Stephanie Frappart per Liverpool-Chelsea: anche la UEFA cede al populismo, con buona pace della meritocrazia

Meglio essere chiari da subito: mi auguro che Stephanie Frappart esca dal campo come trionfatrice della serata, che diriga perfettamente la partita, che possa rappresentare al meglio l’intera categoria arbitrale.

Detto ciò, la designazione della francese per la Supercoppa Europea del prossimo 14 agosto, in programma ad Istanbul tra Liverpool (vincitore della Champions’ League) ed il Chelsea (vincitore dell’Europa League) è una scelta che non ha alcuna spiegazione logica se non l’unica possibile: populismo.

Avallare questa decisione oppure rallegrarsene significherebbe andare contro qualsiasi principio che ho sempre sostenuto come base per la nostra attività: i risultati devono seguire la meritocrazia, altrimenti saltano tutti i più basilari fondamenti di una qualsiasi carriera, sia essa arbitrale o dirigenziale.

Il calcio femminile, nei recenti Mondiali, ha goduto di una visibilità mai concretizzatasi in precedenza, frutto di un’eccellente opera di sensibilizzazione, di sponsorizzazione e di divulgazione.

Non lo nego: è stata la prima manifestazione di calcio femminile che abbia mai seguito con un certo interesse.
Non certo per sessismo o altre stupidate del genere: semplicemente ci sono discipline che mi interessano più di altre. Per specificare, onde evitare di cadere in polemiche senza alcun senso: seguo più la pallavolo femminile rispetto a quella maschile, adoro l’eleganza della ginnastica femminile e trovo inguardabile la ginnastica maschile.

Al di là di ciò, la designazione di Stephanie Frappart tutto può essere tranne che una scelta meritocratica.
E’ vero: ha diretto benissimo la finale dei recenti Mondiali Femminili in Francia tra Stati Uniti ed Olanda ma non basta per giustificare la scelta della UEFA di indicarla come arbitro della Supercoppa Europea tra Liverpool e Chelsea.

La meritocrazia, con questa decisione, diventa un inutile orpello sacrificato al populismo più spicciolo.
Sono il primo ad essere felice delle donne arbitro che hanno portato una ventata di novità in un’attività che ha ancora fortissimi connotati maschili. Non ho mai negato che, nella mia attività, sono stato affiancato da donne di grandi qualità, tecniche ed umane: ricordo Sabina Fontana, bergamasca, prima assistente che mi abbia “accompagnato” in campo ai tempi dell’Eccellenza, Cristina Cini, fiorentina, straordinaria assistente con decine di presenze in Serie A. Mi vengono in mente anche Elena Tambini, arbitro della mia stessa sezione e che ha ottenuto molto meno di quel che avrebbe meritato e Carina Vitulano, altro arbitro che forse ha raggiunto (in Italia) risultati inferiori a quelli a cui avrebbe potuto aspirare.

A titolo esemplificativo cito solo le ultime tre edizioni della Supercoppa Europea, la terza competizioni per importanza nel palmares di un arbitro internazionale:

9 agosto 2016, Trondheim: Real Madrid – Siviglia 3-2 (6 ammoniti, 1 espulso). Arbitro: Milarad Mazic, internazionale (al momento della competizione in oggetto) da 7 anni, esordio in Europa League nel 2010, esordio in Champions’ League nel 2012. La finale di Supercoppa arriva dopo 4 anni di presenza in Champions’ League.

8 agosto 2017, Skopije: Real Madrid – Manchester United 2-1 (4 ammoniti). Arbitro: Gianluca Rocchi, internazionale da 9 anni, esordio in Europa League nel 2009, esordio in Champions’ League nel 2010. La finale di Supercoppa Europea arriva dopo 7 anni di presenze nella massima competizione europea per club.

15 agosto 2018, Tallin, Real Madrid- Atletico Madrid 2-4 (d.t.s., 8 ammoniti). Arbitro: Szymon Marciniak, internazionale da 7 anni, esordio in Europa League nel 2012, esordio in Champions’ League nel 2014. La finale di Supercoppa Europea arriva dopo 4 anni di presenza nella massima competizione europea per club.

Insomma, la Supercoppa Europea è sempre stata un designazione di prestigio, solitamente una tappa di passaggio prima della finale delle due competizioni maggiori.

Come avrete notato ho inserito anche i provvedimenti disciplinari assunti nelle ultime tre finali, utile per spazzar via anche le eccezioni di chi sostiene che si tratti di una sorta di amichevole estiva: nulla di tutto ciò, sarebbe assurdo anche solo pensare che una coppa internazionale possa essere anche solo lontanamente ad una amichevole. Oltre a portare nelle casse del club vincitore 4 milioni di euro.
Pochi?
Pochissimi per un club che fattura centinaia di milioni ma certamente non due spiccioli, a cui bisogna aggiungere anche l’indotto (una vittoria genera altri introiti, per quanto possa trattarsi di una “amichevole”…).

Ancora, vediamo (per semplice curiosità) gli arbitri delle ultime dieci edizioni di Supercoppa Europea:
2009 – De Bleekere
2010 – Busacca
2011 – Kuipers
2012 – Skomina
2013 – Eriksson
2014 – Clattenburg
2015 – Collum
2016 – Mazic
2017 – Rocchi
2018 – Marciniak.

Come possiamo notare, arbitri giunti all’impegno con enorme esperienza alle spalle.

Nota di cronaca: la designazione, al di là delle dichiarazioni di facciata, è stata accolta con pochissimo (se non nullo) entusiasmo nel mondo arbitrale. Nei prossimi giorni sentirete e leggerete commenti entusiasti di dirigenti, commentatori, addetti ai lavori.
Ecco, sappiate che il mondo arbitrale non ha affatto accolto bene questa scelta che, di fatto, ha tagliato fuori dalle scelte un numero considerevole di arbitri che da anni lavorano per raggiungere un obiettivo del genere.

Una curiosità.
Una delle assistenti si chiama Manuela Nicolosi, appartiene alla Federazione Francese da anni ma è italianissima, provenendo da una sezione AIA laziale (ove ha iniziato la sua attività), si è trasferita in Francia per questioni personali.

Una designazione che, populisticamente, troverà senza dubbio grandi apprezzamenti ma che, di fatto, è un clamoroso autogol per tutto il movimento arbitrale, soprattutto alla voce meritocrazia.
Di questo argomento abbiamo parlato tante volte, soprattutto nell’ultimo anno commentando la vicenda Gavillucci.

La sensazione, davvero antipatica, è che questa scelta sia solo una questione comunicativa, per cavalcare il successo (innegabile) del Mondiale Femminile. Ma non è certo calpestando la meritocrazia che si valorizza un intero movimento. Se proprio si voleva puntare sulle donne, si poteva tranquillamente proporle per le fasi eliminatorie delle competizioni europee (ed invece l’ultima donna designata nei preliminari di Europa League risale al 2009, dieci anni fa).

Per quanto mi riguarda uno scivolone ingiustificabile perché, a questo punto, su quali basi si procede alle promozioni nelle varie fasce di merito europee?
La finale di Supercoppa Europea è sempre stata affidata ad arbitri Elite, a cui si giunge dopo anni (Massa, già esordiente in Champions’ League, non è ancora categoria Elite, potrebbe FORSE diventarlo a dicembre) di esperienza. Con tutto il rispetto per la Frappart, la sua scelta è calata dall’alto, senza alcuna esperienza nelle competizioni maschili (non mi soffermo nemmeno sulla differenza tra categorie maschili e femminili, solo un ipocrita potrebbe ritenerle insussistenti o marginali).

Spiace essere fortemente contrari ma, in un periodo nel quale la meritocrazia sembra quasi un difetto, trovo inaccettabile una mossa del genere.

La seguirò con simpatia, spero in una prestazione perfetta ma ciò non mi farà cambiare idea: questa designazione non ha alcun senso, perlomeno per chi ritiene ancora valido il concetto di meritocrazia.

32 commenti
  1. minimamoralia
    minimamoralia dice:

    Non so nemmeno dire quanto ritengo sbagliato questo intero post, quanto la sua visione del tutto sia miope, quanto sia “arbitrale” nel senso deteriore del termine, ovvero figlia di una cultura di un’associazione che conosco bene e che si è sempre distinta per una sostanziale indifferenza alla questione femminile nel calcio come nell’arbitraggio. La designazione di un ottimo arbitro donna in una manifestazione di alto livello maschile è un segnale importantissimo, in un movimento bloccato da anni da disinteresse e maschilismo. Io ricordo ancora i sorrisini nelle riunioni tecniche nei confronti della sparuta rappresentanza femminile, trattata da mascotte. E’ proprio per questo che a me dei malumori di un movimento con una ferrea mentalità maschile, che di spazio alle donne ne ha lasciato pochissimo, potrebbe fregarmene di meno. Il movimento femminile sconta le pochissime possibilità che le sono state concesse, i pochi strumenti, le poche risorse, i pochi soldi. Non parte allo stesso livello degli uomini, anche in campo arbitrale, eppure un arbitro donna ieri sera ha arbitrato in modo dignitoso un super incontro maschile. E’ un segnale fondamentale, serve a comunicare alle ragazze che vogliono giocare e arbitrae che c’è veramente spazio anche per loro, che questo non è un mondo per maschi e fatto da maschi in cui sentirsi intruse. La meritocrazia in un gioco truccato è un inganno, e sono ben contento che la Uefa abbia fatto questo passo. Se sia facciata o solo il primo passo verso il sanare una ingiustizia grande come una casa, lo vedremo. Ma nel frattempo sui malumori degli arbitri mi faccio una liberatoria risata, pensando a quelle serate in sezione, con quel maschilismo che si respirava nel naso e nella gola.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Vivevi in una sezione marcia.
      Mi spiace per te ma la visione miope è quella di chi vedeva questi sorrisini che, alla sezione di Como, non si sono mai visti.
      Anzi, gli arbitri delle categorie superiori si alternavano per seguire i giovani della sezione e, naturalmente, anche le ragazze.

      Sul resto del commento, senza offesa alcuna, non ho capito niente.
      Gioco truccato?
      Meritocrazia un inganno?
      Ingiustizia de che?

      Boh.

  2. Giuseppe
    Giuseppe dice:

    Non credo che qualcuno abbia mai pensato che questa designazione sia per meriti.
    Capirei il discorso se d’ora in poi le donne, in quanto tali, scavalcassero gli uomini meritevoli nelle competizioni Uefa, ma ovviamente siamo lontanissimi da questo.
    É stato semplicemente un modo per rompere una barriera, per abbattere il luogo comune che vuole la donna non in grado di arbitrare una partita di alto livello.
    Per mostrarlo non a lei, che, conoscendo il mondo arbitrale, lo sapeva giá, ma a chi di luoghi comuni si nutre.
    Ottima iniziativa a mio parere, ma è ovvio che si tratta di un caso isolato.

  3. Andrea
    Andrea dice:

    Letto confermato sottoscritto.
    Un caro saluto da Genova rossoblu ?? così non puoi avere dubbi sull’ex arbitro che ti scrive

  4. Gabriele
    Gabriele dice:

    Ciao Luca,
    Cosa ne pensi di Legea nuovo sponsor tecnico delle divise degli arbitri?
    Le nuove divise sembrano belle.
    Hai idea come mai dopo così tanti anni c’è stato il divorzio con Diadora?
    Grazie, buon Ferragosto

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, non so il motivo per cui abbiano deciso di cambiare sponsor tecnico.
      A me le divise non dispiacciono però la scritta sulla schiena è decisamente eccessiva.
      Credo che le modificheranno nella prossima stagione.

  5. Alessio
    Alessio dice:

    Ogni tanto ci vuole il coraggio di uscire dagli schemi precostituiti e fare scelte rivoluzionarie: questa designazione a mio avviso è un passo in avanti verso la civiltà e il futuro, che potrà spalancare nuovi orizzonti per gli anni a venire. Non condivido gran parte delle Sue argomentazioni perché se nessuno ha mai il coraggio di uscire dagli schemi non si progredisce mai, se si segue sempre la logica si finisce per rimanere impantanati. La meritocrazia viene rispettata nella quasi totalità delle designazioni arbitrali, se per una volta si fa una scelta differente basata su altri criteri non credo sia necessario scatenare questo pandemonio.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      La meritocrazia è l’unico principio su cui si basa l’attività arbitrale.
      Se cominciano le eccezioni, è finita.
      Non accetterò MAI questa scelta.
      Sarò il primo tifoso, come sempre.
      Ma non mi allineo al perbenismo a tutti i costi.

    • Giulio Ongaro
      Giulio Ongaro dice:

      Sono sempre stato per la parita’ dei sessi e lo dimostro anche sul lavoro, ma questa e’ una grande minchiata. E’ un po’ come se dicessero: Megan Rapinoe ha fatto bene ai mondiali, metiamola nel LIverpool. Ho molto rispetto per la Frappart, ma ne ho anche moltissimo per gli arbitri che si sono fatti un mazzo per anni e vedono sfumare un bel premio per i loro sforzi. Poi, come si e’ visto ai mondiali femminili, il calcio maschile e quello femminile sono alquanto diversi. Non dico che uno sia meglio e l’altro peggio, pero’ certamente diversi. Ogni volta che si fa un salto di categoria (per cosi’ dire) ci vuole un periodo di adattamento, che qui manca completamente. Tra l’altro speriamo che vada tutto bene, perche’ una delle cose irresponsabili e’ che se va male puo’ danneggiare la causa delle donne arbitro. Non so se ci hanno pensato.

  6. Michele
    Michele dice:

    È solo questo il ragionamento da fare! Concordo. Purtroppo ne è uscita una sorta di guerra di religione è ormai pure io ho preso l’etichetta di sessista. Io non mi affiderò ad avvocati ma posso solo “bloccare”. Incredibile che non si possa comprendere un così semplice concetto come quello della meritocrazia, di percorsi, di gavetta, di merito e non di scorciatoie….e così non si fa cultura che è quella che serve per portare le donne a “meritarsi” di essere in campo in una finale!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      L’analfabetismo funzionale si concretizza nel non capire un concetto semplice.
      In questo caso il concetto semplice è la meritocrazia, non il sesso dell’arbitro: avrei scritto esattamente il medesimo articolo se fosse stato designato Doveri o Di Bello.
      Una volta lo si spiega con calma. La seconda anche. Alla centesima cazzata si passa alle vie legali perché gli analfabeti devono capire che, se non si capisce un concetto semplice, non si può diffamare pubblicamente una persona.
      Poi ci si lamenta se si viene governati da cialtroni che non sanno nemmeno il significato della parola “lavoro”…

  7. Gio
    Gio dice:

    Ho visto la finale dei mondiali femminili e la Frappart non mi pare avesse arbitrato così bene. Al netto di questo e tolti i mondiali ho guardato per curiosità la sua carriera. Ha 35 anni. Ad aprile esordio in ligue 1. Ad agosto finale di Supercoppa Europea. Praticamente è come se fosse stato designato Giua, Pezzuto o Ghersini. Detto questo, da collega, mi auguro faccia una grande partita!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Chiaro, sono il primo con te ad augurarmi la miglior prestazione arbitrale di sempre.
      Ma non cambierà di una virgola il mio pensiero: la meritocrazia, con questa scelta, è stata sacrificata per altri interessi.

    • Antonio Benedetto
      Antonio Benedetto dice:

      I danni che sta facendo il femminismo in questi anni non si fermano solo a questo episodio. Qui te ne accorgi perché è un mondo che ben conosci. Pensa agli uomini (persone che pretendono di essere donne anche se biologicamente uomini) che gareggiano (e vincono immancabilmente) contro le donne in molti sport ormai. Se qualcuno prova a dire qualcosa viene accusato di essere fascista e odiatore delle donne. Le stesse donne danneggiate da questa follia hanno paura a parlare.

      Ti consiglio di guardare il documentario The Red Pill disponibile su Amazon Prime Video, e capirai che questa vergognosa designazione è solo un granello di sabbia nello schifo che sta accadendo nel mondo a causa di queste presunte “battaglie femministe”.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Onestamente è un argomento che mi interessa poco perché lo ritengo marginale nella discussione su questo argomento.
      Quel che non si riesce a far comprendere è che sono IL PRIMO a volere le donne nel calcio ma non in questo modo. L’attività arbitrale si basa sulla meritocrazia secondo la filosofia del “criterio del merito”, non sulla base del “potere del merito”. E’un argomento di estrema difficoltà filosofica che, purtroppo, viene affrontato da persone che non hanno conoscenza del mondo di cui son stato parte per vent’anni e che vivo da trenta.
      La discussione, sfociata troppo spesso nella diffamazione in questi giorni, si basa su questioni che nulla hanno a che fare con il concetto centrale che ho evidenziato e che si sostanzia in quella che Nicchi (Corriere dello Sport, qualche giorno fa) ha correttamente definito come “gradualità”: le “porte” sono aperte a tutti ma attraverso un percorso per tappe che deve essere uguale per tutti.
      Se avessero designato Doveri o DI Bello (buonissimi arbitri), avrei scritto esattamente il medesimo commento.
      Se avessero deciso di designare tutte le donne internazionali per il primo turno dei preliminari di Europa League (laddove iniziano tutti gli internazionali), avrei lodato la UEFA per una magnifica apertura (perché è oggettivamente anacronistico che, per decisione di UEFA e FIFA, le donne arbitrino solo competizioni femminili).

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Il fatto che non mi piaccia la ginnastica maschile nulla toglie al valore di due favolosi atleti.
      Ma non vedo nulla di elegante nella disciplina maschile che si basa solo sulla potenza. La ginnastica femminile ha tutt’altra grazia.
      Se poi Cassina e Chechi se la dovessero prendere, spero di non incontrarli mai… 😀

  8. Roby
    Roby dice:

    Perfettamente d’accordo: ne ho parlato oggi con amici sotto l’ombrellone e meno circostanziatamente abbiamo argomentato anche noi così.

  9. Rocco
    Rocco dice:

    Caro Luca, sottoscrivo il Suo discorso in ogni sua singola riga! E rincaro la dose: non sarebbe stato più meritocratico a questo punto designare Bibiana Steinhaus, se proprio era necessaria una designazione femninile?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      L’avrei criticata ugualmente e per lo stesso motivo: non ha il background sufficiente per essere scelta per una gara del genere.
      Purtroppo, come temevo, si è inserito il concetto di sessismo che non c’entra un accidente col discorso: ormai la meritocrazia sembra quasi un difetto…

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Vero.
      Ma non sarebbe cambiato nulla: la Steinhaus la meritava quanto Doveri o Di Bello o Fabbri, cioè zero.
      Ed avrei scritto esattamente lo stesso concetto.

  10. Stevanato Dimitri
    Stevanato Dimitri dice:

    Vorrei non commentare, ma proprio non ce la faccio. Diversi anni fa vennero promosse, per la questione quote rosa, due ragazze e due ragazzi dalla C1 in serie B di calcio a 5. Avevo visto arbitrare qualche settimana prima una di queste due ed era imbarazzante. Chiesi al mio organo tecnico il perchè di questo premio e mi fu detto che bisognava spingere la parte femminile. Io gli risposi che le promozioni DOVREBBERO essere solo ed esclusivamente un fattore meritocratico. Mi rispose che i due “primi esclusi” sarebbero andati alla CAN l’anno successivo, perchè forti. Io gli risposi che per i sacrifici che si fanno in una stagione sportiva era allucinante che si ragionasse in questo modo e che era una vergogna. Questo lo scrivo perchè, purtroppo, troppe volte ci sono stati e ci sono, nel nostro ambiente, ragionamenti del genere. In cuor suo, anche la stessa arbitro lo sa che non è là per meritocrazia, e questo non è proprio il massimo per uno sportivo.

  11. Riccardo
    Riccardo dice:

    Buongiorno Luca.
    Preso atto della tua contrarietà a questa scelta, non pensi che una sua buona prestazione possa contribuire a cambiare l’immagine di uno sport (calciatori ed arbitri) che finora si è identifica quasi esclusivamente con i maschi? Io mi ricordo che qualche mese fa un fenomeno di giornalista ha reputato indegna un’assistente per il semplice fatto di essere donna. Concordo sul discorso della meritocrazia, ma non farei una colpa il fatto di provare a mandare un segnale contro questa mentalità.
    Grazie e complimenti per il blog

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Avrei accolto con favore un’inserimento di due, tre, dieci, cento donne nelle coppe internazionali se avessero iniziato dai preliminari.
      Per quale motivo gli internazionali devono iniziare dai turni di luglio dei preliminari UEFA e la Frappart (per quanto brava, innegabile) lanciata direttamente nella finale di SUpercoppa Europea?
      In questo strano mondo la meritocrazia sta quasi diventando un difetto…

      Su quel tizio è inutile spendere parole, fui IL PRIMO a condannarlo pubblicamente chiedendo l’espulsione dall’Ordine dei Giornalisti. E’ tutt’altro discorso e, se permetti, è quasi un insulto paragonare quel che ho scritto con i commenti indecenti di quel personaggio.

    • Riccardo
      Riccardo dice:

      Nono assolutamente. Lungi da me fare paragoni: l’ho citato solo per fare un esempio, perche purtroppo sono in tanti a pensarla come quel tizio

    • Giulio Ongaro
      Giulio Ongaro dice:

      Come e’ anche vero che una cattiva prestazione potrebbe danneggiare la causa delle donne arbitro. In Inghilterra c’e’ un’assistente nella Premier League e mi pare ci sia arrivata facendo gavetta. L’ho vista lavorare diverse volte e mi sembra in gamba. E’ li’ da un po’.

I commenti sono chiusi.