Incontro tra arbitri, dirigenti e società: un passetto avanti e tante proposte interessanti

Non mi soffermerò su ciò che già tutti abbiamo visto dell’incontro di Roma: sarebbe ripetitivo ed oggettivamente inutile.
Quel che più mi interessa dell’incontro tra arbitri, dirigenti, società e giornalisti è altro.

Ricordando gli incontri a cui ho personalmente partecipato nel periodo in cui ero in attività (più o meno un’era geologica fa), la prima differenza è balzata agli occhi immediatamente: sala piena, pochissime società assenti (forse nessuna), tanti dirigenti non marginali delle società, addirittura persone in piedi per assistere al confronto.
Tutto un altro impatto rispetto agli incontri del passato, durante in quali si doveva trovare il modo per non inquadrare la platea semivuota. Ci sono state occasioni nelle quali, a Fiumicino, si presentarono quattro società di Serie A e nemmeno con i vertici…

Oltre alla soddisfazione di aver visto l’interesse necessario, due osservazioni:
è un peccato che non si sia deciso di proporre lo streaming dell’incontro, sarebbe stato molto interessante seguire con attenzione tutto lo svolgimento, anche solo per un motivo didattico;
– in tutta franchezza non ho trovato nulla di nuovo in quel che ha detto Rizzoli.
Attenzione: ciò non significa che non l’abbia apprezzato (anzi è vero il contrario) ma che, semplicemente, chi conosce a fondo il regolamento non è stato sorpreso da quanto esposto dal designatore degli arbitri.

Come ho già più volte ribadito, sui tocchi di mano difensivi non è cambiato praticamente nulla rispetto alle scorse stagioni, la vera (ed unica) novità riguarda l’introduzione della punibilità oggettiva (cioè senza alcuna valutazione nel merito sulla naturalezza o meno del contatto) di un tocco di mano/braccio in attacco: giustamente Rizzoli si è soffermato a lungo su questo concetto, spiegando nel minimo dettagli ciò che, in realtà, non era particolarmente complesso da comprendere.

La scelta dell’Uomo Vitruviano di Leonardo l’ho scenicamente apprezzata perché è stata una trovata di impatto per fissare nella testa di chi osservava un concetto che non è stato modificato se non nei termini descrittivi: ciò che l’anno scorso era la congruità della posizione, oggi viene individuato nella naturalezza o meno di mani e braccia.
In sintesi, come peraltro già detto più volte, il regolamento è cambiato nella definizione dei falli di mano ma non nell’interpretazione generale.
Affermare, infatti, che un braccio sopra la linea delle spalle è solitamente punibile non aggiunge e non toglie nulla rispetto all’interpretazione delle passate stagioni. Semplicemente l’IFAB ha recepito all’interno del testo della Regola 12 un principio che già da anni veniva valutato in termini di punibilità.

Il passaggio più importante di Rizzoli, a mio parere, è stato quello più criticato, soprattutto sui social.
Lo riporto (tra virgolette e basandomi su quanto riferito dalle testate giornalistiche):
Il VAR non nasce per eliminare tutti gli errori“.
E’ un’affermazione non solo chiarissima ma anche piuttosto banale.
La banalità non risiede nel fatto che sia stata proferita ma, semplicemente, nella constatazione che il protocollo VAR non ha mai avuto come obiettivo quello di eliminare gli errori per il semplice motivo che non è possibile eliminare tutti gli errori.

Ma c’è di più.
Non solo non è possibile eliminare gli errori ma, a maggior ragione, non si potrà eliminare la discussione perché esistono episodi che possono legittimamente essere interpretati diversamente da soggetto a soggetto.
Prendiamo, ad esempio, il casus belli sollevato anche ieri da Ancelotti durante l’incontro, l’ormai celeberrimo contatto tra Kjaer e Llorente durante Napoli-Atalanta:

Errore eliminabile?
La risposta è tanto semplice quanto difficile da far comprendere: no, non è possibile cancellare questo episodio.
E ciò non perché sia stata assunta una decisione sbagliata non assegnando il calcio di rigore.
Su quanto accaduto la mia idea è conosciuta, l’ho espressa più volte ma non significa che si tratti di fattispecie lapalissiana. Anzi, è esattamente il contrario: la posizione personale non è e non deve essere intesa come l’unica possibile perché è ben chiaro che si tratta di un episodio che rimane in una zona interpretativa che può variare da persona a persona. Non è certo un caso che, dopo alcune settimane, i commentatori (chiunque essi siano) non trovano una linea comune su quanto accaduto.
Ed è anche sbagliato puntare il dito su Ancelotti o Rizzoli: l’allenatore chiedeva conto di un errore, il designatore lo ha ammesso (come peraltro avevo anticipato in sede di commento)

ma, alla stesso tempo, ha precisato (parlando coi giornalisti intervenuti) che secondo il suo parere Giacomelli doveva interrompere il gioco per assegnare un calcio di punizione a favore dell’Atalanta.
Non sono d’accordo ma è questione di punti di vista: esattamente il concetto tanto criticato testé riportato, secondo cui il VAR è certamente un ausilio importante ma non definitivo.
Non definitivo perché, di fatto, non potrà mai eliminare le discussioni basate su valutazioni soggettive su episodi al limite in un senso o nell’altro.
Il punto su cui insistere, in ogni caso, è un altro: il VAR, in questa circostanza, non poteva in alcun modo intervenire, proprio perché si trattava di una fattispecie al limite, interpretabile a seconda della sensibilità arbitrale personale.
L’errore, pertanto, non è da individuare nel mancato utilizzo del VAR ma nella mancanza di una decisione dell’arbitro.

Altra questione fondamentale, ovviamente, riguardava i rigori concessi o meno per tocchi di mano.
Tendo a sottolineare un aspetto: chi mi segue con costanza (tutta la mia ammirazione…) è consapevole che da anni, ormai, sostengo che il regolamento dovrebbe prevedere una differenziazione netta tra tocchi di mano e falli di mano.
E’ un concetto che ho espresso varie volte, in un periodo ben antecedente alle fantomatiche novità regolamentari (qui il testo completo):

Se anche Rizzoli si è accorto del fatto che questa distinzione è fondamentale (è la seconda volta che ne parla, la prima a Coverciano il 23 agosto scorso), non mi stupirei se l’IFAB interverrà proprio per chiarire la questione modificando parzialmente la regola 12.
Questa premessa si è resa necessaria per poi scendere nel particolare.
Mediaticamente sono i tocchi di mano di De Ligt a tenere banco, se non altro per la incredibile ripetitività di episodi che lo hanno visto protagonista in questa prima fase del campionato.
Non lo nego: sono stato contento di sentire Rizzoli affermare la non punibilità del contatto di Lecce

e di quello nel derby successivo:

Soddisfatto ma non certo sorpreso: sarei stato molto stupito se avessi ascoltato qualcosa di differente perché, come scritto all’inizio, una volta presa confidenza con il regolamento non è così complicato interpretare i singoli episodi.
Certo, non è facile (e pertanto non ne faccio una colpa a chi, durante la giornata, deve pensare ad argomenti ben più seri) ma l’obiettivo di chi lavora all’interno del mondo del calcio deve essere proprio questo: rendere fruibile a tutti anche i concetti più complessi.
Spiegarli, a mio parere, è la strada migliore.
Discuterne è ancora meglio.
Discuterne con serenità la strada da perseguire, evitando continui capannelli di protesta (e su questo punto mi aspetto maggiore severità nelle prossime giornate), dichiarazioni precipitose (in tal senso ho apprezzato tantissimo le parole di Montella e Pradé) e recriminazioni basate su false informazioni (chiedere l’utilizzo del VAR nonostante non sia previsto).

Interessantissima, in questo senso, la proposta di Marino, dirigente apicale dell’Udinese: organizzare incontri formativi tra giocatori ed arbitri nelle sedi delle società.
Mi spingo oltre: tali incontri non solo dovrebbero essere la normalità ma dovrebbero essere organizzati alla presenza anche delle squadre giovanili perché sono loro il futuro del nostro calcio. Se si comincia con l’educazione regolamentare dei nostri vivai, questi porteranno nel futuro una cultura migliore del gioco, una conoscenza che si riverserà su tutta l’attività.
E’ chiaro che una cultura di base è fondamento per ogni viver civile: posto che gli arbitri il regolamento lo conoscono perfettamente, per arrivare al grande pubblico degli appassionati è ovvio che chi vive del gioco sia informato su tutto. Se un allenatore, un calciatore, un dirigente comprenderà il regolamento, non ci saranno polemiche a pioggia basate su affermazioni imprecise, sbagliate oppure totalmente infondate.
Siamo indietro da questo punto di vista? Sì, e mi riferisco di nuovo a Pradé che si è complimentato con il Parma che, nel suo organico, ha da anni un dirigente che sta lavorando benissimo, inculcando nei giocatori il concetto di rispetto: Riccardo Pinzani, ottimo (e colpevolmente sottovalutato) ex arbitro di CAN B sta svolgendo un’opera fondamentale, un primo passo verso una conoscenza profonda di quelle che sono le regole di ingaggio, anche nel rapporto rispettoso con i direttori di gara. Senza dimenticare anche Barbirati, uomo fantastico che lavora per la SPAL.

Un ultimo argomento, anche questa da inserire alla voce delle “proposte” emerse ieri pomeriggio.
Nicchi, a margine dell’incontro, ha ipotizzato una sorta di comunicazione con l’esterno attraverso l’utilizzo di un sito col quale spiegare gli episodi più controversi della giornata.
Al di là della battuta che mi sono permesso di pubblicare sui social ieri

non posso che essere soddisfatto di una tale apertura.

E’ doveroso, in questa sede, ringraziare il Presidente Nicchi che, indirettamente, ha riconosciuto l’importanza di un sito come questo, all’interno del quale si può discutere con serenità, anche scambiandosi opinioni differenti, soprattutto basando le proprie sul regolamento.

Non lo nego: sarò felicissimo di essere copiato…

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Ho scelto la via meno invasiva, per mantenere il sito fruibile e senza fastidiose finestrelle ovunque.
Grazie a chi mi vorrà sostenere

68 commenti
  1. Alessandro
    Alessandro dice:

    Qualche ora fa stavo vedendo West Ham-Tottenham e, verso il 40′, c’è stato un intervento durissimo di Frederick ai danni di Son; Oliver, sbagliando tutto come al solito, si è avvicinato ed ha estratto solo il giallo, mentre il var è rimasto muto (anche in questo caso, non è certo una novità). Al di là del caso specifico, la domanda sorge dunque spontanea: un utilizzo così sbagliato dello strumento non può portare guai alla federazione inglese? Perché, se ognuno può interpretare le regole DELL’IFAB a suo piacimento senza conseguenze, in Italia potremmo far finta che non esista la dizione di “chiaro ed evidente errore” ed applicare la tecnologia in modo molto meno limitante.

    • Alessandro
      Alessandro dice:

      Infatti non mi riferivo all’episodio in sé (“al di là del caso specifico”), ma all’applicazione fasulla del var in Inghilterra. Sinteticamente, se loro non rispettano le regole (in peggio), potremmo farlo anche noi (in meglio).

  2. Filippo
    Filippo dice:

    Buongiorno, io sono rimasto veramente basito nel vedere il check che il var ha effettuato in Lecce-Juve: a prescindere dalla decisione del var di non intervenire, come fai a valutare la punibilità di un tocco di mano guardando solo l’impatto del pallone sul braccio? E tutta la dinamica? Eventuali deviazioni? Mi sembra assurdo che al terzo anno di var ci siano arbitri che vanno in sala con questa superficialità (dato che presumo sappiano il regolamento), ora mi spiego anche altri mancati interventi del var nel corso del campionato, se c’è gente che effettua i check in questa maniera…

  3. Sandro
    Sandro dice:

    Buongiorno Dr. Marelli,
    Mi colpisce questa serenità e questo garbo che mostra sempre di avere Rizzoli (mai una parola fuori posto, mai un accenno di animosità, mai un filo di acredine).
    Dunque le chiedo: ma non è un po’ affettato come modo di fare? Sembra un diplomatico, un ambasciatore.
    Lei cosa ne pensa, se si può esporre, dato che so che è amico con Rizzoli e che c’è stima reciproca.
    Grazie, buon fine settimana,
    Sandro

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      In realtà non sento Rizzoli da otto anni ma ho stima di Nicola da sempre.
      Lui è così, sempre molto pacato ed educato con chiunque.
      Ogni tanto perde la pazienza ma riesce sempre a mascherare l’irritazione con un self control che non nascondo di invidiare.

      Grazie a te.

  4. Sascja
    Sascja dice:

    Ci tengo a sottolineare un dato statistico (ambito di cui mi occupo professionalmente).
    Andando a sbirciare qualche statistica dell’anno scorso sugli errori commessi dal VAR, ho trovato un interessante riepilogo pubblicato dall’AIA dopo la 30esima giornata di campionato: errori commessi 0,91% (18 su 1984 check del VAR).
    In questo inizio di campionato siamo sul 6% (almeno così lo ha indicato Rizzoli nell’incontro ma non ho cercato/trovato nessuna scheda riepilogativa).
    Dato sicuramente migliorabile ma che dà l’idea, da una parte di come un regolamento oggettivo (che l’anno scorso veniva richiesta a gran voce, da tanti giornalisti come quelli di Sky) non possa esistere (tu stesso citi un episodio che secondo te era da interpretare in una determinata maniera e secondo Rizzoli in un altra) e dall’altro di come probabilmente gli stessi addetti ai lavori (gli arbitri) abbiano avuto un momento di sbandamento in questo inizio di campionato.

    Ti sei mai trovato “disorientato” da un cambio di regolamento, quando eri in attività? Pensi di vorrà molto per tornare a un numero “congruo” di errori?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Oh sì, è accaduto: la questione dell’ultimo uomo, quando venne inseriti , causò grandissimi problemi a tutti.
      Gli errori attorno al 6% mi sembrano più aderenti alla realtà, il dato a cui non ho creduto (in realtà) è quello dello scorso csmpionato…

    • Sascja
      Sascja dice:

      Sì be chiaramente i dati vanno interpretati, come le azioni del calcio (confido che chi lo fa, sia una persona seria tale da non aver bisogno di falsificare i dati in maniera da forviare la realtà).
      Temo siano stati presi come errori soltanto quelli che, una volta interpellato il VAR, hanno portato a una decisione sbagliata. Dubito abbiano contato le volte in cui magari il VAR non sarebbe dovuto intervenire o altri casi particolari.
      Inoltre temo siano stati esclusi tutti quegli episodi “grigi” che ovviamente rientrano in una casistica a parte ma che sono soggetti all’interpretazione del giudice di gara.

      Non credo sia facile selezionare e dividere in categorie, i vari episodi, se già si hanno tante difficoltà a interpretarli.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Totalmente casuale.
      Non ha segnato una rete e, soprattutto, non ha propiziato NELL’IMMEDIATO la realizzazione di una rete.

      Ti anticipo: il gol di Brescia-Fiorentina è stato annullato per fallo di mano volontario di Tonali.

  5. Alessandro
    Alessandro dice:

    Ciao Luca, scusa OT, volevo chiederti se sai per caso il colore della divide che verrà consegnata alle sezioni il prossimo anno?

    Complimenti come sempre per il Blog!

    Grazie

  6. Federico
    Federico dice:

    Buongiorno Luca, riguardo la possibilità di ascoltare i dialoghi tra arbitro e Var io sono favorevole, non tanto per capire la ratio alla base delle decisioni (per quella sarebbe sufficiente conoscere il regolamento), quanto perché, personalmente, ascoltando le clip portate da Rizzoli alla riunione di inizio settimana, sono rimasto colpito da alcune cose.
    È vero, non tutti i dialoghi sono interessanti, ma prendendo come esempio quello di Parma-Torino (arbitro La Penna), alcuni spunti a mio parere significativi c’erano:
    – La Penna che, subito, in caso di potenziale episodio dubbio, comunica ciò che ha visto, dicendo anche di essere coperto e di non aver visto perfettamente
    – prima ancora di concludere il check si sente un assistente (dalla voce credo fosse Colarossi) che ha la lucidità di ricordare che, in caso di fallo di mano, il calciatore è già ammonito
    – La Penna che chiede altre inquadrature per non avere dubbi e per analizzare l’effettiva punibilità (meglio prendersi cinque secondi in più che in meno, davanti al monitor, a mio parere)
    – lo stesso La Penna che si allontana dal monitor ringraziando Fabbri per avergli permesso di correggere la decisione (per sfatare il mito degli arbitri che non sono favorevole alla Var…)
    Io l’ho trovato davvero interessante, mi rendo conto che per chi ha diretto a quel livello come te, queste possono sembrare dinamiche piuttosto normali, però per qualcuno (me compreso) sono delle “chicche” interessanti da analizzare.
    Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Vero, sono interessanti.
      Didatticamente potrebbe essere uno spunto.
      Ma didatticamente.
      Se invece venissero resi pubblici tutti, ci sarebbe la gara all’interpretazione delle singole parole. Sinceramente non ci tengo…

    • Romolo
      Romolo dice:

      D’accordissimo con la tua osservazione Federico.
      Luca avrei una domanda: in quell’episodio La Penna mentre si accinge a rientrare sul terreno di gioco scansa, a mio avviso molto efficacemente, i giocatori del Torino dicendogli con decisione “via via” (i quali fra l’altro non possono che cedere al suo atteggiamento fermo).
      Su questa parte Rizzoli dice sul comportamento di La Penna: “questo atteggiamento è un errore, da non fare”.
      Bah…io sono perplesso…perché?
      I calciatori possono fare di tutto, mentre l’arbitro non può nemmeno avere un atteggiamento un po’ perentorio…perché?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Perché doveva ammonire almeno un calciatore, non è accettabile che i giocatori protestino per due minuti inseguendo l’arbitro per mezzo campo e continuando in ridicole recriminazioni per tutto quel tempo.
      E’ inaccettabile il comportamento dei calciatori, non è giustificabile che l’arbitro non proceda ad ALMENO un’ammonizione.

  7. Mattia
    Mattia dice:

    Buongiorno,
    Secondo lei è corretto il linguaggio usato da Valeri che ripete più volte al collega “non devi dirmi nulla, non devi dirmi nulla, questo è rigore”?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Non l’ha detto al VAR, l’ha detto al calciatore in campo.
      Ecco perché non sono favorevole alla pubblicità dei colloqui: si aggiungerebbe un ulteriore campo di polemica strumentalizzando tutto.

    • Luca
      Luca dice:

      Proprio a proposito di questo dialogo, chi è che all’inizio dell’audio grida, ad alta voce, con accento veneto “fallo di mano, fallo di mano”?
      Sembrerebbe la voce di Orsato, ma non credo Orsato fosse a Lecce quel giorno. Di chi si trattava?
      Grazie anticipatamente delle delucidazioni

  8. Fabio
    Fabio dice:

    Se, come dice Rizzoli, l’arbitro di Fiorentina-Napoli ha affermato che “non aveva visto l’episodio” e il VAR “in caso contrario non sarebbe dovuto intervenire”, come può sostenere poi che l’episodio stesso fosse “borderline e controverso” e, come tale, “deve rimanere la decisione dell’arbitro”. (uso il virgolettato perché queste sono state le parole del designatore come riportato dalla stampa)
    Quest’ultima affermazione mi sembra fuoriviante.
    L’arbitro non ha preso nessuna decisione perché il tocco non lo ha visto, ho sempre pensato che questo fosse il caso tipico di intervento del VAR, a maggior ragione sui tocchi di mano.
    Sono confuso.
    Aiutami !

  9. Giorgio
    Giorgio dice:

    Ciao Luca, e grazie come sempre per l’incredibile servizio che rendi a tutti gli appassionati di calcio. Volevo togliermi un dubbio: vedendo i video trovati in rete su alcuni episodi mostrati da Rizzoli, ho notato che, nelle conversazioni tra di loro, arbitro e VAR non “citano” o comunque non fanno mai riferimento esplicito ai parametri del regolamento. Ad esempio sentiamo Valeri ripetere più volte “Questo è rigore ragazzi” e niente di più. La mia domanda è questa: si tratta di un’omissione occasionale oppure è la prassi dare per scontato che tutti i parametri vengano considerati sia dall’ ae che dal var e dunque ci si scambino solo opinioni? Spero di essermi spiegato, grazie mille

  10. Renzo
    Renzo dice:

    Buonasera,
    visto che in altro commento ha detto di non aver seguito il mondiale U17, volevo segnalarle che è particolarmente interessante proprio per come la FIFA (organo che detiene 4 membri su 8 dell’IFAB che stila il protocollo VAR) intende ed applica il protocollo stesso.

    La UEFA (che invece di membri IFAB non ne ha alcuno, così come l’Italia) sta applicando il “chiaro ed evidente errore” come “se le immagini mostrano una cosa che è del tutto diversa dalla realtà”, portando il VAR a tacere in casi di chiari ed evidenti simulazioni solo perchè “un piccolo contatto c’è stato e come ha detto Rizzoli la dinamica vale più della geometria sui contatti”. Così come tace su chiari rigori solo perchè l’arbitro in cuffia sostiene di aver visto e valutato lui dal campo. Non mi dilungo oltre perchè l’attuale realtà la conosce meglio di me.

    Guardando come invece viene interpretato dalla FIFA è evidente che per loro la priorità è che venga presa la decisione GIUSTA. O quantomeno venga dato all’arbitro ogni possibilità di prenderla.
    Le cito alcuni episodi
    In occasione degli ottavi di finale giocati dagli azzurri sul punteggio di 1-0 per l’italia è stato concesso un rigore all’ecuador (https://www.youtube.com/watch?v=LgCl4V5N1qs minuto 1.29) per una spinta molto ingenua del nostro difensore, spinta che ha parzialmente sbilanciato l’avversario, ma oggettivamente un “rigorino” più no che si. La spinta chiara e il parziale sbilanciamento mi avevano già rassegnato alla conferma del rigore… invece no… l’arbitro è stato richiamato all’OFR, con pazienza ha valutato tutte le inquadrature e ha deciso che l’intervento (pur esistente) non meritava il rigore.

    Nella semifinale Francia-Brasile sul 2-0 per la francia l’arbitro ha concesso rigore per un contatto in area (https://www.youtube.com/watch?v=HcxN_Y1EfPs minuto 0.40), un altro rigore di contatto ancora più “netto” di quello negato all’ecuador, ma anche in questo caso un “rigorino”. E anche in questo caso OFR e rigore ritirato.

    Nella finalissima Brasile-Messico (https://www.youtube.com/watch?v=FqFuTqF5hkc minuto 0.30) sull’1-0 per il messico un giocatore messicano, entrato in modo scomposto su un avversario lo ha colpito in modo netto in modo negligente (contatto dovuto all’inerzia ormai irrefrenabile) dopo che questo si era già liberato del pallone e lo aveva giocato senza particolare pressione. L’arbitro ha lasciato proseguire giudicandolo un contatto “fortuito” (oppure non vendendolo) –> OFR –> Rigore.

    Potrei andare avanti.

    Questo a riprova che non è stato un caso isolato dovuto ad inesperienza e nemmeno dipendente dai VAR (uno era addirittura Di Bello), è questione di scelte meramente politiche (o tecniche se vogliamo evitare polemiche).

    Per la FIFA c’è errore chiaro ed evidente se le immagini evidenziano in modo chiaro che molto probabilmente l’arbitro, rivedendo l’azione, prenderebbe una decisione diversa.

    Per la UEFA/AIA c’è chiaro ed evidente errore solo se le immagini smentiscono l’arbitro al di la dell’errore probabile (praticamente certo) che le stesse evidenziano.

    Io sarò complottista, ma vedo in questa forzatura una volontà politica di chi il VAR lo ha subito come imposizione (UEFA in primis che è stato obbligato dal rigore concesso per “fallo di zolla” in champions) di limitarlo al limite di renderlo quasi inutile, da parte della FIFA invece vedo l’altrettanta politica volontà di dare un’impressione il più “pulita” possibile, dopo gli scandali ai mondiali e soprattutto alla sua massima dirigenza.

    Possibile che anche gli addetti ai lavori accettino la “favola” che il protocollo è quello spiegato da Rizzoli e Rosetti e che è colpa della “cattiva” IFAB che li costringe ad un’applicazione così restrittiva? Quando la stessa FIFA (che l’IFAB di fatto la controlla con un potere di veto assoluto) applica il SUO protocollo in modo così ampio?

    Grazie per l’attenzione

    • Simone
      Simone dice:

      Bel commento Renzo, l’ho letto con molto interesse.
      Andrò adesso anch’io a vedermi i link che hai postato.
      Da lettore del blog di Luca ti dico grazie del contributo.
      P.S.- un suggerimento, quando inserisci un link di youtube, aggiungendo alla fine della stringa le lettere: &t=XmYs, dove ‘X’ indicano i minuti e ‘Y’ i secondi, puoi far sì che quando l’utente clicca il link il video gli parte direttamente dal minutaggio da te prescelto…così è più immediato.

    • Saverio
      Saverio dice:

      Ciao Renzo,
      Ho visto i tre episodi di cui hai incollato i link.
      – Sul primo episodio per me ci sta tutto il rigore, perché gli dà una spintarella palesemente intenzionale e mirata proprio a quello: sbilanciarlo quel tantino che basta per non fargli concludere la giocata efficacemente.
      – Sul secondo secondo me è giusto revocare il rigore quindi ottimo l’intervento del VAR. [in effetti in Italia su questo episodio mi sa che il VAR non ci andava a mettere le mani]
      – Il terzo episodio è rigore tutta la vita: credo che in qualsiasi competizione e continente in quel caso il VAR avrebbe rettificato la scelta dell’arbitro.
      Sarebbe bello sapere Luca tu cosa ne pensi?
      Grazie un saluto

  11. Stefano
    Stefano dice:

    Buonasera Luca, avrebbe senso, secondo lei, chiedere all’IFAB di sperimentare modifiche al protocollo VAR (per esempio il challenge e/o un allargamento del concetto del chiaro ed evidente errore) nelle seconde leghe, tipo la nostra serie B, o complicherebbe troppo la vita di arbitri, VAR ed AVAR?

  12. ernesto
    ernesto dice:

    Buonasera e complimenti.
    Il problema maggiore di questo sport, dopo violenza e razzismo, sono le polemiche arbitrali che avvelenano il clima e creano disincanto.
    Ci si avvilisce per presunti torti subiti, ci si sente offesi per presunti favori ricevuti, immagino che per gli stessi arbitri sia bruttissimo trovarsi coinvolti in una polemica fondata o meno.
    Ecco allora che io, uomo medio, mi aggrappo alle sue disamine per capire meglio, per non abbandonarmi allo scoramento, per evitare giudizi sommari sull’operato di un “povero diavolo” come a volta sembrano in TV.
    Di questo servizio la ringrazio, dovrebbero ringraziarla tutti quelli che fanno parte del mondo del calcio.
    Le polemiche, spesso gonfiate ad arte dai giornalisti, faranno pure vendere qualche copia in più, ma sul lungo termine rischiano di far implodere il sistema, chi ha voglia di sprecare soldi e tempo per un giocattolo che ha stufato? Le polemiche stufano parecchio, mi creda, anche i tifosi.
    Si pensava che il VAR potesse essere un antidoto efficace a questa deriva ed invece la situazione è anche peggiorata secondo me.
    L’obiezione (sacrosanta) dell’uomo medio di fronte ad un errore ritenuto solare è “ma allora che c’è a fare la VAR?”. Di fatto si è innalzata l’aspettativa di noi tifosi che non tolleriamo più nessun errore, anzi ci arrabbiamo ancora di più, questo è un problema serio, serissimo per il mondo del calcio italiano.
    Rizzoli ha detto che gli errori non potranno mai essere eliminati completamente, e siamo d’accordo, ma quello che lui e molti altri sembrano non comprendere è che questa affermazione non risolve il problema, è un affermazione tanto ovvia quanto inutile, serve ben altro per migliorare il clima e riavvicinare i molti che si sono allontanati da questo sport
    L’intenzione professata dalla lega di spiegare gli episodi più eclatanti (ma perché solo quelli?) è solo una parziale risposta al desiderio di chiarezza e, se vogliamo, di “giustizia” che demoralizza molti tifosi, me per primo.
    Il mio parere è che questo passo non può essere il solo e di sicuro non è nemmeno quello più importante; quante persone hanno voglia, capacità e tempo di comprendere l’applicazione di regole talvolta complesse se non addirittura cervellotiche?.
    Da uomo comune, da non addetto ai lavori, interverrei su tre aspetti: il protocollo del VAR, la semplificazione delle regole e la trasparenza (a tutti i livelli).
    Ha chiaramente più volte spiegato la differenza che c’è fra VAR e moviola, ma allora le chiedo perché non si interviene sul protocollo per avvicinarci, fin dove è possibile, a quest’ultima?
    La sua proposta del Challenge, che va in questa direzione, è una pezza, è un “piuttosto è meglio che niente”, in altri termini è un’ammissione implicita della necessità di “moviolizzare” la VAR.
    Tutte queste disquisizioni sul tocco/fallo di mano, così come la possibilità o meno che intervenga il VAR, saranno pure “libidinose” per gli addetti ai lavori ma sono fumo negli occhi per il tifoso medio che
    confuso dalla complessità del regolamento
    accecato dal tifo
    caricato a molla dai media
    fuorviato dalla disomogeneità di giudizio (a volte nella stessa partita)
    urla, si indigna, si incazza e finisce con il perdere interesse.
    In questo senso all’IFAB (o quel che è) farebbero meglio a cercare di semplificare, il più possibile, regole protocolli ed indicazioni. Prima lo capiscono e meglio è.
    Per quanto riguarda la trasparenza ci sarebbe molto da dire
    le carriere degli arbitri come sono decise
    i giudizi dati alla terna arbitrale a fine partita/campionato
    l’ascolto in diretta dei colloqui tra VAR ed arbitro
    le interviste post gara agli arbitri.
    Per quest’ultimo punto in particolare ha già espresso il suo parere contrario. A mio avviso invece dovrebbe essere uno degli obiettivi da porsi.
    Scusi lo sproloquio

    • Ernesto
      Ernesto dice:

      sono l’unico a cui non ha risposto…
      Ringraziando per aver pubblicato il post non posso fare a meno di chiederle, senza alcun intento polemico, il perché

  13. Mario
    Mario dice:

    Buonasera Luca, in merito all’intervento di Ancelotti, non capisco come possa affermare che “il VAR deve essere un mezzo di supporto all’arbitro centrale. Il VAR non deve decidere, ma deve essere l’arbitro centrale a decidere”.
    Io, non ho mai ascoltato comunicazioni VAR/Arbitro tranne se x qualche video/audio trovato su internet, ma non credo che il VAR dica all’arbitro “x me é rigore, fischialo e basta”. Al massimo dice “vai a rivedere l’episodio xké x me potrebbe essere rigore”, poi decide sempre l’arbitro centrale.
    Il VAR giá oggi é un mezzo di supporto.
    Vado a memoria ma non credo che negli ultimi 2 anni ci sia stata una sola partita del campionato Serie A decisa, naturalmente in senso negativo, dal VAR.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Esattamente come hai scritto.
      Al limite può accadere che l’arbitro chieda un confronto della sua idea con quella del VAR ma solo una volta arrivati davanti al video.
      Sulle partite decise non posso aiutarti: ricordo a malapena cosa ho mangiato a pranzo…

      Ciao.

  14. Mario Cap
    Mario Cap dice:

    Ottima sintesi, un’unico dubbio: Ancellotti sostiene che il VAR abbia deciso su quel famoso episodio, Lei invece dice che ha sbagliato l’arbitro a “non decidere”…ma se l’errore dell’arbitro è figlio della decisione del VAR da remoto? Rizzoli ha spiegato che via auricolare l’arbitro può dire “come la vedi tu?” al VAR e se questo risponde “procedi, non è fallo”, significa che abbiamo un problema: sta arbitrando il VAR! Quindi andrebbe chiarito che in casi dubbi l’arbitro deve andare a vedere più spesso, altrimenti si avrà sempre la sensazione che un suo “non intervento” sia dettato dal via libera del VAR che quindi sale in cattedra anche dove non dovrebbe. Sbaglio?

  15. Roberta
    Roberta dice:

    Caro Luca è senza dubbio un bene che l’incontro sia avvenuto e anche in maniera positiva. Purtroppo credo che non cambi nulla:il tifoso medio, il giornalista medio, il calciatore e l’allenatore medio non conoscono il regolamento e soprattutto l’idea delle zone grigie fa impazzire l’italiano medio. Perché nelle zone grigie si insinua il dubbio, la malafede e il torbido in generale e da tutto questo non se ne esce. Lei dice io avrei fischiato il rigore, ma pensa che sia possibile anche non fischiarlo secondo l’altrui sensibilità, mentre la maggioranza del mondo vede le cose unidimensionali o è rigore o è un errore, o è fallo o è uno sbaglio e via dicendo. Leggendola sul suo blog e su Twitter le riconosco una equidistanza ammirevole e non sono certamente la sola, quindi si può fare informazione, dare un parere e sembrare tifoso di tutte le squadre tranne quella a cui dà torto al momento (ricordi la sua riserva infinita di magliette!). Continui così e complimenti!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Grazie del messaggio.
      Peraltro mica mi convinci: secondo me del mondo arbitrale ne sai quanto se non più di me.
      Mi sbaglio?

      Grazie degli apprezzamenti, sempre graditi.

    • Roberta
      Roberta dice:

      Caro Luca non so assolutamente nulla del mondo arbitrale, non ho mai arbitrato (sono vecchietta), non ho parenti arbitri né credo di conoscere direttamente alcun arbitro. Ho solo il brutto vizio di cercare di comprendere come ragionino gli altri (ma solo se ragionano ovviamente) e di cercare di comprendere una decisione o un’azione prima di stroncare od esaltare qualcuno Per comprendere il mondo arbitrale ho letto quel che scrive Lei e quel che scrivono molti altri e quando mi sono sentita in grado ho cominciato a interagire con Lei ed il suo blog, quindi è colpa sua (vede che ha davvero i poteri di Thanos?)
      Alla prossima

  16. david
    david dice:

    Buongiorno dott. Marelli. Come sempre un’analisi lucida degli avvenimenti ed anche la giusta soddisfazione nel vedersi riconosciuti “giudizi arbitrali” molto contrastati sui social ma perfetti sotto il profilo regolamentare.
    Riguardo l’incontro AIA-Società, volevo sottolineare un comportamento che non ho trovato molto corretto ed una risposta perfetta nei contenuti ma forse troppo “pacata” nei toni.
    Incontrarsi vuol dire appunto “venirsi reciprocamente incontro cercando di spiegarsi e chiarirsi vicendevolmente” riguardo una determinata materia che ha visto il ripetersi di valutazioni ed opinioni spesso contrastanti.
    Il tono di voce, l’acredine, il “linguaggio del corpo” e l’esposizione verbale con cui mister Ancelotti ha polemizzato riguardo l’uso del Var mi è parso eccessivo e fuori luogo. E la risposta di Rizzoli, condivisibile nei contenuti, mi è parsa fin troppo pacata. Perchè Ancellotti non si è confrontato sul Var, ma ha accusato il Var ed il suo “protocollo d’utilizzo”. Non solo: ha addirittura fatto paragoni tra Rocchi e Orsato e gli altri arbitri riguardo il livello di “influenzabilità” che il Var avrebbe loro. Inelegante, direi! Chissà un Agnolin designatore come avrebbe risposto…da ex arbitro, magari avrei apprezzato le stesse frasi pronunciate da Rizzoli con un tono appena appena più severo.
    Un quesito per chiudere. Riguardo il famoso caso Llorente-Kjaer, Rizzoli ha detto che l’arbitro doveva fischiare un calcio di punizione in favore dell’Atalanta. Al di là dell’essere o meno d’accordo sulla valutazione dell’episodio, se così fosse Giacomelli non potrebbe aver concesso il vantaggio, dato che il pallone finisce direttamente tra le mani di Gollini, il quale velocemente rimette in gioco il pallone verso un proprio compagno?
    Grazie
    saluti

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sicuro che il comportamento di Rizzoli non sia stata la miglior risposta?
      Pensaci… 😉

      Sul famoso contatto, non ci troveremo mai d’accordo su tutto.
      Per quanto mi concerne concordo con Rizzoli: in un episodio del genere non si può lasciar proseguire senza fischiare nulla. O è fallo in attacco oppure rigore.

      Grazie a te.

    • david
      david dice:

      Giusto. Ma se è fallo in attacco, la palla va al portiere. Io arbitro faccio giocare perchè concedo vantaggio, che infatti si realizza perchè l’Atalanta riparte in contropiede. Perchè se il fallo è dell’attaccante, Giacomelli farebbe addirittura una “chicca”, dando vantaggio è permettendo alla squadra che ha subito il fallo di avere un vantaggio significativo.
      Sbaglio?
      Grazie

  17. Aldo Gentileschi
    Aldo Gentileschi dice:

    Ciao Luca,
    concordo con te riguardo la soddisfazione per il successo di questo incotro.
    Forse sono troppo ottimista, ma potrebbe essere UN primo passo verso il futuro. Verso nuove e più civili dinamiche nei rapporti tra arbitri, squadre, giornalisti e (a cascata) tifosi.
    Speriamo!

  18. Massimo Bacchini
    Massimo Bacchini dice:

    ciao Luca, per quello che ne so io, a Parma c’è anche Alessandro Pietropaolo, ex CAN C, della mia ex sezione di Modena che fa il dirigente addetto all’arbitro da due anni (se non ricordo male), prima di Pinzani. E’ la linea (condivisibilissima, suppongo) del Parma adottata dopo il fallimento e la risalita dalla D. Ho seguito gli ultimi anni, perchè ho la fidanzata tifosa del Parma e ritengo l’idea degna di menzione.
    Ciao, grazie e buon lavoro.
    Dott. Bacchini Massimo

  19. Terenzio
    Terenzio dice:

    Luca ma se l’AIA effettivamente appronterà un sito tipo questo, che succede se la tua valutazione di un episodio è difforme da quella fornita dall’AIA? A chi dovremo credere?
    A rigor di logica, dovremmo prendere come “verità” quella pubblicata dall’AIA, e non la tua. E a questo punto ti chiedo, non c’è il rischio che il tuo sito diventi un “doppione superfluo”?
    Comunque non credo che l’AIA darà la possibilità di lasciare commenti alla gente. Saranno postille “chiuse” suppongo.
    Naturalmente le mie sono solo riflessioni e credimi non vorrei minimamente sminuire il tuo lavoro.
    Grazie ed un saluto cordiale

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Direi nessun problema: non sono dipendente dell’AIA e non sono il loro portavoce.
      Prenderò atto delle loro spiegazioni ma continuerò (se avrò voglia e tempo) ad illustrare regolamento ed interpretazione.
      Se qualcuno mi riterrà superfluo, ne prenderò atto. Ognuno è libero di seguire chi preferisce e chi ritiene più credibile.

      Grazie a te.

  20. Christian P
    Christian P dice:

    Credo che tu abbia fatto qualcosa di unico e spero tanto che ti sia riconosciuto. In parte sicuramente è già stato fatto nel momento in cui sei stato invitato a Sky. Hai dimostrato a lor signori che non c’è bisogno di tenere sempre tutto top secret e che spiegare come funzionano veramente le cose sul terreno di gioco serve ad impedire o quantomeno contrastare le varie bufalate da bar… con annessi complotti etc etc.
    La gente informata (e questo vale per tutto non solo per il regolamento del giuoco del calcio) riesce a farsi una ragione propria dei vari episodi senza così andare a seguire assurde teorie.
    Tu hai dimostrato non solo che si può fare ma che a lungo andare funziona. Se è arrivato Nicchi a dirlo…
    La cosa più ovvia al momento sarebbe che l’AIA se veramente vorrà fare questo sito di informazione chiedesse quantomeno consiglio a chi questa cosa la fa da un po’ di tempo e con ottimi risultati.
    Staremo a vedere.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Nulla da aggiungere, soprattutto importante il passaggio sull’informazione in generale.
      Se vogliono, sono qui.
      Non si faranno vivi perché sono troppo orgogliosi (felice di essere smentito) ma l’importante è che ci sia un inizio di apertura all’informazione, alle spiegazioni, al confronto.
      Staremo a vedere 😉

  21. Livio
    Livio dice:

    Incredibile: l’uomo vitruviano per spiegare quando è rigore. Follia pura, all’estero si mettono a ridere. In realtà è l’applicazione maniacale del regolamento sui tocchi di mano a fare ridere. In generale il calcio italiano soffre di una abitudine ormai consolidatissima, per la quale al minimo contatto l’arbitro fischia. Questo succede anche fuori area, da sempre. Paradossalmente non è l’arbitro a decidere, è il calciatore ad indurlo a fischiare buttandosi a terra al minimo contatto (quando invece potrebbe tranquillamente restare in piedi). Possiamo fare molti esempi ma sarebbe troppo lungo. Non è importante che accentui in modo eclatante la caduta, ciò che conta è se il contatto c’e stato! E gli arbitri continuano a fischiare imperterriti. Luca Marelli, oltre alla statistica dei rigori in Premier League (meno della metà di quelli fischiati in serie A!) sarebbe interessante vedere una statistica sui fischi totali, anche quelli fuori area…
    PS non credo sia in relazione con il fatto che il calcio inglese sia più veloce e tecnico della serie A attuale, “l’arbitraggio all’inglese” esisteva anche 30 anni fa, quando il livello tecnico della serie A era nettamente più alto della premier league
    W l’arbitraggio all’inglese

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Ho capito poco di questo commento, sono onesto.
      L’Uomo Vitruviano ridicolo?
      Tua opinione ma resta il fatto che, mediaticamente, è stata una trovata eccezionale.
      Ed infatti l’hai citato anche tu…

  22. Alessandro F.
    Alessandro F. dice:

    AMEN. Nient’altro da aggiungere. Anche io ho trovato inutili le nuove informazioni, ma repetita iuvant per chi non conosce il regolamento…

    Anzi aggiungo una sola cosa: come mai le società non si lamentano dei troppi rigori concessi sui “contatti” e soprattutto sulla non possibilità di review del VAR?
    Non è che alla fine conviene a tutti che ci siano più rigori?

  23. Marco
    Marco dice:

    Ciao Luca, grazie per la mole di lavoro che ti accolli per portare avanti questo sito. Ho un’ulteriore proposta per l’Aia; un corso a Coverciano espressamente pensato per telecronisti e commentatori con tanto di esame finale da passare. Perché di gente che pontifica senza avere la minima congiuri causa c’è n’è veramente troppa….

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sull’esame finale sono contrario: per diventare giornalisti ne hanno già sostenuto uno.
      Sul corso, aperto alla partecipazione senza obblighi, perché no?
      Sulle persone che pontificano, però, va evidenziato un particolare: spesso sono giornalisti di modesta caratura ed opinionisti che durante il giorno si occupano di tutt’altro. Per quanto riguarda le testate più importanti, tanti sono i professionisti di assoluto valore.

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