Le dimissioni di Collina tra polemiche leggende metropolitane e reali motivi

Le dimissioni di Collina: hanno influito le ultime polemiche oppure era decisione già presa da tempo?

Collina

Più o meno all’improvviso, il giorno precedente il primo raduno stagionale degli arbitri internazionali a Nyon, Pierluigi Collina ha annunciato (attraverso il sito della UEFA) le dimissioni dal ruolo di designatore, lasciando contestualmente il posto a Roberto Rosetti, prontamente nominato al suo posto.

Rosetti

Se volessi accumulare facili click, avrei intitolato questo approfondimento in altro modo, magari puntando sulle (assurde) discussioni successive a Real Madrid-Juventus ed al famoso rigore assegnato ai madridisti a tempo scaduto (qui l’approfondimento dell’episodio).

Ma, come ormai sapete, non sono solito cercare il consenso: tendo, al contrario, ad offrire una sorta di servizio che possa aiutare a comprendere perlomeno alcune dinamiche arbitrali, anche a livello dirigenziale.

Collina non agisce mai d’istinto: non è mai stato un uomo impulsivo nel periodo di attività in campo, non è stato mai impulsivo negli anni da dirigente.

Sarebbe facilissimo, per me, cavalcare l’onda anticolliniana dei tifosi di mezza Italia, attaccando l’uomo prima ancora del tecnico. Probabilmente, qualche anno fa, ciò sarebbe anche stato possibile, in un periodo in cui non avevo ancora superato il suo inqualificabile comportamento nei miei confronti.

Sia chiaro: non l’ho mai perdonato e mai lo perdonerò. Se, però, mi facessi guidare dai soli istinti primordiali, non offrirei un servizio (spero gradito) ma solo uno dei tanti punti di vista poco obiettivi, indirizzati solo ad una parte.

Come noto, detesto questa tipologia di interazione, è un metodo che lascio volentieri ai fabbricatori di odio sociale, ai venditori di fumo, ai generatori di fake news per intortare (l’ampia) quantità di persone diversamente intelligenti.

Collina non ha deciso ieri, non ha deciso una settimana fa, non ha deciso nemmeno sei mesi fa.
Collina ha probabilmente cominciato a riflettere sull’opportunità di lasciare il ruolo UEFA già da un anno, rinviando la scelta definitiva alla conclusione del Mondiale di Russia.

Quel che è accaduto a Madrid ha contato pochissimo.
Certo, non può essere stato piacevole nemmeno per lui essere attaccato in quel modo per un rigore che, lo ripeto e lo ripeterò fino alla nausea, era e rimane evidente, per quanto sia stato strumentalmente cavalcato nell’immediato postpartita per motivi che, di tecnico, non avevano assolutamente nulla.

Se ancora oggi non avete capito il motivo per cui un rigore evidentissimo sia stato definito inesistente, evidentemente ancora vi manca quel pizzico di senso critico per capire la differenza tra polemica legittima e polemica strumentale. Magari per l’audience…

Al limite possiamo ipotizzare che quelle polemiche siano state un’ulteriore goccia tale da riempire quel vaso che già appariva quasi del tutto colmo.
Certo, se volete credere alle favole complottare, al potere di Agnelli in Europa, al torinese Rosetti per portare la Champions’ alla Juventus, potete tranquillamente farlo: ma sappiate che, agli occhi di chi conosce l’ambiente, passerete come dei creduloni che abboccano ai commenti acchiappalike di alcuni personaggi che, per un po’ di visibilità, venderebbero la propria anima.
Problemi vostri, in estrema sintesi.

Non mi stupisce, inoltre, che abbia deciso di assumere la decisione definitiva dopo il Mondiale: non perché, in caso contrario, lo avrebbe saltato (dato che, non dimentichiamolo, è anche responsabile degli arbitri a livello FIFA, ruolo che manterrà ancora) ma perché sarebbe stato quantomeno poco elegante dimettersi da designatore di quegli stessi arbitri che lui aveva selezionato e portato al Mondiale di Russia.

Come spesso capita i personaggi di questo genere vengono rappresentanti quasi come dei robot senza una vita privata, senza uno spazio non pubblico, diviso tra la finzione della comunicazione web/televisiva e le sale delle conferenze stampa.

Dimentichiamo sovente (o sempre) che gli stessi arbitri, sia quelli in attività che quelli impegnati in ruoli dirigenziali, hanno una famiglia, molto spesso dei figli e, a volte, hanno la fortuna di diventare nonni in giovane età (come accaduto proprio allo stesso Collina).

Collina, tra campo e ruoli dirigenziali, dorme almeno 150 notti all’anno fuori casa da circa 40 anni, cioè dal giorno in cui venne promosso ai ruoli nazionali.

Oggi Collina ha 58 anni, una moglie, due figlie, una nipote: non mi sorprende affatto che i motivi addotti per la decisione siano strettamente personali.

No, rassicuriamo tutti: Collina gode di ottima salute, semplicemente ha deciso, dopo tantissimi anni, di dedicare più tempo a se stesso ed alla famiglia prima che alla professione.
Scelta legittima per due motivi, entrambi solidissimi:

– non ha alcun problema economico, pertanto non vive nella disperata necessità di dover mantenere un’attività lavorativa tanto impegnativa;

– non è rimasto disoccupato, avendo mantenuto il ruolo di responsabile degli arbitri per la FIFA. Quest’ultimo compito, in sostanza, gli permetterà di continuare ad occuparsi della materia che conosce meglio ma impegnando un infinito numero di giorni in meno. Basti pensare che il prossimo impegno istituzionale (al netto di qualche riunione organizzativa) sarà il Mondiale per Club del prossimo mese di dicembre.

Altro discorso, prima di far conoscenza con il nuovo designatore, riguarda i risultati ottenuti da Collina, prima da designatore della CAN e poi degli arbitri UEFA.

Ciò che ho sempre sostenuto non cambia certamente dopo un Mondiale reso positivo dalla presenza del VAR. Senza VAR anche il Mondiale di Russia sarebbe stato un disastro epocale, soprattutto per quanto concerne la fase eliminatoria. Diversa la valutazione della fase ad eliminazione diretta, connotata da tante eccellenti direzioni e qualche prestazione ai limiti dell’imbarazzo (in particolare la semifinale di Cunha è stata inspiegabile nella scelta ed inguardabile nella sostanza).

Collina è stato designatore della CAN A/B dal gennaio 2007 e fino al 30 giugno 2010, giorno in cui venne sostituito da Braschi. Dieci giorni dopo venne ufficializzato dalla UEFA il suo insediamento come responsabile arbitrale, “regno” durato 8 anni.

Non mi soffermerò sulla personale esperienza: è inutile perché tanto tempo è passato e, soprattutto, sarebbe quasi infantile ribadire concetti che sono più che noti a chi mi conosce (personalmente o meno). In sintesi chi ha voluto capire, ha capito; chi vuole comportarsi da ebete potrà continuare a negare quanto avvenuto.

Gli anni della CAN sono stati tecnicamente mediocri.
Collina è stato (a mio parere) un arbitro straordinario ed il miglior “tecnico” mai conosciuto. Umanamente non mi esprimo.

Il vero problema di Collina è che, secondo il mio punto di vista, non ha mai avuto “occhio” sui talenti arbitrali, tanto che, oggi, gli arbitri di punta della CAN A sono esattamente gli stessi che trovò Collina, ad eccezione dei colleghi dismessi per limiti di età o permanenza.

Sul suo bilancio, inoltre, pesa enormemente la divisione, dopo 8 anni ancora inspiegabile, senza senso, totalmente illogica, della CAN A/B in due distinti organi tecnici. Divisione che ha portato al disastro tecnico attuale e che, quest’anno, rischia di raggiungere il suo culmine: verranno probabilmente promossi internazionali Fabbri e Maresca, due arbitri discreti ma nulla più. La domanda vi sarà sorta spontanea: se verranno promossi internazionali, avranno battuto la concorrenza, no? Nulla di tutto ciò: verranno promossi internazionali perché sono gli unici proponibili. E ciò dovrebbe bastare per illustrare l’assurdità dell’attuale condizione arbitrale italiana, chiaramente generata da una scelta alla quale l’AIA non è riuscita ancora a porre rimedio, nonostante la soluzione sia banale: fare un passo indietro. Ma ve lo immaginate Nicchi fare un passo indietro ammettendo l’errore?

Peraltro non escludo che la prossima sentenza-Gavillucci possa portare al commissariamento immediato dell’AIA: ma è altro discorso…

A livello internazionale i risultati sono sotto gli occhi di tutti: un disastro epocale. Il culmine di questo fallimento tecnico lo abbiamo visto due anni fa, nel momento in cui il turco Cakir venne designato per ben due semifinali di Champions’ League: una semifinale di andata ed una semifinale di ritorno. Un’assurdità, soprattutto pensando al fatto che Collina aveva a disposizione oltre 300 arbitri su cui lavorare ogni anno. Il fatto che non sia riuscito a formare arbitri in grado di dirigere una semifinale, certifica l’incapacità di riconoscere il talento.
Ed anche quest’anno non è andata meglio: una semifinale assegnata ad Orsato e poi revocata perché programmata quattro giorni dopo Inter-Juventus (doveva dirigere Atletico Madrid-Arsenal, con Rocchi impegnato in Salisburgo-Marsiglia), riassegnata (spostando Rocchi a Madrid) a Karasev che, probabilmente, ha offerto la più inguardabile prestazione internazionale arbitrale degli ultimi 3 anni, semifinali di Champions’ letteralmente da brividi (in particolare il doppio scontro tra Real Madrid e Bayern Monaco), Kuipers scelto per la secondo volta per la direzione della finale di Europa League, mai accaduto negli ultimi 30 anni.

Non è certo un caso che anche gli arbitri europei impegnati al Mondiale siano apparsi quantomeno mediocri: Brych ai limiti dell’imbarazzo, Marciniak pure peggio, Karasev e Turpin delle comparse.

Acqua passata da ieri pomeriggio.
E da ieri pomeriggio è iniziato il “regno” di un altro italiano, Roberto Rosetti.

Rosetti, 50 anni, torinese, è stato uno degli arbitri che più ho amato a livello tecnico e con il quale ho condiviso una delle più meravigliose esperienze arbitrali della mia carriera (Champions’ League, Celtic-Spartak Mosca).

Dopo aver abbandonato con un anno di anticipo l’attività arbitrale per dedicarsi all’attività dirigenziale, iniziò come responsabile della CAN B. Dopo un anno decise di accettare una faraonica offerta in Russia, ove rimase per un anno e mezzo, prima di tornare in Italia, vinto dalla nostalgia di casa.
Dal 2016 è il responsabile del progetto VAR in Italia ed è stato presente per tal ruolo anche in Russia. Durante i Mondiali tutta la sala VOR era scelta, gara per gara, da lui stesso (ovviamente col beneplacito di Collina e Busacca).

Si dirà: è stato scelto Rosetti poiché la UEFA deve accelerare l’introduzione del VAR.
Falso.

Rosetti è certamente il più preparato tecnico disponibile in materia di VAR ma non sarà mai un designatore a decidere quale strumentazione utilizzare: è la UEFA a decidere se e quando verrà introdotta la tecnologia. Per ora Ceferin ha scelto (per motivi misteriosi, al di là delle parole pubbliche di circostanza) di confinare Champions’ ed Europa League al medioevo calcistico, mentre tutto attorno i campionati maggiori (ad esclusione della Premier League inglese, come sempre disallineata) corrono in fretta e furia a dotarsi della strumentazione necessaria.

Ceferin

E’ da escludere, pertanto, che la scelta di Rosetti sia stata dettata da motivi legati ad innovazioni immediate: nella fase a gironi il VAR non ci sarà mentre qualche possibilità potrebbe aprirsi per la fase ad eliminazione diretta. Il Mondiale, in questo senso, potrebbe aver influito non poco, stante la certezza che lo strumento abbia evitato incredibili errori di valutazione e non solo.

Inutile perdere tempo sulle sciocchezze sentite e lette in questi due giorni: non è un licenziamento, Collina non è stato “spinto” a dimettersi, le dichiarazioni di Agnelli lo hanno sicuramente innervosito ma, al limite, avrebbero potuto agire come leva per continuare da designatore (dato che conosco l’orgoglio del viareggino/bolognese). Così come mi suscitarono ilarità le ipotesi di chi prevedeva, sulla base di non chiare “fonti attendibili” (sic…), una sostituzione di Collina con Webb o con Dallas.
Prospettive?
Non sarà un lavoro semplice per Rosetti che si trova con un gruppo di arbitri Elite mediamente molto “vecchia” e composta, in gran parte, da arbitri mediocri, in calo tecnico e senza grande personalità, affiancati da giovani che non paiono avere grandi margini di miglioramento.

Mi auguro (e son sicuro che così sarà) che Rosetti abbia da subito il coraggio di rischiare con giovani arbitri, finalmente lasciando da parte alcuni elementi che appaiono bolliti da parecchio (il riferimento, come potrete immaginare, è soprattutto rivolto a Cakir, Lahoz, Brych e tutta una serie di modesti direttori di gara).
Prospettive per gli italiani?
Rocchi, con ogni probabilità, verrà confermato anche per il 2019 (in deroga). Banti potrebbe avere la soddisfazione di dirigere almeno una volta in carriera in Champions’ (già: incredibilmente Collina non lo ha mai scelto per una singola gara della massima competizione internazionale).
Ma l’attesa è tutta su Massa: Rosetti lo farà esordire velocemente nei gironi eliminatori di Champions’?

Tante domande, tante attese, qualche dubbio sul futuro.

In bocca al lupo, Roberto.

19 commenti
  1. ribio b&w
    ribio b&w dice:

    quando AA disse la sua sulla necessità di cambiare designatore dopo tanti anni, pensai che Collina dopo i mondiali avrebbe lasciato. AA difficile che parli a vanvera. Probabilmente era nell’aria e lui volle dare una spintarella. Oppure sapeva già che sarebbe avvenuto e volle sottolineare la giusta soluzione. Sono contento che Collina si possa dedicare ai nipoti. Penserà sempre di essere Dio in terra ma almeno in parte tra i nonni e i pensionati.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Rimane designatore della FIFA.
      E non credo proprio che, a soli 58 anni, si ritiri dalla vita pubblica.
      Le affermazioni di Agnelli, lo ripeto, hanno avuto peso zero: Collina non si fa tirare la manica da nessuno.

    • alegiocondo
      alegiocondo dice:

      io non ho mai capito, a livello di regolamento, come si poté permettere gli giocare quella partita, a meno che il suddetto regolamento fosse quello della pallanuoto ^^

      ps
      la mia non è un obiezioni per trollare o fare polemica sterile, davvero non sono mai riuscito a capire la cosa

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Quando si riprese il campo era in perfette condizioni.
      La discussione fu sulla durata dell’interruzione, non sulle condizioni del terreno di gioco.

  2. Gianni
    Gianni dice:

    Nel ricostruire l’attività di Rosetti in questi ultimi anni mi piace ricordare l’esperienza di designatore della Can Pro nel 2014-15..purtroppo solo un anno, durante il quale però ha lasciato un’ impronta indelebile in termini di spessore tecnico, stile ed empatia nei rapporti personali: impietoso se non imbarazzante in questo senso il confronto con la gestione successiva e tuttora incredibilmente in progress, della stessa commissione . Si tratta oltretutto dell’anno della tragedia di Luca Colosimo e ricordo (avrai capito che parlo per esperienza diretta) il senso di empatia e condivisione fra OOTT e organico che caratterizzò quell’anno, al termine del quale Roberto si dimise lasciando tutti spiazzati.
    Sono certo che Roberto saprà pianificare e valorizzare, i due cardini attorno ai quali costruire una nuova generazione di arbitri all’altezza di un calcio in continua evoluzione.
    Grazie per lo spazio. Mi faceva piacere condividere questo ricordo e queste riflessioni.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Hai ragione, Gianni, tanti mi hanno ricordato che ho colpevolmente dimenticato l’anno in CAN PRO: me ne scuso, correggo il testo.
      Luca Colosimo è stata una tragedia che mi colpì molto sebbene non lo conoscessi perché notai allora quanto fosse amato da chiunque. Ed ancora oggi è incredibile la quantità di persone che gli scrive e lo ricorda con messaggi sulla sua bacheca (e trovo meraviglioso che non abbiano chiuso il profilo).

      Ti ringrazio per il pensiero, fa piacere anche a me ricordate il Dottor Jones…

      Su Rosetti non aggiungo altro: è una persona che stimo profondamente.

  3. Simone
    Simone dice:

    Posso chiederti per quali motivi tornare ad un unico organico (CAN A/B) porterebbe ad un innalzamento della qualità tecnica dei nostri arbitri. Complimenti, inoltre, per l’ottimo servizio che fornisci.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Grazie per i complimenti, innanzitutto: fanno piacere, sempre.
      I motivi sono tanti ma uno in particolare: con la divisione delle categorie gli arbitri di Serie B “trovano” spazio solo raramente perché gli arbitri di A non possono “scendere” di categoria, né per riprendersi da brutte prestazioni né per essere utilizzati per gare che meriterebbero anche arbitri internazionali (si pensi, per esempio, a derby, scontri d’alta classifica ecc.). Ai miei tempi un arbitro al secondo anno poteva arrivare a 7/8 gare di A (come me, per esempio), oggi un arbitro promosso in serie A accumula spesso 8 gare di A… ma in 4 anni. Ovvio che, poi, si ritrova nella massima categoria con esperienza molto limitate col rischio di perdersi e senza la possibilità di ricostruirsi (soprattutto psicologicamente) con qualche gara di B, decisamente meno stressanti.
      E’ un lungo discorso che affrontai il giorno dopo la scelta che non ho mai compreso, soprattutto considerando il fatto che la CAN A/B funzionava da decenni.

  4. gianluca
    gianluca dice:

    luca visto che oramai l’ inizio del campionato è imminente quali saranno le designazioni secondo te per la 1° campionato secondo me Lazio-napoli va a fabbri Chievo-Juventus a Pasqua Sassuolo-inter io azzarderei Orsato per dare un segnale subito forte visto che Daniele ha una personalità dirompente e Milan-Genoa la darei a chili che si fa le ossa.

  5. Luca
    Luca dice:

    Luca cosa ti aspetti nella prossima stagione di seria a sotto il profilo arbitrale?
    Ho saputo delle tue condizioni di salute spero che stai bene e ti auguro una pronta guarigione

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Solo un colpo di calore, sto bene (e ti ringrazio per l’interessamento).
      Per l’anno prossimo mi aspetto il lancio definitivo di alcuni arbitri (Di Bello, Massa, Fabbri) ed un utilizzo più coraggioso dei giovanissimi (Pasqua, La Penna, Abisso, quest’ultimo necessitante di un recupero soprattutto “di testa”).
      E meno VAR…

  6. David
    David dice:

    Caro Dott. Marelli, da ex arbitro mi complimento con la sue analisi, di cui questa è solo l’ultima di una lunga serie che spesso leggo con estremo interesse. Solo una piccola precisazione…Agnelli, nel dopo RM-JUVE, a differenza di altri giocatori bianconeri, non parlo esplicitamente del rigore ma di una situazione arbitrale che vedeva un po tutte le squadre italiana non certo “fortunate” con molti arbitri di grido europei. Avanzò il sospetto che qualcuno, per non voler sembrare “di parte” visto il ruolo dell’italiano Collina, arbitrasse le italiane con un occhio diverso rispetto alle competitor europee. Obiettivamente, riguardando le gare di lazio. Milan, Roma, Juve e Napoli nelle ultime 4 stagioni europee, qualche dubbio è venuto anche a me.
    Con stima
    David

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Vero.
      Ma, in ogni caso e conoscendo Collina, se avesse avuto dubbi su continuare o meno, quelle dichiarazioni lo avrebbero spinto a rimanere.
      Fidati, conosco bene il personaggio e l’orgoglio che lo contraddistingue.
      Grazie dei complimenti, sempre graditissimi.

    • Giacomo
      Giacomo dice:

      Concordo pienamente con quanto scritto da David…….come è successo al mondiale per Rocchi….mentre Rosetti ha fatto in modo totalmente diverso con Irrati…ha voluto utilizzare il più Affidabile. Questione di stile o di capacità….ripeto per me non è mai stato il migliore…

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