Recuperi Serie A: l’episodio più discusso in Sampdoria-Roma. Ma qualcuno ha davvero sbagliato?

I recuperi del campionato di Serie A ci consegnano una Lazio sempre più convincente (nonostante l’assenza di Immobile) ed un post partita polemico tra Sampdoria e Roma, gara decisa da una rete di Dzeko in pieno recupero e da un rigore sul quale si discuterà a lungo.

Lazio – Udinese 3-0, arbitro Banti

Due episodi a distanza di pochissimi minuti all’inizio del secondo tempo.
Al 53esimo minuto l’Udinese manovra il pallone all’interno dell’area laziale. Larsen cade a terra dopo un contatto con il capitano della Lazio Parolo:

Contatto Parolo Larson 52esimo Contatto Parolo Larson 52esimo 2

Classico episodio che, in altra circostanza, avrebbe potuto creare polemiche infinite.
Qualche dubbio rimane: Parolo interviene negligentemente sull’avversario che, per contro, crolla a terra con tanta, troppa facilità.
Perché i VAR non intervengono?
Questo episodio è molto interessante non tanto per discutere sul fallo o meno. Tanto per togliere la curiosità, a mio parere Parolo ha peccato di leggerezza, ha commesso un fallo negligente ed un calcio di rigore (al netto della sceneggiata di Larsen) sarebbe apparso più che legittimo.

Altro discorso sul possibile intervento esterno: siamo di fronte al classico caso di episodio da moviola e non da VAR.
Sono ben conscio che questo aspetto sia decisamente difficile da assimilare e son convinto che ci vorrà ancora molto tempo. Approfittiamone, dunque, per cercar di comprendere la differenza, fondamentale, tra moviola e VAR.
Ad oggi lo strumento tecnologico può essere utilizzato solo per chiari errori, cioè per episodi che siano completamente sfuggiti ad arbitro, assistenti e quarto ufficiale in campo. Il VAR, al contrario, non può entrare nel contesto delle valutazioni assunte, basate sul metro di giudizio dell’arbitro.
Una differenza che pare sottile ma che, in realtà, è molto ben delineata.
Prendiamo ad esempio due episodi di cui si è parlato abbondantemente:

Fallo di mano Mertens 2 Santon su El Shaarawy 61esimo 2

Il primo è Mertens a Crotone, il secondo Santon su El Shaarawy domenica sera a San Siro.
Nel primo caso si tratta di chiaro errore: Mertens controlla il pallone col braccio accompagnando il movimento. Mariani non colse la volontarietà, il VAR erroneamente non impose la “on field review” all’arbitro. Episodio senza alcun dubbio da VAR (qui l’approfondimento)

Nel secondo caso, al contrario, siamo di fronte ad un episodio da moviola.
Perché?
Perché, nel caso del contatto tra El Shaarawy e Santon l’arbitro Massa ha visto l’episodio, l’ha giudicato regolare ed i VAR non avrebbero potuto in alcun modo interferire col metro di giudizio applicato. Anche i VAR, in particolare, hanno visto davanti al monitor l’episodio come lo ha visto Massa: potrebbero aver avuto anche un’idea differente in merito, al limite avrebbero potuto anche giudicare il contrasto diversamente ma, in ogni caso, non ci sarebbe stata alcuna possibilità di intervenire per modificare la scelta, trattandosi di valutazione soggettiva. Ed infatti, se osserviamo senza magliette e con un minimo di obiettività, i parere in merito sono completamente differenti l’uno dall’altro (qui il testo completo su Inter-Roma).

L’episodio di Lazio-Udinese rientra in questo ambito: è senza dubbio vero che Parolo compie un gesto negligente, toccando le gambe dell’avversario ma è anche vero che Banti ha visto perfettamente quanto accaduto, ha visto il contatto e lo ha giudicato nei limiti del regolamento. Se, al contrario, avesse visto (per esempio) Parolo anticipare l’avversario, allora a quel punto i VAR avrebbero potuto chiamarlo ad una “on field review“, essendo palese l’abbaglio.

Si trattava di rigore, dunque?
A mio parere, e ricordando quel che spesso ripeto in merito ai rigori, questo episodio può ben essere classificato come il classico “rigorino”: un leggero contatto c’è ma non assegnare la massima punizione non può essere considerato un errore. Per portare un altro esempio, ricordiamo tutti il rigore assegnato alla Sampdoria nei minuti conclusivi della gara contro la Spal:

Rigore Ramirez 90esimo 2

Anche in questo caso, come ricorderete (qui), i VAR non intervennero sulla decisione di Pairetto e la ratio è la medesima: il rigore fu molto (ma molto…) generoso ma l’episodio non era da VAR bensì da moviola, dato che un tocco sulla gamba ci fu. Sanzione molto al limite ma, in ogni caso, non ribaltabile poiché è di prima evidenza che si trattò di una valutazione soggettiva sulla quale i VAR non avevano alcuna possibilità di interferire.

Secondo episodio pochi minuti dopo, attorno al 56esimo. Anche in questo caso decisione dell’arbitro avallata dopo un breve silent check. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, il pallone viene colpito in direzione della porta udinese e deviato col braccio sinistro da Perica:

Tocco di braccio Perica 56esimo

Episodio semplice, in realtà: pallone colpito da breve distanza, Perica cerca in tutti i modi di evitare il contatto portando il braccio quanto più vicino possibile al corpo, tocco totalmente involontario, nessun elemento concreto per poter ritenere punibile l’episodio. Giusto non assegnare un calcio di rigore, punibilità inesistente.

Sampdoria – Roma 1-1, arbitro Orsato

Su questa gara si discuterà parecchio e, nel futuro prossimo e remoto, l’episodio centrale verrà citato in mille articoli, mille moviole, mille trasmissioni.
Episodio molto, molto complesso non tanto per le risultanze ma per come si è concretizzato. Cerchiamo di portare un minimo di ordine in mezzo a decine di tesi più o meno campate per aria.

Al minuto 42 la Roma attacca l’area avversaria sul lato destro, davanti all’assistente numero 1 Paganessi. Strootman controlla il pallone, salta l’avversario col quale entra in contatto

Fallo su Strootman, gestualità Ferrari non si gira verso il pallone ma guarda avversario Fallo Ferrari Strootman 42esimo

Strootman salta di netto l’avversario, portando il pallone oltre Ferrari il quale (come si nota dalla seconda immagine) non tenta in alcun modo di girarsi verso l’area di rigore ma, con tanta esperienza, si frappone solo alla corsa del centrocampista della Roma.
Fallo?
Abbastanza evidente ma non sarebbe affatto un grave errore se Orsato decidesse da solo. Il problema emerge dalla sequenza delle immagini successive:

Paganessi Fallo Ferrari Strootman 42esimo gestualità Orsato

Nella prima immagine (fonte: Sky) viene immortalato il momento in cui l’assistente Paganessi segnala con la bandierina il fallo a favore della Roma. Nella seconda immagine, immediatamente successiva (un secondo o due, non di più), Orsato con ampi gesti ordina di continuare l’azione, assumendosi la responsabilità di valutare nei limiti del regolamento l’opposizione di Ferrari.
Chiariamolo subito: non si tratta di ostruzione, non si tratta di (sic!) danno procurato. Questo è un fallo di gioco, niente di più e niente di meno.
Ci torneremo tra poco.

L’azione, dunque, prosegue; ribaltamento repentino di fronte, Zapata corre per 40 metri prima di servire Ramirez che crossa al centro, ove trova l’opposizione di Kolarov:

42esimo fallo di mano di Kolarov, visuale Orsato

Orsato lascia proseguire e, ancora una volta, accompagna la sua decisione con un ampio gesto:

42esimo fallo di mano di Kolarov, gestualità Orsato

Questo gesto significa, in sintesi, che l’arbitro non ha notato nulla di irregolare e che, in mancanza di controllo visivo, non poteva in alcun modo intervenire.
Togliamoci ogni dubbio, anche in questo caso: questo calcio di rigore, in mancanza di VAR, non sarebbe MAI stato assegnato perché impossibile da vedere e valutare dal campo.
Al di là del fatto che Orsato si trovi in posizione perfetta (a chiusura di una sorta di diagonale larga per non intralciare il gioco e per seguire meglio l’azione sviluppatasi sulla linea laterale), il difensore della Roma colpisce il pallone col braccio destro, completamente coperto dal suo stesso busto. Allo stesso modo l’assistente non può aiutare Orsato, essendo impossibilitato a capire se il pallone, prima di essere nettamente colpito col braccio destro, sia stato deviato con altra parte del corpo (ciò che, a buona ragione, avrebbe reso il tocco non punibile):

Rigore per fallo di mano Rigore Kolarov posizione Orsato

Il primo frame ci consegna il netto fallo di mano di Kolarov, il secondo frame ben illustra come fosse impossibile per Orsato avere certezze su quanto accaduto.

Il problema inizia a concretizzarsi adesso.
Un minuto ed un secondo dopo il contatto tra Ferrari e Strootman, 42 secondi dopo l’intervento di Kolarov, Orsato interrompe il gioco in zona neutra (a centrocampo) su sollecitazione del VAR Mazzoleni. L’arbitro viene chiamato a bordo campo per visionare le immagini.

Quali immagini? L’episodio del tocco di mano? Oppure anche il contatto non fischiato tra Ferrari e Strootman?

Ho preso atto del fatto che, ancora una volta, l’episodio venga paragonato alla rete annullata alla Juventus a Bergamo per il fallo di Lichtsteiner su Gomez.
Ecco, per una volta e dopo venti tentativi a caso il paragone ha un senso: ci sono delle analogie sebbene si tratti di due contrasti completamente differenti. Nel caso di Bergamo, infatti, si trattò chiaramente di un fallo del tutto sfuggito a Damato e connotato da imprudenza, in questa circostanza di tratta di fallo visto e giudicato da Orsato e non punibile con sanzione disciplinare (al limite possiamo discutere di un’ammonizione per aver interrotto un’azione potenzialmente pericolosa, SPA). Insomma, sembrano episodi identici ma non lo sono, soprattutto per la percezione in campo dell’arbitro (lo ripeto: Damato, a Bergamo, NON vide il contatto Lichtsteiner/Gomez ma, al limite, lo intuì. E sulle intuizioni non si fischia). Ma senza dubbio hanno dei punti di contatto.

Torniamo alla “on field review“.
Mazzoleni, basandosi su quanto deciso da Orsato, decide di riversare in campo le immagini del fallo di mano. Fosse solo questo l’episodio, non ci sarebbero dubbi: tocco punibile, invisibile live, nessuna colpa da parte di Orsato, sia ringraziato il VAR.

Il problema nasce col fallo precedente.
Doveva Orsato rivederlo? Doveva Mazzoleni riproporlo?

Per quanto sembri facile la risposta, non lo è per niente. Mazzoleni, in estrema sintesi, avrebbe dovuto irrompere di forza in una valutazione soggettiva di Orsato che non solo indica con ampi gesti di aver ritenuto nei limiti il contatto ma ha anche “abbassato” l’assistente, di fatto sconfessando la scelta operata dal suo collaboratore.

A mio parere Mazzoleni non ha sbagliato: avrebbe avuto tutte le possibilità di far visionare le immagini ad Orsato, dato che si trattava della medesima azione e sebbene fossero passati circa 19 secondi. Nel gergo utilizzato dal protocollo si tratta della stessa APP (attacking possession phase). Nonostante ciò incontriamo un problema: Orsato ha valutato il contatto.

Siamo di fronte ad un chiaro errore?
Per quanto concerne il fallo di mano, nessun dubbio: l’arbitro non ha visto nulla o, al limite, ha potuto intuire qualcosa senza avere gli elementi minimi necessari. Il VAR, in questo caso, offre una prova inequivocabile tale da portare all’assegnazione del giusto calcio di rigore.

Per quanto concerne il fallo precedente, mi sento di assolvere Mazzoleni: posto di fronte alla scelta di intervenire o meno su un contatto avvenuto ad inizio azione, ha ritenuto di non invadere il campo della soggettività, avallando la decisione assunta in campo.

In realtà la responsabilità per quanto accaduto è di Orsato, per due motivi:
1 – il fallo è evidente: Ferrari, una volta vistosi superato, non prova nemmeno a girarsi verso il pallone ma ha indirizzato la sua attenzione solo sull’avversario, cercando in ogni modo di impedirne la progressione

Fallo di Ferrari su Strootman

Come possiamo notare, Strootman sta già guardando il pallone, Ferrari non ci pensa nemmeno, cominciando ad opporre il proprio corpo all’avversario. Movimento da giocatore esperto, furbo ma non per questo corretto;

2 – l’assistente Paganessi si trova a circa 10 metri dal contrasto, ha campo completamente aperto, la sua attenzione (non essendoci necessità immediata di valutare un fuorigioco) è tutta sulla coppia di calciatori di fronte a sé. Orsato, al contrario, si trova ad almeno 18/20 metri, pertanto più lontano. In casi come questi un arbitro non deve MAI contraddire il proprio assistente perché ciò significherebbe non avere la minima fiducia nella capacità decisionale del collega. Oltre a ciò solo un eccesso di supponenza può portare un arbitro ad assumere una decisione nelle sue condizioni visive. In proposito guardiamo ancora per un attimo l’ultima immagini: Orsato, pochi istanti prima del contatto e nel momento in cui Ferrari comincia a frapporsi davanti all’avversario, è totalmente impallato da un altro giocatore della Sampdoria.

Come può aver anche solo pensato di poter valutare con assoluta certezza? Ha deciso più con l’intuito che sulla base di una certezza.

Atteggiamento che, poi, si riverbera anche in una fattispecie successiva, sfuggita ai più:

Gomitata Strootman

Minuto 63, Strootman colpisce alla nuca (in modo involontario, sia chiaro) Ramirez. Orsato non fischia e Paganessi, a pochi metri, decide di “farsi gli affari suoi”. Scelta discutibile (doveva intervenire) ma comprensibile: se l’arbitro vuol fare tutto da solo, superando anche le sue segnalazioni, allora che faccia tutto da solo.

Se l’assistente si chiama assistente, un motivo ci sarà. Se la figura non viene più denominata “guardalinee” un motivo ci sarà.
Il motivo è che l’assistente fa parte di una squadra arbitrale ed ha come ruolo quello di assistere l’arbitro, non solo per segnalare fuorigioco e rimesse laterali ma anche falli sfuggiti all’attenzione del collega. Ovvio che Paganessi, vistosi contraddire in campo, successivamente abbia preferito non intervenire per evitare di essere nuovamente sconfessato.

Chiudo con due curiosità:

Barriera 93esimo Barriera 94esimo

Punizioni dal limite concesse alla Sampdoria rispettivamente al 93esimo ed al 94esimo.
Nel primo caso barriera ad 8 metri (posizione del pallone: 1 metro abbondante all’interno della mezzaluna, barriera 50 centimetri oltre il dischetto del rigore; considerando che il vertice della mezzaluna si trova esattamente a 9,15 metri, i calcoli son facili); nel secondo siamo più o meno a 7 metri (prendete a riferimento sempre la mezzaluna ed il dischetto del rigore).

Diciamo che, forse, anche in questi casi Orsato ha peccato un po’ di superficialità…

10 commenti
  1. Paolo
    Paolo dice:

    C’e un aspetto che non hai trattato. Orsato ferma il gioco quando già la palla è tornata in possesso della Sampdoria, quindi secondo me è già iniziata una nuova fase di attacco della stessa squadra. In questo caso non è troppo tardi per l’intevento del var ?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Sì, è corretto. Ma non conta il fatto che sia iniziata una nuova fase d’attacco, conta che il VAR non possa riproporre l’azione del fallo perché facente parte di un’azione già esauritasi in precedenza.
      Siamo comunque al limite: una review del contatto tra Ferrari e Strootman sarebbe stata difendibile ma il problema non si pone poiché Orsato ha visto (male, a mio parere), ha giudicato e corretto il suo stesso assistente.

  2. GG
    GG dice:

    Quindi se Ferrari sentendosi “saltato” si fosse girato verso l’area di rigore non sarebbe stato fallo??
    Grazie.

  3. Giovanni R
    Giovanni R dice:

    Io ritengo molto grave non far rispettare la distanza sulle punizioni. Puo’ seriamente influenzare l’andamento di una partita e non vedo come possa essere ritenuta una cosa tecnicamente difficile. Non vi possono essere davvero scusanti. Molti di noi se mostrassero la stessa negligenza e non curanza a lavoro non durerebbero molto.

  4. Adriano De Leonardis
    Adriano De Leonardis dice:

    Temo che Orsato stia facendo il Valeri… al contrario! Se Valeri, come giustamente Luca ha rimarcato in più occasioni, è apparso rivitalizzato dalla fiducia che (intelligentemente) Rizzoli gli sta riservando, Orsato invece, pur essendo persona ormai temprata alle intemperie dell’attività arbitrale, mi pare patire un periodo di malessere psicologico, che gli deriva dalla (ennesima) delusione in campo internazionale. Rizzoli dovrà utilizzare tutta la sua abilità per pungolare l’impegno e l’orgoglio di uno dei suoi (ahimè davvero pochi) arbitri di punta. E l’Aia (posto che l’attuale vertice ne abbia la forza) ha il dovere di porre in essere ogni azione “politica” e diplomatica per far sì che Orsato possa cogliere i traguardi che merita e che qualcuno che non lo ama molto (vero Collina?) di certo non agevola.

  5. Alessio
    Alessio dice:

    Gli assistenti hanno la tendenza a sbandierare ogni volta che qualcuno casca per terra davanti a loro. Infinite volte ho visto difensori pressati che si buttano palesemente e l’assistente subito sbandierare falli inesistenti. Per me fa bene l’arbitro centrale ad assumersi la responsabilità di fischiare i falli, dato che i giudizi degli assistenti sono spesso assurdi.

  6. Daniele
    Daniele dice:

    Luca può essere che Orsato abbia perso Delle certezze perché non va ai mondiali come arbitro ma solo come var , adesso vuole far vedere pure alla FIFAche è un arbitro di personalità , prendendosi molte responsabilità ?

I commenti sono chiusi.