Nuove regole e nuove discussioni in arrivo: la distanza degli attaccanti dalla barriera

Ne abbiamo avuto un esempio questa estate durante una gara amichevole tra Juventus ed Inter: un episodio banale ma che ha scatenato una (per me inattesa) polemica social sull’effettiva distanza dalla barriera di un calciatore.

Parliamo della novità regolamentare “licenziata” lo scorso marzo dall’IFAB ed entrata in vigore dallo scorso 1 luglio, secondo la quale non sarà più possibile, per i calciatori attaccanti, posizionarsi a contatto con la barriera dei difensori in opposizione ad un calcio di punizione.
La norma, come sappiamo, impone che i calciatori attaccanti, al momento della battuta, si dovranno trovare ad almeno un metro di distanza dalla barriera.

Questa norma, che accolgo con assoluto favore, si propone due obiettivi fondamentali:
– evitare che, nei momenti precedenti all’esecuzione del tiro, nella zona della barriera si concretizzino delle vere e proprie “lotte” tra calciatori, con i difendenti impegnati a mantenere la posizione e gli attaccanti con l’obiettivo di creare una spazio per consentire al pallone di oltrepassare gli avversari. In tal modo dovrebbe velocizzarsi anche la ripresa del gioco, in passato spesso rinviata per permettere all’arbitro di ripristinare un minimo di correttezza;
– impedire che i calciatori attaccanti, posizionati all’interno della barriera o nelle immediate vicinanze della stessa, possano opporre un ostacolo alla linea di visione al portiere avversario, di fatto assumendo un vantaggio contro lo spirito del gioco (che, ricordiamolo, è di segnare una rete più dell’avversario e non di porre impedimenti volontari alla capacità altrui di partecipare).

Alla fine del mese di luglio, come ricorderete, Juventus ed Inter si sono incontrate in amichevole in Cina, nell’ambito della International Champions Cup. Nel corso della gara Ronaldo ha realizzato la rete del pareggio con un calcio di punizione dal limite dell’area deviato da un giocatore dell’Inter:

Rete che, sulla base delle nuove regole, era palesemente irregolare poiché il calciatore nei pressi della barriera si trovava, al momento della battuta, ad una distanza decisamente inferiore al metro stabilito dall’IFAB.

Su questo episodio si sono scatenate (con mia grande sorpresa, lo ribadisco) polemiche inattese che si fondavano su un’eccezione plausibile in linea generale ma del tutto infondata nel caso di specie, cioè l’effettiva distanza del calciatore dalla barriera.

Per accertarsi dell’effettiva distanza non possiamo usare un righello ma osservare l’immagine da più angolazioni:

Queste inquadrature già da sole dimostrano che il calciatore attaccante si trovava ben più vicino alla barriera rispetto al metro di cui si parla.
Per toglierci ogni dubbio, utilizzo una ricostruzione grafica del sempre ottimo Massimo “Max” Dotto, preziosissimo per la sua competenza tecnica e regolamentare:

Un semplicissimo “giochino” grafico per dimostrare che la distanza tra il calciatore della Juventus e la barriera dell’Inter si può valutare tra i 50 ed i 60 centimetri (se fosse un metro dovremmo pensare a Bonucci come ad un uomo di altezza compresa tra i 3 metri ed i 3 metri e mezzo…).

Chiaramente questo approfondimento non ha come oggetto la partita in questione (un’amichevole che, peraltro, non ho neanche visto perché l’interesse per questi test è più o meno pari a zero) ma è uno spunto per interrogarci su una questione basilare.
Per chiarezza andiamo per punti:
– tutte le reti, come sappiamo, vengono sottoposte a check del VAR per individuare eventuali infrazioni commesse dagli attaccanti;
– in circostanze di questo genere i VAR sono tenuti ad individuare qualsiasi infrazione al regolamento;
– nel caso specifico i VAR, dopo aver visto le immagini, dovrebbero chiamare l’arbitro alla review per la posizione del giocatore vicino alla barriera.

Tutto semplice?
Non proprio.

Nel caso portato ad esempio le discussioni solo limitate a quasi nulla, essendo chiaro che la distanza al momento della battuta era di molto inferiore alla distanza imposta dalla novella regolamentare.

Ma cosa accadrebbe nell’eventualità che la distanza del calciatore in barriera sia al limite del metro?

La risposta più banale è che il VAR dovrà misurare elettronicamente la distanza tra la barriera ed il giocatore attaccante.
Semplice ma è proprio questo il problema: il VAR è una strumentazione elettronica con una precisione già eccellente ma non è dotata di un’applicazione mediante la quale si possa misurare una distanza. Il VAR, infatti, è in grado di individuare se un giocatore sia davanti o dietro la linea difensiva e/o del pallone, se il pallone abbia oltrepassato la linea di porta (mediante la Goal Line Technology), se un contatto sia avvenuto dentro o fuori l’area di rigore ecc. Il VAR, però non misura di quanti centimetri un calciatore sia in fuorigioco o meno o di quanto sia entrato in porta un pallone.

Che fare, dunque?
Al momento non sappiamo nulla di quelle che saranno le linee guida per l’applicazione di questa norma. Possiamo ipotizzare che l’arbitro utilizzerà lo spray per indicare sia la posizione della barriera che quella degli attaccanti posizionati nei pressi ma non sappiamo come si dovranno regolare i VAR nel caso in cui i calciatori attaccanti si dovessero muovere prima dell’esecuzione, magari accorciando la distanza dalla barriera.
Non è una questione da poco perché sappiamo quanto possa essere decisivo un calcio da fermo nell’economia di una partita.

E non dobbiamo dimenticare che la sanzione prevista per un calciatore attaccante troppo vicino alla barriera non è di poco conto: annullamento della rete e calcio di punizione indiretto a favore della difesa.

Ad oggi il VAR non è stato ancora implementato con un’applicazione che possa misurare una distanza qualsiasi: questa sarebbe la soluzione più facile ed immediata poiché una rilevazione elettronica toglierebbe qualsiasi dubbio interpretativo.

In mancanza di questa tecnologia (perlomeno ad oggi 21 agosto 2019) è praticamente certo che non mancheranno episodi di questo genere perché gli allenatori hanno già cominciato ad utilizzare una barriera posizionata davanti ai difendenti e che si “apre” pochi istanti prima dell’esecuzione. E quegli istanti potrebbero diventare fondamentali per “accorciare” (persino involontariamente) la distanza imposta dal regolamento.

10 commenti
  1. Romario
    Romario dice:

    Luca quando in Foggia-Bari Collina non fece invertire i campi alle squadre, fu un errore o fu una scelta apprezzata?

  2. grigio
    grigio dice:

    Ieri sera anticipo di serie B Pisa – Benevento. Arbitro Fourneau se ho capito bene.
    Punizione da fuori area a favore del Benevento, in barriera cinque giocatori del Pisa e due del Benevento, uno in mezzo ai giocatori del Pisa e uno a lato, appiccicato. Il tutto sin da prima che l’arbitro emettesse il fischio di autorizzazione alla battuta. Se vuoi vederti l’azione dovrebbe essere intorno al 13°/14° del secondo tempo.
    Non avrebbe dovuto far allontanare i giocatori del Benevento? Oppure li si lascia stare dove vogliono e poi si annulla eventualmente la rete? Insomma un po’ come se fosse “a loro rischio e pericolo”?
    In compenso dopo un po’ ha ammonito un giocatore del Pisa che, chiamato fuori per sostituzione, per uscire ha attraversato il campo verso le panchine anzichè andare dalla linea opposta, a cui era più vicino.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Grazie della segnalazione.
      Per quanto riguarda il calcio di punizione da te segnalato, allego foto:

      Pisa - Benevento

      La distanza di un metro dalla barriera c’è: bisogna considerare l’ultimo uomo della barriera vera e propria, cioè l’ultimo calciatore a contatto con un compagno. Quello staccato dalla non va considerato come parte della barriera.
      Quel che non va di questa fattispecie è la distanza che, a spanne, non è superiore agli 8 metri (Fourneau ha voluto posizionarla fuori dell’area di rigore per evitare problemi di valutazione su eventuali tocchi di mano).

      In ogni caso la sensazione è che ci saranno enormi problemi sull’applicazione di questa regola, soprattutto perché non si è ben capito cosa voglia l’IFAB: distanza di un metro al momento della battuta o solo nel momento in cui la barriera viene sistemata? La spiegazione di ieri in conferenza stampa non ha chiarito molto in merito.

    • grigio
      grigio dice:

      Mah! A me in diretta è sembrato di vedere un giallorosso tra due giocatori nerazzurri (intendo proprio in mezzo alla barriera) e uno a fianco dei cinque in barriera, nella tua foto invece i due giocatori del Benevento sono entrambi a fianco dei cinque in barriera. O un giocatore si è mosso ed esiste un altro fotogramma come dico io oppure mi sarò sbagliato e avrò visto male.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      L’immagine è “freezata” al momento del fischio dell’arbitro.
      In ogni caso questa regola creerà enormi polemiche al pari della posizione del portiere sul calcio di rigore…

  3. Antonio Cambria
    Antonio Cambria dice:

    Non solo, ma ho visto un paio di volte di difendenti che prendevano posizione solo un attimo prima che l’avversario calciasse la punizione con l’intento di invalidare l’eventuale rete facendo scendere sotto il metro la distanza dall’avversario più vicino…
    In questo caso come ci si comporta? A me sembra un comportamento ai limiti dell’antisportività.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      E’ proprio questo il punto.
      Sono curioso di capire come si comporteranno gli arbitri.
      In tutta franchezza, essendo tornato dal mio eremitaggio montano solo oggi, non mi sono informato.
      Vidarem.

  4. marco lombardo
    marco lombardo dice:

    Buongiorno Luca. Io invece ho un’altra tipilogia di domanda, in merito a questo tema: io che non ho un regolamento del gioco del calcio sotto mano mi chiedo… Ma cos’è la barriera? È l’insieme dei giocatori defendenti che sono a contatto? Se ci sono 4 giocatori a contatto, e un quinto a distanza, che so, di 70 cm, è da condiderare come uomo in barriera? Da quale uomo bisogna cominciare a contare i 100 cm? Oppure se un attaccante è a un metro e mezzo al momento del fischio, ma poi si avvicina un ulteriore difendente prima che venga calciata la palla, quest’ultimo è in barriera?Secondo me, questo è da chiarire per chi sta davanti allla tv… Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Eccellente domanda.
      Purtroppo l’IFAB è stata un po’ superficiale nell’introduzione di questa regola, non preoccupandosi di certificare quel che chiedi.
      Effettivamente è un concetto non propriamente facile: diciamo che, in linea di massima, una barriera “finisce” con l’ultimo difendente a contatto con un compagno.
      Ma mi rendo conto che è una definizione un po’ “pasticciata”.

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