La stagione degli arbitri (Parte 2 di 3)

Seconda parte sulla stagione degli arbitri, in attesa delle (scontate) scelte di fine stagione.
Scontate poiché, come già scritto più volte, la divisione delle CAN ha portato al paradosso che la concorrenza esista solo nelle categorie inferiori, non in serie A (si veda spiegazione in merito nella prima parte che trovate qui).

Piero Giacomelli, sezione di Trieste, settima stagione

Stagione nel complesso positiva (dopo un 2017/2018 molto discusso, soprattutto per quanto accaduto nella celeberrima Lazio-Torino) ma anonima per le gare dirette.
Rizzoli, l’anno scorso, tentò di lanciarlo designandolo per il derby di Torino, probabilmente una prova generale in vista della scelta che avrebbe dovuto effettuare a fine stagione, cioè il nome da proporre alla UEFA come internazionale in deroga ai limiti di età vigenti in Italia.
Potrà forse apparire misteriosa questa affermazione ma non lo è per i cosiddetti “addetti ai lavori”: a dicembre 2017 Rizzoli decise di proporre un nome in deroga tra Doveri e Giacomelli, per evitare di perderli entrambi nel giro di due stagioni. Alla fine, sulla base di valutazioni soggettive, scelse il romano che, come detto, avrebbe dovuto lasciare l’attività il prossimo 30 giugno se non avesse ottenuto il paracadute della nomina internazionale. Giacomelli perse il ballottaggio e, pertanto, la prossima sarà l’ultima stagione in Serie A.
E’ un arbitro notoriamente amato dai calciatori, non tanto perché gli stessi possano far quel che vogliono con il triestino in campo ma per il suo atteggiamento sempre aperto al dialogo: è certamente la sua caratteristica principale, la capacità di non andare mai oltre le righe, la qualità di riuscire a tranquillizzare i giocatori senza ricorrere ai cartellini od alle urla autoritarie.
Mi piacciono gli arbitri di questo genere (non a caso ero un estimatore di Rizzoli che utilizzò questa linea di comportamento per diventare un fuoriclasse) ma Giacomelli spesso esagera, lasciando l’impressione di non essere in grado di modulare l’approccio alle diverse gare. Non credo che sia un caso se il designatore non lo abbia mai scelto per partite di cartello, proprio perché in alcune occasioni è necessario (se non fondamentale) avere un atteggiamento differente: non tutti gli impegni sono uguali e spesso questa incapacità di leggere una gara diventa una debolezza tecnica.
Nella prossima stagione non mi aspetto grandi novità: difficilmente troverà qualche designazione di prestigio anche se non è da escludere che, in mancanza di Banti e Mazzoleni, possa essere scelto per qualche impegno in più di prima fascia (leggasi: squadre top in trasferta).

Marco Guida, sezione di Torre Annunziata, ottava stagione

Non lo nego e non lo rinnego: fino a due stagioni fa non credevo minimamente nelle qualità di Guida che consideravo un arbitro sopravvalutato e senza prospettive di diventare una risorsa affidabile.
Ebbene, sono felicissimo di essermi completamente sbagliato. La stagione 2017/2018 era stata positiva ma nulla a che vedere con quella appena conclusa che possiamo tranquillamente qualificare come straordinaria. L’unica serata da dimenticare l’ha trovata in Torino-Milan ma ciò non inficia un’annata favolosa durante la quale ha ottenuto da Rizzoli grande fiducia, ripagata con prestazioni di valore assoluto. La consapevolezza di essere considerato affidabile ha rappresentato la base per poter scendere in campo con la sicurezza di non essere sotto esame ma di essere stato scelto per riconosciute capacità. Questa sorta di stato di grazia ha avuto conseguenze anche in campo internazionale, ambito nel quale Rosetti gli ha affidato (con ottime risultanze) anche l’esordio nella fase a gironi di Europa League. Non so se riuscirà ad entrare nella categoria Elite della UEFA (è prestissimo per ipotizzare un salto di questo genere, considerando che anche Massa, avanti a lui nelle gerarchie internazionali, non l’ha ancora ottenuta sebbene sia ipotizzabile a breve) ma non sarei affatto sorpreso se, nella prossima edizione, dovesse essere scelto per esordire anche nella fase a giorni della Champions’ League. Forse è più una speranza che una reale prospettiva ma, per quanto mostrato negli ultimi due anni, non sarebbe un riconoscimento immeritato.
Il prossimo campionato sarà molto impegnativo per Guida perché sarà chiamato a confermare i risultati di quest’ultimo periodo (e non è mai facile ripetersi) e, soprattutto, sarà presumibilmente scelto per le più grandi classiche del nostro movimento. Non ha il talento di Orsato, non ha le qualità caratteriali di Rocchi ma è ormai diventato un arbitro top, perlomeno in Italia. Ha davanti ancora tante stagioni, lo spazio per ulteriori miglioramenti (che sicuramente Rizzoli gli chiederà) ci sono. Ha anche la fortuna di essere arrivato in campo internazionale in un momento in cui i grandi arbitri italiani stanno man mano lasciando l’attività, probabilmente beneficerà (come è normale e giusto che sia) dell’addio di Rocchi per occupare una casella nelle maggiori competizioni UEFA.

Massimiliano Irrati, sezione di Pistoia, sesta stagione

Non è facile come possa sembrare inquadrare l’arbitro toscano. Appena si sente o si legge il suo nome immediatamente pensiamo al VAR. Ciò perché Irrati è considerato non come il miglior arbitro in circolazione ma certamente come il miglior VAR, probabilmente non solo d’Italia ma nel mondo (assieme all’olandese Makkelie). E’ internazionale da diciassette mesi ma, nel suo curriculum, ha già di tutto: dalla finale di Europa League disputata pochi giorni fa a Baku alla finale del Mondiale di Russia 2018. Praticamente ha realizzato in 18 mesi il sogno di nove decimi degli arbitri internazionali. Fiducia peraltro ben ripagata perché Irrati è oggettivamente una sorta di computer vivente, davanti al VAR non sbaglia mai e non si pensi che sia un caso: anche per il ruolo non sono sufficienti abnegazione ed impegno ma è fondamentale la conoscenza del gioco, l’interpretazione perfetta del regolamento, la capacità di muoversi all’interno del protocollo, l’intelligenza di capire quando rimanere silenziosi e quando intervenire.
Detto ciò, non dobbiamo dimenticare anche le qualità in campo di Irrati che, non a caso, è diventato internazionale ancor prima che elemento affidabilissimo per il VAR. La caratteristica principale di Irrati è legata ad un suo difetto: non è stato, non è e non sarà mai un atleta. In campo non lo vedremo mai scattare come Guida o correre quanto Banti perché ciò non fa parte delle sue caratteristiche. La qualità principale del toscano è la straordinaria intelligenza tattica, ciò che gli consente di trovarsi sempre (o quasi) nel posto giusto al momento giusto. Evidentemente questo dipende anche da una capacità di studiare i propri limiti, dalla conoscenza del gioco e dalla preparazione meticolosa di ogni singola gara. Il suo impiego come VAR ne limita molto la crescita sul terreno di gioco (in campo internazionale non avrà grandi soddisfazioni se non la certezza di essere presente sia per Euro 2020 che per i Mondiali del Qatar 2022) ma Rizzoli potrà contare su un arbitro comunque affidabile per il prossimo anno. Peraltro, già durante questa stagione, non sono mancate le apparizioni di prestigio: ricordiamo, per esempio, l’eccezionale direzione alla quindicesima giornata di Juventus-Inter, una serata da incorniciare.
Una certezza per Rizzoli. E, di questi tempi, non è poco…

Federico La Penna, sezione di Roma 1, primo anno

Ne sono a conoscenza anche i muri: è un arbitro che mi piace enormemente. Non è giovanissimo (ha 35 anni), è un debuttante nella massima categoria ma ha dimostrato che le aspettative non erano mal riposte. Come accennato parlando di Chiffi, su La Penna c’erano molti meno dubbi ed infatti non ha avuto alcuna difficoltà ad inserirsi nella massima serie, offrendo prestazioni in linea con le necessità richiesta dalla Serie A. Rizzoli non l’ha ovviamente impiegato per gare eccessivamente complesse e, forse, lo ha un po’ penalizzato nella fase finale assegnandogli partite insignificanti, preferendo affidarsi ad arbitri con maggiore esperienza. Scelta che ci sta e che, soprattutto, è stata assunta per preservarlo da possibili problemi che avrebbero potuto rallentarne la crescita.
Importante è stato notare che le enormi polemiche seguite alla finale playoff di Serie B dello scorso anno (la tanto discussa Frosinone-Palermo, rimasta “aperta” per mesi in sede di giustizia sportiva) non lo hanno minimamente scalfito, denotando una sicurezza tecnica che lascia ben sperare per il futuro. Si giocherà senza dubbio il ruolo di internazionale, anche se la strada appare molto difficile perché è quasi impossibile che venga tenuto in considerazione per l’unico posto disponibile a fine anno (presumibilmente se lo contenderanno Abisso e Pasqua) e, soprattutto, perché la prossima uscita programmata è quella di Orsato, fra due anni e mezzo. Non escludo, però, che possa passare nella testa di Rizzoli una sostituzione in corsa, se si dovesse riflettere sull’opportunità di confermare la nomina internazionale di Valeri, ormai sparito dai radar da anni. Ma è una prospettiva a cui non deve minimamente pensare, la prossima annata sarà fondamentale per cominciare ad ottenere designazioni tra la prima e la seconda fascia di difficoltà, per proseguire un percorso finora molto significativo.

Gianluca Manganiello, sezione di Pinerolo, secondo anno

I rumors sulla sua possibile dismissione per motivi tecnici si sono inseguiti per mesi, durante i quali è stato scelto sempre per partite di terza/quarta fascia. Non che i rumors fossero infondati, c’è stata la possibilità che la commissione potesse decidere di procedere a due dismissioni per limiti di permanenza (Banti e Mazzoleni) ed una per questioni puramente tecniche. Tale eventualità pare essere stata accantonata e non credo che sia un caso che, nel momento in cui Manganiello ha avvertito la certezza di essere confermato, le sue prestazioni siano decisamente salite di livello. L’inizio di stagione è stato molto complesso e parecchio ha influito l’assurda decisione in occasione di Bologna-Udinese, durante la quale decise di non assegnare un calcio di rigore evidentissimo anche dopo aver rivisto l’episodio al VAR.
Nell’ultima parte del campionato ha trovato anche qualche gara di seconda fascia (Atalanta-Empoli e Milan-Frosinone) nelle quali si è ben distinto, denotando una qualità arbitrale per nulla deficitaria ed una capacità di decidere senza farsi influenzare dal prestigio delle società. Il rigore assegnato al Frosinone a San Siro, per esempio, non è così banale come potrebbe pensarsi ma è stata una scelta assunta senza la minima titubanza.
Al 99% dovrebbe essere confermato. Il finale di stagione è confortante anche se sarà complesso conquistare la fiducia di Rizzoli per vederlo utilizzato in gare di differente qualità rispetto a quanto visto finora. Mi incuriosisce l’ipotesi di vederlo impegnato in qualche gara di valore mediatico superiore, chissà che il designatore non decida di testarlo.

Fabio Maresca, sezione di Napoli, terza stagione

E’ stato in corsa per la nomina ad internazionale perlomeno fino a novembre, perdendo il testa a testa con Mariani.
Probabilmente proprio questa competizione “interna” lo ha destabilizzato nella prima parte della stagione, periodo nel quale le sue prestazioni sono state molto al di sotto dello standard dell’annata precedente. Una volta avuta la certezza di non essere stato scelto come arbitro internazionale, è parso sbloccarsi psicologicamente, tornando ad arbitrare ai suoi livelli.
Non è un talento cristallino (non me ne voglia) ma certamente è un direttore di gara sul quale si può tranquillamente far affidamento, per ora su impegni fino alla seconda fascia.
Nel corso di questo campionato è stato scelto per il primo, vero big match in carriera in occasione di Roma-Milan. Di quella prestazione si ricorda soprattutto l’episodio Kolarov-Suso (rigore evidente, checché se ne dica) non sanzionato ma la commissione della CAN A rimase poco contenta della mancata seconda ammonizione di Pellegrini. Per quanto possa sembrare paradossale, quel mancato provvedimento disciplinare è effettivamente da considerarsi molto più grave della valutazione sul rigore che, peraltro, fa parte di quella casistica sulla quale ci si può legittimamente schierare su fronti opposti. Al contrario quel cartellino giallo mancante non poteva e non può essere scusato perché si tratta di una delle fattispecie che, in gergo, vengono definite “facili”: una volta individuata una scorrettezza del genere, il cartellino giallo è automatico, dai giovanissimi fino alla finale dei Mondiali.
Il treno internazionale è ormai definitivamente perduto ma nei cinque anni che ancora ha davanti Maresca ha tutto il tempo per imporsi come arbitro di affidabilità massima. Ci vorrà del tempo ma non sarei stupito se, nel giro di due o tre anni, saprà ritagliarsi uno spazio simile a quello conquistato da Calvarese: un non internazionale con affidabilità per (quasi) ogni tipo di designazione.

Maurizio Mariani, sezione di Aprilia, quarta stagione

Il vero, autentico mistero della CAN A di questo periodo.
E’ stato in lizza per la nomina ad arbitro internazionale con Maresca, alla fine ha vinto questa sorta di ballottaggio ma, nonostante ciò, è praticamente scomparso dai radar, chiudendo in modo completamente anonimo la stagione, senza mai nemmeno avvicinarsi a designazioni importanti. Solo alla terz’ultima giornata, nella sorpresa generale, ha ottenuto Fiorentina-Milan, decisiva per le sorti della società milanese. Non ha mal figurato ma, nonostante ciò, è di nuovo sparito nelle ultime due giornate di campionato.
Sinceramente non ho la minima idea del motivo per cui non sia mai stato considerato e la domanda sorge spontanea: per quale motivo nominarlo internazionale se, alla prova dei fatti, non c’è questa gran fiducia nel ragazzo? Peraltro mi stupisce molto che sia stato così palesemente penalizzato: non è certamente un fenomeno, non ha la prestanza estetica di un corazziere ma non è affatto male tecnicamente.
Difficile lanciarsi in previsioni per la prossima stagione: trattandosi di un arbitro internazionale dovremmo attenderci un lancio definitivo nell’elite del campionato ma, visto l’utilizzo finora, è lecito pensare che verrà impiegato ancora per impegni di limitata difficoltà.

34 commenti
  1. david
    david dice:

    Buongiorno. Come giudica la prestazione di Piccinini in Verona-Cittadella 3-0? Personalmente mi ha lasciato dei dubbi l’interpretazione disciplinare tra il 1mo e 2do tempo. Le rimostranze del Cittadella sul possibile 2do giallo al veronese nel 1mo tempo le trova fondate? Vorrei una sua valutazione sulla prestazione globale dell’arbitro il quale, salvo sorprese, sarà promosso alla CAN/A.
    Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Purtroppo non ho visto la gara, ho solo seguito il risultato.
      Piccinini ha comunque offerto prestazioni eccellenti quest’anno, al di là della singola partita (sulla quale non posso esprimermi) ha meritato ampiamente la promozione.

    • gus
      gus dice:

      Sissoko ha ucciso una finale di champions per aver indicato la posizione ad un compagno. Le regole parlano chiaro, ma è veramente un peccato, sportivamente parlando. Per curiosità, pensi che quel braccio sia stato “mirato” come probabilmente fece Baggio?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, rivedendo le immagini si vede l’attaccante del Liverpool che, al momento del cross, sta guardando il pallone.
      Non ha mirato il braccio, ha solo cercato di mettere il pallone al centro dell’area.

  2. Loris
    Loris dice:

    Gent. Avv. Marelli,
    Più d’una volta mi è capitato di leggere lei che scriveva che un arbitro non si giudica da una partita.
    Tuttavia mi chiedevo, ma gli Osservatori arbitrali non fanno proprio questo: vedono la partita e poi danno un giudizio sull’arbitro?
    Ora nelle categorie A-B-C magari l’Osservatore già conosce le caratteristiche dell’arbitro; ma nelle categorie più basse l’Osservatore basa tutta la sua valutazione sui 90 min.
    Grazie e buona finale di Champions League!
    Forza Tottenham!
    Loris

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Beh, chiaro che un osservatore giudica sulla base della singola partita. Le singole partite danno il risultato di una stagione e, pertanto, una prestazione negativa (anche molto negativa) non è decisiva.
      Non credi?

  3. david
    david dice:

    Ciao Luca. Innanzitutto complimenti per l’accuratezza della tua rubrica. Da un ex arbitro una domanda: Come mai, sia in campo nazionale che internazionale, non vengono fischiate più punizioni indirette per perdite di tempo del portiere che, ormai, resta col pallone in mano spesso anche 12/15 secondi e lo fa di routine quando la propria squadra ha un vantaggio da amministrare?
    Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Perché, detto inter nos, sarebbe più un problema che un’applicazione del regolamento. Ormai si tende a lasciar perdere perché, effettivamente, 6 secondi od 11 non cambiano nulla nell’economia di una gara.

    • david
      david dice:

      Potrei essere d’accordo, ma allora perchè non eliminarla dal regolamento? Che senso ha mantenere una regola, se la si ritiene antiquata, e poi non applicarla?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Per porre un limite , perlomeno razionale.
      E’ un po’ come l’ostruzione, di fatto non esiste ma deve essere teorizzata altrimenti rimarrebbe un buco nel regolamento.

  4. Corrado
    Corrado dice:

    Luca su Mariani affermi: “non ha la prestanza estetica di un corazziere”; cosa intendi? Nel senso che non ha una bella struttura fisica? perché a me sembra in linea con gli altri sinceramente.
    Buona serata,
    Corrado da Isernia

  5. Alessandro
    Alessandro dice:

    Complimenti per queste “pagelle”, veramente interessanti. Detto questo, chiedo la sua opinione personale: non crede che sia ingiusto che uno tra Abisso e Pasqua non venga nominato internazionale? Entrambi reduci da ottime stagioni (Abisso, prima di Fiorentina-Inter, era stato bravo anche in partite complesse, come Inter-Lazio di coppa Italia; di Pasqua non ricordo errori gravi), a mio avviso meritano il posto molto più di arbitri come Mariani o Fabbri. Una curiosità su Irrati: a volte non le sembra troppo severo con i giocatori? Mi pare abbia estratto addirittura 3 o 4 rossi diretti per (presumibilmente) insulti o proteste.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sono d’accordo con te ma ormai le scelte sono state fatte e bisogna rispettarle (come bisogna rispettare i nominati perché non è certo una passeggiata anche solo lottare per il badge internazionale).
      La mia sensazione è che Pasqua sia parecchio indietro rispetto ad Abisso.
      Vedremo.

    • Alessandro
      Alessandro dice:

      Certo, d’altronde non mi pare di aver scrito nulla di offensivo. Per quanto riguarda Irrati, invece? È una mia percezione sbagliata?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, ci mancherebbe, se fossi stato offensivo non avrei pubblicato il tuo commento.
      Su Irrati la penso diversamente: credo che non sia lui ad essere troppo severo ma gli altri ad essere troppo “morbidi”.

    • Arturo
      Arturo dice:

      100% d’accordo con lei. Ce ne fossero di arbitri che danno i rossi come Irrati.
      Il problema è che poi i calciatori fanno volutamente in modo che la partita vada male all’arbitro, così che non lo rifarà più.
      Io sinceramente quando leggo alcuni labbiali dei calciatori e vedo gli arbitri tirare fuori il ‘giallino’ di circostanza ci resto troppo deluso.
      D’altronde capisco anche loro, che devono tutelare le proprie carriere e dunquenon vogliono che le partite suscitino clamore mediatico.
      Evviva gli arbitri che hanno il coraggio di mostrare il Rosso ai giocatori irrispettosi, sempre.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Pubblico il commento ma sappi che hai scritto tante inesattezze. Per esempio i calciatori fanno il loro mestiere, non gliene frega niente di mandare in malora la partita dell’arbitro (che sbaglia non per i giocatori ma perché ha deciso male).

  6. Arturo
    Arturo dice:

    Gentile Dr. Marelli,
    Se La Penna è così bravo, come mai gli hanno fatto fare così tanta CAN B? Mi sembra si sia fatto 5-6 anni di Serie B.
    Invece ho notato che altri arbitri dopo due-tre anni di B salgono subito su in A.
    Ad un certo punto ho temuto che avrebbero fatto fare a La Penna la stessa fine di Nasca.
    Meno male che alla fine è emerso però credo che abbia perso due anni che a questi livelli possono essere uno spartiacque tra il diventare un top arbitro internazionale e fare l’arbitro affidabile di Serie A e basta.
    Lei che opinione ha?
    Grazie,
    Arturo

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Perché ci sono arbitri che maturano prima ed altri che faticano ad imporsi.
      E’ vero, La Penna è stato promosso dopo sei anni e dopo 100 gare di B.
      E’ maturato, è cresciuto enormemente e, non certo a caso, non ha avuto alcuna difficoltà ad inserirsi nella categoria.
      La Penna del 2012 non era minimamente pronto nemmeno per la B, oggi è prontissimo per la Serie A.
      E darà molto nei prossimi anni, sono pronto a scommetterci.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Dipende da lui.
      In primo luogo dovrà riuscire a conquistare la nomina e non stiamo parlando di un passaggio banale.
      Dopodiché dovrà affermarsi in campo internazionale, e ciò è ancor meno banale.

  7. Emilio
    Emilio dice:

    In merito ad Irrati (molto interessanti le tue osservazioni); ma non mi è chiaro come si possa decretare con tanta nettezza il ‘miglior varista’. Nel senso, non è che emerga in maniera così palese che un arbitro è un fuoriclasse della VAR.
    Come si effettua tale valutazione? I varisti sono più o meno tutti allineati (salvo grossi errori qua e là), no?
    L’ultima domanda è: chi è / è stato il miglior arbitro-atleta secondo te? (Damato di Barletta?)

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Domanda complessa.
      Diciamo che Irrati non sbaglia mai, che se viene scelto per tutte le finali internazionali nonostante una scarsa esperienza fuori dai confini un motivo c’è, che gli arbitri si sentono al sicuro sapendo di averlo al VAR.
      Il miglior atleta non è facile da individuare. Sicuramente non Damato che, per tutta la carriera, ha dovuto fare i conti con i tendini che lo hanno fatto impazzire.
      Sicuramente Gava è stato un atleta di livello, sulla velocità pura il più veloce sono sempre stato io (sorpreso?), sul fondo De Marco era un mostro (ma veniva dall’atletica, non a caso: correva i 3000 siepi in gioventù ed anche ad ottimi livelli).

    • Giovanni
      Giovanni dice:

      Caro Luca, complimenti per la seconda parte. Una domanda :cosa ne pensi delle stucchevoli perdite di tempo, prima dei calci piazzati, per “avvisare” i giocatori di comportamenti non regolamentari? Grazie

  8. Simone
    Simone dice:

    Ciao Luca e grazie per i tuoi post, sempre interessantissimi.

    Nei tuoi commenti, fai riferimento in continuazione al concetto di partite di prima o seconda fino alla quarta fascia. Potresti spiegare come vengono più o meno formate queste fasce?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Una sintesi non è facile, anche perché Empoli-Torino (per fare un esempio) è quarta fascia ad inizio campionato ma prima fascia alla penultima.
      In ogni caso, a grandi linee:
      – Prima fascia: big match e grandi squadre in trasferta;
      – Grandi squadre in casa, alcune partite “facili” delle stesse big in trasferta (esempio: Chievo-Milan con i veronesi già retrocessi);
      – scontri tra squadre in lotta per la retrocessione e squadre in posizione media;
      – partite di scarso interesse mediatico oppure senza interessi di classifica.

    • Emilio
      Emilio dice:

      Bella domanda Simone, l’avrei sempre voluto chiedere anch’io.
      E grazie Luca della spiegazione. [anche se pensavo che le squadre che si scontrano per la retrocessione fossero considerati match di prima fascia].

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Diventano partite di prima fascia nella fase finale del campionato, periodo nel quale i punti contano ovviamente di più. Diciamo che da fine marzo in poi uno scontro salvezza ha il medesimo valore di un big match.

I commenti sono chiusi.