Muntari, il razzismo ed i tribunali social: perché condannare l’arbitro Minelli è un errore colossale

Cagliari-Pescara: una gara che non conta assolutamente nulla, con gli abruzzesi già retrocessi ed il Cagliari serenamente salvo dopo un campionato tra alti e bassi.

Una gara che non conta nulla ma che riveste un’importanza fondamentale per Daniele Minelli, arbitro di Varese alla sua terza apparizione nella massima serie, due anni dopo l’ultima designazione in serie A. Due anni difficili, con alcuni incidenti di percorso che hanno costretto il talentuoso arbitro lombardo a dover recuperare, giorno dopo giorno, fiducia nelle sue qualità allo stesso tempo convincendo il proprio designatore di meritare un’altra opportunità di dimostrare il suo valore.

In sede di designazione, chiaramente, la gara veniva considerata facile. E, obiettivamente, sulla carta tutto ci si poteva attendere tranne un finale del genere, con un episodio di cui si parlerà per ancora molto tempo.
Non lo nascondo: come sempre mi capita preferisco scegliere le gare sulla base dell’arbitro impegnato più che dell’importanza degli incontri in calendario. La scelta è caduta su Cagliari perché curioso di vedere i progressi del varesino che, in altre occasioni, mi aveva sempre lasciato un misto di fiducia e rassegnazione. Fiducia perché le potenzialità tecniche sono indubbie, rassegnazione perché non vedevo mai il salto di qualità necessario per aspirare alla promozione nella massima serie.

Cagliari-Pescara, per 85 minuti, è stata una noia mortale. L’unico episodio degno di nota il (giusto) rigore assegnato al Cagliari per un fallo di mano evidente, palese, punibile. Vantaggio del Cagliari e confronto che si stava trascinando verso il novantesimo senza grandi emozioni, tra un occhio chiuso per la noia e l’altro semichiuso in procinto di decretare il pisolo pomeridiano.

All’85esimo circa Muntari mostra segni di nervosismo totalmente inspiegabile per me seduto davanti al televisore: nessun contrasto duro, nessuna decisione controversa, nulla di nulla, solo il calciatore del Pescara che protesta con eccessiva vigoria per qualcosa.

Muntari quarto ufficiale Minelli Muntari Cagliari

Non capendo cosa stesse accadendo, ho pensato ad un insulto razzista da parte di un calciatore del Cagliari, come tale invisibile e non udibile dalla televisione. Ipotesi subito abbandonata perché Muntari non si lancia contro qualche avversario ma solo ed esclusivamente contro Minelli.

Minelli che appare palesemente sorpreso dalla reazione, non comprendendo egli stesso cosa potesse aver scatenato una reazione del genere. Cerca di calmare il calciatore, tenta di parlargli ma Muntari appare da subito poco propenso al dialogo. Francamente non si capisce cosa volesse ottenere.

Proteste che continuano fino a quando, finalmente, l’arbitro riesce a far riprendere il gioco. Poco dopo nuova interruzione per un normale fallo e Muntari riprende nelle sue proteste, ancora sostenute. Ammonizione per proteste (legittima ma troppo in ritardo: si possono avere tutte le ragioni del mondo ma non si può tenere un atteggiamento del genere in campo contro gli ufficiali di gara). Alla fine, con un gesto di protesta, abbandona volontariamente il campo senza sostituzione e senza chiedere il consenso dell’arbitro.

Muntari Cagliari

Risultato: seconda ammonizione (automatica, da regolamento), espulsione (chiaramente comunicata al capitano del Pescara Memushaj) e conclusione della gara con gli ospiti in dieci uomini.

Nel dopo gara arrivano le dichiarazioni allucinanti di Muntari che, sostanzialmente, dice di non aver sotterrato Minelli perché gli arbitri non si possono toccare. La sua colpa? Non aver sospeso la gara. Agghiacciante.

Descritta così, pare tutto chiaro: insulti razzisti da parte del pubblico, Minelli che non sospende la gara, Muntari ha ragione. Ed è questo il messaggio che certi gruppi, certa stampa social e certi PIRLA voglion far passare.

Minelli

Tutto sbagliato, tutto campato per aria.

Partiamo dalla fonte principale: il regolamento.
L’ammonizione per proteste in campo non solo è legittima ma doverosa: un calciatore, pur con tutte le ragioni di questo piccolo pianeta, non può permettersi di tenere un atteggiamento del genere nei confronti di un arbitro che sta cercando di parlare, senza alcun atteggiamento di supponenza, di autoritarismo o di menefreghismo. Minelli, nell’occasione, ha cercato in ogni modo (come si vede dalle immagini) di calmare il calciatore, cercando un dialogo.
Ovvio che, al terzo tentativo di rasserenare Muntari, non potesse che passare all’ammonizione, cercando di porre freno all’atteggiamento per certi versi minaccioso e provando a far riprendere la gara.

Nulla da discutere nemmeno per quanto concerne la seconda ammonizione, non palesata con l’estrazione del cartellino (non poteva certo seguirlo negli spogliatoi a partita in corso…) ma comunicata al capitano Memushaj. Ammonizione comminata per aver abbandonato il campo senza ottenere il consenso dell’arbitro.

Regolamento alla mano, nulla da eccepire.

Ieri ed oggi, in sede di commento all’episodio, se ne sono lette e sentite di tutti i colori.

La più paradossale è la teoria secondo la quale, di fronte ad una protesta così vibrante, Minelli avrebbe dovuto utilizzare il buon senso, accontentare Muntari, far diffondere un annuncio per far terminare i cori razzisti e sospendere temporaneamente la gara.

Già… ma c’è un problemino.
Capisco che, dalla televisione, sia difficile ascoltare tutto ciò che accade in uno stadio. Però è anche vero che un coro è un coro. Un coro si sente ed un coro razzista, giustamente, viene rimarcato anche da chi commenta la gara. Nel momento in cui è cominciato lo sfogo di Muntari, nessuno ne ha compreso il motivo: nessuno in campo, nessuno a casa, nessuno nemmeno in cabina di commento. E, da quel che è stato ricostruito successivamente, la reazione di Muntari sarebbe stata originata (usiamo sempre il condizionale) da frasi razziste di qualche idiota (perchè il razzista è un idiota, punto!) in mezzo a diecimila persone che stavano assistendo civilmente alla gara. Frasi che, ovviamente, nessuno degli arbitri ha sentito.

Perché ne sono certo? Perché il passato aiuta.
Si è detto che Minelli non avrebbe avuto il coraggio di intervenire, mancando di esperienza.
Stupidata!
E sapete perché? Perché Minelli stesso, non più tardi del 7 dicembre 2014 (già due anni e mezzo fa) non ebbe alcun problema a far sanzionare il Bari, tanto che il Giudice Sportivo squalificò la curva Nord per un turno oltre alla sanzione di 5000 euro a carico della società (come si può apprezzare dallo screenshot, tratto da http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/12/09/news/cori_razzisti-102497088/).

giudice sportivo bari carpi

La verità è che nessuno degli arbitri ha sentito alcuna frase razzista. C’è stata? Può essere. Anzi, tendo ad esserne certo, a meno che non si voglia pensare che Muntari sia semplicemente impazzito. Non penso nemmeno lontanamente che Muntari sia impazzito.
Qualcuno ha detto: “e che gli costava far fare un annuncio? Avrebbe rasserenato Muntari…”
E certo! Peccato che, se avesse agito in questo modo, Minelli avrebbe poi dovuto riportarlo nel referto di gara, procurando una multa pesante e la (probabile) squalifica dell’intera curva per un coro/una frase… che non ha sentito! Ed un arbitro NON PUO’ e NON DEVE scrivere ciò che non abbia direttamente visto od ascoltato. Avrebbe dovuto, secondo l’opinione di taluni curiosi personaggi, agire per quieto vivere, sospendere momentaneamente la gara per un episodio riportato e scrivere IL FALSO sul referto di gara. Una follia!

Domani Muntari verrà squalificato per una giornata.
Parliamoci chiaro: per le dichiarazioni rilasciate dopo la gara, dovrebbe essere squalificato per sei mesi, altro che un turno. Ma è un argomento che non voglio affrontare, è un altro problema che andrebbe disciplinato approfonditamente dato che, ormai, sembra che si possa dire di tutto fuori dal campo.

La squalifica non solo è legittima ma doverosa. E’ doverosa perché è il codice di giustizia sportiva che prevede l’automatica squalifica in caso di doppia ammonizione. Doppia ammonizione che Minelli non poteva in alcun modo evitare.
Si dirà: Muntari ha fatto bene a lasciare il campo.
Può essere ma tale sanzione disciplinare non è un’opzione, è l’unica scelta possibile. Se non fosse stato sanzionato con l’espulsione, Minelli avrebbe commesso un errore imperdonabile a livello arbitrale.

Come dicevo, domani (oggi per chi legge) il Giudice Sportivo dovrà squalificare Muntari poiché la sanzione non è discrezionale, ma espressamente sancita: doppia ammonizione, una giornata di squalifica. E l’espulsione, lo ribadisco, tecnicamente è INECCEPIBILE. Sarà stata gestita male la vicenda, non lo nego: mancanza di esperienza, evento inatteso, quello che volete. Ma, a livello tecnico, a Minelli non posso sollevare alcuna obiezione. Se il Giudice Sportivo non dovesse squalificare Muntari, sancirebbe un precedente pericolosissimo, cioè quello di autorizzare un calciatore a fare quello che gli pare, a lasciare il campo quando vuole per protesta nei confronti di chicchessia.

Per quanto mi concerne, permettetemi una chiosa finale: viviamo in un mondo di merda e lo sport non è da meno. I social hanno alcuni aspetti positivi ma soprattutto tanti negativi, come quello di veicolare porcate come il razzismo. La mia solidarietà a Muntari, ci mancherebbe, ma anche a Minelli che si è trovato in una sorta di cul de sac, stretto tra un calciatore che avrà avuto le sue ragioni ed una richiesta che non poteva essere in alcun modo accolta.

Pensate a questo scenario: Minelli sospende momentaneamente la gara per insulti che non ha sentito e solo su sollecitazione di un calciatore, con multa e (probabile) squalifica della curva. Domani chi avrebbe potuto impedire a qualunque calciatore di chiedere la sospensione temporanea della gara ad un arbitro? Sostanzialmente chi avrebbe più potuto impedire multe e squalifiche di settori dello stadio su segnalazione degli stessi calciatori? 

20 commenti
  1. Vanni D'Alessio
    Vanni D'Alessio dice:

    Mettete tutti il razzismo in secondo piano, attaccandovi alle regole. Di fronte a una situazione di questo genere l’arbitro doveva consultarsi con i suoi assistenti e verificare cio’ che era successo invece di provare a calmare il giocatore (o ammonirlo in seguito). Non ha senso cullarsi con il rispetto codice sul comportamento in campo in un problema che esula i meccanismi interni del gioco e investe aspetti etici e codici del comportamento umano che fortunatamente negli ultimi decenni hanno trovato spazio anche anche nei codici civili e penali nazionali e internazionali. Non vi rendete conto che giustificare l’operato dell’arbitro che ha agito in base a regole che diventano per voi l’unico punto di riferimento della discussione significa legittimare comportamenti criminosi e profondamente ingiusti per ogni societa’ civile. Secondo me non avete proprio capito la gravita’ della situazione. L’arbitro doveva fermare i gioco e farsi indicare il settore del pubblico e far intervenire la sicurezza contro quei tifosi, anche uno solo, e intimare loro di smettere o di lasciare gli spalti e solo dopo aver riportato la situazione alla civilta’ e al rispetto reciproco far ricominciare la partita di calcio. I responsabili avrebbero dovuto poi essere indiziati per reato di razzismo (Legge Mancino).Aggiungo una cosa, e scusate se mi dilungo: mi sembra assurdo porsi nei panni dell’arbitro come di una vittima. Vittima di che? delle polemiche seguite all’incidente? e cosa rischierebbe? di non arbitrare per qualche tempo in serie A? ma stiamo scherzando?? Stiamo parlando di una offesa profonda alla dignita’ umana oltre che dei problemi su citati da codice penale. La vittima non e’ l’arbitro. Falsare questa prospettiva significa discutere della questione solo rispetto al codice calcistico, il che mi sembra quantomeno sminuire la portata di quello che succede negli stadi e che va arginato in ogni sua manifestazione. La vittima non e’ ovviamente nemmeno il calciatore in quanto ammonito, espulso o squalificato. La vittima e’ Muntari come essere umano. Mi vengono in mente altri tipi di reati in cui la vittima doveva difendersi. Cose da altri tempi.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Ho riunito i due commenti per economia di spazio.

      Dobbiamo scindere le due questioni. Se da un lato è indubbio che il fenomeno del razzismo è quanto di più schifoso possa esistere in una società che si definisce civile ma che civile non è per nulla, dall’altro è un errore sintetizzare il tutto in “doveva fidarsi del calciatore”. E’ vero, ci sono regole, regolamenti ed anche (fondamentali) leggi in materia, per combattere un fenomeno osceno. Ma è anche vero che ci sono le regole dello sport: l’arbitro non è un fantoccio posto in mezzo al campo per raccogliere le proteste di un calciatore, sia esso bianco, nero, giallo od arancione. E’ una persona designata per far rispettare le regole.
      Le faccio un esempio: posso pensare (magari anche fondatamente) che un politico di una città a caso intaschi soldi da tangenti. Lo posso pensare ma, in assenza di prove da presentare alla giustizia ordinaria, rischierei solo di passare dalla parte del diffamatore. Allo stesso modo, in campo, un arbitro può anche sospettare che qualcosa di grave sia accaduto ma non può decidere od agire sulla base di una supposizione. Nello specifico è stato appurato che Minelli ed i suoi collaboratori non abbiano sentito nulla. Il motivo per cui ne sono certo l’ho già spiegato: due anni e mezzo fa Minelli interruppe Bari-Carpi per cori razzisti, successivamente puniti dal Giudice Sportivo con la squalifica della curva Nord del San Nicola. Che cosa gli avrebbe impedito di comportarsi allo stesso modo? Evidentemente nulla se non che, quei cori, non li ha sentiti nessuno. Ci sono stati insulti? E’ probabile ma il ruolo dell’arbitro non è quello di agire sulla base di segnalazioni dei calciatori ma solo ed esclusivamente sulla base di ciò che vede e sente. Altrimenti dovremo estremizzare fino a chiederci per quale motivo, in caso di episodio controverso in area di rigore, l’arbitro non chieda se si sia trattato di fallo o meno a difensori ed attaccanti.
      Per quanto mi concerne ho analizzato i motivi per cui la decisione della Giustizia Sportiva non abbia alcun senso sulla base NON del buonsenso ma del diritto. Non si tratta di difesa dell’arbitro (categoria che, quando necessario, critico apertamente: e non è certo un caso che “certa AIA” mi veda come il fumo negli occhi, altrimenti sarei ancora tesserato, non essendo stato una scelta quella di uscirne ma una costrizione), si tratta di difesa del diritto sportivo. Se oggi il Crotone dovesse perdere e retrocedere, chi gli potrebbe impedire di fare ricorso contro una squalifica annullata senza una base giuridica?

      Il presupposto è che il razzismo fa schifo e dobbiamo essere tutti uniti nel combatterlo. Ma è altrettanto vero che la decisione di annullare la squalifica è totalmente campata per aria, senza una base logica e in disarmonia con il codice di giustizia sportiva.

  2. David Denage
    David Denage dice:

    Buon giorno signor Marelli, ecco lei e riuscito la dove Muntari ha fallito, se ha fallito lui, bloccare uno che la stava insultando bloccandolo su Twitter. Solo che Muntari questa possibilità così semplice non l’aveva. E sono dell’idea che se uno o 10’000 imbecillì non fa differenza. Il regolamento di Twitter le consente di chiudermi la bocca. ??

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Esattamente.
      Lei, come ha ammesso, mi stava insultando da ore. Ho provato a discutere con Lei (sa, noi arbitri siam fatti così, cerchiamo di discutere con tutti) ma, di fronte ai continui insulti, ho dovuto agire di conseguenza. Essere accusato di essere razzista è come accusare Papa Francesco di essere anticattolico, un po’ troppo. La prima volta cerco di dialogare, la seconda pure, la terza chiudo. Esattamente come ha agito Minelli che, non avendo sentito nulla, ha cercato di dialogare ma, di fronte a proteste incomprensibili, ha dovuto agire sul piano disciplinare. Se poi Lei pensa che abbia sentito e preferito non agire per chissà quali motivi, non so che farci, la pensi come le pare.

  3. Lundari Francesco
    Lundari Francesco dice:

    La classe non è acqua. L’unica cosa che mi dispiace è che Luca Marelli non sia più dell’AIA. Sarebbe un dirigente con i fiocchi (e anche i controfiocchi). Ha spiegato con serenità e competenza un episodio che lascia comunque l’amaro in bocca (la madre degli idioti è perennemente incinta), ma che non poteva avere altro epilogo di quello che ha avuto. Ripeto: la classe npon è acqua.

  4. konakryexpress
    konakryexpress dice:

    Grazie per questo punto di vista che, se non altro, è il primo che mi spiega in modo chiaro cos’è successo. Naturalmente chi ha assistito all’incidente potrebbe aver avuto un’impressione diverso.

    Quando ne discutero con mio figlio, che è tifoso del Cagliari dai tempi di Gigi Riva e che sicuramente ha visto la partita, sapro di cosa parliamo.

    Stavo per scrivere un’articolo che riassuma quanto ho letto sul caso, perché anche l’ONU (di cui sono pensionato) è intervenuta.

  5. Éric lole
    Éric lole dice:

    Visto le innumerevoli episodi di cori a carattere razzista nei nostri stadi,bisognerebbe aggiornare il “regolamento del gioco del calcio” x poter aiutare gli arbitri a sapere come procedere xché il razzismo c’è nella nostra società e ci saranno altri episodi di questo genere. Non è più possibile che certe decisione vengono prese di maniera soggettiva,bisogna aiutare gli arbitri a prendere le migliori decisioni in tempi rapidi. Quindi,le autorità devono dare più strumenti concreti agli arbitri x fronteggiare le diverse fattispecie di questo problema prima,durante e dopo la gara. E tutelare tutti gli attori di questo bellissimo gioco ch’è il calcio.

  6. Massimiliano
    Massimiliano dice:

    Analisi lucida e posizione rispettabile, però… C’è un però!
    Il razzismo è un cancro troppo grosso, troppo diffuso e troppo tollerato nei nostri stadi.
    Non conosco il regolamento come te, ma presumo che l’arbitro potesse far fare l’annuncio, riportando sul referto di non aver direttamente sentito, ma di aver ricevuto espressa richiesta per esempio dal capitano di una delle due squadre. Nel caso davvero non si potesse, e ne dubito, va rivisto il regolamento.
    Un arbitro deve curare troppi dettagli per avere le orecchie radar e sentire tutto, è normale che possa sfuggirgli un coro, anche il più offensivo, ma deve poter rimediare.
    Personalmente ritengo che un arbitro con le spalle larghe avrebbe dovuto gestire meglio la situazione, ma alla terza direzione in serie A non si può pretendere la prestazione perfetta, specialmente al verificarsi di situazioni molto particolari.
    In sostanza, capisco la tua posizione, ma mi sembra una difesa eccessiva dell’operato del direttore di gara. Questo non vuol dire però che io lo condanni, lo invito a imparare dall’esperienza e a gestire meglio la prossima situazione, sperando che non ce ne sia bisogno

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Ti confermo che non è possibile e per un motivo molto semplice: se un arbitro dovesse far fare un annuncio pubblico per qualcosa che non ha sentito ma che gli è stato riferito, ciò creerebbe un precedente pericoloso. Chi ci dice che, un domani, un calciatore non possa chiedere un annuncio di questo genere in assenza di qualsiasi offesa e/o coro ma solo per motivi strumentali?
      Sono d’accordo che l’arbitro non può far tutto ma, proprio per questo motivo, sono in 6 in campo e sono aiutati anche da Procura Federale e Commissari di campo. Se nessuno sente nulla, non ci si può fidare di un calciatore. E non per mancanza di fiducia (come ho scritto, non credo che Muntari sia impazzito) ma proprio per evitare un precedente pericoloso. Pericoloso non per il caso specifico ma per lo sport in generale.
      Per quanto mi concerne ti assicuro (ma sei libero di credere il contrario, ci mancherebbe) che non ho difeso Minelli ma mi sono basato solo ed esclusivamente sull’unica fonte da applicare: il regolamento.
      Grazie del commento.

  7. Giuseppe
    Giuseppe dice:

    Grazie Luca…hai tradotto il pensiero di tanti che hanno assistito all gara…
    GIUSEPPE BULUGGIU

  8. Roberto Orru'
    Roberto Orru' dice:

    Condivido parola per parola quanto scritto dal dott. Marelli. Io ero allo stadio. Confermo che nessuno di noi ha sentito il coro di buu di cui in tanti parlano e non ci capacitavamo delle lamentele di Muntari.

  9. Simone Cola
    Simone Cola dice:

    Come sempre l’unica voce equilibrata e di buon senso in un Paese di caciaroni che si schierano a prescindere e che considerano il cambiare idea un’onta vergognosa.

    Grazie dei tuoi contributi, Luca.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Cerco di attenermi ai fatti, di ragionare senza cercare i facili consensi. Facili consensi che stanno cercando persone in cerca di notorietà. Spiace essere così “duro” ma è la verità. Purtroppo…

  10. Piatti davide
    Piatti davide dice:

    Minelli for ever!….il resto chiacchiere da bar ! Che pensino a giocare, doveva cacciarlo prima che se ne andasse di sua spontanea volontà!….

I commenti sono chiusi.