Rizzoli, la Germania, la Francia, la finale e gli immancabili complottari…

Germania – Francia, la finale anticipata.

Avrei mai potuto iniziare un approfondimento non citando la sciocchezza per eccellenza ascoltata in questi giorni?
Germania – Francia non è stata la finale anticipata, poiché non esiste una finale anticipata. Il titolo Europeo non l’ha vinto la Francia ieri sera, come non lo vinse il Portogallo nell’edizione giocata in casa e persa in finale contro la Grecia, che veniva identificata come la vittima sacrificale perfetta.

Germania – Francia è stata una semifinale diretta in modo impeccabile dalla cinquina italiana. Ma semifinale rimane.

Eliminiamo subito qualsiasi dubbio ai bacchettoni della tastiera.
Ho provato invidia per Rizzoli, per Tonolini, per Di Liberatore, per Damato e per Orsato.
Ho provato invidia per ogni singolo spettatore abbia potuto assistere ad una qualsiasi gara di questi europei.

L’invidia è un sentimento umano, assolutamente naturale. Chi non vorrebbe essere in mezzo al campo a dirigere una semifinale di un Campionato Europeo? Chi non vorrebbe essere chiamato nel gruppo dei prescelti per dirigere una manifestazione del genere? Esiste un arbitro che, almeno una volta, non abbia sognato di scendere in campo con Francia e Germania in mezzo a 60mila spettatori?

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In un Europeo tecnicamente molto deludente, la semifinale di ieri sera è stata certamente di un qualità leggermente superiore alla media.
Germania superiore da ogni punto di vista nel primo tempo ma che, sulla distanza, ha pagato l’enorme fatica per eliminare l’Italia mentre la Francia è arrivata a Marsiglia sulle ali dell’entusiasmo popolare e dopo la passeggiata di salute con l’Islanda, sorprendente ma senza i mezzi minimi per opporre resistenza ai galletti.

Una serata in cui sono emerse le qualità di Pogba (finalmente la prima gara all’altezza, voto 7,5), il talento cristallino di Griezmann (voto 8, non oso immaginare a quanto lo venderà l’Atletico Madrid), la sicurezza di Lloris (7,5, portiere sottovalutato che ha stravinto il confronto a distanza con Neuer, voto 5,5) e l’acume tattico di Deschamps (voto 7). Nota di particolare apprezzamento per il centrale Samuel Umtiti (voto 7), 22enne di cui sentiremo parlare e che ha fatto dimenticare in fretta Ramy (voto 6 nel complesso).

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Dall’altra parte una squadra solidissima, con tanto talento affaticato (Ozil, voto 5 e Muller, voto 5), una difesa solida ma azzoppata (Hummels squalificato e Boateng [voto 7] rotto) che ha retto bene cedendo solo per due errore giganteschi prima di Schweinsteiger (voto 4) e poi dell’intera linea difensiva. Ciò che è mancato, alla fine, è stato il finalizzatore delle tante occasioni da rete costruite: non è certo un caso che, contro l’Italia, i tedeschi abbiano segnato grazie ad un nostro errore e, nella semifinale di ieri, abbiano faticato a centrare la porta avversaria. L’assenza di Gomez (voto 6,5) si è sentita eccome ma è mancata, soprattutto, un reparto offensivo all’altezza.

Detto della gara in generale, la serata di ieri era attesa, per noi appassionati, soprattutto per vedere all’opera la nostra ultima squadra, quella capitanata da Nicola Rizzoli (voto 8), chiamato all’ennesimo appuntamento di alto livello, probabilmente l’ultimo di una carriera che gli ha regalato le finali di Europa League, di Champions’ League, del Campionato Mondiale. Mancava la finale dell’Europeo, che non è arrivata.

In sintesi: non è riuscito a superare il designatore UEFA Collina ma solo ad eguagliarlo… 

Nel solco di quanto visto durante tutta la competizione, anche ieri sera abbiamo assistito ad uno spettacolo tecnico non eccezionale ma connotato da una correttezza straordinaria: proteste limitatissime, numero di falli contenuto, rispetto per l’avversario e per il direttore di gara.

Due gli episodi più importanti della gara, entrambi nel primo tempo.

Dopo pochi minuti incursione della Germania nei pressi dell’area di rigore francese. Rizzoli in perfetto controllo dell’azione non si accorge di un fallo piuttosto evidente al limite dell’area, da sanzionare con un calcio di punizione. Il contatto avviene al di fuori dell’area, non c’è rigore. Errore evidente, abbastanza inspiegabile e che priva la Germania di una buona opportunità per impensierire Lloris.

L’episodio fondamentale arriva al minuto 45’21”, sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
Tanti gli aspetti da evidenziare in questo singolo episodio: il tempo di gioco, il fallo, la decisione, le ammonizioni.
Andiamo con ordine.

Tempo di gioco.

Il calcio d’angolo viene conquistato dai francesi al minuto 44 e 45, quando mancano ancora 15 secondi al termine della prima frazione di gioco. A prescindere dal recupero o meno segnalato, è corretto concedere la possibilità alla Francia di usufruire dell’angolo, proprio in considerazione del fatto che l’azione si è conclusa quando mancavano ancora parecchi secondi allo scadere. Diverso sarebbe il discorso se, per ipotesi, il pallone fosse uscito dal terreno di gioco ad 1/2 secondi dalla fine del tempo, dato che sarebbe difficile ipotizzare la battuta dell’angolo e la conclusione dell’azione in un secondo o poco più. Quindici secondi, al contrario, possono sembrare sempre pochi ma, nel calcio, sono un’eternità durante la quale può accadere di tutto. Come ovviamente accade.

Passa un po’ di tempo tra l’assegnazione dell’angolo e la battuta a causa delle solite trattenute in area, più per prendere posizione che per impedire i movimenti degli avversari.

Nota: spesso abbiamo visto, in passato, gli arbitri mandare le squadre negli spogliatoi esattamente allo scoccare del 45esimo, in talune circostanze impedendo la battuta di un calcio d’angolo o di un calcio di punizione. Legittimo, per carità, ma fastidioso. Fastidioso perchè la sensazione è stata spesso quella che l’arbitro preferisse evitare un’episodio contestato proprio durante secondi addizionali non segnalati.

In questi Europei, al contrario, si è assistito spesso ad episodi di questo tipo, con calci d’angolo e punizioni ugualmente battute oltre il termine concesso ma “guadagnato” prima che scadesse.

Lo affermo chiaramente: mi piace. Mi piace perchè trovo scorretto impedire alla squadra in attacco di non usufruire di quei pochi secondi di gioco che sono stati tolti dagli avversari con una deviazione o, peggio, con un fallo. E’ giusto che tutti i secondi mancanti vengano recuperati, soprattutto se possono portare ad azioni propizie per realizzare una rete.

Mi auguro che questa direttiva venga, dalla prossima stagione, recepita anche nelle competizioni nazionali ed internazionali.

Il fallo

Dopo la battuta del calcio d’angolo, il pallone spiove in area di rigore e si lanciano nella contesa Evra e Schwainsteiger. Siamo al minuto 45 e 21.

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Il fallo di mano è evidente, per quanto in pochissimi se ne siano accorti, sia da casa (alzo le mani ed ammetto di non averlo visto) sia (soprattutto) allo stadio, dato che le proteste in campo e dagli spalti sono praticamente inesistenti. Dopo il fischio lo stadio si ammutolisce perchè non capisce cosa stia accadendo, così come pare che anche parecchi calciatori non riescano ad intuire la decisione di Rizzoli.

La decisione

La domanda è più che legittima. Chi ha deciso di assegnare il calcio di rigore alla Francia? Rizzoli? Tonolini? Damato?

Stiamo entrando in un argomento tecnico, più interessante per gli arbitri e per gli appassionati che per i tifosi. La dinamica ci dimostra di quanto sia stata fondamentale la comunicazione e la collaborazione in questa particolare circostanza, in particolare tra Rizzoli e Damato.

Come accennato in precedenza, il contatto tra il pallone e la mano di Schwainsteiger avviene al minuto 45 e 21.
In un primo momento Rizzoli rimane praticamente immobile. Ha la visuale libera ma il contatto si concretizza ad almeno una decina di metri di distanza e, inoltre, la dinamica porta il pallone dalla parte opposta rispetto a Nicola. Il sospetto di un contatto illegittimo lo ha avuto e lo si intuisce proprio dal movimento di Rizzoli: in circostanze dei questo genere, cioè di calci d’angolo con pallone respinto, l’arbitro si mette subito in movimento per seguire l’azione, per non essere d’intralcio nella posizione di partenza, per cercare migliore visuale sul prevedibile cross al centro.
Al contrario Rizzoli non si muove, tipico atteggiamento che si rileva quando un arbitro:

  • sta pensando a cosa fare
  • sta comunicando con i propri collaboratori

In questo caso pare evidente che vi sia stata una comunicazione tra arbitro, addizionale ed assistente. Tanto che il fischio arriva al minuto 45 e 24, tre secondi dopo il fallo

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Come è facile notare dalla terza immagine, è passato un secondo dal fischio di Rizzoli e l’arbitro comincia ad avviarsi verso il dischetto del rigore mentre i calciatori, tutti… rimangono perplessi. Non si vedono braccia alzate, non si vedono proteste, in sostanza regna incertezza.
Se proprio devo trovare una pecca nella serata di Rizzoli, è questa titubanza nell’avviarsi verso il dischetto. Il motivo è presto detto: ha avuto l’intuizione, non ha visto chiaramente il tocco di mano (praticamente impossibile averne certezza), deve fidarsi del collaboratore (Damato, 10 e lode per il coraggio di una decisione così importante) ed ha il (normale) terrore di indirizzare la gara con una svista colossale.
Nulla di grave, per carità, ma la semplice dimostrazione che gli arbitri sono esseri umani…

Sanzioni disciplinari

Molti hanno notato la differenza tra il rigore fischiato a Boateng con l’Italia e quello di ieri sera. Boateng non è stato ammonito mentre Schwainsteiger sì.
Perchè questo differenza? Errore di Kassai od errore di Rizzoli?
In realtà nessuno dei due ha sbagliato, perlomeno dal mio punto di vista. Boateng ha colpito col braccio un pallone che non era pericoloso praticamente per nessuno (dietro c’erano solo difensori tedeschi), ieri sera il capitano tedesco ha anticipato Evra che, colpendo di testa, avrebbe potuto mettere il pallone al centro dell’area nella quale c’erano parecchi compagni di squadra. Differenze sottili per un fallo uguale per classificazione ma completamente differente per dinamica.

Anche sul successivo cartellino giallo sventolato ad Ozil, in molti mi hanno chiesto se il rosso sarebbe stato eccessivo.
La risposta può sembrare permeata di paraculismo ma vi invito solo a riflettere, a mettervi al posto di un qualsiasi arbitro e di pensare con la loro testa  all’interno del terreno di gioco.

La risposta che ho dato ieri sera (e di cui sono convintissimo anche oggi) è la seguente:
– il rosso non sarebbe stato campato per aria, il giallo ci sta. Siamo davanti ad un paio di miliardi di spettatori, se il rosso non tende all’amaranto scuro e se il giallo ha una spiegazione logica… perchè andarsi ad incasinare la partita? Per un provvedimento che nemmeno i francesi si attendono? 

Ecco il buon senso, tante volte invocato A CASO!

Complottari in servizio perenne

Potevano mancare? Potevano mancare i soliti devastati da tastiera? Potevano mancare coloro che hanno visto chiaramente favori arbitrali ai francesi? Potevano mancare gli spalatori di letame?

Potrei spendere mille parole per definire questi soggetti ma ho deciso, scrivendo la prima riga, che non ne varrebbe la pena: chi ha la testa piena di scemenze del genere, non avrà nemmeno il buon senso di leggere per capire. Rimarrà con le proprie idee sciocche, con le proprie tesi da complottaro e continuerà a comunicare con coloro che perdono tempo sulle medesime cretinate condivise.

Affari loro.

Noi discutiamo serenamente per crescere, loro continuino pure a scrivere scemenze. E’ sufficiente ignorarli…

3 commenti
  1. Gabry
    Gabry dice:

    Assolutamente d’accordo sul fatto che Collina non avrebbe mai permesso ad un arbitro di essere “più in alto” di lui. Detto questo Collina era il mio mito, grande in Italia e nel mondo. Nicola purtroppo dovrebbe fornire delle prestazioni diverse in ambito nazionale, troppo spesso scadenti. Orsato è di un altro pianeta! Speriamo di vederlo presto, Daniele, al posto di Nicola (bravissimo comunque) e che non ci sia per caso un Rocchi a rompere le uova nel paniere. Scusa la divagazione ma dovevo scriverlo! Bellissimo blog complimenti!

  2. DIMITRI
    DIMITRI dice:

    Si parla sempre di questa benedetta collaborazione tra arbitro, assistenti e collaboratori di linea. Meno male che c’è qualche arbitro che ci crede e che l’utilizza. A velocità normale l’episodio del rigore era difficilissimo da vedere, e soprattutto da giudicare, troppo veloce. Si sono consultati? Bene. Hanno preso la decisione giusta? Ancora meglio! Nicola DOVEVA arbitrare la finale, punto a capo lettera maiuscola! Non l’ha fatta? Amen. Ci ha lasciato comunque il ricordo di un grandissimo arbitraggio, a livello di gestione, da scuola arbitrale! Ah, dimenticavo, …bell’articolo, …come al solito!

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