Var SI’, Var NO: come è andata la domenica?

Probabilmente qualcuno potrà rimanere stupito dall’incipit di questa dissertazione sui casi della domenica. Coloro che rimarranno stupiti saranno “informati” sul fatto di non aver ancora compreso pienamente i principi di funzionamento della VAR.

L’affermazione è la seguente: non sono stati commessi errori di utilizzo / non utilizzo.

Andiamo con ordine.

Fiorentina – Sampdoria

In primo luogo è da evidenziare l’eccellente applicazione del cosiddetto “silent check” sulla prima rete della Sampdoria.

Fiorentina Samp silent check

Sul tiro dal limite di Ramirez qualche piccolo dubbio avrebbe potuto sorgere in merito alla posizione di Caprari, autore della rete dopo la respinta del portiere viola. Controllo veloce delle immagini mentre i calciatori della Sampdoria festeggiavano, via libera dei VAR e rete convalidata senza alcuna perdita di tempo. E’ stato impiegato alla perfezione il tempo intercorrente tra la segnatura, l’esultanza e la ripresa del gioco.
Il secondo episodio importante della gara avviene solo 2 minuti dopo.

Rigore Samp

Quagliarella tenta di liberarsi in area di rigore, Tomovic non trova di meglio che allargare il braccio, cercare il pallone e deviarlo.
Non c’è alcun dubbio sulla volontarietà del gesto e, di conseguenza, sulla punibilità dello stesso. Non c’è cartellino giallo e la scelta è condivisibile, a dimostrazione della sciocchezza commessa: senza fallo di mano difficile pensare che l’azione potesse avere conseguenze pericolose immediate, data la posizione molto decentrata in area di rigore:

posizione su rigore fiorentina

Bravissimo, in questo caso, l’arbitro Doveri che non si affida alla VAR ma decide in assoluta autonomia, indicando immediatamente il dischetto del rigore. Pochissime proteste, silent check dei VAR che si limitano a dare l’assenso alla battuta del calcio di rigore non avendo ravvisato nulla che possa essere definito come chiaro errore. In realtà siamo di fronte ad un esempio di utilizzo perfetto della VAR: rigore fischiato senza supporto tecnologico, controllo silente (come sempre in caso di rigori e reti realizzate), niente sanzioni disciplinari (lettura perfetta dell’azione).
Doveri ed i VAR promossi a pieni voti.
Per estremizzare direi che questo è l’utilizzo ideale dello strumento, anche per quanto concerne i tempi “morti”, cioè quelli intercorsi tra decisione iniziale e “via libera” audio.

Spal – Udinese

VAR che entra in gioco in due occasioni e, in entrambe le circostanze, ripristina la verità del campo evitando due errori arbitrali.

Il primo episodio, prima ancora di essere una decisione corretta, è un mezzo capolavoro dell’assistente Dobosz (non nuovo a valutazioni da applausi).

Spal seconda rete

Il capolavoro di Dobosz non è certo la segnalazione (che si rivelerà sbagliata) ma il modo in cui segnala il presunto fuorigioco. E’ chiaro che l’episodio accaduto la scorsa settimana (Bologna-Torino) è già divenuto un precedente fondamentale da tener presente in circostanze del genere: attendere quanto possibile, segnalare la posizione di fuorigioco DOPO la segnatura della rete.
Dobosz, infatti, attende che l’azione si concluda con la segnatura e solo in quel momento alza la bandierina per segnalare la posizione di fuorigioco, dando così la possibilità a Valeri di valutare tutta l’azione. Valeri viene ben aiutato dai VAR che scovano l’immagine che certifica il retropassaggio del difendente friulano Danilo, retropassaggio che rimette in gioco l’autore della rete, Lazzari.
Perché, dunque, definire un capolavoro la segnalazione di Dobosz?
Perché in circostanze del genere risulta praticamente impossibile scorgere il retropassaggio di Danilo, col pallone in mezzo ad una selva di gambe, il portiere proteso in tuffo in mezzo, il tutto ad oltre 25 metri di distanza dall’assistente. Dobosz, in sostanza, NON segnala il fuorigioco ma il proprio dubbio sulla regolarità dell’azione. Rimane, però, lucidissimo non alzando la bandierina al momento del tocco ma solo successivamente. Nel caso in cui, invece, avesse alzato immediatamente la bandierina (come normale in questa particolare fattispecie, col pallone al limite dell’area di porta), è altamente probabile che Valeri avrebbe interrotto l’azione prima del tiro di Lazzeri, di fatto impedendo la possibilità di concedere la rete. La segnalazione ritardata, al contrario, ha consentito di cambiare la decisione assunta in campo (annullamento per fuorigioco), consegnando la giusta segnatura alla Spal.

Ottimi i VAR sul successivo calcio di rigore assegnato all’Udinese. Un rigore che, senza VAR, sarebbe stato impossibile da concedere. Vediamo perché.

Rigore Spal Udinese

La freccia di sinistra indica la posizione (a spanne) di Valeri, la freccia di destra il contatto irregolare. L’assistente si trova a 25 metri di distanza, impossibile cogliere il fallo con certezza da una tale distanza.
Valeri, in questa occasione, è fortemente penalizzato (a livello visivo) dalla sua (corretta) posizione. Come spesso capita, è molto probabile che abbia intuito qualcosa, fors’anche immaginando un contatto irregolare.
Rispolveriamo, perciò, una massima già evidenziata ieri: un arbitro non decide mai su una propria sensazione ma sulla base di ciò che vede.
In questo caso i VAR intervengono correttamente, rilevando un errore di valutazione di Valeri che, nell’occasione, ha avuto sotto controllo tutta l’azione ma NON il contatto irregolare. Giusto, dunque, che controlli il monitor, valuti l’entità e la scorrettezza del contrasto optando per il calcio di rigore.

Si è perso un po’ troppo tempo, per la verità, in entrambe le circostanze. Per ora “accontentiamoci” del risultato finale che ha consentito di ripristinare la verità del campo. Sui tempi ci sarà modo di migliorare, senza esagerare nella fretta, quella fretta che ho portato all’errore sul rigore assegnato al Genoa sabato scorso.

Torino – Sassuolo

Sono due i rigori assegnati da Mazzoleni e revocati, uno per parte.
Il primo è, oggettivamente, un clamoroso errore di valutazione. Il secondo non dipende dal bergamasco che aveva ben interpretato il contatto inizialmente sanzionato.

Primo episodio.

Rigore revocato Torino

Su un cross dalla sinistra Paolo Cannavaro interviene (molto) goffamente, si inginocchia per tentare di colpire di testa il pallone. Riesce a colpire il pallone, in realtà in modo approssimativo, ma lo stesso pallone carambola sul braccio, in posizione assolutamente naturale dato che il difensore sta cadendo in avanti.
Un rigore che, a prima vista, è apparso come un abbaglio evidente: in questa occasione il tocco di mano è palesemente casuale, non c’è alcuna volontà di commettere una scorrettezza.
Dopo la concessione del rigore, i VAR avvertono il direttore di gara di ritardare il tentativo di trasformazione perché stanno valutando le immagini. Una volta individuate le immagini più significative, le “riversano” sul monitor a bordo campo in modo che l’arbitro centrale (l’unico che possa esprimere giudizi finali su una VALUTAZIONE) possa decidere. Non ci vuol molto perché Mazzoleni si renda conto della svista, ciò che lo porta a revocare il rigore assegnato per riprendere il gioco con una propria rimessa nel punto (più o meno) in cui è avvenuto la presunta infrazione.

Sul secondo rigore, al contrario, emerge quanto precisa possa essere la tecnologia nel valutare una posizione di fuorigioco.

Secondo rigore revocato

Questa l’immagine utilizzata per accertarsi della posizione di partenza dell’attaccante. Approfittiamo di questo episodio per ribadire (e ricordare) un concetto fondamentale: il fuorigioco, in linea di massima, NON può essere sottoposto ad esame VAR. Le eccezioni sono svariate (le incontreremo spesso durante la stagione) ma due sono basilari. In particolare il fuorigioco viene valutato in occasione di reti realizzate e di rigori assegnati. Naturalmente deve riferirsi ad un’azione immediatamente precedente (come in questo caso o come avrebbe dovuto essere in Genoa-Juventus), non ad un’azione di 20/30 secondi prima.

Nel caso specifico si è andati un po’ lunghi con i tempi: giustificabile la perdita di tempo dato che si tratta di RILEVAZIONE (attenzione sempre alla terminologia) molto complessa, sulla base di millimetri.
I VAR, in questo caso, comunicano solo che il calciatore si trovava in posizione di fuorigioco, portando l’arbitro ad assegnare un calcio di punizione indiretto a favore della difesa.
Mazzoleni non ha avuto alcun bisogno di guardare le immagini dato che la posizione di fuorigioco, per quanto millimetrica, non è sindacabile soggettivamente ma rappresenta un’irregolarità oggettiva, che non necessità di valutazioni (se non in casi particolarissimi finora non ancora verificatisi).

Milan – Cagliari

Immagino che, in realtà, molti siano arrivati qui direttamente saltando tutte le gare precedenti.
Ecco, se l’avete fatto tornate in cima, altrimenti rischiate di capirci poco o nulla.

Iniziamo subito dalla “pietra dello scandalo”. Ovviamente spiego semplicemente il perché la VAR non sia intervenuta, potete tener nelle dita insulti ed accuse al vostro scriba di essere interista, juventino, sassuolese o torinista. Non servirà…

Contatto Bonucci Joao Pedro

L’episodio centrale riguarda il presunto fallo di Bonucci su Joao Pedro.
L’immagine rappresenta in momento in cui avviene il contatto.
Pairetto è arbitro che non mi piace per nulla ma che ieri, tecnicamente, è stato quasi impeccabile. Sottolineo tecnicamente perchè, a livello comportamentale, ha degli atteggiamenti che risultano (per essere gentili) terribilmente iirritanti.

Torniamo all’episodio. Pairetto è in perfetto controllo dell’azione, vede il movimento di Bonucci, vede il contatto e lo giudica non punibile.
Si tratta di un chiaro errore?
Assolutamente no.
Il motivo è molto semplice: non esiste un’immagine che suggerisca ai VAR che il contatto possa definirsi scorretto. Sicuramente la dinamica potrebbe portare a giudicare il contatto come irregolare ed è libertà di pensiero ritenerlo passibile di sanzione tecnica e disciplinare.
Per quanto ci riguarda i VAR non sono intervenuti perché non vi è un chiaro errore. Si tratta, come in altre circostanze che vedremo successivamente, di una pura valutazione soggettiva dell’arbitro che non ritiene punibile il contatto.

Quale sarebbe la differenza con l’episodio di Ferrara? Anche in quel caso si è trattato di valutazione!
NO, non è così, c’è una differenza enorme tra i due casi.
A Ferrara l’episodio era completamente sfuggito a Valeri perché era coperto ed impossibilitato a scorgere l’irregolarità. Al contrario Pairetto non si è fatto sfuggire l’episodio ma lo ha valutato come regolare. Forse molto border line ma, in ogni caso, regolare.

Lo stesso può dirsi per due episodi successivi, entrambi accaduti in area cagliaritana e sui quali ci si è interrogati circa l’utilizzo della VAR: contrasto ai danni di Kessie e trattenuta su Montolivo.
In entrambi i casi, come nell’episodio precedente, Pairetto ha valutato soggettivamente i contatti, non ravvisando gli estremi per concedere un calcio di rigore. Allo stesso tempo i VAR, riviste le azioni con qualche secondo di ritardo, hanno correttamente ritenuto i due episodi come non meritevoli di revisioni, non essendo chiari errori.

Per quanto mi concerne, l’utilizzo della VAR a Milano è stato perfetto. Nel caso in cui, infatti, avessimo avuto la VAR review per questi episodi, saremmo caduti nella moviola in campo. Non escludo che, in futuro, possa essere introdotta qualche novità (per esempio possibilità di rivedere anche episodi dubbi, non limitando l’uso ai chiari errori che, di fatto, rende la review un teatrino inutile) ma, ad oggi, la gara di San Siro è stato un eccellente esempio di check silenzioso e mancato intervento in presenza di episodi fors’anche dubbi ma non certo chiari.

Per quanto mi concerne, a titolo puramente personale, il contatto di Bonucci è più fallo che contatto regolare, su Kessie non c’è nulla di punibile, la trattenuta su Montolivo avrebbe potuto ben essere punita con un calcio di rigore.

Grazie dell’attenzione.

28 commenti
    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Ma, per la precisione, quale sarebbe il fine di continuare a mandare messaggi offensivi come quello che ho, ovviamente, cancellato? Farsi cestinare i propri messaggi? Farmi perdere tempo? Non aver null’altro da fare?

      Boh, mi sforzo di leggere tutto ma manca poco al contrassegno “spam”.

    • Clesippo Geganio
      Clesippo Geganio dice:

      non accetta il contraddittorio, si comporta nel blog come fosse ancora in campo da gioco.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Accetto volentieri il contraddittorio, non a caso rispondo a tutti.
      Non accetto le stupidaggini, i complottari ed i tifosi da bar.
      E non mi comporto come in campo, mi comporto come a casa mia, perché questa è casa MIA.
      Se Le va bene, è così.
      Se non Le va bene, è così lo stesso.
      Stop.

  1. Clesippo Geganio
    Clesippo Geganio dice:

    niente da fare l’aspetto umano e psicologico del problema non viene preso in considerazione, come le politiche federative.
    Per una completa informazione si dovrebbero toccare argomenti diversi che formano la diagnosi, come i medici dottori analizzano tutti gli aspetti del problema per capire approfondire prima che diventi incurabile così Lei dovrebbe fare e lasciare esprimere chi ha opinioni diverse e contrastanti per avere una più ampia gamma di spunti riflessivi per avvicinarsi alla verità, che non è nelle mie tasche tanto meno nelle sue.
    Grazie.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Vediamo di capirci una volta per tutte.
      Ho cestinato, in totale, una decina di messaggi tra tutti quelli arrivati. Ed ai quali ho risposto (quasi) sempre.
      Tutti i messaggi cestinati sono tuoi, solo tuoi, esclusivamente tuoi.
      Ora, la libertà di pensiero (tanto per essere chiari) non significa poter scrivere cretinate su malafede e dintorni. Queste idiozie le ho cestinate, le cestino e continuerò a cestinarle.
      La libertà di pensiero ha dei limiti ben precisi. Uno di questi limiti, per esempio, è rappresentato dal fatto che non ho alcuna intenzione di beccarmi una querela per diffamazione per aver approvato una fila di cretinate senza fine.

      Spero di essere stato chiaro.
      In caso contrario, due possibilità: non scrivi più commenti o continuerò a cestinare messaggi demenziali.

      Ok?

      Grazie.

    • Clesippo Geganio
      Clesippo Geganio dice:

      Le replico con due massima:
      “La persona saggia non è quella che fa meno errori. È quella che impara di più dagli errori” (Harvey B. Mackay).

      Il successo non consiste nel non commettere errori, ma nel non fare lo stesso una seconda volta.
      (George Bernard Shaw)

      Da ciò che si ripete in serie A da decenni pare che la classe arbitrale italiana non abbia imparato molto.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Rispondo e chiudo.
      Hai scritto: ““La persona saggia non è quella che fa meno errori. È quella che impara di più dagli errori” (Harvey B. Mackay).

      Perfetto.
      Provaci.

      Sul resto non ti rispondo nemmeno, tempo perso.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      No, è solo un documento di sintesi.
      Il protocollo completo è molto più lungo.

      Sulla slow motion: assolutamente sì, ed è giusto che sia così. Altrimenti torneremmo al punto di partenza, cioè confusione tra VAR e moviola, che sono e rimangono differenti.

    • Julian
      Julian dice:

      Quindi ieri a Ferrara, per convalidare il gol della Spal, nè gli arbitri del Var nè l’arbitro di campo hanno visto l’immagine rallentata per stabilire che era stato il giocatore dell’Udinese a toccare e non Borriello?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Hanno individuato il fermo immagine che certificasse il retropassaggio di Danilo, ovviamente dopo aver visto tutta l’azione nella sua dinamica.

    • Julian
      Julian dice:

      Comunque di questa differenza di utilizzo tra le immagini a velocità normale e la slow motion in TV non ha parlato mai nessuno…. io stesso prima di leggere quello stralcio del protocollo pensavo che decidessero gli arbitri la velocità a cui rivedere le immagini

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      E’ verissimo.
      E ciò conferma il fatto che la strategia comunicativa (se mai ce ne sia stata una) è stata completamente sbagliata. Non ha senso che il pubblico non sappia come e quando verrà utilizzato uno strumento di tale impatto.

  2. Franzin
    Franzin dice:

    Molto chiaro l’articolo, mi rimane solo un dubbio: perché Valeri in occasione del gol della SPAL è andato a rivedersi le immagini del retropassaggio? Trattandosi di una rilevazione non sarebbe stata sufficiente l’indicazione VAR?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      In linea di massima sì, hai ragione.
      Però è tutta l’azione ad essere confusa, in casi di questo genere non c’è da valutare solo il retropassaggio ma anche un eventuale carica sul portiere, un eventuale tocco precedente di Borriello (che avrebbe reso il retropassaggio di Danilo una deviazione che, in quanto tale, non avrebbe rimesso in gioco Lazzeri).
      E’ un episodio limite, giusto (a mio parere) rivedere tutto.
      La dimostrazione che Valeri non ha guardato solo il retropassaggio è nel tempo impiegato per assumere la decisione definitiva.

  3. Vincenzo
    Vincenzo dice:

    Sei il migliore Luca ti leggo dalla scorsa settimana,una pagina di arbitri ha consigliato di leggere il tuo blog per capire bene come funziona la var, mi hai fatto capire più tu in questi articoli che cesari è gli opinionisti di Sky/Mediaset non avevo proprio capito nulla di come si utilizza grazie ancora per quello che fai per il calcio.

  4. Stav
    Stav dice:

    Continuo a dissentire sulla tua interpretazione del criterio del “chiaro errore”.
    Leggendo i documenti ufficiali è a mio avviso palese che tale criterio intervenga solo per decidere se cambiare la decisione, e non prima, per decidere se effettuare la review.
    Anche logicamente, se l’errore fosse chiaro già live, che bisogno ci sarebbe della manfrina della review?
    Inoltre, se l’errore che fa scattare la review fosse chiaro, come si spiegano i casi di review che non cambiano la decisione?
    Grazie

    • Stav
      Stav dice:

      Anche due… in Inter-Fiorentina
      Rigore per fallo di Astori su Icardi: assegnato, review, confermato.
      (Presunto) rigore per fallo di Miranda su Simeone: non assegnato, review, confermata la non assegnazione.

      (Sono lo stesso di twitter, mi dica lei se preferisce proseguire qui o lì, ma ci tengo a proseguire perché penso sia molto importante chiarire questo aspetto)

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Inter-Fiorentina.
      Astori / Icardi: review, Tagliavento NON guarda il monitor.
      Miranda / Simeone: review, Tagliavento NON guarda il monitor.

      Il mio riferimento al 100% di decisioni cambiate, riguarda i casi in cui l’arbitro si avvale dei monitor. Quando ciò è accaduto, finora ha SEMPRE cambiato la propria decisione.

  5. Dany
    Dany dice:

    A episodi uguali,fornisci Valutazioni diverse…mi sa tanto che nemmeno tu hai capito bene come funziona…

I commenti sono chiusi.