La condotta violenta: il discusso episodio di Roma (espulsione di Immobile) per comprendere un concetto spesso frainteso. A cura di M1313

Il posticipo della sedicesima giornata di campionato, giocato tra Lazio e Torino l’11 dicembre, è stato ricco di spunti di discussione.
Se tra questi episodi spiccava un fallo di mano non visto in area granata, l’altra situazione degna di nota è senza dubbio stata l’espulsione di Immobile, avvenuta al minuto 46′ del primo tempo, per una spallata nei confronti di Burdisso dopo un tiro terminato sul palo e rimbalzato oltre il fondo.

Decisione corretta o no?

Prima di passare a questo, è necessario fare chiarezza su quella che è una vasta categoria di scorrettezze, della quale — secondo gli ufficiali di gara di Lazio-Torino — anche Immobile si è macchiato: la condotta violenta.
Per noi italiani il caso simbolo è la testata di Zidane al petto di Materazzi durante la finale dei Mondiali del 2006; ma cos’è, in generale, un atto costituente condotta violenta?
Per il regolamento del gioco del calcio, è reo di condotta violenta il calciatore che “usa o tenta di usare vigoria sproporzionata o brutalità contro un avversario in mancanza di contesa per il pallone, o contro un compagno di squadra, un dirigente, un ufficiale di gara, uno spettatore o qualsiasi altra persona, a prescindere dal fatto che si concretizzi o no un contatto”. Se un calciatore si rende colpevole di quanto appena descritto, questo deve essere espulso.
Appare dunque evidente che, perché un gesto commesso contro chicchessia configuri condotta violenta, serve che si verifichino due condizioni:
— deve mancare in toto qualsiasi contesa per il pallone; se un atto del genere è infatti commesso nel tentativo di giocare il pallone, si concretizza la diversa scorrettezza del grave fallo di gioco (anch’essa comunque punita con l’espulsione: all’atto pratico, la differenza tra le due è visibile soltanto nell’entità delle conseguenti squalifiche);
— deve essere usata vigoria sproporzionata o brutalità nei confronti della vittima: questi sono i due parametri di cui l’arbitro deve verificare la sussistenza, quando occorre distinguere un buffetto sulla spalla da una condotta violenta vera e propria.

Seguendo la catena di definizioni, le prossime due domande sono servite su un piatto d’argento: cosa sono la “vigoria sproporzionata” e la “brutalità” di cui parlano le regole del gioco?

— VIGORIA SPROPORZIONATA. La prima locuzione è definita dal regolamento stesso come “un eccesso nella forza necessaria” a compiere un determinato gesto, in un modo che metta in pericolo l’incolumità del destinatario. Ad esempio, una spinta provocatoria durante un’interruzione di gioco, se eseguita con una forza palesemente eccessiva e capace di arrecare danno fisico all’avversario, costituisce uso di vigoria sproporzionata che porta ad un’espulsione per condotta violenta.

— BRUTALITÀ. Benché non ci sia traccia di una definizione di questo termine nella versione italiana del regolamento, l’edizione originale inglese delle regole del gioco fornisce una descrizione di questa parola nel glossario a fine volume, denotandola come la qualità di “[a]n act which is savage, ruthless or deliberately violent” (“un atto che è feroce, spietato o intenzionalmente violento”). Un pugno sul volto o un calcio deliberato sugli stinchi, in un contesto totalmente avulso da quello del gioco o della contesa per il pallone, costituiscono brutalità che integra perfettamente il cartellino rosso per condotta violenta.

Mettiamo in pratica queste definizioni e quanto spiegato finora con qualche esempio:
• mentre il gioco si svolge in una metà del campo, nell’altra un calciatore aggredisce un avversario con una gomitata sulla schiena: il gesto avviene senza contesa per il pallone ed è caratterizzato da brutalità, dunque il reo è espulso per condotta violenta;
• dopo essersi dissetato, un calciatore scaglia la bottiglietta d’acqua contro un avversario e lo colpisce: la condotta violenta può configurarsi anche a mezzo di lancio di oggetti — se l’arbitro ritiene che il lancio sia stato effettuato con imprudenza e senza volontà di nuocere il reo sarà ammonito, ma se dovesse rilevare una forza eccessiva nel lancio (vigoria sproporzionata) o una volontà di far male caratteristica della brutalità il colpevole sarà espulso;
• Austria, SK Rum-SPG Innsbruck West; all’87’, Ismail Gunduz dell’SK Rum colpisce con una testata l’arbitro (www.bbc.com): essendo uno dei presupposti della condotta violenta il suo essere totalmente avulsa da qualsiasi fase di gioco, questa può essere commessa contro chiunque, inclusi gli ufficiali di gara — il calciatore è dunque espulso per condotta violenta, come di fatto è avvenuto;
• un calciatore tenta di colpire un avversario con un pugno, ma questi scansa il colpo: il reo sarà comunque espulso per condotta violenta, perché il tentativo di usare vigoria sproporzionata o brutalità è punibile allo stesso modo di un’azione finita e compiuta;
• Europa League, Marsiglia-Vitória de Guimarães; prima che la gara inizi, durante il riscaldamento, Patrice Evra prova a colpire con un calcio un tifoso che stava oltre i cartelloni pubblicitari (www.independent.co.uk): potendo la condotta violenta verificarsi anche a pallone non in gioco (e dunque potenzialmente anche prima che la gara inizi), e poiché l’arbitro ha il potere di prendere decisioni già dal momento in cui giunge sul terreno di gioco per l’ispezione pre-gara, il calciatore è inibito per condotta violenta, e non potrà prendere parte al match che sta per iniziare;
• a pallone non in gioco, due calciatori (anche compagni) si danno degli spintoni: se l’arbitro riterrà che le spinte non sono effettuate con una forza eccessiva in grado di arrecare danno all’altro, e se mancano le qualità di violenza tipiche della brutalità, i due saranno ammoniti per comportamento antisportivo; viceversa, saranno espulsi per condotta violenta.

L’ultimo esempio si avvicina già al caso avvenuto in Lazio-Torino: torniamo dunque da Immobile.
In base a quanto detto sopra, l’arbitro dovrebbe valutare se la spallata di quest’ultimo ai danni di Burdisso sia stata commessa con vigoria sproporzionata (ossia con una forza che eccede quella della spinta provocatoria, e che rischia di arrecare danno fisico all’avversario) oppure con brutalità (cioè con connotati di violenza irragionevole). Per quanto però si rifletta, non si può negare che la valutazione dell’intensità della forza, o della sussistenza o meno della brutalità, sia in larga parte soggettiva e comunque valutabile appieno soltanto dal vivo. Il grado di forza usata o l’eventuale presenza della brutalità non possono essere discussi a posteriori con replay o filmati rallentati, tanto che è indicazione anche per i VAR quella di non usare lo slow-motion quando si deve decidere tra un cartellino rosso ed uno giallo in casi come questi. E benché giudicando dal filmato a velocità normale la spallata di Immobile appaia poderosa, non si può stabilire con piena certezza, in un modo che metta tutti d’accordo, se la forza utilizzata sia stata leggermente sotto o leggermente sopra il limite separatore tra un’ammonizione ed un’espulsione. Questo significa forse che non siamo in grado di sapere se la decisione di espellere Immobile sia stata corretta? Tutt’altro: se quello che abbiamo analizzato sopra è il primo capoverso del paragrafo sulla condotta violenta, il secondo e ultimo capoverso è quello che ci aiuta a far luce sull’episodio dell’Olimpico.
Subito dopo la frase riportata in cima a quest’articolo, infatti, si ritrova la seguente precisazione, aggiunta nell’edizione 2016/17 delle regole del gioco: “un calciatore che, in mancanza di contesa per il pallone, colpisce intenzionalmente con le mani o le braccia un avversario o qualsiasi altra persona sulla testa o sul volto è colpevole di condotta violenta, a meno che la forza usata sia irrilevante”. Se in condizioni generali i criteri per la condotta violenta sono quelli della vigoria sproporzionata e della brutalità, quando un calciatore usa le mani o le braccia per colpire chicchessia sulla testa o sul volto è sufficiente che il contatto non sia irrilevante. Con un esempio, questo significa che, se un calciatore dovesse schiaffeggiare sulla guancia un avversario, l’arbitro non dovrà porsi questioni di forza eccessiva o di brutalità: dovrà semmai solo decidere se la forza usata sia stata o meno irrilevante, e se così non dovesse essere espellerà il reo per condotta violenta. Il termine “irrilevante” è traduzione fedele della parola inglese “negligible”, che viene definita dal glossario del regolamento internazionale quale “[i]nsignificant, minimal” (“insignificante, piccolissimo”): si tratta dunque di un’asticella bassissima, in grado di comprendere ogni gesto che non sia del tutto privo di una qualsiasi conseguenza sull’avversario.
Se questa disposizione sembra di primo acchito calzare a pennello col caso in esame, sorge un apparente problema: Immobile ha sì colpito l’avversario sul volto, ma perché si possa trovare un riscontro in questo capoverso eccezionale il gesto deve essere commesso con le mani o con le braccia. Dato che Immobile ha colpito Burdisso con la propria spalla, sembrerebbe cadere l’applicazione di questa norma.
A superare però quest’ultimo ostacolo ci aiuta David Elleray, direttore tecnico dell’IFAB (International Football Association Board, l’unico ente al mondo in grado di proporre ed approvare modifiche al regolamento del gioco del calcio, la cui interpretazione delle norme ha essa stessa valore di regola), il quale, interpellato sulla questione, ha prontamente replicato che “it is completely within the spirit of the Law 12 that striking someone in the head/face with the shoulder can be regarded as violent conduct ” (“è perfettamente entro lo spirito della Regola 12 [Falli e scorrettezze, n.d.t.] considerare condotta violenta il colpire qualcuno in testa o in volto con la spalla”). Le motivazioni a supporto di questa posizione sono le medesime che furono date dall’IFAB stessa all’atto dell’introduzione di questa casistica speciale nel paragrafo sulla condotta violenta (The IFAB, domanda numero 5), dove leggiamo che lo spirito della norma è basato sul concetto che “striking the head or face is potentially very dangerous” (“colpire qualcuno sulla testa o in volto è potenzialmente molto pericoloso”), e che “football must discourage this unacceptable behaviour” (“il calcio deve scoraggiare questi atteggiamenti inaccettabili”). Il colpire qualcuno in volto con una spallata — piuttosto che con un pugno o una gomitata — non cancella né la pericolosità del gesto, né la sua inaccettabilità in un contesto sportivo: per questi motivi, il numero uno dell’IFAB ritiene che l’espulsione sia pienamente giustificata anche quando il colpo alla testa avviene per mezzo della spalla.

In conclusione, anche se non possiamo decidere con assoluta certezza il grado dell’intensità del gesto messo in atto da Immobile, siamo tutti concordi nell’ammettere che il contatto spalla/volto non sia comunque stato irrilevante: perciò, alla luce dell’interpretazione attuale del capoverso sui colpi in testa o in faccia, l’espulsione di Immobile appare totalmente giustificata.

11 commenti
  1. Giovanni
    Giovanni dice:

    Ciao Luca, ma un’analisi sul VAR a favore della Juventus in Coppa Italia? Come sempre quando si tratta della Juve c’è tanto clamore.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Non ho visto la gara, ero a cena con clienti.
      Peraltro sei totalmente fuori tema.
      Sull’ultima frase stendo un velo, è meglio. Perlomeno sul mio blog evita certe allusioni…

    • Giovanni
      Giovanni dice:

      Ero solo curioso di ascoltare un’opinione esperta e fidata. Nessuna allusione. Una chiara affermazione. Gli episodi sono tutti uguali da un punto di vista regolamentare. Di certo non da un punto di vista di risonanza mediatica. Poi, per carità, il blog è tuo e puoi disporre dei veli a tuo piacimento.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Continui a fare illazioni.
      Te lo ripeto: nessun “veto”, semplicemente non ho visto l’episodio, ero fuori sede per una cena di lavoro. Ho anche una vita, neh 😉

      Sul campionato (finora) ho commentato tutte le giornate, nelle altre competizioni no, non ho tempo e non posso passare la vita sul blog. Il blog è un divertimento, almeno per ora. Poi si vedrà, magari anche a breve…

    • Giovanni
      Giovanni dice:

      Mi sa che c’e’ un equivoco di fondo ma su questo voglio essere assolutamente chiaro. Non era mia intenzione fare allusioni o illazioni sulla tua assenza di commento sull’episodio, di cui non ti devi in alcun modo giustificare. La mia domanda iniziale, forse formulata con superficialità, voleva semplicemente dire: se hai un’opinione a riguardo mi farebbe piacere ascoltarla. Con rispetto e buon lavoro.

  2. Giovanni
    Giovanni dice:

    Ottimo articolo. Per carità, ci manca solo che i calciatori pensino di avere licenza di prendere a spallate in faccia gli avversari. Da uno che a causa di una spallata involontaria, a gioco fermo si è rotto il setto nasale. Poi era palese che Immobile nella circostanza ha agito con fare intimidatorio.

  3. Massimo
    Massimo dice:

    Non siamo tutti concordi, come recita l’articolo, che il contatto non sia stato irrilevante. E non lo dico io, ma lo scrive il giudice sportivo che, su precisazione fornita dal Direttore di gara, ha definito la spallata di Immobile di scarsa entità. Segnalo che per il vocabolario Treccani scarso e insignificante sono sinonimi.

    • Massimo (Megalovic su Twitter)
      Massimo (Megalovic su Twitter) dice:

      Grazie per la risposta. Va detto che il giudice sportivo ha preso la decisione in base alle precisazioni fornite successivamente da Giacomelli (a cui è stato richiesto un “supplemento” al referto), che quindi deve aver fatto un parziale passo indietro sulla decisione presa.

      PS gran bell’articolo. Complimenti!

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Decisione assunta su LIBERA interpretazione di quel che ha scritto Giacomelli.
      Giro i complimenti all’autore del pezzo.
      Ne approfitto per specificare: NON l’ho scritto io ma un validissimo esperto di regolamento che mi pregio di conoscere.

    • Giemme
      Giemme dice:

      Mah a quanto dato sapere dagli atti pubblici l’arbitro ha refertato nel supplemento: contatto avvenuto di striscio non connotato da violenza.
      A mio giudizio non è libera interpretazione (peraltro il giudice sportivo e no è pur sempre un libero interprete e ci mancherebbe non fosse) inteso come fantasiosa o cervellotica. Se espelle per condotta violenta e poi dichiara che non c’è stata violenza siamo in presenza di una smentita delle motivazioni della decisione sul campo.
      Opinione personale ma convinta.

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