Mancano 30 giorni esatti all’inizio del campionato di Serie A: preview su VAR ed arbitri. Parte prima: VAR.

E’ passata meno di una settimana dalla conclusione dei Mondiali ma, soprattutto, mancano solo 30 giorni all’inizio della nuova stagione di Serie A: nonostante la quasi indigestione di calcio durante la rassegna iridata, gli appassionati (me compreso) hanno cominciato il countdown verso il 18 agosto, sabato di anticipi.

Cosa farò nella prossima stagione?
Ancora non lo so con certezza: sicuramente continuerò la mia collaborazione con Radio24 che tante soddisfazioni mi ha regalato, grazie alla redazione di “TuttiConvocati” che ha creduto e continua a credere nella mia passione prima ancora che nelle mie conoscenze.
Per quanto concerne la televisione vedremo, ho parecchie ipotesi aperte ma, per ora, nulla di deciso.

Chiusa la parentesi personale che, mi rendo ben conto, interessa più o meno a me e basta, cominciamo a lanciarci verso la prossima stagione.
Non ci saranno grandi novità regolamentari, se non qualche piccola modifica al protocollo VAR, dal quale inizierò, mentre si prospetta una stagione fondamentale per gli arbitri, soprattutto in vista di quanto accadrà il 30 giugno 2019.

Parte 1 di 2: VAR

Scordiamoci la scorsa stagione.
Questa affermazione non significa che la scorsa stagione sia stata disastrosa: tutt’altro, checché ne pensino i soliti soloni pronti a qualunque polemica pur di sollevare ascolti e tirature.
Dobbiamo scordarci la stagione appena passata perché il VAR verrà molto ridimensionato.
Ciò non significa che verrà utilizzato meno ma che sarà uno strumento più limitato nelle fattispecie.
Il protocollo, così come revisionato per il Mondiale in Russia, non contiene grandissime novità, né strutturali né di utilizzo. Per quanto da più parti si siano sentite rimostranze sull’utilizzo troppo limitato a casi specifici, l’IFAB ha deciso di innalzare ulteriori confini alla tecnologia. Vediamo, nel concreto, le più importanti novità.

1 – Tecnologia tridimensionale sul fuorigioco

E’ la novità più importante in assoluto ma, paradossalmente, non si vedrà.
Non si vedrà perché si tratta di un software messo a punto in tempi record (immaginavo un utilizzo dal 2019, non certo fin dai Mondiali) e che ha eliminato del tutto le discussioni sulla posizione di parti del corpo differenti dai piedi.
Il sistema si basa sulla proiezione dall’alto verso il basso di qualsiasi parte del corpo non aderente al terreno di gioco, in modo da togliere ogni dubbio sulla posizione regolare o meno di un qualsiasi attaccante.
La spiegazione completa la potete trovare sul sito della FIFA, a questo link.
Questa innovazione sarà introdotta nel nostro campionato fin dalla prima giornata, come annunciato dal designatore Nicola Rizzoli, come anticipato il 30 giugno scorso.

Quali saranno le conseguenze?
Per le persone dotate di intelligenza pari o superiore a quella di un albero, non sarà più necessario perdere tempo su posizioni dubbie o su interpretazioni di immagini relative a spalle, teste, fianchi o ginocchia. Poi, ovviamente, ci saranno i soliti geni della lampada che saranno in grado di individuare ancora malafede pure in una macchina: nulla di sconvolgente, ci sono persone che credono alle scie chimiche e che ritengono l’allunaggio un fake, perciò aspettiamoci di tutto come sempre…

In realtà, durante i Mondiali, sono state ben poche le occasioni in cui abbiamo visto il funzionamento della nuova tecnologia: pochissime le reti annullate per fuorigioco ma un episodio decisivo proprio in finale, con l’autorete di Mandzukic convalidata in pochi secondi grazie alla tecnologia tridimensionale:

IMMAGINE in diretta autorete Mandzukic Posizione Pogba prima rete Francia 2

Grazie al sempre preciso Lorenzo Fontani, inoltre, possiamo vedere l’immagine utilizzata per convalidare, in sala VOR, la rete assegnata dall’arbitro Pitana:

Sala VOR

Possiamo tranquillamente affermare che, dalla prossima stagione, perderà totalmente valore il concetto secondo il quale “in mancanza di certezze, verrà avallata la scelta compiuta in campo da arbitro ed assistente”, ciò che lo scorso anno consentì l’assegnazione di alcune reti che, visivamente, parevano da annullare per fuorigioco.
Due esempi (uno per parte, per par condicio e per non perdere tempo con le solite diatribe da asilo Mariuccia):

rete Mertens 65esimo Gol Juventus ad udine

Con ogni probabilità la tecnologia tridimensionale avrebbe individuato la posizione irregolare sia di Mertens a Bergamo che di Rugani ad Udine sulle quali, però, il VAR non si poté esprimere mancando l’oggettiva certezza di un tale elemento: come sappiamo, un arbitro (ed anche al VAR c’è un arbitro…) non può decidere sulla base di una supposizione, a maggior ragione davanti ad un’immagine.

2 – Clear and obvious wrong decision

E’ la modifica più importante del protocollo, in vigore già dal Mondiale di Russia e che sarà utilizzato per la prossima stagione.
Di cosa si tratta, esattamente?
Semplicemente l’IFAB ha deciso di ulteriormente restringere il campo di applicazione della tecnologia. Se, fino alla scorsa stagione, la tecnologia avrebbe potuto intervenire solo in caso “chiaro errore”, dai Mondiali in poi il VAR potrà essere utilizzato solo in presenze di “chiaro ED EVIDENTE errore”.
E’ abbastanza palese il fine di questa modifica: impedire la review di episodi sospesi tra oggettività e soggettività, consentendo interferenze tecnologiche solo nel caso in cui l’arbitro centrale (od i suoi assistenti) abbiano commesso gravi errori che potremmo inserire nella casistica delle “sviste”.
Quale sarà la conseguenza più immediata di questo cambio di dizione?
Ci saranno meno episodi rivisti col VAR, soprattutto nelle aree di rigore.
Esempi di episodi che non saranno mai rivisti col VAR?

27esimo rigore Crotone Rigore Fiorentina

Sia il rigore assegnato al Crotone (Crotone-Cagliari, 28 gennaio 2018) che quello di Lazio-Fiorentina (26 novembre 2017) non sarebbero mai stati oggetto di VAR review trattandosi di episodi ben lontani dalla definizione di “chiaro ed evidente errore”.

Nulla cambia, invece, per le altre fattispecie:
i fuorigioco non vengono nemmeno sfiorati da questa definizione dato che, trattandosi di semplici posizioni geografiche, sono soggette a valutazione oggettiva senza alcun limite relativo alla chiarezza ed evidenza dell’errore. O si tratta di fuorigioco oppure di posizione regolare;
lo scambio di persona non viene intaccato dalla modifica (e, peraltro, è ipotesi molto marginale, mai utilizzata nella scorsa stagione);
– da decifrare l’interpretazione in merito ad episodi che potrebbero comportare l’espulsione diretta. A titolo esemplificativo:Espulsione Felipe

Roma-Spal, 1 dicembre 2017: Felipe venne, in un primo momento, ammonito per il fallo commesso su Dzeko. I VAR, dopo breve consulto, chiamarono alla “on field review” l’arbitro che, vedendo le immagini, commutò in rosso la precedente ammonizione, di fatto modificando il proprio giudizio da SPA (promettente azione d’attacco) in DOGSO (chiara occasione da rete). Con la nuova definizione del protocollo, questo episodio sarebbe sottoponibile a review? Oppure si tratta di errore soggettivo come tale interpretabile in modo differente da arbitro ad arbitro, considerando la posizione defilata rispetto alla porta?
La commissione dovrà essere molto chiara per episodi di questo genere, ponendo chiari confini tra valutazioni soggettive ed oggettive. Non sarà facile.

Le proposte italiane

Come noto sia Rizzoli che Collina hanno chiesto all’IFAB di inserire nel protocollo la possibilità di intervenire in caso di secondi cartellini gialli, intesi come episodi match changing, ciò in grado di modificare il corso di una gara.
La proposta, almeno per il momento, è stata bocciata, facendo leva sul concetto espresso fin dall’inizio dall’IFAB: un cartellino rosso conseguente a doppia ammonizione dovrebbe aprire alla review anche sul primo episodio. In tal modo diverrebbe naturale dover controllare tutti i cartellini gialli di una gara con evidenti ripercussioni sulla durata e sullo svolgimento delle competizioni.
Per il momento non se ne è fatto nulla ma la sensazione è che tale ipotesi non sia del tutto tramontata e che tornerà “in auge” nel caso in cui l’IFAB dovesse decidere (nel giro di due/tre anni, secondo il mio parere) di introdurre l’utilizzo del VAR anche a discrezione delle società.
Per il prossimo campionato, pertanto, episodi come quello di Pjanic su Rafinha (Inter-Juventus, 28 aprile 2018)

Ammonizione mancante su Pjanic 56esimo 2

continueranno ad essere oggetto di valutazione del solo arbitro. Magari, per implementare maggiormente il coordinamento tra sala VAR ed arbitro centrale, potrebbero essere standardizzate frasi come “non è rosso” (per significare “è da giallo”) per aggirare con furbizia la rigidità del protocollo. Inutile negarlo: chiunque vorrebbe evitare di veder impuniti (a livello disciplinare) interventi di questo genere, soprattutto per la regolarità della singola gara.

3 – Ammonizioni per chi invoca l’utilizzo del VAR

Come sappiamo, nel protocollo in vigore fino al giorno prima del Mondiale, era espressamente proibito chiedere l’utilizzo del VAR per rivedere un episodio: il calciatore che si fosse “macchiato” di un gesto simile avrebbe dovuto essere ammonito  per comportamento antisportivo, un dirigente avrebbe dovuto essere allontanato dal terreno di gioco.
L’IFAB, probabilmente resasi conto che questa regola non veniva MAI utilizzata, ha deciso di inserire una modifica, imponendo ammonizione dei calciatori ed allontanamento dei dirigenti nel caso in cui la richiesta di VAR sia operata insistentemente.
Scelta molto, molto discutibile ed il Mondiale ne è stata la prima espressione: continue richieste di utilizzo della tecnologia, giocatori e dirigenti impegnati spesso a disegnare rettangoli per aria, nessuna sanzione per nessuno.
La conseguenza di questa assurda scelta dell’IFAB è facilmente intuibile: il prossimo anno avremo novelli Giotto in campo, con la differenza che non disegneranno cerchi ma rettangoli ogni tot minuti.
E’ una norma senza alcun senso, si tornerà indietro nel giro di 12 mesi. Il motivo è presto detto: su quali basi si dovrebbe tollerare la richiesta di VAR dato che solo gli arbitri possono richiederla? E’ un controsenso ed è questa la ratio che aveva portato a prevedere (giustamente) sanzioni disciplinari per chi la invocasse.

Ultima nota.
Al Mondiale di Russia 2018 abbiamo visto una sede VAR unica, con ben 4 elementi impegnati per ogni gara:

Sala VAR Mosca

Sulla sala unica VAR non ci sono, al momento, novità: non è previsto nulla di simile sebbene si tratti di un’ipotesi vagliata sia dalla Lega di Serie A che dall’Associazione Arbitri. Probabilmente sarà un’innovazione che partirà dalla stagione 2019/2020 e che presuppone due benefici di non poco conto:
A – minori costi generali
B – maggior tecnologia presenti (ovviamente 17 sale VAR [20 squadre ma 3 stadi per 6 squadre a Genova, Milano e Roma] non potranno mai essere come un’unica sede).
Due le ipotetiche sedi: Milano (all’interno del palazzo che ospita la sede della Lega di A) o Firenze (Coverciano, ove esiste già una struttura VAR).

Escluso, al contrario, che i VAR possano crescere di numero. In Russia hanno utilizzato così tanti elementi perché li avevano a disposizione per tutti i 40 giorni (e ne hanno convocati anche fin troppi), in Italia ciò comporterebbe un enorme aumento di costi e, soprattutto, di uomini. Impossibile anche solo pensare ad un aumento degli organici: sarebbe necessario, al contrario, diminuire (e di parecchio) il numero di arbitri a disposizione di Serie A e Serie B che, ad oggi, spesso saltano turni scendendo in campo una volta ogni tre settimane. Difficile la crescita dei giovani se il campo lo vedono raramente…
Oltre a ciò due teste che giudicano sono sufficienti, tre sono già troppe.

Domani la preview sugli arbitri che, tra una decina di giorni, inizieranno una stagione decisiva.

8 commenti
  1. Faber
    Faber dice:

    Ciao Luca, ti faccio una domanda per pura curiosità (e per sorridere un po): la tecnologia tridimensionale è stata utilizzata (ovviamente a posteriori e a puro titolo dimostrativo) sugli episodi dello scorso anno? Perché, se non ricordo male, al momento eri tutt’altro che sicuro sui fuorigioco portati ad esempio (ricordo in particolare quello di Mertens visto che seguo il Napoli ). Un abbraccio

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Non potevo avere sicurezze ma sensazioni sì.
      Sulle sensazioni non si può decidere e questa è stata la filosofia in mancanza di una tecnologia tridimensionale.
      Ovviamente non è possibile applicare questa tecnologia su immagini che si basavano su un sistema differente.

  2. Gianfranco M
    Gianfranco M dice:

    Gentile Luca,
    allo scopo di delineare ancora di più cosa si intende per “chiaro ED EVIDENTE errore” le chiedo: la review per un fallo di mano come quello di Perisic nella finale mondiale continuerà ad essere fatta?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Senza alcun dubbio.
      Sul tocco di mano dobbiamo razionalizzare un concetto: è la fattispecie più interpretabile soggettivamente che esista nel mondo del calcio ed è per questo motivo che esistono così tante indicazioni per individuare i tocchi punibili. Motivo per cui sono pronto a scommettere che la gran parte delle review sarà proprio sui tocchi di mano.

  3. Luca
    Luca dice:

    Luca secondo me un fuorigioco per una spalla non dovrebbe essere considerato fuorigioco non so se sei d accordo con me

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