Vicenda Higuain, chi perde sono Irrati e l’Aia

“Quasi tutti quelli che parlano di calcio hanno giocato a calcio almeno una volta nella vita. Quasi tutti quelli che parlano di arbitri non hanno mai arbitrato una partita nella loro vita”. Mi vorrà perdonare Rizzoli se cito una frase scritta di suo pugno per iniziare una riflessione sulla vicenda Higuain.
Una citazione che non mi è mai piaciuta perchè, di fatto, pone su due livelli separati gli arbitri e gli “altri“, una distinzione che non ha alcun senso dato che la differenza si basa non sull’esperienza ma sulla conoscenza. Ci sono persone che non hanno mai preso in mano un fischietto e che conoscono il gioco come nessun altro, al contrario esistono arbitri con lunga esperienza che non sono in grado di distinguere una condotta violenta da un fallo grave di gioco.

Scrivere di arbitri non è facile.

Chi si trova nella condizione di associato non può, per regolamento, scrivere nulla, criticare l’Associazione o giudicare l’operato di un collega. Al contrario chi non ha più la tessera viene (spesso) additato come un “traditore della causa”, un “venduto” o, nella migliore delle ipotesi, “una mela marcia“.

E’ anche colpa “nostra”. Ciò perchè l’ex arbitro si è sempre calato, una volta uscito dall’associazione ma rimanendo nel mondo mass mediatico, nel ruolo del censore dei colleghi. Lo ammetto serenamente: non mi è mai piaciuta la definizione di “moviolista” perchè, per definizione, ciò significa analizzare decisioni controverse che, come tali, presuppongono od ipotizzano l’errore di un arbitro, di un nostro ex collega.

E’ questo il motivo principale per il quale, da sempre, non ho mai voluto far parte della massa, ho cercato in ogni occasione di valutare con occhio critico cercando la spiegazione degli errori sulla base dell’esperienza personale e di mille sviste in cui sono caduto nella mia modesta carriera.

Questa premessa, che potrebbe apparire totalmente slegata dalla vicenda che ha appassionato migliaia di persone, in realtà è doverosa per far comprendere che non è mia intenzione né difendere a prescindere gli arbitri né (a maggior ragione) intraprendere crociate contro la categoria che significherebbe null’altro che demonizzare un’esperienza che rifarei da capo mille volte per ciò che mi ha lasciato, mi ha insegnato, per le soddisfazioni che mi ha regalato. Ecco perchè ritengo eticamente corretto difendere quando ci sono basi per difendere e criticare quando è necessariocriticare. Una critica non fine a sé stessa ma che offra qualche spunto per ovviare alle imperfezioni.

Rispondo senza perdere ulteriore tempo alla domanda che molti di voi si staranno ponendo: la squalifica di Higuain, alla fine, è corretta?

No, la sanzione inflitta ad Higuain è tutt’altro che corretta e la responsabilità, in questo caso, è in parte di Irrati.

Sorpresi? Immagino che qualcuno lo sia, altri stiano chiudendo la pagina, altri ancora si stiano chiedendo per quale motivo non la ritenga corretta.

Irrati, in campo, è stato autore di una prestazione di altissimo livello tecnico in una stagione che gli sta regalando grandi soddisfazioni, frutto dei meriti acquisiti con una lunga serie di ottime apparizioni in gare sempre più convincenti.
Nei novanta minuti più recupero di Udine Irrati ha offerto più di un motivo per essere convinti di aver trovato un arbitro di sicuro affidamento per i prossimi otto anni.

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Il problema si palesa dopo la conclusione della gara. L’espulsione di Higuain, a livello puramente tecnico ed in punta di regolamento, è indiscutibile: la seconda sanzione viene comminata non per fallo di reazione (che avrebbe comportato il rosso diretto) ma per comportamento antisportivo nei confronti di un avversario (leggero tocco sulla gamba ed altrettanto leggera spinta a pallone lontano).

Perchè, dunque, utilizzo la dizione “dopo la conclusione della gara“?
I non addetti ai lavori probabilmente non sono a conoscenza del fatto che, in serie A ed in serie B, il referto viene redatto dall’arbitro (eventualmente integrato dai rapporti di assistenti, quarto ufficiale ed addizionali) negli spogliatoi e subito dopo la conclusione della gara. Una copia viene inviata immediatamente via fax al Giudice Sportivo, una copia viene consegnata all’osservatore (che provvederà all’invio via posta entro la mattinata del giorno successivo), una copia rimane all’arbitro.

Il motivo per cui viene adottata questa procedura è di imporre al direttore di gara di scrivere sulla base di quanto deciso sul campo senza potersi basare sulle immagine che verranno trasmesse da mille televisioni nelle ore successive.

L’errore di Irrati è stato, in sintesi, di aver scritto solo una parte di quanto realmente accaduto.

Ai corsi per aspiranti arbitri viene insegnato non solo il regolamento ma anche la redazione del referto, insistendo molto sul fatto che esso è il documento ufficiale, l’unico documento (al netto di specifiche eccezioni) su cui potrà basarsi il Giudice Sportivo per comminare eventuali sanzioni, siano esse di carattere disciplinare oppure sanzionatorio (multe, squalifiche del campo ecc.).
Ai giovani viene ripetuta come un mantra questa frase: “Non scrivete più di quanto accaduto e non omettete mai nulla di quanto accaduto“. Il motivo è semplice: eventuali squalifiche verranno comminate sulla base della descrizione dei fatti e l’unica descrizione dei fatti che il Giudice può prendere in considerazione è il referto di gara. Se, per ipotesi, un Giudice leggesse un referto che riporta l’espulsione di un calciatore “per aver detto all’arbitro “sei un c…”, accompagnando la parola con gesti di dissenso” lo squalificherà per due giornate per linguaggio irriguardoso. A nulla varrebbe un’eventuale video in cui il Giudice percepisca anche un calcio sferrato all’arbitro ma non refertato.

Irrati, nella compilazione del referto, ha scritto (come ormai sappiamo per certo) che Higuain, all’atto dell’esibizione del cartellino rosso, gli ha appoggiato le mani al petto senza violenza (corretto), gli ha urlato “sei vergognoso” (può essere) ed ha poi protestato platealmente nei confronti di un avversario.

Non c’è bisogno di essere esperti di diritto sportivo e nemmeno arbitri con 200 gare di serie A per rendersi conto che, in quanto riportato, manca parecchio.

Io stesso, non lo nego, ho rivisto decine di volte le immagini di quanto accaduto e mi sono venuti in mente (pochi, per fortuna) casi di reazioni eccessive ad una sanzione disciplinare.
Lo stupore si è palesato nel fatto che, da quanto riportato dal Giudice Sportivo Tosel (si legga il comunicato ufficiale in merito), Irrati abbia refertato una sola espressione ingiuriosa tralasciando del tutto quanto accaduto dopo.

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Qual è, dunque, il problema?
Cito un passaggio del regolamento, pagina 57, decisioni ufficiali FIGC, punto 4:

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L’autorità dell’arbitro si esaurisce, dunque, nel momento in cui abbandona l’impianto in cui si è disputata la gara. Ciò significa che tutto quanto accade fino a quel momento dovrà essere sotto il controllo dell’arbitro e, ovviamente, dovrà essere refertato nel caso in cui si verifichi qualche accadimento contrario al regolamento.

Come abbiamo visto dal comunicato ufficiale del Giudice Sportivo, Higuain è stato punito per la doppia ammonizione, per aver tenuto un comportamento scorretto nei confronti di Felipe, per la frase irriguardosa nei confronti dell’arbitro.

La domanda sorge spontanea: e tutto il resto?

Lo spettatore attento e, soprattutto, obiettivo, non può non rimanere sorpreso dal fatto che il Giudice Sportivo non abbia operato alcun riferimento a quanto accaduto sia durante che dopo il “contatto” tra Irrati ed Higuain.

Analizziamo con assoluta serenità, senza alcun intento polemico:
– Higuain, dopo l’esibizione del cartellino rosso, dice parecchie parole nei confronti dell’arbitro ed abbiamo molte inquadratura (in particolare una frontale) che ci documentano che, di ingiurioso, non c’è stata solo una parola come riportato nel referto. Non voglio scendere nel particolare ma le immagini le avete viste tutti;
– Higuain, dopo essere stato allontanato dall’arbitro a forza da compagni ed avversari, si dirige verso Felipe con intenzioni tutt’altro che pacifiche, urla altre parole e viene trattenuto da diversi compagni ed avversari;
– Una volta allontanato da Felipe, Higuain viene portato a forza fuori dal terreno di gioco mentre continua ad urlare di tutto: nel referto manca del tutto la trascrizione di quanto accaduto;

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– Una volta fuori dal terreno di gioco Higuain viene trattenuto da un dirigente e da altri tesserati del Napoli, spinge una persona e continua nelle sue reiterate proteste: nel referto manca del tutto la trascrizione di quanto accaduto.

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Per quanto Irrati sia una delle sorprese della stagione che più mi hanno reso felice (e non lo nascondo), in questa circostanza non posso (e non sarebbe onesto) tacere il fatto che non abbia reso un buon servizio. Ciò perchè, ad una gara di altissimo livello tecnico, non ha affiancato una refertazione adeguata agli avvenimenti, ciò che ha portato ad una squalifica di Higuain piuttosto blanda se rapportata all’entità della fattispecie concreta.

Per quanto concerne lo “sconto” ottenuto in appello mi limito a due brevissime considerazioni:
– riconoscimento dell’estrema perizia di chi ha presentato il ricorso che ha ottenuto un mezzo miracolo perchè non era semplice convincere un Giudice Sportivo dopo le immagini viste mille volte;
vorrei capire quale giornata è stata tolta. Esclusa quella per doppia ammonizione (automatica), rimangono le altre tre. Una giornata per il tentativo di avvicinare in modo non cordiale Felipe (e sarebbe gravissimo pensare che un tale comportamento non sia stato punito, altrimenti chiunque sarebbe legittimato ad agire in questo modo) oppure una sola giornata per l’atteggiamento irriguardoso nei confronti di Irrati? Anche in questo secondo caso sarebbe piuttosto grave perchè bisognerebbe spiegare a Dzeko (per esempio) perchè una giornata ad Higuain e due a lui.

Alla fine si torna sempre allo stesso punto: Irrati ha omesso qualcosa nel suo referto (le immagini sono chiarissime) ed i legali del Napoli (con straordinaria professionalità) hanno attaccato su quel punto per ottenere una riduzione, addirittura sostenendo che l’espressione “sei vergognoso” fosse una critica e non un insulto.

Questa vicenda, a mio parere, è molto grave. Se fosse accaduto in terza categoria, le giornate di squalifica sarebbero state 3? Oppure sarebbero stati (almeno) 3 mesi?

Le persone obiettive conoscono perfettamente la risposta…

1 commento
  1. Gabry
    Gabry dice:

    I giudici sportivi (quando sanzionano) e gli arbitri quando scrivono dovrebbero sempre ricordarsi che quello che succede in A è di dominio pubblico. Poi non ci si lamenti se a “La Sanità” o a Vibo Valentia o a Locri succedono fatti spiacevoli di domenica mattina nei campi di periferia in gare di allievi o giovanissimi!!!! Nicchi dovrebbe riflettere molto bene! Non è solo colpa di quello che sta al di fuori dell’arbitraggio, è molto spesso colpa di noi arbitri e di quello che facciamo vedere a San Siro o al San Paolo o a Firenze!!!! ….in A!

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