Giornata numero 11, da Orsato al San Paolo tante note positive

Il campo con più episodi è stato senza dubbio quello di Udine, con due rigori ed il vantaggio momentaneo dell’Atalanta da rivedere. Ma inizio da Ferrara, campo sul quale c’è stato solo un episodio (peraltro marginale). E perchè mai, dunque?

Spal – Genoa 1 – 0

La curiosità principale era incentrata su Orsato, al rientro dopo un infortunio, in una stagione piuttosto tribolata finora. Due sole gare in campionato (oggi la terza) ed alle porte un fondamentale spareggio tra Honduras ed Australia il 10 novembre prossimo, nella città di San Pedro Sula, non esattamente la città più tranquilla del pianeta (vanta la leadership come città più pericolosa del mondo).

Orsato, oltre ad apparire sicuro come sempre, ha mostrato una condizione fisica di ottimo livello, segno che l’infortunio (pare al soleo) è stato totalmente riassorbito. Probabile che la prossima settimana non verrà utilizzato per concedergli la possibilità di prepararsi al meglio per la gara (fino ad ora) più importante della sua carriera.

In bocca al lupo a Daniele, a Di Fiore, a Manganelli ed al quarto ufficiale Tagliavento, attesi da un appuntamento tutt’altro che banale.

Nella gara solo un episodio da segnalare.
Al minuto 59 Lapadula scatta oltre la difesa della Spal ed offre il pallone al centro per Taarabt che calcia in porta segnando  il pareggio per il Genoa:

Gol annullato Genoa

Per quanto l’immagine non sia perfetta (il pallone è già stato calciato) la posizione di fuorigioco è nettissima, almeno un metro.
Capisco perfettamente, in presenza della VAR, l’indicazione di non interrompere azioni nelle quali ci possano essere dubbi sulla posizione di partenza degli attaccanti.
In questo caso, però, siamo ben oltre: l’assistente (De Meo in questa circostanza) non può attendere la conclusione dell’azione su una posizione così evidente di fuorigioco. Se tutti gli assistenti dovessero tener bassa la bandierina bassa anche in fattispecie di questo genere, allora tanto varrebbe utilizzare assistenti di parte per segnalare l’uscita del pallone.

Milan – Juventus 0 – 2

Partita senza alcuna polemica, diretta in modo egregio da parte di Valeri, finalmente rivisto a livelli eccellenti. Continua a mostrare un atteggiamento troppo aggressivo in talune circostanze ma, perlomeno, a San Siro abbiamo visto un arbitro vivace, concentrato, preciso. Partita interpretata perfettamente, soglia del fallo alta, poche ammonizioni e nel momento giusto. Per essere fiscali, solo il mancato cartellino a Rugani ad inizio del secondo tempo può essere indicato come errore. Niente di grave.

Un solo episodio, peraltro deciso con silent check dei VAR impeccabile. Su tiro di Kalinic al minuto 45, deviato quel tanto che basta da Buffon sulla traversa, Calhanoglu tenta di ribadire il pallone in rete trovando l’opposizione di Rugani:

salvataggio Rugani con coscia destra

Il pallone colpisce il braccio sinistro del difensore della Juventus ma il contatto è totalmente fortuito. Dopo il colpo di testa del centrocampista del Milan, infatti, il pallone finisce sulla coscia di Rugani e solo successivamente sul braccio. Classico esempio di rimpallo e di tocco del tutto casuale, come tale non punibile. Benissimo, nell’occasione, l’uso della VAR: gioco interrotto per un controllo di routine e ripresa del gioco in pochi secondi. Perfetto.

Napoli – Sassuolo 3 – 1

Due episodi da segnalare.

Sul primo dovrete fidarvi: ho visto l’episodio solo in diretta, non ho trovato immagini a supporto.
Al minuto 10 Allan atterra irregolarmente Ragusa. Dentro o fuori? Per quanto il rischio corso da Allan sia stato molto elevato, le immagini dimostrano la bontà della scelta di Pairetto che opta per il calcio di punizione dal limite dell’area. In questo caso, ovviamente, la VAR è intervenuta con “silent check“, confermando la rilevazione dell’arbitro. Trattandosi di sola rilevazione geografica, è corretto non ricorrere alla “on field review“.

Al minuto 66 Pairetto, dopo un fallo di Chiriches su Falcinelli, indica senza esitazioni il dischetto del rigore:

No rigore sassuolo

Episodio molto meno semplice di quel che potrebbe sembrare: in campo, a velocità normale e senza replay, la stragrande maggioranza degli arbitri avrebbe assegnato il calcio di rigore. La dinamica, infatti, ci consegna un calciatore (Falcinelli) che subisce un fallo evidente e che cade almeno un metro e mezzo all’interno dell’area di rigore. Anche davanti alla televisione la sensazione è stata di un’infrazione all’interno dei 16 metri.

Bene i VAR che, in brevissimo tempo, ristabiliscono la verità del campo, consentendo Pairetto di revocare il calcio di rigore e di concedere una punizione dal limite dell’area. Condivisibile anche il non intervento dal punto di vista disciplinare: attaccante isolato in mezzo a tre difensori del Napoli, due dei quali di fronte a lui ed a breve distanza.
Anche in questo caso non è necessario che l’arbitro veda personalmente le immagini: non è in discussione il fallo (peraltro evidente) ma solo la posizione in cui l’infrazione è avvenuta. Nel caso specifico, dunque, basta la comunicazione dei VAR che posizioni la punizione al limite dell’area.
Una curiosità: guardando le immagini è evidente che Pairetto “parta” verso il monitor a bordo campo ma venga fermato dai VAR che gli comunicano che non dovrà procedere all'”on field review“.

Roma – Bologna 1 – 0

Due episodi per Fabbri.
Molto deciso nella prima, al minuto 69.

Roma simulazione Petkovic Roma simulazione Bologna

Petkovic controlla un pallone in area di rigore, cerca di saltare Fazio per poi cadere a terra in piena area di rigore.
Fabbri fischia calcio di punizione indiretto a favore dei padroni di casa ed ammonisce l’attaccante del Bologna per simulazione.

Decisione impeccabile.

Per quanto il movimento di Fazio risulti piuttosto pericoloso, il contatto (se mai ci sia stato un contatto) non è nemmeno lontanamente tale da essere considerato irregolare. A mio parere, in ogni caso, non c’è alcun contatto tra i piedi dei due calciatori come emerge dal secondo fotogramma.
Bene Fabbri che ha un’ottima posizione e visuale libera, ciò che gli consente di optare istantaneamente per la simulazione. I VAR, anche in questo caso, controllano l’episodio (come accade per ogni fattispecie di questo genere), avallando la scelta dell’arbitro in pochi secondi.

Verso fine gara Florenzi entra in contatto con lo stesso Petkovic sulla linea dell’area di rigore:

No rigore Florenzi

Visivamente l’episodio può essere “confuso” con un calcio di rigore negato. In realtà l’azione è regolare, è un normalissimo contrasto di gioco durante sul quale Petkovic non accenna nemmeno ad un’irregolarità. I due giocatori vengono a contatto in modo regolare, Florenzi perde l’equilibrio a causa di un contrasto che non ha nulla di sanzionabile. Bene Fabbri a lasciar giocare.

Sampdoria – Chievo 4 – 1

Unico episodio di VAR review al minuto 85.
Sul tiro da fuori area di Torreira, il pallone passa in mezzo alle gambe di Ferrari (quadratino rosso più ampio) che tenta anche di giocarlo con il piede destro, non riuscendo a toccarlo.

sampdoria gol regolare tunnel Ferrari numero 13

I VAR impiegano troppo tempo (oltre due minuti) per decifrare l’episodio.
Che cosa hanno controllato?
Ciò che andava controllato è il fuorigioco di Ferrari. Nel caso in cui lo stesso si fosse trovato in posizione irregolare, infatti, la rete sarebbe stata annullata poiché lo stesso impatta in modo evidente la visione del portiere clivense Sorrentino. In realtà la posizione di Ferrari è regolare: nel quadratino più piccolo (ed indicato da freccia) c’è un difensore del Chievo (che non riesco ad individuare) che tiene in gioco il calciatore della Sampdoria che, pertanto, partecipa all’azione ma in modo del tutto regolare.
Scelta corretta ma il tempo impiegato è stato troppo dilatato.

Udinese – Atalanta 2 – 1

Gara complessa per Rocchi, con tanti momenti critici ben gestiti e con una rete che a molti è parsa irregolare. E che era decisamente irregolare.

Al minuto 29 Kurtic, su lancio filtrante di Toloi, porta in vantaggio l’Atalanta.
Rocchi convalida la rete, non venendo segnalata alcuna posizione irregolare da parte dell’assistente Tegoni:

Gol Atalanta fuorigioco

La posizione di Kurtic è irregolare. Nonostante ciò, la rete viene convalidata.
Per quale motivo?

Su questo argomento si sta affermando, dietro precisa indicazione del designatore Rizzoli, la consuetudine di convalidare reti in fuorigioco di pochi centimetri, come già evidenziato giovedì scorso in sede di commento della decima giornata.
In quell’occasione mi sono trovato d’accordo con la linea generale, evidenziando l’attuale mancanza di precisione della tecnologia, dotata solo di due dimensioni, insufficienti per dirimere in termini certi posizioni di fuorigioco per questione di centimetri.

In questo caso, però, tale indicazione non poteva essere seguita: non si tratta, infatti, di pochi centimetri, ma di una posizione irregolare evidente, così come emerge dalle varie ricostruzioni video televisive.

Questa indicazione, per quanto comprensibile a livello di ratio, è molto pericolosa. La domanda che sovviene immediatamente è la seguente: a quanti centimetri finisce la tolleranza sul fuorigioco?

Tre? Cinque? Otto? Quattordici?

Sono numeri (volutamente) casuali. Il regolamento ci dice che un calciatore si trova in posizione di fuorigioco punibile nel caso in cui si trovi oltre il penultimo difendente ed oltre la linea del pallone.
Le direttive, in vigore da anni, sollecitano gli assistenti a lasciar correre nel caso in cui non abbiano certezze sulla posizione o meno di fuorigioco.
E’ ovvio che, in presenza della VAR, quest’ultima direttiva perda qualsiasi efficacia perché abbiamo a disposizione uno strumento che consente di superare l’indicazione generale, motivata dall’impossibilità dell’occhio umano di valutare posizioni di pochi centimetri. Ma oggi, ove l’occhio umano non arriva, arriva la tecnologia che fornisce uno strumento utilissimo per decidere con basso margine di incertezza.
Se, per estremizzare, possiamo avallare la posizione critica dell’organo tecnico in merito all’annullamento della terza rete di Kalinic in Milan – Udinese, in questo caso è un errore concedere la rete all’Atalanta perché Kurtic non è in ipotetico fuorigioco ma oltre il penultimo difendente in termini chiari.
Il rischio è che questi centimetri di tolleranza continueranno ad aumentare, concedendosi segnature sempre più irregolari. A mio parere è necessario intervenire subito, onde evitare che il margine si allarghi eccessivamente. La sensazione è che si stia mal interpretando il protocollo relativamente al chiaro errore: ebbene, un chiaro errore è concepibile in merito a contatti in area ma non per quanto concerne il fuorigioco. Una posizione di fuorigioco sfugge al concetto di “chiaro errore” perché un calciatore o si trova in posizione irregolare oppure viene rilevato in posizione corretta. Che il fuorigioco sia di 4 centimetri o di due metri e mezzo non conta nulla: è comunque una posizione irregolare.

Pensate solo a cosa accadrebbe se un episodio del genere dovesse decidere uno degli scontri al vertice…

Al minuto 45 Rocchi fischia il primo rigore della gara.
Dalla fascia destra d’attacco, De Paul crossa verso il centro il pallone che viene deviato dalla mano destra di Spinazzola:

Rigore Udinese

Decisione ineccepibile.
Per quanto la distanza sia limitata (circa un metro, un metro e mezzo) il gesto di Spinazzola è punibile.
Ne approfitto per confutare quella che è, in concreto, una leggenda metropolitana: la distanza tra i calciatori, su un fallo di mano, non ha alcun valore dirimente.
Nel caso specifico, al momento del cross il braccio di Spinazzola si allarga verso il pallone. Probabilmente un gesto istintivo ma non per questo meno colpevole (o colposo, se vogliamo introdurre una terminologia alternativa).
Corretto il rigore, corretta la scelta di non intervenire con una sanzione disciplinare. Anche questa fattispecie permette di smentire un’altra leggenda: il fallo di mano non è sempre passibile di ammonizione ma solo quando impedisce il passaggio del pallone tra compagni interrompendo una promettente azione d’attacco. Nel caso di cross al centro, non essendo chiaro chi potrà essere il destinatario, il giallo è un’eccezione, il fallo semplice (od il solo rigore) la normalità.

Al minuto 83 il secondo calcio di rigore.
Maxi Lopez (evidentemente non troppo abituato a marcare l’avversario in area di rigore) entra in contatto con Cristante:

Rigore Atalanta posizione Rocchi rigore Atalanta

Posizione di Rocchi perfetta, fallo di Maxi Lopez evidentissimo, calcio di rigore indiscutibile. Anche in questo caso giusto non sanzionare Maxi Lopez con il cartellino giallo: il pallone è lontano, il fallo tanto sciocco quanto inutile e non tale da interrompere una chiara occasione da rete (ricordiamo che, in area di rigore, le sanzioni sono depenalizzate tranne alcune eccezioni).

In sintesi una buonissima giornata, pochi errori (non decisivi) e tanti aiuti della VAR. Nella gran parte dei casi consulti “volanti” precisi e tempestivi, fattispecie “lette e risolte” in pochi secondi, interruzioni quasi impercettibili. L’eccezione di Genova non appare come una criticità eccessiva sebbene due minuti appaiano un po’ troppi.

Nulla di male, era e rimane un percorso di crescita ampiamente previsto.

5 commenti
  1. Massimo
    Massimo dice:

    Domanda ispirata dal caso Napoli-Sassuolo, anche se poi non si tratta di questo caso visto che il fallo di Chiriches inizia e finisce fuori aria.

    Nel caso in cui un fallo inizia fuori area, ma termina (si “concretizza”) in area, è rigore o punizione dal limite?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Dipende.
      ricordiamoci sempre che non tutti gli episodi sono uguali.
      Utilizzando il caso di Napoli, se l’ultimo contatto fosse avvenuto in area, l’arbitro avrebbe dovuto concedere il calcio di rigore dato che il fallo si è concretizzato nel momento in cui Chiriches (spero si scriva così) cade sopra al piede di Falcinelli.

  2. Giovanni
    Giovanni dice:

    Sono d’accordo con te Luca. C’e’ immediato bisogno di un protocollo definito con piu’ precisione in merito al fuorigioco. In attesa di tecnologie piu’ avanzate e accurate io preferisco la precedente direttiva “convalida se in dubbio” alla nuova direttiva che parla di pochi centimetri. Anche col VAR dei dubbi possono restare soprattutto quando la distanza fra difensore e attaccante e’ elevata visto che piccoli errori di prospettiva vengono amplificati dalla distanza. Al contrario vi sono circostanze in cui sebbene il fuorigioco sia di pochi centimetri non vi e’ alcun dubbio sulla posizione irregolare. In attesa di migliori tecnologie proporrei un passo indietro alla direttiva precedente.

  3. Stefano
    Stefano dice:

    Sono in parte d’accordo sul concetto di fuorigioco: è vero che è di oggettiva valutazione perchè, come dici tu, un calciatore o è oltre o non lo è, seppur di 3 cm o di 2 metri. Ma è anche vero che il fuorigioco è determinato dalla partenza del pallone e dalla linea tracciata sul penultimo difendente. E chi è che sceglie il frame? Chi è che traccia la linea? Una PERSONA. Sta alla sua bravura e precisione scegliere l’immagine giusta della partenza del pallone, sta a lui saper tracciare la linea. Quindi in casi estremi mi sento di dire che il fuorigioco non è affatto una questione oggettiva, poichè il fattore umano è di rilevante importanza. Una linea tracciata qualche millimetro prima, un frame fermato qualche centesimo di secondo dopo, in alcuni casi, fa la differenza.
    Credo che dobbiamo fare ancora passi avanti per migliorare questa VAR e la tecnologia in generale, mettendo a disposizione di chi giudica strumenti più precisi ed affidabili.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Sui casi estremi sono d’accordo, come ho scritto.
      Sull’episodio di ieri ad Udine, invece, non sono affatto concorde: non è un episodio al limite, Kurtic è avanti con qualsiasi frame esaminato e, al momento del lancio sia i piedi che gran parte del busto è oltre il penultimo difendente.

      Ripeto: il problema non è il gol annullato a Kalinic (siamo veramente al limite) ma questa tendenza a convalidare reti irregolari con sempre maggior margine di tolleranza. Tendenza preoccupante.

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