Posticipo 16esima giornata: la Lazio protesta, manca un rigore solare. E su Giacomelli…

Giacomelli al centro delle polemiche per il posticipo della 16esima giornata di campionato: proteste della Lazio per un rigore a fine primo tempo e per l’espulsione di Immobile.

Lazio – Torino 1-3, arbitro Giacomelli

Al minuto 44 l’episodio che segnerà la gara.
Immobile, sulla sinistra dell’area di rigore del Torino, si impossessa del pallone e lo crossa verso il centro, trovando l’opposizione di Iago Falque:

Rigore non assegnato 3

Dal fermo immagine possiamo apprezzare l’ottima visuale di Giacomelli, connotata dai principi tecnici che ho già evidenziato in passato: nessun ingombro visivo, distanza di circa 5 metri, posizione statica.
Subito dopo il contatto del pallone col braccio di Iago Falque, Giacomelli segnala sia con la gestualità che verbalmente che, a suo parere, il tocco sarebbe da considerare involontario:

Gestualità di Giacomelli

Questo fermo immagine è esaustivo: chiaro il segno nei confronti dei calciatori della Lazio ad indicare che l’arbitro ha visto l’episodio e lo ha valutato come involontario.

Teniamo ben presente questo elemento perché sarà la causa del cortocircuito arbitro/VAR che porterà alla decisione origine delle polemiche di queste ore.

Torniamo all’episodio.
Il tocco di mano è sicuramente punibile, il calcio di rigore è l’unica scelta plausibile:

Rigore non assegnato 1 Rigore non assegnato 4 Rigore non assegnato 2

Non c’è una singola inquadratura che consenta di fornire la pur minima giustificazione per la scelta assunta da Giacomelli: questo è un contatto punibile. Come abbiamo già visto in passato, un calciatore che si oppone ad un passaggio (come in questo caso) con un braccio in posizione decisamente innaturale si assume il rischio di intercettare il pallone con una mano o col braccio causando (di conseguenza) un calcio di rigore.

La postura di Iago Falque è inequivocabile: il braccio destro è larghissimo, il sinistro perfettamente aderente al fianco. Da quella posizione Immobile non può far altro che crossare al centro dell’area ed il centrocampista oppone un braccio per impedire che il pallone arrivi ad un avversario. Aumento del volume corporeo, posizione innaturale, punibilità.
Non conta nulla, in questa fattispecie, la distanza ridotta: se dovessimo derubricare ad involontario tutti i contatti pallone/mano avvenuti a distanza ridotta, in sostanza staremmo autorizzando i difendenti ad opporsi come vogliono a passaggi e/o cross. Ciò, ovviamente, è quanto di più lontano esista dal concetto di fallo di mano punibile.

Interessante che, immediatamente dopo il tocco di mano e nonostante il mancato fischio di Giacomelli, sia lo stesso Iago Falque ad avere una reazione che dice molto sull’episodio:

Reazione Iago Falque Reazione Iago Falque 2

Il giocatore del Torino si blocca, si gira verso l’arbitro nella chiara postura di chi si giustifica come a chiedere comprensione per un gesto non voluto. Ed anche i calciatori del Torino non reagiscono immediatamente ma hanno un momento di “smarrimento” perché si attendevano il fischio per la concessione del calcio di rigore.

Evito qualsiasi riferimento al rigore chiesto dall’Inter per il tocco di mano di Benatia: sono due episodio TOTALMENTE differenti, non hanno NULLA in comune.

Subito dopo le proteste della Lazio il gioco continua ed il Torino si impossessa del pallone per un paio di secondi. Basta questo elemento per ritenere conclusa l’azione ed iniziata una nuova fase del gioco?
Ovviamente no. Per quanto il possesso del pallone sia passato dalla Lazio al Torino, è impossibile che i VAR potessero intervenire in quel secondo che passa tra il contatto sospetto e l’azione di rilancio degli ospiti.

L’azione prosegue, Milinkovic Savic compie un piccolo prodigio per servire Immobile in area che si libera e colpisce il palo.
Burdisso, chissà per quale motivo, si avvicina con atteggiamento minaccioso ad Immobile:

Provocazione Burdisso Immobile Provocazione Burdisso Immobile 2

Immobile cade nella trappola di Burdisso reagendo in modo scomposto, alla fine colpendo con una spallata l’avversario che cade a terra:

Provocazione Burdisso Immobile 3 Spallata Immobile

Giacomelli, come sempre, interviene con una flemma eccessiva.
In casi come questo un arbitro NON PUO’ mantenere un atteggiamento passivo, quasi attendendo che i calciatori si calmino da soli.
Questi sono le situazioni in cui anche il più serafico dei direttori di gara deve intervenire con decisione, polso e fermezza. Un esempio tratto dalla medesima partita.
Verso la conclusione della gara, con la tensione altissima per il risultato maturato in campo e per quanto accaduto precedentemente, si verifica un episodio marginale sulla fascia destra tra Caicedo e Rincon:

Intervento Passeri come Dio comanda sulle scintille Rincon Caicedo

Il pallone è fuori dal terreno di gioco, Passeri si accorge della tensione tra i due calciatori e scatta verso i due proprio per evitare che il tutto possa degenerare in uno scontro od in una rissa.
Questo è l’atteggiamento corretto: prevenire.
Nel caso tra Immobile e Burdisso, al contrario, la reazione di Giacomelli la possiamo apprezzare dal fermo immagine:

Flemma Giacomelli episodio Immobile

Cammina con calma mentre i giocatori si spintonano con questa mano in avanti che significa “state calmi”. In queste situazioni la tranquillità (qualità eccellente per un qualsiasi arbitro) deve cedere il passo alla decisione, eventualmente anche modificando temporaneamente il proprio stile.

Teniamo presente un concetto: esistono gare che necessitano di 7 ammoniti (Juventus-Inter) ed altre gare che possono chiudersi senza provvedimenti disciplinari (Milan-Bologna). Un arbitro deve comprendere la gara, adeguarsi alla stessa e decidere sulla base del regolamento. STOP.
Inseguire il record del minimo numero medio di ammonizioni non può giustificare comportamenti del genere: in campo si deve arbitrare, non scendere in campo con l’intento di riempire il meno possibile il taccuino. Lo dico senza tema di smentite: Giacomelli è un arbitro di buone qualità di base ma che pecca sotto il profilo disciplinare perché insegue sempre i percorsi netti. Se l’obiettivo di un arbitro dovesse mai diventare quello di chiudere le partite con il minor numero possibile di provvedimenti disciplinari, allora basterebbe chiamare alla direzione una persona qualsiasi.

Un altro particolare interessante: in questo campionato sono stati espulsi per condotta violenta a pallone lontano o non i gioco tre calciatori. Oltre ad Immobile ieri sera ricordiamo Bonucci (Milan-Genoa) e De Rossi (Genoa-Roma). Arbitro? In tutte e tre le circostanze Giacomelli, arrivato al provvedimento disciplinare dopo essere stato chiamato alla review dal VAR.
Un caso? Può essere ma non ho mai creduto eccessivamente alle casualità.

Può essere, invece, che i calciatori, trovandosi di fronte ad un arbitro che non ammonisce mai, si sentano autorizzati ad alzare l’asticella? Oppure ancora che, essendo loro concesso tutto o quasi, si innervosiscano a tal punto da compiere sciocchezze?
E’ una riflessione che lascio a voi.

Torniamo all’episodio. Con ordine.
Perché il VAR Di Bello non propone a Giacomelli le immagini del contatto tra pallone e mano?
Punto di partenza dell’approfondimento: Di Bello commette un errore, quell’episodio va sottoposto a review perché trattasi di rigore per qualunque arbitro, in qualunque parte del mondo ed in qualunque competizione. Non sanzionare questo fallo è semplicemente un errore, non scorgerne la punibilità un abbaglio da correggere.
Di Bello non sottopone le immagini del fallo di mano poiché Giacomelli, in campo, ha comunicato ai calciatori (sia con gesti che con parole) di aver visto l’episodio e di averlo valutato come involontario. Considerando che l’arbitro era in controllo dell’azione, con visuale libera ed a distanza di pochi metri, Di Bello ha ritenuto esaurito il proprio compito, ritenendo di non poter interferire con una valutazione di Giacomelli.
Questo non è un errore chiaro, questo è un errore gigantesco e sbaglia palesemente Di Bello a non insistere sul collega affinché riveda l’episodio. Peraltro, quasi come un colpo di fortuna, accade l’episodio successivo tra Immobile e Burdisso, concedendo ai VAR di poter riversare in campo le immagini dell’intera azione, consentendo all’arbitro di ritornare (eventualmente) sulla propria decisione.
Al contrario Di Bello decide di ritenere chiusa la questione del tocco di mano, limitandosi a consigliare la “on field review” dell’episodio tra Immobile e Burdisso.
Ed eccoci al cortocircuito: Giacomelli ha visto perfettamente l’episodio di cui trattasi, esattamente come ha visto il fallo di mano non sanzionato. Perché, dunque, sottoporre alla sua attenzione tale scontro?

La verità è che l’episodio è connotato da parecchi errori:
– Giacomelli non fischia il calcio di rigore su un fallo di mano evidente;
– lo stesso arbitro non si rende conto dell’abbaglio e si lascia andare a gestualità e parole a supporto della propria scelta;
– Di Bello si accorge del fallo di mano (ce ne siamo accorti tutti) ma si fa convincere a non procedere ad “on field review” dopo la comunicazione in campo dell’arbitro.

Passiamo al contatto Immobile-Burdisso: è giusto il cartellino rosso?
Le possibili soluzioni erano due:
– espulsione di Immobile ed ammonizione di Burdisso;
– ammonizione di entrambi i calciatori.

Espellere il solo Immobile e lasciare impunito Burdisso è totalmente senza senso.
Mi viene chiesto: ma come poteva ammonire Burdisso dato che la VAR può intervenire solo per i cartellini rossi?
Vero ma è lo stesso protocollo che ci soccorre (come abbiamo visto la scorsa settimana per un episodio in Torino-Atalanta: lo trovate qui):

giallo protocollo, pagina 35

Il protocollo stesso, a pagina 35, consente all’arbitro di punire un calciatore con un cartellino giallo nel caso in cui “durante la review per una potenziale espulsione durante una mass confrontation, si evidenzi un atteggiamento provocatorio nei confronti di un avversario“.

Burdisso, nella circostanza, andava ammonito perché è lui stesso a cercare Immobile, così come anch’egli protende la testa nei confronti dell’avversario, come evidente dai fermo immagine che abbiamo visto.

Il problema, poi, è che un calciatore che non subisce alcun provvedimento in circostanze del genere poi si ritenga autorizzato a tenere comportamenti del genere dato che l’arbitro glielo consente.
Un esempio?
Minuto 68, Milinkovic Savic commette un fallo molto “pesante” su Molinaro

Fallo Milinkovic Savic rischio rosso

Giusto il giallo anche se siamo al limite per un altro colore.
Al di là della solita flemma di Giacomelli che ammonisce il calciatore da dieci metri di distanza passeggiando per il campo

Giacomelli flemma Milinkovic Savic

quel che colpisce è un altro frammento: provate ad immaginare chi sia il calciatore del Torino che affronta, dopo l’ammonizione, Milinkovic Savic, chiaramente provocando nuovamente un avversario…

Provocazione Burdisso Milinkovic

Sempre lui, sempre Burdisso.
Non si pensi sia un caso: se, nel primo tempo, Giacomelli lo avesse (giustamente!) ammonito, possiamo pur star certi che il calciatore del Torino non avrebbe assunto un atteggiamento del genere nei confronti dell’avversario.

Una chiosa finale.
Questo potrebbe sembrare un attacco a Giacomelli.
NON LO E’.
Non ho alcuna intenzione di attaccare gratuitamente un arbitro ma, al contrario, di evidenziare un punto di criticità ormai assodato di Giacomelli, arbitro di buon talento ma ormai aggrappato ad una tipologia di direzione sempre uguale, sia che la gara sia una battaglia sia che si tratti di un’amichevole estiva.
Non tutte le gare sono battaglie, non tutte le gare sono amichevoli precampionato.

I giocatori non sono scemi, ormai sono consapevoli del fatto che, con Giacomelli, possono anche superare la soglia di tollerabilità dei suoi colleghi, tanto non ammonisce mai.
Attenzione perché questa tendenza a non voler ammonire mai si sta ribaltando contro lo stesso arbitro. E’ giunto il momento di cambiare tendenza ricordandosi che un’ammonizione risparmiata non è segno di buon senso ma è e rimane UN ERRORE: si ammonisce quando necessario, si richiama quando necessario.

Si chiude una partita con poche sanzioni disciplinari quando possibile, non per scelta assunta a tavolino…

22 commenti
  1. Stefano
    Stefano dice:

    Ciao Luca, non credi che l’episodio del tocco di mano di Mandzukic, seppur completamente diverso, abbia condizionato la scelta di Di Bello/Giacomelli? Alla fine parliamo di un tocco di mano plateale risoltosi senza polemiche in una partita che alimenta polemiche anche quando non ci sono. Io credo che, oltre tutti gli errori che hanno commesso, c’è stato anche quello di farsi condizionare salla sera prima. Della serie: l’opinione pubblica ha accettato una decisione apparantemente difficile in juve inter, figuriamoci se non lo fanno in lazio torino.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Credo tu ti riferisca al tocco di mano di Benatia.
      Peraltro un arbitro sa benissimo che i due episodi non hanno assolutamente nulla in comune, sono diversi quanto il giorno dalla notte.

  2. Andy
    Andy dice:

    A mio parere è un problema di pica chiarezza del protocollo. Non si capisce se l’intervento in caso di “chiaro errore” possa riferirsi anche ad una valutazione percettiva dell’arbitro ben posizionato (durezza del contatto in caso di sgambetto, ad es. in Lazio-Fiorentina, o “volontarietà” in caso di fallo di mano) o se questo debba restare un territorio riservato all’arbitro di campo. È questo aspetto che determina errori e discriminazioni e falsa il contesto del campionato.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Su questo punto (protocollo da modificare) siamo perfettamente d’accordo. Così come è scritto (al netto dell’inglese “rivedibile”…) è troppo generico e confusionario.

  3. Fede
    Fede dice:

    Un po’ mi dispiace per Giacomelli. Certo è che la partita di ieri è di quelle che ti rimangono sul groppone per un bel po’ di tempo. Con Lazio – Torino ci si potrebbe fare una videocassetta chiamata “L’amministratore col fischietto”: credo che imparare ad arbitrare e non ad amministrare sia una delle cose su cui nelle sezioni si insiste di più.E in quest’ottica, apartire da quell’errore c’è stata la classica “valanga” che ti porta a scordarti pure nome e cognome. La ciliegina è stata la riduzione del recupero, roba da far accapponare la pelle a qualsiasi OA degno di questo nome. Gli si prospetta un bello stop, ma di solito fanno bene.

  4. Giancarlo
    Giancarlo dice:

    Luca, il link che dovrebbe riportare alla partita Chievo – Atalanta rimanda (se non vado errato) in realtà alla 15a giornata in cui è andata in scena la gara Torino – Atalanta.
    Un caro saluto

  5. Daniele
    Daniele dice:

    Luca può essere che Giacomelli abbia detto al var di di concentrarsi solo sulla questione immobile burdisso perché per lui non era rigore , oppure è stato un errore di di bello che vedendo il collega sicuro ha preferito non intervenire?

    • Daniele
      Daniele dice:

      Forse ad alcuni arbitri che fanno il var manca la personalità per intervenire pure quando il collega sbaglia ma è sicuro che ne pensi?

    • Alessandro
      Alessandro dice:

      Dott. Marelli mi pare di aver capito che la review può essere iniziata solo dall’arbitro, non dal VAR. Il VAR può solo suggerire di iniziarla. In linea teorica è anche possibile che il VAR abbia suggerito la revisione ma che l’arbitro si sia rifiutato di farla, sicuro della sua decisione? Lei ha a disposizione elementi per sapere qual è stata la sequenza degli eventi che ha portato alla decisione di non procede a review dell’episodio del rigore?

  6. Lele
    Lele dice:

    in pratica il vero responsabile di tutta la polemica è Di Bello che si sarebbe dovuto imporre su Giacomelli e sottoporgli l’episodio del fallo di mano

  7. Julian
    Julian dice:

    Non capisco a pieno l’affermazione “Non conta nulla, in questa fattispecie, la distanza ridotta”

    Nel regolamento quando si parla di fallo di mano viene scritto testualmente:
    “I seguenti criteri devono essere presi in considerazione:
    – il movimento della mano verso il pallone (non del pallone verso la mano)
    – la distanza tra l’avversario e il pallone

    Rispetto la sua opinione ma a me questo continua a non sembrare assolutamente un rigore solare. Poteva fischiarlo, chiaramente, non ci sarebbe stato niente di sbagliato. Ma rigori “solari” sono ben altri…

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Il regolamento è stato negli anni integrato con interpretazioni autentiche, sia degli organismi internazionali sia del Settore Tecnico dell’AIA. In questo articolo (qui il link) ci sono anche le direttive, in particolare quelle relative a distanza e tocco precedente su altra parte del corpo.
      In sintesi: il regolamento definisce il quadro, direttive ed interpretazioni i dettagli di una fattispecie che, in ogni caso, rimane e rimarrà quella più complessa da capire e spiegare.

  8. Michele Armellini
    Michele Armellini dice:

    Ciao, chiarissimo come sempre, tranne per un punto: fuori dal pasticcio fatto per la mancata assegnazione del rigore, Immobile andava espulso e Burdisso (giocatore parecchio scorretto, me lo ricordo da quando era all’inter) ammonito?

  9. simone
    simone dice:

    L’ho letta categorico sul fallo di mani di Falque ed allora cosa può aver fatto prendere questa topica clamorosa di Giacomelli, considerando anche, come dice lei, la perfetta visuale e prossimità all’azione? Non è pensabile che un arbitro di questo livello valuti la poca distanza tra palla e braccio come una condizione per l’involontarietà.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Un abbaglio.
      Ma anche lui, dopo aver rivisto l’episodio, è consapevole di aver sbagliato.
      E’ un essere umano, può sbagliare anche un episodio visivamente piuttosto semplice come questo.

    • simone
      simone dice:

      Una risposta talmente ovvia da sembrare inconcepibile per i teorici del complotto. Grazie Luca.

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