La stagione degli arbitri (parte 3 di 3)

Ultima parte dedicata agli arbitri di Serie A.
Ci sono molti big in questa sezione, tra addii tecnicamente dolorosi (Mazzoleni), talenti in rilancio (Orsato) e speranze ancora vive (Massa).
Capitolo doveroso anche per Rizzoli, designatore che sarà chiamato ad un compito improbo nella prossima annata.

Davide Massa, sezione di Imperia, settima stagione

E’ stata una stagione importante per Massa che, tra novembre e dicembre, ha avuto l’onore di essere scelto per le sue prime due presenze nella fase a gironi di Champions’ League. Prestazioni di elevatissima qualità tecnica, i primi passi di una carriera internazionale che si preannuncia colma di soddisfazioni. In questi giorni si trova in Polonia per i Mondiali Under 20, è stato preselezionato per i Mondiali di Qatar 2022 (unico arbitro italiano che possa ambire a partecipare a quella competizione dato che Orsato chiuderà la carriera quattro mesi prima), avrà molto spazio nel campionato italiano.

Così come per La Penna, non ho mai nascosto la personale predilezione per il ligure che, a mio parere, è il talento più cristallino della CAN A attuale (naturalmente escludendo dal ragionamento elementi già affermati come Orsato e Rocchi). Nonostante ciò, però, non si può sottacere il fatto che sono state ben poche le occasioni in cui lo abbiamo potuto vedere all’opera in incontri di primissimo livello: ricordiamo Napoli-Roma e Juventus-Roma nel girone d’andata mentre, nel seconda parte del campionato, è stato scelto solo per incontri di limitata risonanza mediatica, ad esclusione di Roma-Juventus che, però, aveva valore fondamentale solo per la squadra di casa (la Juventus aveva già conquistato lo scudetto da tempo). Sicuramente una scelta meditata di Rizzoli che, probabilmente, ha voluto preservarlo a livello psicologico per la competizione in corso in Polonia che, a livello mondiale, sta acquisendo importanza primaria.
Il futuro immediato di Massa è abbastanza chiaro: sarà una delle punte di diamante di Rizzoli, sarà sempre più spesso chiamato a dirigere quelle che vengono in gergo definite “rogne”. Se da una parte Massa è già una certezza, dall’altra mi aspetto che compia finalmente quel passo in avanti che attendo da parecchio tempo: arbitrare in Italia esattamente come all’estero, evitando di amministrare troppo, ciò che ha reso le sue direzioni in Serie A spesso discutibili sia sul piano tecnico che (soprattutto) su quello disciplinare.
Il talento è enorme, sta a lui sfruttarlo pienamente.

Paolo Silvio Mazzoleni, sezione di Bergamo, quindicesima stagione

Roma-Parma è stata la sua ultima presenza in carriera, perlomeno sul terreno di gioco. Per quanto riguarda il futuro immediato sono due le strade possibili: un ruolo come designatore della CAN PRO (anche se ci sono alternative molto valide) oppure rimanere nel mondo della Serie A come VAR, sempre che venga percorsa la possibilità di non disperdere esperienze come la sua e quella di Banti.
Per anni è stato un arbitro di buon livello ma lontano anni luce dall’autentico fenomeno ammirato tra Serie D e Serie C. Posso dirlo con assoluta certezza perché, in quegli anni, le nostre strade sono state le medesime, fin da quando ci conoscemmo nei vari raduni regionali della Lombardia.
Dopo la divisione della CAN A/B e, soprattutto, dopo il cambio di designatore, Mazzoleni ha trovato la strada per diventare internazionale (difficilmente Collina lo avrebbe promosso) e per affermarsi come uno dei migliori arbitri italiani. Ciò che, in realtà, non ho mai visto per anni, durante i quali scendeva in campo senza arbitrare ma solo amministrando qua e là, dimenticando decine di cartellini e sorvolando su tutto il sorvolabile (ed anche oltre). Non a caso e per parecchie stagioni, ha sempre diretto buone gare ma senza mai elevarsi al livello dei top italiani. In campo internazionale ha raccolto 11 designazioni in Europa League ma non si è nemmeno mai avvicinato alla Champions’.
Nelle ultime due stagioni, al contrario, è diventato una delle certezze di Rizzoli e non è certo un caso che queste due annate siano coincise con il ritorno in campo dell’arbitro Mazzoleni, colui che ha mandato in pensione l’amministratore di condominio Mazzoleni.
Attenzione, perché questa non è una critica ma, al contrario, un complimento: non era facile prendere coscienza che, per diventare un big, avrebbe dovuto compiere un passo indietro, tornando ad indossare la divisa come negli anni di Serie C, durante i quali era un autentico “ira d’iddio”.
La sua assenza si sentirà eccome, assieme a Banti se ne vanno quasi 450 gare di Serie A, un’esperienza enorme che non può essere perduta.

Daniele Orsato, sezione di Schio, tredicesima stagione

La stagione 2017/2018 verrà imperituramente ricordata per Inter-Juventus, una delle serate più disastrose della fantastica carriera di Orsato. In realtà quella serata fu solo la conseguenza di una stagione molto sotto tono, probabilmente penalizzata dall’esclusione dai Mondiali di Russia 2018, l’ultima occasione possibile per partecipare alla massima competizione planetaria. Il motivo è facilmente detto: Orsato chiuderà la carriera (sempre che non ottenga una deroga) il 30 giugno 2022 ed i mondiali in Qatar, eccezionalmente, si svolgeranno nell’inverno successivo.
Questa stagione non si annunciava affatto facile perché la preclusione iniziale per Inter, Napoli e Juventus rappresentava un fardello tremendo per un arbitro abituato ad essere scelto con continuità per tutti i grandi incontri del nostro campionato.
Come prevedibile l’inizio di stagione è stato contrassegnato da partite mediaticamente di secondo livello e, come ampiamente anticipato negli ambienti arbitrali, Rizzoli lo ha gradualmente riproposto per le società indicate: alla 14esima giornata con Fiorentina-Juventus (direzione impeccabile) ed alla 33esima giornata con Napoli-Atalanta (eccellente). In particolare la scelta per il San Paolo ha seguito una logica ferrea: riproporre Orsato in una gara che per il Napoli non aveva un grande interesse, essendo praticamente ormai certo sia della Champions’ League che del secondo posto. Nella testa di Rizzoli c’era anche la riproposizione di Orsato con l’Inter, presumibilmente in un impegno in trasferta della squadra di Milano ma ciò è diventato impossibile per il rendimento dell’Inter stessa, ridottasi all’ultima giornata per conquistare i punti necessari per il quarto posto. Nel caso in cui l’Inter si fosse qualificata prima, certamente avremmo rivisto Inter ed Orsato nello stesso stadio a Napoli o proprio a San Siro con l’Empoli.
Anche all’inizio di questa stagione, comunque, Orsato si è presentato in una condizione atletica non eccezionale ma deve essere sottolineato che, col passare dei mesi, è tornato l’arbitro di enorme talento che abbiamo ammirato per un decennio. Non ho mancato di evidenziarlo in continuazione, fors’anche annoiando chi leggeva affermazioni ribadite settimana per settimana, ma i pregiudizi si combattono anche sottolineando aspetti banali.
La prossima stagione sarà fondamentale. Sarà fondamentale non tanto per l’impiego in patria (tornerà quasi subito in campo con l’Inter, sarà uno dei 3/4 top assoluti, verrà designato nei big match e nelle classiche) ma soprattutto in campo internazionale: lo attende l’appuntamento della vita cioè il Campionato Europeo (itinerante) del 2020, nel quale sarà accompagnato da Manganelli (certo) e Meli (spero). Per tal motivo sono sicuro che, al raduno di Sportilia, si presenterà tirato a lucido come mai negli ultimi anni, per preparare al meglio una rassegna nella quale potrebbe ambire ad andare molto, molto avanti, forse anche fino alle semifinali (Italia permettendo, ovviamente).

Luca Pairetto, sezione di Nichelino, terzo anno

E’ difficile riuscire a scrivere qualcosa di differente rispetto al passato. L’ho difeso e continuerò sempre a difenderlo dagli attacchi strumentali che, periodicamente, vengono diffusi da pseudogiornalisti e commentatori da bar del porto alle tre del mattino dopo la quarta caraffa del “rosso della casa”. Ho trovato e trovo questi commenti sulla sua parentela con Pierluigi Pairetto di una bassezza, di una povertà e di una volgarità indecente per un paese civile. Suo padre si chiama Pierluigi, lui si chiama Luca e non ha alcuna colpa per quel che è accaduto.
Detto ciò, anche questo campionato è stato come i precedenti: anonimo. Una serie infinita di partite mediaticamente marginali, pochissime apparizioni con le grandi squadre (e quasi tutte, a parte Chievo-Milan con i veronesi già retrocessi, in casa delle migliori, ciò che abbassa la fascia di difficoltà), tante designazioni per incontri di scarso se non nullo interesse.
A meno di inattesi cambiamenti, anche la prossima stagione seguirà la medesima falsariga. Rimarrà alla CAN perlomeno per altre due stagioni dato che, anche per il 30 giugno 2020, i nomi dei dismessi sono già noti (Rocchi per limiti di età, Giacomelli e Calvarese per limiti di permanenza).

Fabrizio Pasqua, sezione di Tivoli, secondo anno

Un altro dei miei prediletti.
Non mi riferisco all’aspetto estetico, naturalmente: questo è un argomento che può interessare più alle signore che a me.
Al di là del gossip, devo dire che mi attendevo molto di più dall’arbitro di Tivoli. Non che abbia arbitrato male o che sia stato al centro di polemiche per errori gravi ma mi aspettavo un salto di qualità più netto. Esattamente come nella stagione 2017/2018 ha iniziato benissimo per poi perdere un po’ di smalto nella seconda fase del campionato. E ancora una volta non è certamente casuale che, col decrescere delle prestazioni offerte, sia diminuita anche la qualità degli impegni.
E’ in lizza per sostituire Rocchi nella lista degli internazionali, nomina attesa per il prossimo 1 gennaio 2020: il suo competitor è senza dubbio Abisso nei confronti del quale, a mio modesto avviso, parte in netto ritardo per la qualità delle designazioni ottenute finora ma in enorme vantaggio sotto il profilo del talento puro. Pasqua è un gioiellino, potrebbe essere davvero il capofila del movimento nel giro di qualche anno ma sarebbe anche il caso di smetterla di specchiarsi. Perché sì, Pasqua è tanto bellino (così mi riferiscono diverse mie amiche) ma, in campo, la bellezza conta pochino.
Da evidenziare, però, un buon punto di partenza: in stagione nemmeno uno stop per problemi fisici, ciò che lo aveva molto penalizzato nella sua annata di esordio, segnale evidente che il ragazzo ha trovato il giusto punto di equilibrio per allenare al meglio il suo corpo. Non a caso è apparso l’arbitro arrivato a fine stagione con la miglior condizione fisica tra tutti: mai visto correre così tanto in passato.

Gianluca Rocchi, sezione di Firenze, sedicesima stagione

Apertura su Rocchi con un’immagine che rappresenta il coronamento della sua strepitosa carriera.
La finale di Europa League è stata la giusta soddisfazione al termine di una stagione che non è stata la migliore in campo nazionale ma certamente la più ricca in campo internazionale. Dopo essere stato scelto per rappresentare l’Europa nel Mondiale per club (sebbene relegato ad una semifinale), era nell’aria che potesse essere selezionato per la finale di Baku, probabilmente la più pregevole nella storia della competizione, un derby londinese del tutto inedito a questi livelli. Una direzione di gara straordinaria, durante la quale ha saputo sparire e comparire al momento opportuno, lasciando completamente la ribalta ad Arsenal e Chelsea, sebbene la partita si sia di fatto decisa dopo poco più di un’ora di gioco. Una menzione anche per gli assistenti (Meli e Manganelli) che, peraltro, hanno confermato di essere due autentici fuoriclasse che meritano a loro volta (come Orsato) di essere selezionati per gli Europei della prossima estate.
In Italia Rocchi è stata la solita certezza, sbrogliando da par suo la gara forse più importante e sentita del campionato, quel Napoli-Juventus durante il quale abbiamo assistito ad un episodio molto raro (fallo senza contatto di Meret su Ronaldo con conseguente espulsione del portiere) ma valutato perfettamente. Il prossimo campionato sarà il diciassettesimo ed ultimo di una carriera da invidia vera che proietta Rocchi tra i più grandi di sempre, nella limitata elite di coloro che abbiano diretto una finale europea.
Al momento non ci sono ipotesi che possano portare ad una interruzione dell’attività e spero che non ci siano sorprese di questo genere: Rizzoli ha ancora bisogno essenziale del fiorentino che è arrivato a 45 anni in una forma fisica da far invidia a colleghi di dieci anni più giovani e che, soprattutto, rappresenta un esempio di come gli anni passino ma si possa sempre migliorare. Il Rocchi di oggi è nettamente migliore del Rocchi di cinque anni fa. Non che allora fosse un direttore di gara scadente, anzi…

Paolo Valeri, sezione di Roma 2, dodicesima stagione

Non so veramente cosa dire in merito alla stagione di Paolo.
E’ internazionale da tanti anni, è ancora relativamente giovane (41 anni) ma sembra ormai fossilizzato sia in ambito nazionale che internazionale. Nel suo palmares ha un Mondiale come VAR, l’ultima apparizione in Europa League risale ormai a quasi sette anni fa, non è stato scelto per un singolo big match (ad eccezione di Napoli-Milan alla seconda giornata).
Il rendimento non è stato nemmeno trascurabile, sono poche le apparizioni che si possano definire non positive ma la sensazione è che i designatori (sia italiani che internazionali) ritengano che Valeri abbia già dato il meglio. Per tal motivo non mi sento di escludere che possa essere avvicendato anche in ambito internazionale, lasciando spazio a qualcuno degli arbitri giovani in forza alla CAN A e che potrebbero ambire a ritagliarsi uno spazio anche oltre i confini.
Per la prossima stagione potrebbe tornare in auge il suo nome, considerando l’esperienza accumulata e l’assenza forzata di due big come Banti e Mazzoleni.

Nicola Rizzoli, sezione di Bologna, seconda stagione

L’ultima apparizione alla Domenica Sportiva mi ha un po’ spaventato, non lo nego: l’ho visto stanco, provato fisicamente e molto nervoso. Insomma, se non avessi saputo che si trattava proprio di Rizzoli, avrei potuto pensare che fosse un sosia.
Ne comprendo, però, lo stato d’animo: è stata una stagione tremenda per lui, spesso al centro delle polemiche per le prestazioni non certamente brillantissime dei suoi arbitri. In realtà, come spesso accade, i giudizi sono espressi a livello assoluto senza tenere nella giusta considerazione le condizioni nelle quali un dirigente si trova ad operare. La classe arbitrale a disposizione di Nicola non è del livello eccezionale visto fino a qualche anno fa: al contrario l’organico è forse il più modesto da vent’anni a questa parte e le colpe non sono certo di Rizzoli che si è trovato tra le mani il frutto delle assurde politiche messe in atto da Nicchi, in primis la divisione delle CAN che ha prodotto danni giganteschi (ma prevedibili per chi abbia un minimo di sale in zucca).
Se dovesse rimanere designatore (e mi auguro che rimanga al suo posto) si troverà ad affrontare la terza annata con un organico ancora più povero tecnicamente perché gli addii di Banti e Mazzoleni verranno salutati con gioia e clamori solo da chi giudica a caso, spesso senza nemmeno rendersi conto delle affermazioni espresse.
Da parte mia, per quanto poco possa valere, ci sarà sempre il massimo appoggio anche se continuerò ad esprimere posizioni critiche se lo riterrò giusto.
In ogni caso inoltro a Rizzoli un enorme “in bocca al lupo”, ha tutte le capacità per un altro miracolo, nell’attesa che i dirigenti (si spera nuovi) possano mettere mano all’organizzazione dell’AIA per fronteggiare in qualche modo un disastro tecnico senza precedenti.
Sperando, ovviamente, che presidenti e delegati si sveglino dal torpore, evitando di concedere ulteriore fiducia ad una dirigenza che ha creato danni giganteschi all’associazione.

29 commenti
  1. Francesco
    Francesco dice:

    Complimenti Luca, di te come arbitro ricordavo giusto il nome… E invece mi sono ritrovato per caso su questo blog a divorare (letteralmente) i tuoi pezzi!
    Bello come un ex direttore di gara riesca a parlare con così tanta sincerità e schiettezza di amici o ex colleghi: a tal proposito volevo chiederti cosa pensi dell’attuale linea dettata agli arbitri circa il loro (non) rapporto con i media… In altre parole: ritieni corretto che gli arbitri siano tenuti (o costretti?) al silenzio o forse i tempi potrebbero essere maturi per un confronto con il grande pubblico? Confronto non necessariamente limitato alle decisioni assunte in una singola gara eh…

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Ti ringrazio per l’apprezzamento.
      No, non sono affatto d’accordo.
      Non sono mai stato dell’idea che gli arbitri possano parlare dopo le partite ma è assurdo che, nel 2019, ancora non sia consentito ai direttori di gara di esprimersi liberamente, perlomeno dopo le decisioni del giudice sportivo.
      Ma stai tranquillo: Nicchi ha promesso che gli arbitri parleranno. Sono dieci anni che lo promette pertanto non parleranno…

  2. Giovanni
    Giovanni dice:

    Caro Luca,quali sono,secondo te,i i migliori 5 arbitri italiani di tutti i tempi? Non per gioco ma per capire quali sono le migliori qualità per diventare un fuoriclasse. Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Di tutti i tempi è impossibile dirlo, posso dirti quali sono i migliori cinque che ho visto all’opera, escludendo quelli che arbitravano prima degli anni ’90 (non li ho mai visti).
      Da quando ho memoria i miei migliori sono:
      – Collina (al di là delle questioni personali tra me e lui, è innegabile che IN CAMPO sia stato il top sotto ogni aspetto);
      – Rizzoli (e ti dirò che forse non ha espresso tutto il suo potenziale fino in fondo)
      – Morganti (mai negato di avere una predilezione per Emidio che non diventò nemmeno internazionale per questioni misteriose. O forse nemmeno troppo misteriose ma certamente NON legate al suo rendimento ed alle sue qualità);
      – Messina (tecnicamente eccezionale, personalità di prima qualità, grande umiltà);
      – Rocchi (riconosceremo il suo straripante talento tra qualche anno, nel momento in cui farà parte dei ricordi arbitrali).

  3. Eugenio
    Eugenio dice:

    Ciao Luca,
    Qual è la differenza tra ‘arbitrare’ e ‘amministrare’?
    Perché un paio di volte ti ho sentito esprimere il concetto di ‘amministrare’ ma non mi è chiaro cosa intendi…
    Grazie molte,
    Eugenio

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Arbitrare significa entrare sul terreno di gioco e non risparmiare sanzioni, non sorvolare su falli evidenti, non consentire di tutto ai calciatori.
      Nel momento in cui, invece, un arbitro comincia a risparmiare un cartellino qui e là, comincia a fischiare meno del necessario, consente proteste ed altro ai calciatori senza sanzionarli significa che sta amministrando.

      Il peggior arbitro è quello che amministra.

  4. Luca
    Luca dice:

    Luca cosa pensi del rigore fischiato all Italia da parte di gil manzano secondo me non c’è pallone inaspettato perché la liscia quello davanti a lui un movimento congruo del braccio e per certi aspetti sembra il calcio di rigore fischiato alla Juve in Juve Samp

    • Luca
      Luca dice:

      Condivido quasi tutti gli arbitri spagnoli sono sopravvalutati e secondo me vengono visti così solo perché sono eleganti nella corsa, ormai gli arbitri non vengono più scelti per la bravura ma chi e più televisivo

    • Federico
      Federico dice:

      Sono d’accordo con voi, a parte Del Cerro Grande che è sbocciato un po’ tardi in campo europeo (è del ’76, mi pare), l’unico arbitro spagnolo con grosse potenzialità, a mio parere, è Sanchez Martinez. Ancora abbastanza giovane, classe ’83, ha esordito nella fase a gironi di EL e pur essendo più “indietro” di Gil Manzano è, secondo me, molto più affidabile.

  5. attento
    attento dice:

    caro luca condivido in toto la tua disamina sulla stagione appena conclusa unico punto su cui dissento sono le qualita’ di la penna che a mio giudizio non e’ niente di che’ come arbitro come non si puo’ che sottolineare il grande lavoro di rizzoli che e’ riuscito con il materiale non certo eccelso a tirare da ognuno qualcosa di positivo in alcuni casi vedi calvarese molto di piu’ , la vedo dura nei prossimi anni se non cambia la governance dell’aia mamma mia feste e festini ogni giorni tecnica niente settore tecnico cimitero per elefanti e tante altre negativita’ sono convinto e condivido il tuo parere su collina solo e semplicemente mediatico poi ha seminato solo macerie vedi gli anni alla can e peggio ancora alla uefa con rosetti che deve inventarsi una classe arbitrale nuova dopo i danni di collina

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sono d’accordo con te tranne su La Penna.
      Vedremo nei prossimi anni chi avrà avuto ragione tra me e te.
      Se avrò sbagliato, mi complimenterò con te 🙂

  6. Amgelo
    Amgelo dice:

    Come al solito articolo interessante e colmo di spunti che gli aderti ai lavori possono utilizzare per crescere .
    Unico punto in cui non concordo è quello su Luca Pairetto . Della sia famosa parentela non mi interessa entrare nel
    emerito, ma entro nel merito sulla qualità di questo ragazzo che vedo rarente all’altezza delle gare di serie A che gli vengono affidate . Luca
    mi ricorda molte volte Nuconi di BG un galletto da combattimento ma buono solo per le gare di serie B anche importanti , ma assolutamente fuori tema nelle gare di A dove anche Lica sinmuove come un elefante in una cristalleria , con toni e mimiche troppo dire ed autoritarie senza averne un minimo di struttura . Sopravalutato forse , per il cognome, e in questo caso sappiamo quanto conti per impressionare qualche OA in cerca di benevolenze primaverili .

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Anche secondo me non è un arbitro che possa essere considerato meritevole pienamente della serie A.
      Ma queste continue polemiche non lo aiutano di certo a scendere in campo sereno. E ciò influisce, te lo assicuro.
      Diamogli almeno il beneficio del dubbio, chissà che lasciandolo tranquillo…

  7. Emanuele
    Emanuele dice:

    Domanda senza pretese di far polemica. Noto un certo astio nei confronti di Collina, piccole frecciatine qua e là… quali sono le sue “colpe” secondo te? È stato un così pessimo disegnatore?

    • Emanuele
      Emanuele dice:

      Colgo il tuo non voler essere diplomatico per chiederti, magari anche via mail, cosa ti ha combinato… visto che sono solo una mezza dozzina di anni che seguo il calcio in maniera tanto approfondita e non ho idea di ciò a cui fai riferimento…

  8. Riccardo
    Riccardo dice:

    Buongiorno Luca. Avrei una domanda su Orsato: correggimi se sbaglio, ma da quello che scrivi Orsato dovrebbe chiudere la carriere nell’estate 2022, salvo deroghe. Ebbene, nel caso ne ottenesse una, sarebbe designabile per i Mondiali di quell’anno?
    Grazie per lo splendido blog

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sì, lo sarebbe.
      Ma la linea è chiara: nelle preselezioni per Qatar 2022 è stato scelto Massa (con Guida VAR), Orsato non è stato preso in considerazione.
      Mi spiace, te lo dico francamente, perché Daniele meriterebbe eccome un Mondiale.

    • Riccardo
      Riccardo dice:

      Sono assolutamente d’accordo. Una cosa che non ho mai capito riguardante le competizioni internazionali (soprattutto Mondiali ed Europei) è perché si debbano OBBLIGATORIAMENTE inserire arbitri di tutte le nazioni, anche se magari non solo all’altezza. Con tutto il rispetto del caso, non credo sarebbe stato necessario impiegare arbitri dell’Oceania, che non credo si confrontino con squadre e giocatori di alto livello, e meno che mai selezionarne due dagli Stati Uniti, dove vale lo stesso discorso (senza poi parlare del fatto che a quanto pare non per tutti vale la regola “un arbitro per ogni nazione”…). Se d’altra parte gli arbitri sono un elemento super partes, che ce ne siano 2, 5 o 10 provenienti dalla stessa nazione non ha importanza: se risultano essere tra i migliori del mondo, si meritano l’opportunità di dirigere nella massima competizione mondiale

    • Stefano
      Stefano dice:

      Tra l’altro, senza voler andare fuori tema, nel rugby succede già qualcosa del genere: ai prossimi mondiali quasi tutti gli arbitri saranno neozelandesi, inglesi, francesi, sudafricani ecc… Ma nessuno si scandalizza per questo, anzi. È uno stimolo in più per gli arbitri degli altri paesi, Italia compresa, ad alzare l’asticella, sapendo che nulla è regalato.

  9. Tommaso Stefanini
    Tommaso Stefanini dice:

    Salve sig. Marelli:
    1) Dovesse dare un giudizio sugli arbitri della CAN B apparsi in serie A, quali preferisce (ovviamente mi riferisco a quelli che hanno almeno 2-3 presenze)?
    2) Come giuidca l’attuale sistema per arrivare in serie A? Mi spiego. Ho letto e osservato che servono almeno 10 anni di carriera a livelli ottimali per sperare in una promozione e che si deve partire ad arbitrare non dopo i 17 anni. Io ho cominciato quest’anno a 20 anni. Secondo lei ho prospettive di carriera?
    Grazie delle risposte!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      1 – Mmmh, bella domanda. Direi Nasca su tutti ma, come ben sappiamo, chiuderà al 30 giugno la sua esperienza (anche se ho la netta sensazione che Salernitana-Venezia gli tocchi). Poi Piccinini (giustamente promosso), Sacchi (avrebbe meritato di più), Abbattista (è molto maturato dopo i primi due anni). Giua è bravo ma, per ora, non mi convince affatto. Come detto, dato che sarà promosso, spero di sbagliarmi su du lui.
      2 – Io ho iniziato a 22. Perciò…

    • ilpugliese
      ilpugliese dice:

      Te lo dico da ex:
      Se sei bravo fino ad un certo punto puoi arrivare da solo, in promozione sicuramente. Dopo dipende per prima cosa dalla geopolitica delle sezioni. Di quanto la tua sezione sia ben rappresentata nel CRA, di quanti tuoi colleghi della stessa sezione stanno già in Eccellenza. Per andare oltre la regione…

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Anche questa è un’esagerazione.
      Quando son passato dall’Eccellenza agli Scambi (attuale CAI) al CRA non c’era nemmeno un componente di Como ed il Presidente di Sezione stava già affrontando un’antipatica questione con la Procura Arbitrale (non c’entrava un accidente, per la verità).

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