Quarta giornata: buoni segnali per Rizzoli, ottima impressione da Piccinini a Lecce

La quarta giornata si conclude con spunti di positività per Rizzoli, coronando un turno di campionato molto soddisfacente e facendo seguito un sabato contrassegnato dalle eccellenti prestazioni di Doveri e La Penna,
Colpisce favorevolmente Piccinini, neopromosso in Serie A e che ha diretto con invidiabile sicurezza la gara di tra Lecce e Napoli, scelta che aveva molto sorpreso.

Sassuolo – SPAL 3-0, arbitro Mariani

Gara molto meno semplice di quel che potrebbe dire il risultato.

Al 29esimo del primo tempo la SPAL reclama per un calcio di rigore su Petagna, entrato in contatto con Peluso:

Mariani concede il calcio d’angolo, ignorando le proteste dei ferraresi.
Doppio errore di Mariani: il fallo c’è tutto e Peluso non devia il pallone in calcio d’angolo:

Dopo una premessa del genere, vi starete chiedendo per quale motivo il VAR non sia intervenuto.
Ebbene, il problema di questo episodio è che il fallo di Peluso (piuttosto netto) avviene al di fuori dell’area di rigore. Il VAR, in una circostanza del genere, non può intervenire né per segnalare il fallo perso da Mariani né, tantomeno, per correggere la decisione dell’arbitro sul calcio d’angolo.

Al 47esimo minuto il Sassuolo trova la rete del 3-0 con Duncan, lesto a ribadire in rete un passaggio involontario di Berardi che tocca il pallone dopo un contrasto col portiere della SPAL Berisha:

Arbitro ed assistente (Rossi, CAN B) lasciano concludere l’azione, correttamente. Subito dopo la segnatura di Duncan, l’assistente alza la bandierina per indicare la posizione di fuorigioco del centrocampista del Sassuolo:

Errore non certo marginale per Rossi: Duncan, al momento dell’ultimo tocco di Berardi, è in gioco di circa un metro. Quel che ha stupito, peraltro, è la lunga review di Abbattista: difficile capirne il motivo, probabilmente il VAR ha voluto valutare anche lo scontro tra Berardi e Berisha (non c’è nulla, solo un contatto dovuto alla dinamica dell’azione). Resta il fatto che oltre tre minuti di attesa sono decisamente troppi per un’azione oggettivamente di non difficile lettura.

Al minuto 91 la SPAL accorcia le distanze con una rete di Murgia che devia in porta un assist di Petagna.
Anche in questo caso Mariani e l’assistente Imperiale lasciano proseguire l’azione segnalando il fuorigioco in un secondo momento:

Se da una parte non possiamo sottacere un errore grave, in questo caso deve essere evidenziato un autentico capolavoro di Imperiale che individua il fuorigioco di Petagna sul tocco ravvicinato di Kurtic.
Perfetta la segnalazione (difficilissima), meno Abbattista: va bene voler essere attenti ma sei minuti abbondanti per decidere questo episodio sono un tempo inaccettabile.

Sampdoria – Torino 1-0, arbitro Giacomelli

Due episodi da approfondire nel pomeriggio di Marassi.

Al 39esimo minuto proteste del Torino per un presunto fallo di mano in area di rigore di Ferrari su un colpo di testa di Bremer:

Breve consulto di Giacomelli col VAR Mazzoleni che, nel giro di pochi secondi, conferma la scelta dell’arbitro di non fischiare.
Scelta facile: non c’è alcun tocco di mano o braccio, il difensore della Sampdoria ha colpito il pallone con il petto.

Al minuto 56 la Sampdoria trova la rete della vittoria con Gabbiadini.
Il Torino lamenta un presunto fallo non fischiato ai danni di Lyanco da parte dello stesso autore della rete:

Anche in questo caso c’è stato un consulto col VAR (come peraltro accade per ogni rete realizzata e per ogni episodio in area di rigore) risoltosi velocemente:

Non c’è alcuna irregolarità da parte di Gabbiadini. Lyanco tenta di rinviare maldestramente sotto l’attacco del giocatore della Sampdoria che approfitta del cattivo controllo del difensore e supera il portiere avversario. E’ stato un contatto fisico ma senza alcun elemento di irregolarità.
Rete convalidata e decisione senza ombre.

Lecce – Napoli 1-4, arbitro Piccinini

E’ la gara che ho scelto di vedere ieri pomeriggio, ovviamente per seguire in una gara impegnativa Piccinini, neopromosso in Serie A.
Una designazione che ha certamente sorpreso tutti gli addetti ai lavori perché, solitamente, le grandi squadre in trasferta vengono affidate ad arbitri con almeno qualche mese di esperienza nella massima serie. Rizzoli, al contrario, ha deciso di forzare un po’ le tappe per il forlivese che già nella scorsa stagione, quando impegnato in Serie A, aveva mostrato una maturità superiore alla media dei colleghi della cadetteria. Fiducia abbondantemente ripagata con una prestazione di spessore, senza dubbio facilitata dalla netta superiorità mostrata dal Napoli in una partita che ha comunque offerto spunti di sicuro interesse, in particolare per autorevolezza, capacità di farsi accettare da calciatori mai incrociati prima, precisione tecnica e decisionismo. Primo esame superato in scioltezza.

Sì, lo ammetto: Piccinini mi piace molto e spiace solo che sia arrivato tardi nella massima serie. Purtroppo questa è la conseguenza della scelta inspiegabile, datata 2010, di dividere CAN A e CAN B.

Al minuto 34 il Napoli chiede un rigore per un fallo di mano in area di rigore, sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto dalla destra da Insigne:

Come sempre, questi episodi sono di una difficoltà pazzesca, anche nel caso in cui l’infrazione sia palese.
In presa diretta non mi ero accorto di nulla ma la “spia di allarme” si è immediatamente accesa osservando le proteste dei calciatori del Napoli. Piccinini ha lasciato proseguire l’azione, assegnando infine un calcio d’angolo per gli ospiti. Immediato l’intervento del VAR Pasqua che richiama il collega alla “on field review“:

Il tocco di mano di Tachtsidis è netto: braccio abbondantemente in posizione innaturale, molto alto e su un pallone che spioveva da molto lontano. Piccinini decide molto velocemente ed assegna il calcio di rigore.
Nulla da obiettare sulla sanzione tecnica, sbagliata la sanzione disciplinare: l’ammonizione del difensore del Lecce non ha alcuna spiegazione, ormai sappiamo che su un cross non è previsto il cartellino tranne in circostanze eccezionali (e non è questo il caso). Forse l’unico errore del pomeriggio di Piccinini.

Insigne si incarica di tentare la trasformare il calcio di rigore ma sbaglia. Il portiere del Lecce Gabriel intercetta il pallone che viene poi allontanato dalla difesa.
Piccinini interrompe immediatamente il gioco ed ammonisce Gabriel, evidentemente resosi colpevole di aver effettuato un movimento anticipato:

Nessun dubbio sulla decisione che, però, non è stata presa da Piccinini (lontanissimo dalla linea di porta e che era impossibilitato a giudicare la posizione dei piedi di Gabriel). A richiamare l’arbitro non è stato il VAR (che non ha avuto il tempo per accertarsi dell’irregolarità) bensì l’assistente Galetto (sempre più affidabile). Decisione perfetta: Gabriel, al momento del tiro, è già oltre la linea di porta con entrambi i piedi.

Una precisazione in merito.
Durante i Mondiali Femminili l’IFAB ha annunciato la depenalizzazione del portiere colpevole di un movimento anticipato ma tale depenalizzazione è valida solo ed esclusivamente per i tiri di rigore, cioè quelli calciati dopo i supplementari per decidere la squadra vincitrice. L’ammonizione, invece, deve essere comminata nel caso in cui tale infrazione si concretizzi nei tempi regolamentari o supplementari.

Al minuto 57 Piccinini fischia un secondo calcio di rigore, questa volta concesso per un fallo di Ospina su Farias:

Il fatto che Farias salti il portiere del Napoli non ha alcuna valenza per giudicare l’irregolarità: se il giocatore del Lecce non avesse saltato, sarebbe stato preso in pieno dal portiere del Napoli. Non è necessario che, per ottenere un calcio di punizione diretto o di rigore, un calciatore debba farsi travolgere, è del tutto legittimo che tenti di evitare un contatto pericoloso per la sua integrità.
Calcio di rigore non solo legittimo ma doveroso, bene Piccinini a fischiare.

Bologna – Roma 1-2, arbitro Pairetto

Altra designazione non proprio attesissima ma che rientrava nel gioco delle possibilità (d’altronde il piemontese si avvicina alle cento partite di serie A, se non comincia ad ottenere impegni del genere adesso…).

Gara con tantissime ammonizioni e che offre tre episodi da affrontare, tutti nel secondo tempo.

Al 53esimo minuto il Bologna ottiene un calcio di rigore per un contatto tra Kolarov e Soriano:

Come possiamo notare, non eccezionale la linea di visione di Pairetto che, al momento del contatto, è perlomeno parzialmente coperto da un calciatore del Bologna.
Probabile che la decisione di assegnare il calcio di rigore sia il frutto di una mezza sensazione più che di una certezza:

La linea di visione approssimativa non ha impedito a Pairetto di assumere una decisione tecnica che può tranquillamente essere condivisa.
Kolarov entra con molta, forse eccessiva foga sull’avversario, di fatto travolgendolo con il corpo e con la gamba destra. A mio parere il rigore è una scelta corretta.

Al 64esimo minuto proteste della Roma per un presunto fallo di mano commesso da Denswil in area di rigore:

Il tocco di mano c’è ma sicuramente NON punibile: il difensore del Bologna si ritrova il pallone addosso dopo la deviazione di Dzeko, tenta in ogni modo di togliere la mano che, peraltro, è vicinissima al corpo, non aumentando minimamente lo spazio occupato.
Il check di Calvarese dura pochissimi secondi, giusto quelli necessari per accertarsi che non c’è nulla da segnalare all’arbitro.
Decisione corretta.

Al minuto 85 la Roma rimane in inferiorità numerica per l’espulsione di Mancini. Il difensore incorre nella seconda ammonizione colpendo al volto con un gomito Santander:

Gesto chiaramente imprudente da parte del giovane difensore della Roma. Non c’è alcuna cattiveria (altrimenti si sarebbe trattato di cartellino rosso diretto) ma è certamente un gesto imprudente che porta all’ammonizione automatica.
Nello spiegare la sanzione, però, Pairetto incorre in una espressione verbale che non può essere né sottaciuta né giustificata:

Con l’indice destro e dalla lettura del labiale l’arbitro dice al giocatore che la decisione è corretta perché glielo hanno confermato.
No, Pairetto, no. Non possono averti confermato nulla per due motivi:
1 – in primo luogo i VAR non possono avere avuto il tempo di rivedere l’episodio in pochi secondi;
2 –  (e più importante) i VAR non possono comunicare con l’arbitro per un cartellino giallo. Se lo avessero fatto i VAR sarebbero incorsi in una grave irregolarità protocollare.
Tali spiegazioni vanno evitate perché basta che un calciatore abbia piena contezza del regolamento per creare un problema non da poco, all’arbitro oppure ai VAR…

Al minuto 93 la Roma trova la rete della vittoria grazie ad un colpo di testa di Dzeko.
Il Bologna protesta molto per due motivi:
– il fallo di Santander da cui inizia l’azione d’attacco della Roma;
– la posizione da cui è stata battuta la punizione stessa:

Per quanto concerne la prima questione, il fallo non è evidentissimo ma nemmeno possiamo definirlo un’invenzione: Santander salta in modo scomposto su Juan Jesus.  Pairetto, però, incorre in un altro errore di comunicazione: indica un fallo di mano (seconda immagine) che non c’è mai stato.
Consiglio non richiesto (rivolto soprattutto ai giovani arbitri): non gesticolare inutilmente, spesso spiegazioni non richieste si trasformano in un boomerang letale.

Sull’esecuzione della punizione, invece, meno dubbi:

E’ vero che la punizione viene battuta da un punto diverso da quello in cui il fallo è avvenuto ma è anche vero che si tratta di un metro circa, non sufficiente per poter pensare di interrompere il gioco per rettificare il punto.
In merito a quest’ultimo episodio, il VAR non poteva intervenire perché il fallo fischiato faceva parte di un’azione già conclusa e del tutto “slegata” dalla successiva ripartenza.

Atalanta – Fiorentina 2-2, arbitro Orsato

Altra direzione di gara sicura, serena, impeccabile per il veneto, ormai tornato ad essere il “solito” Orsato: un arbitro che sbaglia raramente.

Due episodi nella gara di Parma ma solo uno di carattere tecnico. Il primo è un esempio di cosa si debba fare in caso degli ormai frequenti (ed idioti) cori razzisti (perché di questo si tratta: tralasciamo di ripetere teorie strampalate veicolate dagli ultras di svariate squadre).

Al minuto 28 Orsato interrompe l’esecuzione di un calcio di punizione a favore della Fiorentina per imporre la diffusione del comunicato per avvertire delle possibili conseguenze dei cori razzisti indirizzati a Dalbert.
Nell’occasione Orsato offre una perfetta rappresentazione di cosa debba essere un arbitro: svolgere al meglio il proprio dovere e cercare di tranquillizzare i calciatori, anche con atteggiamenti meno distaccati di quanto preveda il ruolo. Chiama a sé Dalbert, lo rasserena

e poi aspetta tre minuti, fino a quando i responsabili non riescono a comunicare la necessità di diffondere il comunicato con gli altoparlanti:

E’ vero: il comunicato è stato fischiato da alcuni tifosi ma questo è un particolare di cui dobbiamo interessarci poco. L’idiozia non si sconfigge con un annuncio ma l’importante è non arrendersi alla stupidità.
In tal senso riporto una frase in diretta di Adani: “dobbiamo finirla di sottovalutare il fenomeno“. Ha perfettamente ragione.

Al minuto 91 l’Atalanta trova la rete del pareggio con Pasalic che devia in rete un assist di De Roon:

Orsato convalida la rete ma, dopo circa un minuto, viene richiamato alla “on field review” dal VAR Aureliano.
Dopo aver rivisto brevemente le immagini, Orsato annulla la rete, applicando la vera novità del regolamento di quest’anno: De Roon ha toccato il pallone con il braccio sinistro, propiziando la rete del compagno di squadra Pasalic. In questi casi, come sappiamo, la rete deve essere annullata al di fuori di qualsiasi valutazione sulla posizione naturale o meno del braccio.

Lazio – Parma 2-0, arbitro Abisso

Prosegue il cammino del palermitano.
Ieri sera nessun episodio di rilievo in una gara molto corretta e che, per la verità, non è parsa mai in bilico. Bene Abisso che ha diretto senza farsi vedere eccessivamente, intervenendo lo stretto necessario e distribuendo quattro ammonizioni (tutte indiscutibili). La strada imboccata sembra quella giusta, lo aspettiamo a breve per designazioni di maggior difficoltà.

81 commenti
  1. Matteo
    Matteo dice:

    Ciao Luca, una curiosità: come mai in Lecce-Napoli han fatto ribattere il rigore per posizione “irregolare” del portiere ma sulla ripetizione non hanno ravvisato la posizione irregolare di Llorente (in alto a sx, 1 metro abbondante già in area), del giocatore del Napoli già dentro la lunetta al centro e di Ruiz che ha un piede in area in basso?
    Più ovviamente tutti i giocatori del Lecce
    qui il link con la cattura dell’istante del tiro: –> https://ibb.co/GHtL6r6

  2. Filiberto
    Filiberto dice:

    Buongiorno Luca,
    Una domanda che parte dall’episodio del rigore fischiato per fallo di Ospina sul giocatore del Lecce, ma che poi vorrei ampliare in linea generale.
    Ho notato che questo genere di dinamiche, tipo quando il giocatore tira e poi successivamente subisce fallo, oppure effettua una giocata e poi gli frana addosso un avversario, talvolta vengono giudicate fallose dagli arbitri, mentre talvolta lasciano correre perché il calciatore ha già effettuato la giocata ed il contendente non può “smaterializzarsi”. In questo genere di episodi vorrei capire come distinguo se è un intervento da “lasciar correre” o se è un intervento da fischiare. Che linee guida mi puoi dare?
    Grazie, un saluto.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Dipende da episodio ad episodio, non c’è una casistica precisa.
      In linea di massima viene considerato regolare un tackle nel quale si devia il pallone e poi, per dinamica, si entra in contatto con l’avversario (ma ci sono eccezioni come, per esempio, un intervento a forbice: in questi casi è del tutto irrilevante che venga toccato il pallone). Viene invece considerato irregolare un tackle nel quale si tocca il pallone ma contemporaneamente si travolge un avversario.
      Ma sono tutte indicazioni di massima, ogni episodio ha una sua specificità.

  3. Lorenzo
    Lorenzo dice:

    Giusto annullare il goal di Pasalic in Atalanta Fiorentina x tocco di braccio da parte di DeRon. Ma in quell’azione De Ron viene sbilanciato dal difensore che si tuffa con la schiena nelle sue gambe disinteressandosi del pallone impedendogli la conclusione in porta e si vede chiaramente dalle immagini. Perché non è stato dato il rigore con annesso secondo giallo quindi espulsione del difensore?

  4. Tommaso
    Tommaso dice:

    Gentile sig. Marelli,
    Spero la domanda non le sia già stata posta ma ho un dubbio sul protocollo var. Lei ha detto più volte che se c’è contatto il var non può intervenire (esempio: napoli liverpool), ma un caso come quello della settimana scorsa di Peluso e kluivert in Roma-Sassuolo, in cui il contatto c’è ma giustamente il var toglie il rigore, perché rientra nell’applicazione del Var? Perchè il pallone è toccato dal difensore?
    Grazie mille

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, perché il contatto tra i giocatori è frutto di sola dinamica di gioco e non certo un contatto con un minimo di valenza per il calcio di rigore.
      Sono ben conscio che non sia facile comprendere la differenza ma ti assicuro che, agli occhi di un arbitro, è di facile intuizione.

  5. giorgio
    giorgio dice:

    gent.mo sig. MARELLI, la seguo sempre, vorrei chiederLe un gentilezza, ieri sera è stato chiesto all’ incaricato dei commenti sui rigori di domenica 22, specif. sul l’ eventuale fallo dei difensori veronesi su Higuain, la risposta stizzita di tale persona è stata perentoria: “si trattava di SCHIOCCHEZZE”!!, per me è stata allucinante, perchè parlando con diverse persone specializzate era chiarissimo che si trattava di un RIGORE SOLARE! INFATTI quell’ intervento a c,campo sarebbe stato sanzionato. a parte indico le conseguenze del naso del giocatore. trall’ altro l’arbitro non ha nemmeno interrotto il gioco per soccorrere il ferito, che avrebbe concesso così il tempo al Var di esprimersi. chiudo , attendendo da Lei una sua interpretazione che mi illumini.TANTA Grazie e la saluto caramente. NB: il mio intervento è stata fatto perchè sono rimasto seccato dal comportamento del giudice di Mediaset. Di nuovo grazie.

  6. Francesco
    Francesco dice:

    Dott. Marelli condivido perfettamente la sua analisi sull’operato dell’ottimo Piccinini; una seconda sbavatura però, a mio parere, c’è stata nell’ammonire Fabian Ruiz per esultanza eccessiva e credo “provocatoria” nell’interpretazione dell’arbitro che non si è accorto che l’esultanza del giocatore del Napoli era rivonta ad una telecamera e non ai tifosi della curva del Lecce. In questo caso l’arbitro di porta poteva intervenire per fare chiarezza sull’accaduto? Grazie e complimenti.

  7. Luca
    Luca dice:

    Luca viste le designazioni tanti pensano che Maresca diventerà internazionale io credo che il treno sia passato per lui è l unico che per eta può avere gran futuro in Europa sia abisso cosa ne pensi?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Il nome di Maresca come internazionale è il più quotato al momento.
      Abisso ha avuto un inciampo molto pesante a Firenze lo scorso anno mentre Maresca sta arbitrando molto bene da gennaio scorso, esattamente dal momento in cui si è tolto di dosso il peso di non aver ottenuto la promozione.
      Personalmente credo che si meriti ampiamente la nomina.

    • Luca
      Luca dice:

      Non credi però che avrebbe pochissime possibilità di sfondare in Europa vista l eta non più così giovane

  8. Valentino
    Valentino dice:

    Buongiorno sig. Marelli,

    ne approfitto innanzitutto per rinnovarle i miei complimenti: leggere la sua analisi il lunedì è un vero toccasana, fuori dalle sterili polemiche da salotti televisivi.
    Le scrivo per una domanda relativa a un “tecnicismo” del VAR.
    Per quanto riguarda il gol annullato a Murgia in Sassuolo-SPAL per precedente fuorigioco di Petagna, volevo chiederle come mai la linea rossa viene tracciata basandosi sul piede di Kurtic e non sulla posizione del pallone.
    Non sono sicuro che questa “modifica” avrebbe tenuto in gioco Petagna, inoltre sarebbe stata comunque una marcatura ininfluente ai fini del risultato finale, pertanto si tratta proprio di una mera curiosità “tecnologica”.

    La ringrazio.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Perché la posizione del pallone conta solo nel caso in cui ci sia un passaggio senza difensori. Nel caso in cui vada valutata la posizione rispetto al penultimo difendente, bisogna tener conto della parte più avanzata del corpo del calciatore.
      Su questo elemento non c’è mai stata alcuna modifica, è sempre stata così.

      Ciao.

  9. Riccardo Giannini
    Riccardo Giannini dice:

    Buongiorno Luca,
    esco fuori tema per chiederle gentilmente un ragguaglio in tema di fallo da rigore. L’attaccante tizio controlla la palla, spostandosi leggermente verso la sua sinistra, il difensore Caio lo contrasta e tocca la palla, mandandola in direzione destra, rispetto a Tizio. Tizio, che per inerzia andrebbe verso sinistra, viene travolto da Caio. È rigore?
    Chiedo scusa per la domanda da ignorante del pallone!

  10. Giuseppe
    Giuseppe dice:

    Onestamente non se ne può più di quelli che dicono: “ma i buu non sono vero razzismo, ma come in squadra abbiamo tanti giocatori neri”, “ma io non sono omofobo, ho tanti amici gay, l’importante e che non chiedano di avere leggi come le persone normali” “ma quale razzismo contro i meridionali, sono solo sfottò, ti giuro che c’è un mio amico di infanzia che ride quando lo chiamo terrone” ecc.
    Cari miei questo è Razzismo, magari inconsapevole o meglio ancora ipocrita.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Bravissimo, Giuseppe.
      Il problema è che chi pone l’accento su questi distinguo è razzista ma non se ne rende nemmeno conto. Ed è ancora più grave dei cori razzisti…

  11. Giulio
    Giulio dice:

    Ancora su Bologna-Roma. Non sono d’accordo che battere una punizione nel punto sbagliato e con palla in movimento sia irrilevante, anche se a 60 metri, ma ovviamente è questione di opinioni. La mia domanda è tecnica: in questo caso il Var avrebbe potuto intervenire?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Ripeto: irrilevante una posizione spostata di un metro. Inutile citare il pallone in movimento perché il pallone era fermo.
      No, su pallone posizionato ad una distanza minima dal punto del fallo non può intervenire.

    • Frsnco
      Frsnco dice:

      Perdere così non è piacevole, ma è il calcio: con la Spal la vincemmo al medesimo modo. Ciò premesso ritengo corretta la ricostruzione di Luca: non è fallo di mano, ma Santander carica jesus, come fa spesso. A volte fischiano, altre no. Ma non si può rimestare per una punizione a 50 metri dall’area: veretout non doveva arrivare al limite dell’area, tutto qua. Una volta arrivatoci ci sono stati altri errori, ma pellegrini mette una palla col contagiri e Dzeko fa un movimento da centravanti di razza per liberarsi da Denswill. Bravi loro e polli noi.

  12. Antonello
    Antonello dice:

    Buongiorno Marelli.
    Non capisco questo suo ferreo condannare chiunque voglia ampliare il discorso della maleducazione dell’ambiente stadio oltre al razzismo.
    Come ben sai, da parte mia e molti altri miei colleghi arbitri per esempio sono insopportatibili certi insulti che ci rivolgono negli stadi.
    Quindi la mia tesi è: benissimo usare l’avvertimento dello speaker con i tifosi che insultano i calciatori di colore, male, anzi malissimo non farlo con chi ad esempio insulta noi arbitri.
    Penso che il problema “razzismo” sia più grave per i problemi che può causare nella vita di tutti i giorni se questi comportamenti non vengono estirpati già in un luogo come lo stadio, d’altra parte non bisogna sottacere tutte le altre forme di violenza verbale.
    Un saluto e complimnenti per il blog

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Perché stiamo parlando di razzismo, il benaltrismo lo detesto da sempre.
      Sugli arbitri il discorso è diverso, non c’entra un accidente, abbi pazienza: insultare un arbitro è deprimente per chi lo fa ma il razzismo è tutt’altro.

  13. Jordan
    Jordan dice:

    ciao luca,
    sulla comunicazione arbitro-varisti, ci sono anche dei video in cui rizzoli e rosetti diffondono i dialoghi tra arbitri e varisti. da tali video risulta pacifico che arbitro e varisti si parlino praticamente in continuazione durante la partita; c’è molta comunicazione informale, te lo assicuro, si intravede anche guardando attentamente gli arbitri durante le partite: parlano costantemente all’auricolare, e non posso credere che i dialoghi dell’arbitro siano rivolti solo verso assistenti e quarto ufficiale. per quello che vedo io, la squadra arbitrale è una sestina che condivide praticamente tutto durante la gara, e secondo me è giusto che sia così, perché sono un team. credo che ciò che è disciplinato siano le fattispecie d’intervento dei varisti, ma non credo ci siano delle limitazioni sui dialoghi informali che l’arbitro possa avere con gli altri cinque membri del team. che ne pensi del mio pensiero?
    ciao grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      I video commentati da Rosetti e Rizzoli sono incentrati su momenti in cui si decide un episodio, è ovvio che il dialogo sia più fitto. Nei resto della gara NON ci sono comunicazioni e quelle che si vedono in campo sono, nel 99% dei casi, con assistenti e quarto ufficiale.

  14. gennaro
    gennaro dice:

    Salve avvocato, la seguo da tempo e commento per la prima volta per chiederle un’interpretazione su due episodi che ho notato in Cagliari-Genoa e Lecce-Napoli, a cui non ha fatto riferimento (probabilmente per questioni di spazio, come ripete spesso, o perché “sfuggiti”).
    Nell’anticipo di venerdì, circa alla metà del primo tempo c’è un’azione offensiva del Genoa: Ankersen arriva sul fondo e crossa verso l’area, dove arriva di corsa Saponara che colpisce il pallone tirando fuori. Nella sua corsa, Saponara è però ostacolato/colpito da un difensore del Cagliari, che lo colpisce abbastanza nettamente (il genoano resterà a terra qualche minuto), ma il contrasto non è stato sanzionato: non si tratta di un fallo da rigore? Saponara anticipa nettamente l’avversario, che si frappone in maniera apparentemente irregolare, ma né l’arbitro né i Var si sono soffermati sull’episodio.
    L’altra questione è piuttosto una curiosità: in Lecce-Napoli il calciatore Fabian Ruiz è stato ammonito dopo il gol per esultanza “offensiva/eccessiva”, a quanto si capisce. Le immagini non aiutano, perché è stato difficile trovare un video completo, ma dagli highlights di SportMediaset si nota Ruiz che – rivolto probabilmente verso la telecamera a bordo campo (gli occhi sono ad “altezza campo”, e non verso l’alto e verso i tifosi avversari) – compie prima il gesto di un battito d’ali di uccello e poi manda un bacio. Secondo la ricostruzione (anche di Ancelotti), l’arbitro ha frainteso il “destinatario” del gesto, ipotizzando fosse uno sfottò ai tifosi leccesi. In questi casi che succede? Immagino non ci sia possibilità di rettifica del referto (in attesa di capire cosa sia effettivamente scritto, perché per ora parliamo di ipotesi…), e per Fabian Ruiz resta dunque la beffa e una ammonizione in più… Piccola curiosità: già l’anno scorso lo spagnolo fu ammonito “per sbaglio”, in Milan-Napoli 0-0. In quel caso (per giunta, seconda ammonizione e conseguente espulsione), l’arbitro Doveri sanzionò un inesistente fallo di mani del napoletano (qui la sua disamina di quella partita: https://www.lucamarelli.it/anticipi-21-giornata-a-milano-doveri-macchia-una-gran-prestazione-con-cinque-minuti-di-black-out/).
    Grazie e buon lavoro!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      1 – Su Saponara non c’è nulla, è un contrasto di gioco ruvido ma non irregolare. Purtroppo capita che scontri fortuiti (frutto della dinamica come in questo caso) possano portare a colpi dolorosi. Ma non c’era nulla di punibile;
      2 – Sinceramente l’ammonizione di Ruiz me la sono persa. Non ne facciamo un dramma: può accadere che un calciatore prenda un’ammonizione di troppo, come spesso capita che venga salvato da un’ammonizione doverosa.

    • gennaro
      gennaro dice:

      Grazie per la risposta!
      Ci mancherebbe, nessun dramma! Mi aveva stupito scoprire dell’ammonizione per esultanza eccessiva (guardando la partita non si era notata alcuna “frenesia” particolare) e poi mi faceva sorridere la “sfortuna” di Ruiz con queste ammonizioni, ricordando l’episodio dell’anno scorso.

  15. Roberto
    Roberto dice:

    Gentilissimo Marelli
    Grazie delle sue delucidazioni
    Mi permetta due chiose, ambo pertinenti Bologna Roma
    a) a mio parere, se quello di Kolarov è fallo, questo equivale a dire che qualsiasi giocatore difendente che sopraggiunge in recupero su quello attaccante, deve abdicare sempre e comunque dall’intervento (potrebbe essere una soluzione che taglia la testa al toro).
    Ed infatti, il laterale dei giallorossi riesce ad anticipare di netto il giocatore rossoblu, colpendo e allontanando la sfera con l’esterno del piede. Il contatto fisico che consegue da questo tipo di azione, era ineludibile. Di qui il mio personalissimo assunto di partenza
    b) segnalo che nel censimento degli episodi sospetti mancano due presunti falli in aerea bolognese. Uno nel primo tempo su Dzeko (che in un contrasto con 2 giocatori avversari perde il pallone grazie al valido intercetto di uno dei due, ma anche l’equilibrio, per effetto del contatto con l’altro. A mio parere non era comunque rigore, trattandosi di episodio che ascriverei alla categoria dei contrasti “sporchi” ): un altro su Fazio, nel secondo tempo, tirato nettamente per la maglia, in occasione di un corner; e qui, debbo dire che sono rimasto sorpreso, giacché, già nell’immediato, mi sarei giocato qualcosa sull’intervento del Var (è la classica situazione), con assegnazione di penalty .

    Grazie della sua cura e del suo tempo

    Buona settimana

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      a – ma no, semplicemente bisogna attenersi ad un minimo di prudenza. Il fallo di Kolarov non è né imprudente o connotato da vigoria eccessiva, è un fallo negligente perché non si è curato di evitare di travolgere l’avversario. In questi casi è compito dei difensori di ruolo quello di avere un minimo di prudenza in più. Se si interviene con quella atleticità il rischio è di commettere un fallo, certamente non voluto ma comunque punibile;
      b – I due episodi che citi non li ho tenuti in considerazione perché marginali: su Dzeko non c’è nulla. Su Fazio una leggera trattenuta c’è, ne convengo, ma non sufficiente per un rigore e nemmeno per un intervento del VAR.

      Ciao.

  16. Gianluca De Lorenzo
    Gianluca De Lorenzo dice:

    Ciao Luca. Non so se hai seguito Sampdoria Torino. Volevo chiarimenti su un episodio Sul finire della partita c’è stata un’interruzione di gioco quando un difensore della Samp si è scontrato con la testa con Zaza (se non ricordo male.) Il giocatore della Samp ha la peggio e dopo le cure con ingresso dei sanitari esce dal campo. Quando riprende il gioco riceve immediatamente l’autorizzazione dell’arbitro a rientrare. Il problema è che il giocatore è autorizzato a rientrare proprio mentre Laxalt riceve la palla a pochi metri da lui e rientra alle spalle di Laxalt e gli soffia subito il pallone. Magari sbaglio, ma questo non dovrebbe accadere quando la palla è lontana in modo da non influenzare il gioco? Che ne pensi?

  17. Fulvio
    Fulvio dice:

    Sul secondo gol della Roma doveva intervenire il VAR. I calci di punizione vengono eseguiti dal punto in cui viene commessa l’infrazione (che tra l’altro non c’era, ma questa faceva parte dell’azione precedente). Il calciatore della Roma ha eseguito la punizione a circa tre metri più avanti consentendogli di disfarsi di ben tre calciatori del Bologna. Con grande stima, Fulvio

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Se dobbiamo inventare quel che non è accaduto, allora possiamo pure scrivere che Santander abbia preso il pallone col tacco.
      Il calcio di punizione è stato battuto circa un metro lateralmente, nulla di strano e, soprattutto, niente da VAR. Se dovessimo far ripetere tutti i calci di punizione battuti non nel punto esatto, dovremmo farli ribattere tutti.
      Cerchiamo di non esagerare…

    • Fulvio
      Fulvio dice:

      Basta rivedersi le immagini. Peccato non possa postarle. Le evidenzierei il punto di infrazione, il punto di battuta, la distanza tra questi ultimi e soprattutto i calciatori “saltati” irregolarmente.
      Con immutata stima,
      Fulvio

  18. CarloM
    CarloM dice:

    Fallo di Kolarov? Ma se arriva prima tranquillo sul pallone. Parietto ha dato rigore perché ha pensato che la palla l’avesse presa l’attaccante. Chiaro errore da rivedere con la VAR.
    Tra l’altro come successe in Roma Sassuolo.
    La prima discesa in area di rigore con Kluivert lanciato verso il fondo: Peluso rischia e va in scivolata.Per l’arbitro Chiffi, è calcio di rigore senza alcun dubbio, ma non è finita. Kolarov si prepara il pallone ed è pronto per calciare a rete, ma il direttore di gara ferma tutto. Intanto il Var, Giacomelli, controlla al monitor e richiama il fischietto di Padova all’on field review. Dopo qualche secondo Chiffi cambia idea: è solo calcio d’angolo. La spiegazione della scelta dell’arbitro è che Peluso va in scivolata da dietro rischiando molto ma toccando il pallone, anche se non in maniera così forte. Kluivert poi va a terra, ma inciampando sul difensore del Sassuolo in seguito al suo intervento. Per il direttore di gara, in seguito alla revisione con l’ausilio del Var, non c’è fallo e il gesto è regolare.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Il pallone forse lo tocca anche Kolarov ma ciò non vale come “libera tutti”: il regolamento impone la valutazione del contatto in sé, senza alcun riferimento al pallone o meno. Può esserci fallo anche con una deviazione del pallone, può non esserci fallo anche con contatto tra giocatori.

      Su Roma-Sassuolo se ne è parlato in altra parte del forum (decisione corretta, peraltro).

  19. Antonio
    Antonio dice:

    Salve Luca,
    a proposito del dialogo tra arbitro di gara e arbitro di VAR, non ritiene che sarebbe meglio rendere ascoltabili, in tempo reale, le comunicazioni tra i due arbitri, come avviene gia’ in diversi sport (basket e rugby su tutti)? Grazie , e complimenti per essere stato l’unico a ravvisare (a mio parere giustamente) che l’intervento su Higuain in area di rigore poteva, e forse doveva, essere punito col calcio di rigore.

  20. David
    David dice:

    Buongiorno, dott.Marelli. La seguo con interesse perchè le sue delucidazioni regolamentari sono sempre impeccabili, oltrettutto veramente apprezzabili da un ex-arbitro.
    Volevo intervenire su questa polemica riguardante il razzismo, perchè a mio modo di vedere spesso non si sa bene di cosa si parla e spesso non si da la giusta interpretazione ad un fenomeno sicuramente incivile e becero ma che non sempre e non per tutti è ricollocabile al razzismo autentico.
    Il razzista vero, per prima cosa non vuole i giocatori di colore, quelli che lui chiama “negri”, nella sua squadra. Perchè identifica la squadra per cui tifa come un qualcosa di sua proprietà, come la sua casa, il suo ambiente di lavoro, il suo quartiere. E non vuole che il giocatore di colore contamini la “purezza” di ciò che lui sente come suo.
    Il curvaiolo idiota, che urla “buuu” al giocatore di colore che sta per calciargli contro un rigore e mezzora dopo si spara 10 selfie coi 4-5 giocatori di colore presenti nella sua squadra, non è un razzista. Urla “buuu” perchè sa che, così facendo, manda in bestia l’avversario di colore.
    Come quando a scuola trovavi il bulletto della classe che andava su tutte le furie se gli “toccavi” la mamma. E tu, quando non lo sopportavi più, gli diceva apposta “figlio di…” non perchè ritenessi la mamma una “poco di buono” ma perchè sapevi che così lo mandavi in bestia.
    Il principio è lo stesso.
    Ovvio che è sempre sbagliato e becero, perchè il giocatore di colore lo percepisce sempre come una grave offesa alla sua persona, ma le motivazioni hanno poco a che fare col razzismo, quello autentico.

    Con stima

    David

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Mi spiace, queste spiegazioni fanno parte del problema.
      Chi fa distinguo è parte del problema e non mi interessa la premessa: apprezzo che ti mi segua ma non mi sogno nemmeno di “comprendere” il tuo discorso. Non rendersi conto che questo è razzismo, significa non capire il problema.
      Saluti.

    • David
      David dice:

      Dott, Marelli, potrà non essere d’accordo con la mia tesi e ci sta. Ma non si permetta di affermare che dare spiegazioni diverse dalla sua significhi essere “parte del problema”
      Se Lei poi voglia comprendere o meno la mia tesi è un suo problema ed una sua libera scelta, ma l’affermazione di un “pensiero unico” che divida i buoni dai cattivi lasciamola ai paesi totalitari.
      Personalmente ripugno ogni forma di razzismo, ma questo non vuol dire che la sua spiegazione di certi fenomeni sia l’assoluta verità mentre la mia “parte del problema”
      O addirittura che la mia persona lo sia.
      Saluti

    • MarcoLap
      MarcoLap dice:

      Gent.mo Sig. David, indipendentemente dal fatto che io sia o meno d’accordo con le sue tesi, volevo congratularmi per il modo civile, costruttivo e liberale con il quale si confronta con le idee altrui e supporta le proprie opinioni.
      Ha la mia solidarietà per quel che possa valere…
      Infine i miei doverosi complimenti al dott. Marelli per la sua preziosissima e piacevolissima rubrica.
      Saluti ad entrambi.

  21. Mirco
    Mirco dice:

    Buongiorno signor Marelli,
    una curiosità sulla ripetizione dei calci di rigore e sulla depenalizzazione per quelli dopo i tempi supplementari: non può accadere che un portiere stia di proposito fuori dalla porta per far ripetere? Così facendo metterebbe pressione al rigorista che sarebbe obbligato a calciare il rigore due volte ( o più, se il portiere dovesse continuare).
    La ringrazio

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Un arbitro non consentirebbe mai l’esecuzione col portiere fuori dalla porta.
      E se lo consentisse, il giocatore avversario segnerebbe a porta vuota. Il rigore si ripete solo in caso di errore.

    • Mirco
      Mirco dice:

      Mi sono spiegato male: con fuori dalla porta intendevo dire con i piedi non sopra la linea, quindi un passo in avanti prima che venga battuto il rigore come è accaduto in Lecce-Napoli

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      L’arbitro non lo farebbe battere fino al momento in cui il portiere non si trovasse coi piedi sulla linea.
      Se poi lo parasse in questo modo, l’arbitro lo farebbe ripetere. Se lo parasse di nuovo, verrebbe ulteriormente ripetuto. Fino a quando la rete non verrà segnata: non vedo, pertanto, il beneficio per il portiere.

  22. Pierluigi Oggiano
    Pierluigi Oggiano dice:

    Luca apprezzo sempre moltissimo il tuo contributo riguardante la tua analisi sulle decisioni arbitrali.
    Volevo soffermarmi sulla questione dei cori razzisti rivolti a Dalbert. Ero allo stadio Tardini e come molte altre persone nessuno ha sentito nulla rivolto a Dalbert. (ci siamo accorti di questa cosa solamente alla fine del primo tempo guardando il cellulare…). Nulla si è sentito nemmeno dalla TV mi dicono, quindi probabilmente saranno stati 1-2 cretini.
    Nel tempo intercorso dallo stop si pensava non funzionasse la VAR oppure che qualcuno stesse sanguinando e non volesse uscire dal campo. L’annuncio (come tutti gli annunci durtante la partita) è stato fischiato a prescindere senza nemmeno sentirne il contenuto.
    Purtroppo la soluzione ottimale sarebbe identificare questi ignoranti (sia da parte degli steward ma personalmente mi piacerebbe che lo facessero direttamente i tifosi accanto a questi decerebrati) e cacciarli a vita dagli stadi, credo che annunci e stop vari nel clima partita non riescano a dare il dovuto peso a questi fatti incresciosi.
    Scusa il pippone, ma credo che gli arbitri abbiano in questo caso poca responsabilità.
    Mentre sul fallo di mano di de Roon, concordi sulla nuova intrerpretazione normativa dei falli di mano in fase offensiva?
    Grazie

    • Pierluigi Oggiano
      Pierluigi Oggiano dice:

      Come ho scritto, i fischi alla lettura del comunicato (da parte di tutto lo stadio) sono partiti subito, non si è nemmeno percepito il motivo del comunicato (c’è un video sul sito di Sky che è chiaro in tal senso).
      Il mio pensiero era relativo solamente al fatto che fare un comunicato non risolve la situazione. L’unico modo è che i tifosi stessi denuncino questi comportamenti alle forze dell’ordine presenti o che gli steward abbiano più potere “esecutivo”.

  23. Stefano
    Stefano dice:

    Buongiorno Sig. Marelli e grazie per il tempo dedicato ai lettori.
    Seguo la Roma ed ho molti dubbi sul rigore concesso ieri al Bologna.
    Mi sembra che Kolarov, prima di travolgere l’avversario, entri in anticipo sul pallone. L’impatto è inevitabile perché entrambi stanno entrando sul pallone.
    Vorrei capire che differenza c’è con il rigore assegnato e poi revocato la scorsa settimana in Roma-Sassuolo.
    Anche in quel caso Peluso è in ritardo e l’impatto con Kluivert è inevitabile ma Peluso (come Kolarov) prende un rischio per tentare l’anticipo, ci riesce e siamo d’accordo che non è rigore.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Non conta nulla il fatto che il pallone sia stato toccato o meno, quel che conta è la valutazione del contatto tra giocatori. La questione “tocca il pallone” fa parte dell’ampia categoria delle leggende metropolitane: può esserci fallo anche toccando il pallone, può non esserci fallo anche entrando in contatto con l’avversario.
      In Roma-Sassuolo la differenza è evidente: Peluso colpisce nettamente il pallone deviandolo palesemente. Poi entra in contatto con Kluivert per normalissima dinamica. A Bologna Kolarov forse tocca il pallone (ma è ininfluente) e travolge anche l’avversario. Intervento negligente molto evidente.
      Ma il punto non è questo: il punto è che non sono due episodi paragonabili, hanno dinamiche molto diverse.

  24. GiovanniL
    GiovanniL dice:

    Luca Buongiorno, se mi permetti il tu volevo sottoporti una breve considerazione … ideologica sul Var. L’utilizzo del Var ha sicuramente ridotto il numero degli errori anche se ovviamente era impensabile determinarne la scomparsa. Ci saranno comunque dei casi ambigui, difficili da valutare, dove solo la presenza in campo dell’arbitro, giudice ultimo, può valutare la fallosità o meno (ovviamente si parla di rigori). Però un conto è questo, ed è accettabile anche perché con la tecnologia si elimina ogni dubbio per esempio sul fallo fuori o dentro, un conto è che per regolamento un po’ …. bizzarro venga assegnato un rigore come quello di Martens con il Napoli oppure non assegnato quello su Higuain, senza possibilità di intervento da parte del Var. Il concetto di chiaro ed evidente errore non ha senso secondo me. O c’è errore o non c’è. Grazie e complimenti

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Aspetta, non fare confusione.
      Il rigore di Mertens è un errore del VAR, tanto è vero che Valeri è rientrato ieri dopo due turni completi di sospensione. Il rigore su Mertens doveva essere corretto dal VAR.
      Quello su Higuain è più al limite perché si tratta di una trattenuta la cui entità non può essere oggetto di VAR ma di valutazione soggettiva.
      In realtà il vero problema è la percezione del tifoso che spesso giudica a sensazione e senza conoscere realmente l’ambito di intervento della tecnologia sui vari episodi… 😉

    • Giovanni Lovecchio
      Giovanni Lovecchio dice:

      Luca buongiorno! Accetto il ….velato rimprovero sull’essere tifoso! Però cerco di spiegarmi, brevemente, meglio. Ovviamente in base a quello che il regolamento stabilisce mi fido, lo dici tu e quindi è così. Nulla quaestio. Il problema è più radicale: se uno strumento deve servire ad evitare gli errori lo si deve sfruttare al meglio. Sia per determinare quando è rigore sia per determinare quando non è rigore. Per assurdo è più giusto, meno ingiusto anzi, non assegnare un rigore (valutare un impatto come non sufficiente da provocare danno) piuttosto che assegnare un rigore inesistente. Questo è il concetto che volevo esprimere. Il Var così come è regolamentato assicura questo? Tutto qui. E comunque sempre complimenti!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Ti riporto quanto ho scritto oggi sul tema che hai affrontato (e mi rendo conto che non è materia semplicissima):
      “Chiariamo un punto fondamentale della disciplina VAR (e che risulta oscuro ancora a troppe persone): questo è un episodio che si presta a differenti interpretazioni (la mia opinione la fornirò in seguito) e, pertanto, non potrà mai essere considerato come chiaro ed evidente errore. Può ricadere in questa definizione solo ed esclusivamente nel caso in cui l’arbitro non veda niente”.

  25. Paolo
    Paolo dice:

    Buongiorno,
    La ringrazio come sempre per le sue analisi che leggo sempre molto attentamente. Mi spingo ora in un commento che temo possa suscitare insulti, se mal capito.

    Mi riferisco all’episodio di Dalbert: ieri ero allo Stadio, precisamente nella curva dell’Atalanta e posso assicurare che nessun ultras ha fatto partire alcun coro razzista. Tornando a casa ho sentito diverse persone sparse in tutti i settori dello stadio affermare di non aver sentito alcun coro razzista. Nessun allenatore, nessun giocatore (tranne Dalbert), nemmeno l’arbitro, nemmeno gli agenti della procura federale hanno sentito alcun coro.

    Ora, lascio aperta la possibilità che sia stato uno (o un paio di persone) completamente imbecilli che abbiano urlato qualcosa a Dalbert e in tal caso il gesto va assolutamente punito. Ma prima di attaccare un’intera città e un intero pubblico vorrei che ci si accertasse che il fatto sia successo davvero. Perché a me ieri è sembrato proprio che la mossa di Dalbert di chiedere l’interruzione sia stata in linea con tutto quel che ha fatto la Fiorentina dopo aver acquisito il vantaggio: perdere tempo.

    Se si accerta che cori razzisti ci sono stati io sono il primo a voler cacciare quelle persone dallo stadio, perché a Bergamo non li vogliamo. Ma prima di fare proclami e stigmatizzare un gesto bisognerebbe accertarsi che il gesto sia avvenuto.
    Aggiungo che Dalbert era dalla parte opposta rispetto alla curva nord quando è stato interrotto il gioco e quindi sicuramente non sono stati gli ultras a fare partire insulti razzisti.

    In ogni caso eviterei di parlare di cori razzisti da parte degli ultras, ma di “urla di quattro scemi che stavano in tribuna” (sempre che sia avvenuto davvero).

    Spero di aver espresso quel che volevo dire in maniera chiara e rispettosa.

    Buona giornata,
    Paolo

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Nessuno ha intenzione di insultarti.
      Nessuno ha insultato una città.

      Gli imbecilli esistono, negarlo significa peggiorare la situazione.
      Quattro giornate, quattro episodi di razzismo.
      Dalbert non è certo un giocatore che possa essere definito un “animo caldo”, anzi. Se se l’è presa in quel modo qualcosa è accaduto.
      Che l’arbitro non abbia sentito nulla chi te l’ha detto? Orsato?

      Ora, se vogliamo negare l’evidenza, si è liberi di farlo.
      E di essere complici di ‘sto schifo.

      P.S.: Dalbert si è lamentato dopo un’azione conclusa sulla linea di fondo sotto la curva dell’Atalanta e poi successivamente a centrocampo, nel momento dell’interruzione.

      Deciditi: non è stato nessuno o quattro scemi in tribuna?

    • Paolo
      Paolo dice:

      Ho detto che Orsato non ha sentito perché è stato Dalbert a segnalargli la cosa e non il contrario: se li avesse sentiti lui avrebbe interrotto il gioco senza la necessità del suggerimento di Dalbert. Può essere che sbagli: Orsato ha interrotto perché ha sentito direttamente lui o perché ha ricevuto indicazione da Dalbert? Da quel che leggo sui giornali mi pare la seconda.

      Io per il fatto che nessuno dei presenti allo stadio abbia detto: “Sì, li ho sentiti anche io!” preferisco essere più cauto e lasciare aperto il dubbio che questa sia stata una furbizia di Dalbert. Se qualcuno fosse in grado di confermare ciò allora assolutamente condannerei l’accaduto subito.

      Non avendo la certezza di nulla (sarebbe stupido presumere di averla) lascio aperta la possibilità che ci siano stati quattro scemi ad urlare qualcosa.

      PS: le pongo questa domanda e vorrei sapere cosa pensa in merito: allo stadio per 120′ le tifoserie si insultano su base territoriale. Da un lato il napoletano, romano, barese, palermitano etc etc riceve una marea di insulti per essere proveniente dal sud. Dall’altra il bergamasco, il milanese, il veneto etc etc i prende i suoi insulti. Ora, anche questo è una forma di razzismo, ma perché si condanna solamente quello nei confronti delle persone di colore (ripeto, che condanno pure io)?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Con questo commento hai confermato di essere parte del problema.
      Se un calciatore si sente offeso, non sta a noi porre il limite oltre il quale andare.
      Non siamo noi a poter giudicare il limite dell’offesa sopportabile, è il singolo che pone l’asticella.

      I buuu razzisti fanno schifo e chiunque provi a paragonarli con altro o non riesce a capire concetti semplici oppure è parte del problema.

    • Paolo
      Paolo dice:

      Temo che non mi sia spiegato bene, provo a spiegarmi meglio:

      1. SE qualcuno ha urlato qualcosa a Dalbert va preso e radiato.
      2. Non facciamo di un’erba un fascio: non permettiamoci di dire tifosi atalanta=razzisti come sta accadendo. Diciamo piuttosto due coglioni=razzisti.
      3. La cosa che chiedo io è che “Bergamasco contadino zappa la terra” e tutti i similaria siano considerati discriminazione territoriale. Se per lei questo non lo è, la prego di spiegarmi il perché.

      PS: Per anni ho ospitato a casa mia ragazzi della Sierra Leone, poi dela Costa Rica e poi del Kenya. Due domeniche fa hanno cenato a casa mia due ragazzi di 17 e 11 anni della Sierra Leone. Se questo significa essere parte del problema allora sono orgoglioso di esserlo.

  26. Massimo
    Massimo dice:

    Esaustivo come sempre, grazie. Quindi il punto di battuta così come eventuale palla in movimentonon è, a protocollo, materia di VAR facendo parte dell’azione conclusa? Eppure è un fatto oggettivo e potrebbe essere normato facilmente con distanza massima dal punto del fallo. Rimane l’impressione di ieri che quel metro guadagnato in occasione dell’1-2 della Roma sia stato fondamentale per la realizzazione. Grazie come sempre

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, la posizione di battuta o il pallone in movimento fanno parte di quell’azione (ma entrambe le evenienze non si sono verificate), fa parte dell’azione precedente il fallo fischiato.
      Se poi si vuol pensare che un metro guadagnato a 60 metri di distanza sia fondamentale, liberi di pensarlo. Ma mi pare una valutazione perlomeno forzata…

  27. giorgio
    giorgio dice:

    Premesso che ovviamente l’applicazione di Piccinini è corretta, premesso che dal punto di vista regolamentare trovo l’ammonizione eccessiva anche nei 90 di gioco, dovranno essere bravi gli arbitri ad applicare con fermezza questa norma, per non incorrere in applicazioni difformi di situazioni analoghe. In questo caso Gabriel esce davvero di pochissimo.

    • giorgio
      giorgio dice:

      concordo, come sul fuorigioco, arrivare all’oggettività di una situazione è sempre un elemento chiarificatore… domanda: questa situazione può essere oggetto di revisione VAR in futuro? E l’ingresso in area di calciatori al momento della battuta è materia da VAR? Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sì, è già oggetto di VAR anche se a Lecce la segnalazione è arrivata dall’assistente. Anche l’ingresso dei calciatori è oggetto di VAR ma è molto più complesso: solitamente, al momento della battuta, ci sono calciatori di entrambe le società e ciò impedisce una decisione in un senso o nell’altro.

  28. Mattia
    Mattia dice:

    Mi pare piu’ fallo SU Kolarov che fallo DI Kolarov. Se non si vanno a rivedere questi episodi allora si perde l’occasione di aiutare l’arbitro com la VAR.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Se c’è qualcosa che non ha attinenza con questo episodio, è proprio il VAR: questo contatto, deciso in un senso o nell’altro, non è mai stato e mai sarà (perlomeno fino a quando non esisterà il challenge) episodio da VAR. E’ una valutazione (a mio parere corretta, per altri errata: ci sta, è questione di opinioni) ma mai un chiaro ed evidente errore.
      Invocare il VAR in questa circostanza, abbi pazienza, significa non aver capito NULLA della ratio del protocollo.

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