicata secondo Lei? Perché poter leggere o sentire interviste come quella di Rocchi sarebbe illuminante almeno per me, completamente ignorante in materia. Ignoranza riguardo il mondo arbitrale che anche grazie a lei sto cercando di colmare.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      E’ un’idea.
      Il problema è che Rizzoli (per esempio) sarebbe perfetto per questo compito.
      La domanda che dobbiamo porci è la seguente: perché non gli viene concesso? Perché Rizzoli parla due volte all’anno? Come mai Nicchi appare duecento volte all’anno ovunque e Rizzoli mai?

      Ti faccio solo un esempio, per comprendere come funzioni la comunicazione dell’AIA.
      Il giorno della finale di Baku ho pubblicato una foto di Rocchi e della sua squadra con oltre 300 likes.
      Due ore dopo l’AIA ha pubblicato una foto di Rocchi, della sua squadra e di Nicchi (ovviamente non poteva mancare…) con 40 likes.
      Conta poco?
      Sì, ma da un’idea di quanto sia inutile la comunicazione AIA.

  15. Stefano
    Stefano dice:

    Lo sa benissimo che ad alimentare queste cose specialmente qui su twitter ce n’é uno. L’unico e inimitabile pistocchi, che vergogna per il giornalismo.

  16. Filippo Ghisetti
    Filippo Ghisetti dice:

    Suscita tante riflessioni il testo di Luca, come sempre . Tante volte mi trascina in una dimensione irreale. Come quella di descrivere il mondo, la vita , i vissuti seduti come un vecchio marinaio su di una banchina , in tranquillità, respirando e fumando un sigaro a gesti lenti. Ma quanto è triste la realtà. Conosco Paolo da più di trent’anni. Quello che penso lo tengo per me. Stretto nel cuore. Ha scelto di fare con passione il mestiere più bello del mondo, nel posto più brutto in assoluto, tra le onde dell’invidia , l’ignoranza, la maleducazione , avvelenato dagli enormi interessi economici. Senza essere stato scalfito. Un successo. Al diavolo tutti, veramente.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Ho conosciuto Mazzoleni, come ben sai, 24 anni fa, durante un raduno regionale. Eravamo due ragazzetti con la speranza nel cuore.
      Le considerazioni personali non contano, non devono contare e non sono argomento di questo post.
      Ma non accusiamo solo gli altri: i limiti personali si individuano anche con l’autocritica, non guardando sempre ai “sentimenti” altrui…

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