Guida alle innovazioni regolamentari: dalla nuova disciplina dei tocchi di mano ai cartellini per i dirigenti

In tante occasioni avrete ascoltato informazioni in merito a novelle regolamentari che saranno in vigore dalla prossima stagione. Spesso se ne è parlato come se il calcio dovesse essere rivoluzionato.
In realtà nulla di tutto ciò: semplicemente l’IFAB, nella riunione tenutasi in Scozia il 2 marzo scorso, ha introdotto alcune modifiche al regolamento, attualizzandolo e, soprattutto, portando chiarimenti alla questione più dibattuta degli ultimi anni, cioè i tocchi di mano.

Come schema di illustrazione delle modifiche seguiremo il documento ufficiale dell’IFAB, tradotto in italiano da Massimo Dotto, preziosissimo co-amministratore del gruppo avente ad oggetto il Regolamento e fondato ormai parecchi anni fa. Nel gruppo stesso potrete trovare il link da cui scaricare il documento in PDF e tradotto completamente in italiano.

Rimessa da parte dell’arbitro (Regole 8 e 9)

Il motivo per cui questa norma è stata modificata va ricercata nella volontà dell’IFAB di eliminare del tutto una cattiva abitudine dei calciatori.
Capitava spesso, infatti, che una l’arbitro interrompesse il gioco al fine di far soccorrere un giocatore. Nell’atto di restituzione del pallone la squadra che usufruiva della rimessa in gioco calciava il pallone decine di metri indietro, di fatto perdendo tempo e ritardando non di poco l’azione d’attacco degli avversari.

Per tal motivo l’IFAB ha optato per una modifica del regolamento, individuando queste direttive:
– nel caso in cui l’arbitro fermi il gioco in area di rigore, il pallone verrà (di fatto) consegnato al portiere;
– se il gioco viene fermato all’esterno dell’area di rigore, l’arbitro rimetterà il pallone in gioco a favore della squadra di cui fa parte l’ultimo calciatore che ha toccato il pallone e nel punto in cui si trovava il pallone stesso;
– in tutti i casi in cui è prevista una rimessa da parte dell’arbitro (quella che volgarmente viene definito “scodellamento”) i calciatori (tutti, non solo quelli non in possesso del pallone) dovranno trovarsi ad almeno 4 metri dal punto in cui il pallone tornerà in gioco.

Oltre a ciò l’IFAB ha stabilito che, nel caso in cui il pallone abbia toccato l’arbitro (o un assistente, oppure il quarto ufficiale) cambiandone il possesso, il direttore di gara non lascerà proseguire l’azione (come accade oggi, spesso accompagnando la fattispecie con un gesto di scuse con il braccio). Chiaro che l’arbitro non interromperà il gioco nel caso in cui, dopo aver intercettato il pallone, lo stesso rimarrà in possesso della medesima squadra.
La ratio di tale innovazione, ovviamente, è di ripristinare il possesso del pallone, cambiato non per una dinamica di campo ma per l’involontaria partecipazione al gioco degli ufficiali di gara. Più che una norma di gioco la possiamo interpretare come una norma di giustizia, volta ad evitare che un soggetto neutro (l’arbitro, appunto) possa in qualche modo modificare il normale svolgimento del gioco.

Lo stesso dicasi per un’eventuale rete realizzata dall’arbitro a seguito di una deviazione fortuita.
Prendiamo ad esempio un episodio accaduto di recente tra Harkemase Boys e HSV Hoek, terza divisione olandese. Nel corso della gara l’arbitro Maurice Paarhuis ha (di fatto) realizzato una rete, deviando verso la porta un pallone che era stato rinviato dalla difesa:

La rete è stata convalidata.
Col regolamento vigente in quel momento, la decisione è stata quella corretta.
Chiaramente è responsabilità dell’arbitro quanto accaduto dato che un direttore di gara non deve mai e poi mai trovarsi in quella posizione del campo: il rischio di influire direttamente nell’azione è elevatissimo.
Dall’1 giugno scorso questa rete non sarà più da assegnare. In casi di questo genere, infatti, l’arbitro interromperà il gioco, farà allontanare tutti i calciatori (ad eccezione del portiere) e riprenderà il gioco “consegnando” il pallone al portiere stesso.
La ragione alla base della scelta è palese: evitare che un risultato possa essere deciso (anche solo momentaneamente) da un caso fortuito, cioè dalla deviazione di una persona che non fa parte del gioco ma che si trova sul terreno di gioco per far rispettare il regolamento.

Calci di punizione (Regola 13)

A mio parere una delle innovazioni più giuste degli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda la correttezza della competizione.
Troppe volte abbiamo visto degli autentici incontri di wrestling in barriera, tra difendenti schierati per evitare che il pallone passasse oltre ed attaccanti impegnati a disturbare gli avversari, tentando di creare (in modo più o meno regolare) uno spazio per il tiratore. In ogni caso la barriera allungata dagli attaccanti era utile per coprire la linea di visione del portiere, peraltro in modo regolare (sempre che non si trovassero in fuorigioco).

Tale innovazione è valida nel caso in cui la barriera sia composta da tre o più difensori. Sinceramente non capisco il motivo per cui la norma si applichi nel caso in cui la barriera sia composta da almeno tre difendenti. A parte il fatto che una barriera sarà sempre composta da almeno 5 elementi, in ogni caso è abbastanza misterioso il limite numerico posto dall’IFAB.

Se, fino ad oggi, gli attaccanti potevano sistemarsi dove preferissero (sempre senza commettere infrazioni, ovviamente), dalla prossima stagione i giocatori non potranno avvicinarsi a meno di un metro dalla barriera.

La ratio della novella regolamentare è facilmente individuabile: il comportamento dei calciatori, per quanto regolarissimo, era contrario allo spirito del gioco dato che l’unico motivo per cui si posizionavano nei pressi degli avversari era per disturbare sia l’opposizione alla punizione sia per impedire al portiere di veder partire il pallone.
Oltre ai difendenti, la modifica toglie un grande problema agli arbitri: soprattutto negli ultimi anni sistemare la barriera era diventata una sorta di impresa, a causa dei numerosi contatti tra difendenti ed attaccanti, spesso impegnati più in una gara di spinte che in un’effettiva partecipazione al gioco.

L’IFAB, peraltro, non ha affrontato un altro problema emerso nell’ultima stagione, cioè la tattica di posizionare un difendente sdraiato dietro alla barriera. A titolo esemplificativo segnalo Brozovic disteso dietro la barriera in Barcellona-Inter:

Questa tattica rimarrà utilizzabile ma è facile immaginare le polemiche che ne scaturiranno non appena accadrà (perché accadrà) che il giocatore a terra verrà colto a deviare il pallone con un braccio.
In casi del genere è impossibile pensare ad un posizionamento consono delle braccia, anche se le stesse dovessero essere immobili ed a contatto col corpo: come può mai essere naturale un calciatore sdraiato a terra? La posizione naturale di un calciatore è ovviamente in piedi, non certo sdraiato per intercettare eventuali punizioni calciate rasoterra. Ne discende che un tocco di mano, in qualunque posizione il braccio si trovi, andrà punito con un calcio di punizione diretto o di rigore. L’IFAB molto probabilmente interverrà fin dalla prossima sessione a marzo 2020 per vietare questa tattica difensiva, anch’essa chiaramente fonte di potenziali, enormi problemi tecnici.

Calci di punizione in area di rigore e calci di rinvio (Regole 13 e 16)

Fino allo scorso 31 maggio il pallone non era considerato in gioco, su un calcio di punizione assegnato in area di rigore, fino al momento in cui lo stesso non avesse oltrepassato una delle linee perimetrali dell’area stessa.
Dall’1 giugno tale norma non esiste più: il pallone potrà essere toccato dai giocatori (un qualsiasi calciatore, attaccante o difendente, ad eccezione del battitore) non appena verrà calciato e si muova. Tale regola ricalca perfettamente un’altra innovazione, relativa al calcio di rinvio. Anche in occasione del calcio di rinvio, infatti, il pallone non sarà in gioco appena uscito dall’area ma nel momento stesso in cui il portiere (od altro giocatore difendente) calcia il pallone.

Il motivo per cui è stata sperimentata con successo ed infine introdotta nel regolamento questa nuova disciplina deve essere ricercata nella possibilità di costruire il gioco più velocemente partendo dalla propria porta ma, soprattutto, è tesa ad impedire che i calciatori, una volta resosi conto della potenziale perdita del pallone, semplicemente lo tocchino all’interno dell’area per evitare la ripresa del gioco, utilizzando la furbizia in luogo della tecnica.
Appare chiarissimo, pertanto, che tale comportamento fosse del tutto contrario allo spirito del gioco, prevedendo un metodo di azione che si basava non sull’abilità ma sullo sfruttamento di un cavillo regolamentare.

Una precisazione.
Il fatto che il pallone possa essere giocato non appena “mosso” da un calciatore non significa che i calciatori stessi possano sostare in qualsiasi zona dell’area di rigore. Al contrario i calciatori avversari non potranno trovarsi all’interno dell’area, nella quale potranno entrare solo nel momento in cui il pallone verrà calciato e si muoverà. Questa innovazione, già in uso nei Mondiali Under 20 in corso di svolgimento in Polonia, pare avere impatto non marginale sul gioco, cambiando non di poco sia la fase di costruzione che la fase di pressing offensivo, lasciando molti più spazi ed allungando le squadre. Era la modifica più “attesa” dagli allenatori e credo che nella prossima stagione vedremo molti schemi particolari applicati per sfruttare pienamente questa novella.

Festeggiamenti in occasione di una rete (Regola 12)

Non lo nego: attendo ogni anno la notizia che l’IFAB elimini la sanzione dell’ammonizione per chi festeggia sfilandosi la maglietta. E’ una regola che trovo completamente senza senso, soprattutto perché vedere il torso nudo di un calciatore non mi pare particolarmente riprovevole, soprattutto in un’epoca nella quale social e web mostrano ben di più, tra decollete ombelicali e discutibili prominenze addominali.

Al contrario l’IFAB ha voluto ulteriormente stringere le maglie per questa fattispecie, sottolineando che un’ammonizione comminata per tale gesto non verrà revocata nemmeno nel caso in cui la rete festeggiata venisse annullata, per un qualsiasi motivo (perciò anche dopo una review con l’utilizzo del VAR).

Calcio d’inizio (Regola 8)

Si torna all’antico:

Per illustrare una norma che viene ripristinata, non potevo che scegliere una foto degli anni ’80.
Negli ultimi 15 anni circa il sorteggio di inizio gara prevedeva che il capitano vincente potesse scegliere esclusivamente la metà campo da occupare nel primo tempo. Chi perdeva il sorteggio, al contrario, avrebbe battuto il calcio d’inizio.
Dallo scorso 1 giugno si è tornati all’antico: il capitano che vincerà il sorteggio non potrà solo scegliere il campo ma, in alternativa, potrà optare per avere il primo possesso della partita.
Il motivo di tale retromarcia viene spiegato dall’IFAB in conseguenza dell’aumentata dinamicità del gioco e, soprattutto, in considerazione del fatto che una rete può (ipoteticamente) essere realizzata direttamente col calcio d’inizio.

Spiegazione debole, per la verità. Semplicemente si è tornati indietro perché ha poco senso un sorteggio effettuato sperando di perderlo per avere il primo possesso del pallone…

Interruzioni per questioni di sicurezza (Regola 7)

Si tratta dei timeout “tecnici” a metà delle due frazioni di gioco per consentire ai calciatori di dissetarsi e di rinfrescarsi, in particolare per evitare rischi in caso di gare disputate in condizioni di grande caldo ed umidità:

Tali interruzioni varieranno tra i 90 ed i 180 secondi, a seconda che servano per dissetarsi oppure per la reidratazione (in condizioni, cioè, di caldo ed umidità eccezionali).
Difficile distinguere le due fattispecie, gli arbitri opteranno quasi sempre per le pause più lunghe dato che perdere un minuto e mezzo o tre minuti non cambia sostanzialmente nulla. Ovviamente il periodo di interruzione verrà integralmente recuperato alla fine delle due frazioni di gioco.

Calcio di rigore (Regola 14)

Fino al 31 maggio il calciatore infortunato in seguito all’azione irregolare che ha portato alla sanzione tecnica doveva uscire dal terreno di gioco e, pertanto, non aveva la possibilità di calciare egli stesso il calcio di rigore.
L’IFAB ha deciso di modificare questa disposizione prevedendo la possibilità che il calciatore possa essere soccorso (velocemente), rimanere sul terreno di gioco ed occuparsi del tentativo di trasformazione del calcio di rigore.
In tal modo si è posto rimedio ad una procedura che, effettivamente, lasciava spazio a parecchie perplessità: per quale motivo un calciatore che ha subito un intervento irregolare non può battere un calcio di rigore per le conseguenze di un eventuale colpo subito da un avversario? Naturalmente non si dovrà attendere per minuti interi, il calciatore soccorso dovrà essere pronto all’esecuzione del rigore in un tempo non eccessivamente lungo.

Novità importanti anche per i portieri:
– prima dell’esecuzione del calcio di rigore il portiere non potrà più toccare la rete, i pali o la traversa poiché tali elementi non devono muoversi al momento della battuta. Norma, in tutta franchezza, senza alcun senso: un palo od una traversa o la rete toccata dal portiere cessano di muoversi (impercettibilmente) nel giro di pochi secondi. E che accade nel caso in cui il rigore debba essere battuto in una partita “ventosa”? Si aspetta che il vento scompaia? Rischiamo di vedere rigori calciati dopo 5 ore a Cagliari… Battute a parte, l’IFAB poteva evitarsi questa sciocchezza.
– il portiere, al momento della battuta del calcio di rigore, dovrà avere almeno una parte di un piede sulla linea di porta, non potendo stare oltre la linea e verso il dischetto del rigore. Tale innovazione punta a non penalizzare troppo il portiere che, teoricamente (molto teoricamente, per la verità) non poteva muoversi fino alla battuta. In tal modo si lascia più libertà ai portieri ma anche la responsabilità di controllare il proprio movimento: nel caso, infatti, in cui il portiere non abbia almeno un piede sulla linea di porta (o sulla sua proiezione verticale) il rigore dovrà essere nuovamente calciato (ovviamente solo nel caso in cui sia stato sbagliato).
E’ ciò abbiamo visto ai Mondiali in Polonia, protagonista il portiere della Nuova Zelanda Woud:

Piedi entrambi oltre la linea di porta, ripetizione automatica.

Il motivo per cui viene ora concesso ai portieri di muoversi è di parificarli agli attaccanti che, nella rincorsa, sono da anni autorizzati a compiere una finta (a patto che la stessa venga effettuata senza interrompere completamente la rincorsa).

Una precisazione importantissima: l’eventuale infrazione del portiere potrà e dovrà essere rilevata dal VAR. Attenzione perché esistono le riprese della telecamera della Goal Line Technology (perfettamente allineata con la linea di porta) con le quali sarà facilissimo per un VAR individuare un portiere con entrambi i piedi oltre la linea di porta.
Facile ipotizzare, perlomeno nelle prime giornate, un gran numero di calci di rigore ripetuti su segnalazione dei VAR. Trattandosi di semplice rilevazione sulla posizione dei piedi, peraltro, non sarà necessaria una valutazione dell’arbitro ma una semplice segnalazione del VAR (perciò: niente “on field review“).

Equipaggiamento dei calciatori (Regola 4)

Considerando l’importanza del marketing (non che fino ad oggi l’IFAB non ne abbia tenuto conto…) dalla prossima stagione verrà consentito di indossare sottomaglie o scaldamuscoli in tinta non con il colore principale della divisa ma con il colore principale di pantaloncini e maniche.
Non voglio essere preveggente ma questa norma non durerà più di un paio di stagioni: immagino (per esempio) la Juventus che avrà giocatori con sottomaglie bianche o nere a seconda del gusto dei calciatori, oppure il Verona con accessori gialli o blu. Insomma, è una novità che rischia di creare un caos cromatico colossale, soprattutto se il colore scelto dovesse essere simile a quello degli avversari.

Calcio di punizione e sanzioni disciplinari (Regola 12)

Ancora modifiche alla Regola 12 e che introducono un concetto interessante ma che potrà difficilmente essere utilizzato.
In sostanza la squadra che usufruisce di un calcio di punizione a favore potrà rimettere velocemente il pallone in gioco senza attendere che l’arbitro provveda a sanzionare disciplinarmente il calciatore resosi colpevole dell’infrazione passibile di ammonizione od anche di espulsione. La sanzione disciplinare, ovviamente, non verrà declassificata a semplice sanzione tecnica ma verrà comminata successivamente, alla prima interruzione del gioco.

Tale procedura NON potrà essere seguita nel caso in cui la procedura di sanzione disciplinare sia già iniziata. Non è chiarissimo questo passaggio perché non è disciplinato in alcuna parte del regolamento il momento in cui debba considerarsi iniziata la procedura per l’esibizione della sanzione: stiamo parlando del momento in cui l’arbitro estrae il cartellino dal taschino oppure del momento in cui l’arbitro stesso ha già sollevato il cartellino nei confronti del calciatore colpevole? Può apparire come la famosa diatriba relativa al sesso degli angeli ma sarà molto importante che gli Organi Tecnici, sia italiani che internazionali, chiariscano quanto prima il momento che deve essere tenuto presente per valutare se l’azione disciplinare sia iniziata o meno.

Peraltro si tratta di una novella regolamentare di peso discutibile: può sembrare di primaria importanza ma, in realtà, le fattispecie concrete saranno pochissime. Nel mondiale Under 20, competizione nella quale sono già operative le nuove regole, ciò è accaduto solo una volta e si è creata una gran confusione, dato che la squadra beneficiaria del calcio di punizione ha rimesso il pallone in gioco mentre l’arbitro si avvicinava al giocatore colpevole col cartellino in mano. Non una bella scena vedere l’arbitro correre col cartellino in mano per quasi un minuto…

Sostituzioni (Regola 3)

Questa, al contrario di alcune novità precedenti, è una nuova impostazione che permetterà di perdere molto ma molto meno tempo per talune sostituzioni. E’ una norma che sfavorisce chiaramente le squadre più modeste che, per mantenere un risultato positivo, spesso utilizzavano questo “trucchetto” per perdere interi minuti per una singola sostituzione. Spesso, infatti, i trenta secondi di recupero aggiuntivo erano di molto inferiori al tempo realmente perso, soprattutto nei casi (per nulla rari) di sostituzione (casuale…) del giocatore più lontano dal centrocampo.

Dalla prossima stagione le sostituzioni non dovranno compiersi obbligatoriamente a centrocampo. Il calciatore sostituito, infatti, dovrà uscire dalla linea perimetrale più vicina. Se un calciatore, nonostante questa novità, dovesse dirigersi verso il centrocampo attraversando il terreno, dovrà essere ammonito per comportamento antisportivo.

Norma che si attendeva ormai da parecchi anni e che velocizzerà non poco la procedura delle sostituzioni. Rimane da capire se i trenta secondi di recupero rimarranno oppure se, alla prova dei fatti, tale tempo possa ritenersi ormai superato (potrebbe essere accorciato). Anche questo è compito degli Organi Tecnici che, in Italia, dovranno coordinarsi col Settore Tecnico (che, finalmente, potrà rendersi utile).

Dirigenti delle squadre (Regole 5 e 12)

Altra novità epocale: fino alla scorsa stagione i dirigenti (comprendendo nella dizione qualunque tesserato in panchina diverso dai calciatori di riserva o sostituiti) potevano essere solo allontanati (oppure richiamati). Spesso, pertanto, si è assistito a decisioni molto differenti da stadio a stadio: allenatori molto fuori dalle righe per novanta minuti ma tollerati, allenatori solitamente tranquilli allontanati dal terreno di gioco alla prima rimostranza.

La novità è già stata sperimentata in Inghilterra nella stagione appena conclusa, in particolare durante la Carabao Cup.
Il primo tecnico sanzionato con il cartellino giallo, nel corso della semifinale di ritorno tra Chelsea e Tottenham, è stato Sarri, ammonito per proteste al 53esimo minuto dall’arbitro Atkinson:

La novità è interessante perché consentirà agli arbitri una migliore amministrazione delle panchine con un provvedimento disciplinare che garantirà con chiarezza a tutti (dirigenti, pubblico, giocatori stessi) di non essere colti di sorpresa da un allontanamento. Naturalmente vale per i dirigenti lo stesso concetto valido per i giocatori: una protesta fuori dalle righe potrà essere meritevole di cartellino giallo, una protesta eccessiva potrà essere punita con un cartellino rosso.

In ogni caso questa novità sarà molto utile più sui campi di periferia che nelle massime competizioni.
Sui campi periferici operano spesso ragazzi molto giovani che si stanno avvicinando per la prima volta a questa difficile (ma affascinante) attività e spesso devono “fare i conti” con dirigenti di complessa gestione disciplinare. I giovani ragazzi, oltre a non avere ancora esperienza specifica, non di rado sopportano eccessivamente le urla delle panchine perché non ancora in possesso di quella personalità fondamentale per avvicinarle ed allontanare con gesti e parole una persona solitamente molto più grande di lui/lei. I cartellini per i dirigenti saranno un validissimo aiuto: dalla prossima stagione tutti sapranno che dovranno lasciare il campo una volta ricevuto il cartellino rosso, vuoi per allontanamento diretto, vuoi per doppia ammonizione.

Nel caso in cui l’arbitro dovesse percepire una protesta eccessiva della panchina senza essere in grado di individuarne con esattezza l’autore, viene introdotto un concetto di “responsabilità”: ad essere punito sarà il primo allenatore presente nell’area tecnica, essendo la persona responsabile di tutta la panchina. In realtà questa soluzione appare eticamente interessante ma pone un problema: è legittimo che un allenatore diventi oggettivamente responsabile del comportamento di un dirigente presente in panchina?

Interessante capire un altro principio: se l’arbitro non fosse in grado di individuare l’autore della protesta e quest’ultimo si autoaccusasse, l’arbitro dovrà ammonire il dirigente che ha “confessato” la colpa?
In linea di principio tendo ad escluderlo: sarebbe facilissimo vedere dirigenti che non hanno fatto nulla farsi avanti per essere sanzionati e, in tal modo, evitare cartellini all’allenatore.

Fallo di mano (Regola 12)

Arriviamo, dunque, al vero casus belli degli ultimi anni, fonte inesauribile di polemiche.
Una premessa: ho sperato fino all’ultimo che la dizione utilizzata fosse modificata in “tocchi di mano”, dato che non tutti i tocchi sono punibili e, pertanto, non tutti i tocchi sono falli. Purtroppo l’IFAB non ha modificato la dizione, a mio parere lasciando nel limbo una differenza fondamentale.

Affrontiamo queste famose modifiche.
Ascoltando taluni commentatori e presunti esperti della materia, sembra quasi che nella prossima stagione ci saranno rivoluzioni epocali. C’è chi dice che tutti i tocchi di mano saranno puniti col rigore, chi sostiene che verranno punite solo le braccia oltre la linea della spalla, chi è sicuro che ci saranno decine di rigori in più. Ebbene, nulla di tutto ciò. In realtà qualcosa cambierà ma quasi nulla nel concreto: le polemiche continueranno ad esserci, le interpretazioni soggettive continueranno ad esistere, gli episodi dubbi non saranno un ricordo del passato.

Il concetto con cui più spesso si litiga concettualmente è la volontarietà.
Spesso abbiamo ascoltato taluni affermare che la volontarietà scomparirà del tutto, lasciando spazio all’automatismo “braccio= rigore”.
Non è così.

La volontarietà NON scompare ma diventa solo una fattispecie specifica di infrazione punibile con un calcio di punizione diretto o di rigore. Fino allo scorso 31 maggio, invece, la volontarietà rappresentava il presupposto fondamentale della punibilità: senza volontarietà del gesto non doveva essere assegnato il rigore.
Rectius: non avrebbe dovuto essere assegnato perché, di fatto, il concetto di volontarietà è stato superato da un decennio abbondante dalla colposità del gesto, principio che punisce il rischio che si assume un difendente nel frapporsi alla traiettoria del pallone con le braccia in posizione non consona, non aderente al corpo, ecc.
Insomma, l’IFAB non ha rivoluzionato nulla, semplicemente ha recepito nel Regolamento ciò che veniva già applicato da anni sul terreno di gioco, eliminando una normazione superata abbondantemente dai fatti.

Nonostante ciò ci sono effettivamente delle novità molto importanti. Affrontiamole portando degli esempi.
Una rete non potrà mai più essere realizzata con una deviazione di mano o braccio. La ragione di tale chiusura definitiva si basa sull’idea che il calcio (inteso come giocatori, pubblico, dirigenti, addetti ai lavori in generale) non accetta un gol realizzato con una parte del corpo non validamente utilizzabile.
Concetto che ci sta ma che si offre ad una critica più filosofica che concreta ma comunque importante. Ci torno tra poco.
Un esempio di questa fattispecie è la rete realizzata da Cutrone durante Milan-Lazio del campionato 2017/2018:

Questa rete, a prescindere dalla volontarietà o meno della deviazione, dall’1 giugno scorso dovrà essere annullata in ogni caso (sempre che la deviazione venga notata dal VAR o dall’arbitro…)
Altro esempio, ancora più complesso, la rete di Fazio al 95esimo di Roma-Cagliari, dicembre 2017:

Anche in questa circostanza la rete venne concessa perché il tocco di braccio fu notato ma considerato casuale. Decisione che, come sapete, ritenni (e ritengo) corretta, sulla base dell’interpretazione di allora. Oggi questa rete verrebbe annullata automaticamente.

L’IFAB non si è limitata a ciò: non solo ha statuito che le reti realizzate di mano andranno annullate ma anche le reti susseguenti ad un controllo o ad una conquista del possesso con un braccio, a prescindere dalla dinamica.
Esemplificativo quanto accadde il 29 dicembre scorso, durante Napoli-Bologna 3-2. Milik segnò una rete riprendendo un pallone controllato precedentemente col braccio da Mertens:

Da questo episodio nasce la mia perplessità filosofica: ha veramente senso annullare una rete come questa?
La domanda sulla quale dobbiamo discutere è la seguente: ha senso annullare la rete realizzata dopo un tocco di mano generato da un errato rinvio del difensore? Perché favorire la difesa se il tocco di mano è stato la conseguenza di una giocata sbilenca del difendente?
Secondo me non ha alcun senso.

L’IFAB ha enunciato ed inserito nel regolamento una fattispecie che prevede la punibilità del tocco di braccio/mano nel caso in cui lo stesso aumenti la superficie del corpo.
Sorpresi?
Vi state chiedendo “ma quale sarebbe la novità? Lo sapevamo già!”.
Esatto. La novità è che questo concetto è stato inserito nel regolamento mentre, fino al 31 maggio, questa affermazione faceva parte delle linee interpretative della casistica in materia. Oggi questo parametro non è solo una direttiva ma parte integrante della Regola 12.
L’IFAB ha introdotto un parametro che, sono pronto a scommetterci, genererà una quantità infinita di discussioni al primo caso concreto.
Dovrà essere punito con una calcio di punizione diretto o di rigore qualsiasi tocco di braccio se il braccio stesso si trova oltre la linea delle spalle.
Un esempio? Nulla di più recente del rigore assegnato da Skomina nella finale di Champions’ League tra Liverpool e Tottenham:

Questo è rigore, giova ribadirlo.
E’ rigore ieri, oggi, domani, sempre.

Utilizzo questo episodio per un altro motivo: il braccio a che altezza si trova? E’ in linea con la spalla? E’ più in basso? E’ più in alto? E come tenere in considerazione il fatto che la spalla di Sissoko è spostata dall’asse naturale dato che il corpo non è perfettamente eretto?
Ebbene sì, questo concetto mi piace pochissimo. Naturalmente si doveva ulteriormente complicare la faccenda: non sarà punibile il suddetto tocco se il giocatore abbia giocato precedentemente il pallone volontariamente.
Perciò che cosa cambia? Più o meno nulla, se non che si evitano discussioni senza senso sulla punibilità di un braccio che, per essere più staccato dal corpo, avrebbe dovuto essere sfilato dall’articolazione della spalla.

Interessante una specifica introdotta dall’IFAB ma che, anche in questo caso, cambia poco o nulla.
Il regolamento adesso prevede che un tocco di mano non sia punibile nel caso in cui quel tocco avvenga sul braccio appoggiato a terra per sostenere il corpo.
L’esempio più facile è relativo ad un episodio di Juventus-Inter del 2017/2018. Icardi, in quella circostanza, indirizzò il pallone verso la porta della Juventus ma venne respinto col braccio da Benatia:

Corretto specificare nel regolamento questa dinamica ma, ancora una volta, non cambia nulla: tale intervento non era punibile allora, non è punibile oggi, non sarà punibile domani. Perlomeno verranno evitate polemiche sterile con una citazione del regolamento e senza la necessità di conoscere a fondo le norme (che poi oggi chi le guarda? Tanto c’è wikipedia o qualche programma di approfondita ignoranza…).

Ultima novità, molto marginale in verità, riguarda il portiere.
Nel caso di un retropassaggio un portiere non aveva alcuna scusante in caso di tocco con le mani.
Dall’1 giugno, invece, il portiere potrà raccogliere il pallone con le mani nel caso in cui, tentando di calciarlo, lo abbia svirgolato involontariamente.
Il motivo di tale scelta è quella di non penalizzare eccessivamente il portiere e, soprattutto, consentirgli una comoda presa in presenza di una fattispecie tale da far apparire la presa stessa come non contraria allo spirito del gioco. In sintesi: non lo ha fatto apposta, perché penalizzarlo ulteriormente?

21 commenti
  1. Gae
    Gae dice:

    Salve,spero di non essere fuori tempo massimo ma le mie domande sono perfette sotto questo articolo piuttosto che sotto altri
    1.A proposito di sorteggi arbitrali con la monetina,sui rigori ho letto che tanti anni fa l arbitro sceglieva la porta mentre poi si è deciso di fare due sorteggi:uno per decidere la porta (se vince il capitano n.1 si tira a nord,se vince il capitano n.2 a sud),l altro per decidere chi tira per primo.Di fatto invece fanno sempre un solo sorteggio dove il capitano sceglie la porta.Dove sta la verità?
    2.Mentre sulla regola 3 delle sostituzioni gia prima il calciatore non era obbligato a lasciare il terreno di gioco all altezza della linea mediana,dunque cosa cambia?Quello che adesso è una regola prima si verificava solo se il calciatore era infortunato?
    Grazie,un saluto!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      1 – La squadra che vince il sorteggio decide se tirare prima o dopo. Il campo viene scelto dall’arbitro anche se, giustamente, spesso si segue l’accordo delle società;
      2 – No, prima era consentito lasciare il terreno in qualunque punto, adesso diventa un obbligo per evitare perdite di tempo inutili e strumentali.

      Ciao.

  2. Carlo
    Carlo dice:

    Salve Luca,
    Come fa un arbitro a rimanere motivato e a proseguire nell’attività quando vede che un arbitro più giovane di lui e arrivato dopo di lui va avanti prima di lui alla categoria successiva?
    Come si fa a mantenere gli stimoli vivi?
    Grazie,
    Carlo

  3. Giovanni R
    Giovanni R dice:

    Ciao Luca – sull’ammonizione ritardata. Cosa succede se l’azione riparte e il giocatore colpevole, ma ignaro dell’intenzione dell’arbitro di comminargli un’ammonizione, commette un altro fallo da ammonizione prima che gli venga esibita la prima? doppia ammonizione ed espulsione ? Non mi sembra abbia molto senso.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Anche a me non pare un’innovazione particolarmente sensata.
      Le circostanze da te descritte saranno rarissime ma potrebbero capitare. In linea di massima saranno due ammonizioni ma non sarà facile farlo capire.

  4. David
    David dice:

    Ottimo davvero. Una domanda: fino ad oggi sulla rimessa dal fondo il pallone era in gioco solo una volta uscito dall’area di rigore. Quindi, per assurdo, se il portiere faceva autogol la rete non poteva essere concessa perché il pallone non era mai stato in gioco (non essendo uscito dall’area). Ma dal 1mo giugno, dato che il pallone sarà in gioco non appena sarà stato giocato e si sarà mosso, allora anche un eventuale autogol dovrebbe essere valido. Oppure varrà lo stesso concetto che vale per il calcio di punizione(su calcio di punizione non può essere segnata direttamente un’autorete ed il gioco riprenderà con un calcio d’angolo)?
    Grazie.

  5. Michele
    Michele dice:

    Sono tutte innovazioni che varranno per i campionati a qualsiasi livello?
    Ci sono innovazioni regolamentari anche nel calcio a 5?
    Grazie

  6. Alessandro F.
    Alessandro F. dice:

    Salve Dott. Marelli. Grazie mille per il lavoro più che esaustivo. Onestamente conoscevo l’introduzione di alcune regole ma non di tutte queste (e forse anche i media le hanno sottovalutate). Chiedo però delucidazione su una cosa, relativamente alle sottomaglie. Che vuol dire la nuova regola? Che i giocatori della Juve possono avere a loro scelta sottomaglie bianche e sottomaglie nere e neanche tutti la stessa (es. 7 bianche e 3 nere?) Così sarebbe il caos.

    Io ho saputo da fonti interne di una società che i fornitori stavano incominciando a pensare sottomaglie specifiche per le squadre che hanno due colori. Per esempio una sottomaglia per il Cagliari potrebbe avere manica sinistra blu e manica destra rossa. In modo da “riprodurre” la texture delle maniche lunghe (a quel punto non mi spiego come mai non convincano i calciatori a giocare con le maglie a maniche lunghe come un tempo, ma hanno preferito stopparne la produzione, vedi Nike, che non le fa più, ma vabbè). Una cosa del genere mi pare che col regolamento della stagione passata sarebbe vietata (il colore degli indumenti sotto la divisa deve essere unico e a tinta unita coerente col colore principale), ma se è come dice lei, con colori differenti anche all’interno della stessa squadra sarebbe davvero un macello!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      E’ un principio che dovrà essere affrontato al più presto, proprio per evitare quel che hai ipotizzato. La lettura della norma pare intendersi in tal modo.
      E non mi sorprende che alcune aziende stiano pensando a queste iniziative.
      Come ho scritto penso che tale innovazione durerà un paio di stagioni al massimo, proprio perché rischia di portare una confusione cromatica colossale.

  7. Tommaso
    Tommaso dice:

    Sarà mai possibile una “on field review” per possibile assegnazione di un espulsione in seguito a gesti o proteste, non rilevati dal Quarto Ufficiale o dal Direttore di Gara, da parte di un dirigente di una delle due panchine?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, perché gli insulti devono e possono essere rilevati solo dagli arbitri in campo (compresi, dunque, anche quarto ufficiale ed assistenti).
      Il VAR non verrà mai usato per questi motivi (e sono d’accordo con questa linea), peraltro rilevabili già oggi anche da commissari di campo, ispettori di lega e delegati vari.

  8. Alessandro
    Alessandro dice:

    Riguardo i festeggiamenti in occasione di una rete, non era già successo lo scorso campionato che durante un Napoli-Sampdoria venisse annullata dal VAR una rete di Hamšík, che nel frattempo era stato ammonito per aver festeggiato calciando e spaccando la bandierina del calcio d’angolo, e comunque la sanzione disciplinare non fu tolta anche dopo l’annullamento della rete?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Esatto.
      In realtà questa non è una vera modifica ma semplicemente il recepimento nel regolamento di un’interpretazione derivante dal protocollo VAR. Era già così ieri ma, inserendola nel regolamento, vi è attualmente certezza che tale indicazione non potrà essere liberamente interpretata.

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