Finale Coppa Italia: si discuterà ancora sul motivo per cui il VAR non è intervenuto per il fallo di mano di Bastos

Finale Coppa Italia TIM
Atalanta – Lazio 0-2, arbitro Banti

La finale di Coppa Italia rappresentava l’ultimo grande appuntamento nella carriera di Luca Banti che, tra due settimane, chiuderà ufficialmente la sua carriera dopo quindici stagioni di Serie A (le prime sei tra Serie A e B, fino al 2010 unite).

Finale che, purtroppo, non sarà ricordata per tal motivo ma per un episodio che, oggettivamente, avrebbe potuto cambiare e non di poco l’esito della partita.

Gli episodi su cui focalizzare l’attenzione sono due (al di là di qualche altro episodio marginale quali ammonizioni, punizioni fischiate o meno, posizioni irregolari).
Non banalizziamo tutto sulla base di complotti, favoritismi o malafede perché altrimenti non ne usciamo più. Al contrario l’episodio del rigore potrebbe essere la definitiva prova della necessità di introdurre quanto prima il challenge in favore delle società per evitare che possano accadere nuovamente errori di questo genere.

Al minuto 25 l’Atalanta conclude più volte verso la porta della Lazio ma il pallone viene respinto prima dal palo, poi da un difensore e, infine, finisce sul fondo dopo una deviazione di Zapata.

Partiamo da un dato di fatto: nessuno, ma proprio nessuno, si è accorto che qualcosa di particolare fosse successo. Non a caso, dopo il colpo di testa di Zapata, i calciatori dell’Atalanta ritornano verso la propria metà campo non chiedendo il calcio di rigore ma disperandosi per l’occasione perduta. Non c’è stata alcuna recriminazione né in campo né in panchina. Ed anche lo stesso Gasperini, protagonista di dichiarazioni molto polemiche, se ne è accorto solo dopo la fine della partita, rivedendo le immagini durante l’intervista con la Rai.
Questo particolare NON giustifica quanto accaduto ma, perlomeno, pone un punto fisso: in campo questo episodio è praticamente impossibile da vedere. Ma il VAR esiste anche (o soprattutto) per questo motivo.

Il tiro di De Roon avviene in mezzo a tanti calciatori e Banti stesso è impossibilitato a vedere un tocco che avviene in un centesimo di secondo:

Dalla sua posizione Banti può certamente vedere il braccio di Bastos alto ma è impossibile anche solo pensare che possa aver visto le dita della mano muoversi a causa del contatto col pallone.
Provate a mettervi nei panni dell’arbitro per un secondo: secondo voi è possibile che un arbitro possa vedere un tocco chiaro ma tutt’altro che evidente su un tiro sparato da un metro di distanza e, soprattutto, da almeno una decina di metri dall’azione?
La risposta è facilissima: no, è totalmente impossibile. Ed è questo uno dei motivi per cui è stata introdotta la tecnologia, proprio per evitare che questi casi invisibili all’occhio umano (sintomatico che, in campo, nemmeno un calciatore dell’Atalanta abbia accennato ad una seppur timida protesta) possano rimanere impuniti.

Cosa può essere dunque accaduto?
La spiegazione più convincente è che Calvarese non abbia rivisto tutte le immagini ma si sia limitato a controllare la fine dell’azione, in particolare la respinta nei pressi della porta effettuata da un difensore della Lazio:

Salvataggio che avviene con la coscia destra e, pertanto, è più che logico che la review di Calvarese sia durata solo pochi secondi.
Spiegazione proposta da Giovanni Capuano ieri sera e che mi convince. Mi convince l’ipotesi ma ciò non significa che sia giustificabile una tale superficialità. La superficialità non è concepibile in una qualsiasi gara di campionato, a maggior ragione non può essere accettata per la finalissima di Coppa Italia.

E non si dica nemmeno che Calvarese non potesse accorgersene perché abbiamo avuto un caso simile domenica scorsa: Magnanelli del Sassuolo ha deviato il pallone chiaramente col braccio sinistro, nessuno in campo se ne è accorto (e nemmeno davanti alla televisione in presa diretta) ma il VAR lo ha colto, segnalandolo all’arbitro:

Difficile, perciò, sostenere che fosse impossibile da vedere anche per il VAR…

Sulla punibilità del tocco di mano non c’è veramente nulla da discutere:

Braccio altissimo, addirittura sopra la testa, tocco chiarissimo, non conta assolutamente nulla che il pallone fosse diretto fuori dallo specchio della porta. Anzi no, mi correggo: conta eccome ma non sotto il profilo tecnico bensì per quanto concerne la sanzione disciplinare.

Per quanto qualcuno possa sorprendersi, il calcio di rigore andava assegnato ma Bastos NON andava ammonito.
La spiegazione la troviamo, come sempre, nel  regolamento. A differenza di quanto possano pensare in tanti, un fallo di mano non è da punire sempre con un cartellino giallo. In questo caso particolare il fallo di mano avrebbe dovuto essere sanzionato con un cartellino giallo nel caso in cui avesse impedito il concretizzarsi di un’azione potenzialmente pericolosa.
Evito di entrare in tecnicismi esasperati ma, in circostanze del genere, la scelta è tra due sole ipotesi: rosso (perché il pallone andava dritto in porta) oppure nulla.
Nel caso di ieri sera Banti, dopo la review, avrebbe dovuto assegnare il calcio di rigore e NON sanzionare Bastos.
Il tiro di De Roon, come ricordiamo tutti, è finito sul palo di destra di Strakosha. Ebbene, Bastos ha deviato il pallone verso l’interno (basta vedere l’immagine per rendersene conto), al limite favorendo l’azione d’attacco perché, senza deviazione, il pallone sarebbe presumibilmente finito sul fondo. Per tal motivo il cartellino giallo non avrebbe dovuto essere comminato.

Questo episodio, però, ripropone un tema: la necessità dell’introduzione quanto prima del challenge anche nel calcio.
E’ chiaro che questo episodio non è stato valutato da Calvarese ma semplicemente perso dallo stesso per superficialità ma ciò avrebbe potuto essere evitato nel caso in cui la panchina dell’Atalanta avesse potuto chiedere la revisione dell’episodio. E’ vero che nessuno se ne sia accorto in diretta ma siamo certi che un addetto davanti al monitor, con le stesse immagini a disposizione (e, pertanto, anche quella proposta dalla Rai dopo circa un minuto), non sarebbe stato in grado di accorgersene?
Ricordiamoci sempre un principio che dovrà prima o poi essere compreso anche dall’IFAB: il VAR non deve essere uno strumento a disposizione degli arbitri ma una tecnologia a disposizione del calcio.

Al minuto 36 proteste sul fronte opposto.
Su un rapido contropiede della Lazio entrano in contatto al limite dell’area di rigore Masiello e Correa:

Banti fischia la punizione ed ammonisce il difensore dell’Atalanta, tra le proteste dei calciatori della Lazio che chiedevano l’espulsione per DOGSO (chiara occasione da rete).

Dobbiamo chiarire un punto fondamentale: che Masiello fosse l’ultimo uomo non vi è dubbio ma questo concetto è stato superato ormai da un decennio abbondante. Che Masiello sia l’ultimo difendente conta eccome ma NON è l’unico parametro sul quale valutare la sanzione da applicare.

Nel caso specifico la decisione di Banti è tutt’altro che incomprensibile e, per quanto mi concerne, assolutamente legittima.

Partiamo, come sempre, dal regolamento:

Questi sono i parametri per giudicare un’episodio come rientrante nella fattispecie del DOGSO.
Quel che interessa in particolare del contatto Correa / Masiello è l’elemento evidenziato, cioè la direzione generale dell’azione di gioco. Un paio di foto (che ho preso dalle immagini della RAI) ci forniscono la soluzione del problema:

Correa salta il difensore dell’Atalanta portandosi il pallone verso la sua sinistra. Dopo aver subito il fallo il pallone si dirige verso la parte sinistra dell’area di rigore: pertanto possiamo affermare con certezza che la direzione generale dell’azione non era verso la porta di Gollini ma verso la parte sinistra dell’area. Per tal motivo il cartellino giallo risulta corretto: difficile ipotizzare una chiara occasione da rete, molto più plausibile la valutazione dell’episodio con azione potenzialmente pericolosa.
In sintesi: il cartellino giallo per Masiello non è solo supportabile ma più semplicemente corretto.

Un ultimo cenno sulle designazioni per la 37esima giornata di campionato.
Cade un altro muro che, per decenni, ha limitato le scelte dei designatori: per Lazio-Bologna è stato scelto Pasqua della sezione di Tivoli che non solo fa parte dell’area metropolitana di Roma ma è più simile ad essere un quartiere della capitale. Dopo Rocchi scelto per dirigere l’Empoli (provincia di Firenze come l’arbitro) un’altra scelta coraggiosa ma che potrebbe essere il punto di partenza per superare definitivamente taluni preconcetti che, purtroppo, pervadono pesantemente la nostra società.

Bravo Rizzoli.

79 commenti
  1. Leandro
    Leandro dice:

    Buonasera Luca,
    In caso di arrivo di squadre a pari punti, preferisci il sistema italiano in cui si dà maggior peso agli scontri diretti, o quello anglosassone in cui si dà maggior peso alla differenza reti generale delle squadre?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Il sistema italiano è per me migliore perché si evita che eventuali goleade nelle ultime giornate possano generare discussioni. Ce ne sono già troppe, meglio evitarne ulteriori: in tal modo contano i risultati dell’intera stagione e non, magari, risultati certamente legittimi ma che alimentano teorie complottare latamente idiote ma che sappiamo quanto siano “cavalcate”.

  2. Cristiano
    Cristiano dice:

    Buongiorno.Dr. Marelli. Più che l’episodio del.mancato rigore faccio rilevare la mancanza di polso dell arbitro nella.gestione disciplinare del match, uno per tutti l’intervento da arancione di Parolo su Ilicic all’inizio della partita, non sanzionato, e gli altri analoghi successivi, a rotazione. Il Direttore di gara non è riuscito a frenare il gioco troppo maschio dei difensori laziali verso gli attaccanti atalantini che, in assenza di un polso fermo e di una severa e puntuale sanzione dei rei, è sembrato a molti spettatori intimidatorio. L’effetto è stato quello di, indirettamente, tarpare le qualità degli attaccanti bergamaschi che, è parso, non si sentissero pienamente tutelati e pertanto badassero a difendere più le proprie gambe e caviglie che ad impostare le azioni d’attacco. Come può un arbitro di grande esperienza, a fine carriera, non prevedere questi atteggiamenti da parte dei giocatori della squadra di casa, in presenza anche di un terreno di gioco bagnato e scivoloso? Perché è stato adottato uno stile arbitrale così permissivo che ha avvantaggiato solo una squadra ? Per finire. Le sembra giusto che la Finale della Coppa Italia si disputi allo stadio Olimpico anche quando giochi una squadra romana? Secondo il mio parere no, in questi casi il regolamento dovrebbe prevedere il campo neutro. Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      E’ una tua opinione che rispetto ma, come detto più volte nelle risposte precedenti, non sono per nulla d’accordo. La partita è stata duretta da entrambe le parti e non era per niente facile dirigerla.
      Poi, ovviamente, ognuno è libero di giudicare la prova di Banti come meglio ritiene, ci mancherebbe.

      Sulla finale a Roma non sono affatto d’accordo: è la Coppa Nazionale, la finale deve svolgersi nella capitale. Anche la FA Cup si gioca sempre a Wembley, proprio perché è la Coppa di Lega.

      Ciao.

  3. maurizio
    maurizio dice:

    Buonasera.
    Premetto ricordando che sono un super-fan del challenge.
    Però, in questo caso, credo che non sarebbe servito a nulla: nessuno ha protestato, quindi nessuno si è accorto del fallo di mano, quindi nessuno avrebbe chiamato il challenge.

    Piuttosto, sarebbe da “regolamentare” quando e come deve intervenire in questi casi. Mi spiego. In questo caso , alla fine, c’è stato un tiro fuori. Bene. Sappiamo che nel caso di gol o rigore il VAR verifica l’azione, “tornando” indietro nel tempo di un tot di secondi (abbiamo gli esempi dei gol annullati in Juve-Roma e Frosinone-Milan). Ma nel caso di ‘normali’ rimesse dal fondo o laterali o calci d’angolo? Cosa succede? Il VAR controlla tutta l’azione, solo una parte o non verifica nulla? Perchè credo che, come dici tu, non si sia visionata tutta l’azione, quindi ci si è persi il tocco di mano. Mi auguro che non sia come ha scritto qualche sito un errore dovuto “all’arrivo in ritardo dell’immagine” e mi rifiuto di credere ai soliti teoremi complottistici….

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Il challenge non si basa su quello che vedono tutti live ma su quello che vedono dei tecnici specializzati grazie alle immagini.
      Il rigore di Roma non è stato visto da Calvarese per superficialità, non escludo affatto che un tecnico dell’Atalanta, con le immagini a disposizione, avrebbe potuto accorgersene.
      Il challenge è molto altro rispetto a quanto si pensi.
      I tempi di intervento non devono essere cambiati, vanno benissimo quelli attuali.

    • maurizio
      maurizio dice:

      Diciamo che io mi sono basato sull’esperienza e su ciò che succede negli altri sport. Se prendiamo ad esempio il volley, a memoria lo sport dove (almeno in Italia) credo sia utilizzato con maggior frequenza (insieme al tennis ?), non hai molto tempo per chiamare il challenge: una volta che gli arbitri hanno comunicato la decisione e ‘concluso’ il punto, hai 7 secondi per intervenire. Il tutto avviene senza l’ausilio di tecnici che hanno a disposizione filmati, ma solo grazie alla ‘sensazione’ o alla convinzione di atleti, dirigenti o allenatore.
      Naturalmente, bisognerà vedere in che modo il challenge sarà applicato nel calcio.

      Per quello che riguarda i tempi, ho scritto da perfetto ignorante in materia, nel senso che non li conosco.

      Proprio sulle modalità di intervento del VAR ho una domanda: proprio nel caso di Roma, esiste un regolamento che stabilisce a partire da quando l’azione deve essere rivista?
      Grazie.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Lo so, conosco il funzionamento della tecnologia negli altri sport.
      Ma attenzione: così come dico spesso che non esistono episodi simili, allo stesso modo calcio e pallavolo sono sport completamente differenti, il calcio è uno sport di contatto, la pallavolo no.

  4. marcoz
    marcoz dice:

    Buongiorno,
    apprezzo il suo stile e condivido spesso le sue valutazioni. Visto che è molto preciso, spero non le dispiacerà l’appunto: comminare una sanzione significa minacciarla, non applicarla o irrogarla.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      comminare v. tr. [dal lat. commĭnari, comp. di con- e minari «minacciare»] (io commìno, alla lat. còmmino, ecc.). – Nel linguaggio giur., minacciare una data pena ai trasgressori di una legge: per tali reati il codice commina pene gravissime; infliggere una pena.

      Ultimo significato.
      Vocabolario Treccani.
      Ciao.

  5. Andrea
    Andrea dice:

    A me pare che questa ossessione per l’oggettività nel definire un tocco di mano (braccio), da rigore o meno, stia portando a fischiare rigori che condizionano la gara più di quanto l’evento in se meriterebbe.
    Non è che il regolamento si sta muovendo nella direzione sbagliata?

  6. Pier
    Pier dice:

    Buongiorno. Al di là dell’episodio principale l’arbitraggio di Banti mi ha convinto poco, troppo tollerante nei confronti del gioco duro dei laziali, Ilicici avrà subito 10 falli nella prima mezz’ora, che ne pensa?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Penso che abbiamo due idee diverse, legittime ma diverse.
      A me Banti non è dispiaciuto per nulla, anche e soprattutto considerando la durezza della partita fin dall’inizio.
      Naturalmente ognuno è legittimato a giudicare la prestazione complessiva secondo le proprie valutazioni.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, i VAR sono e devono rimanere degli arbitri, possibilmente che si occupino solo di VAR. La soluzione migliore è quella di impiegare ex arbitri che abbiano confidenza con le dinamiche di campo.
      Pensare ad ex giocatori o addirittura cosiddetti addetti ai lavori non ha senso, è come mettere un avvocato ad operare a cuore aperto…

  7. Daniela
    Daniela dice:

    Mi scusi a me sembra che il movimento del corpo di Bastos sia congruo: alza la gamba destra e per slancio il braccio sinistro, non cerca la palla ed il tiro è ravvcinato. Lei dice che trattasi di rigore ma mi spiega la differenza con l’espisodio occorso a Bergamo in Atalanta Lazio? Marcando in area Acerbi proiettato nell’area atalantina Zapata impatta la palla con il gomito . Orsato ferma il gioco per ascoltare la versione del Var dopodiché decide di non assegnare il rigore perché il braccio di Zapata era attaccato al corpo e non cercava l’impatto con il pallone. Viene giudicata come una decisione ineccepibile dalle varie moviole. Perchè?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sulla punibilità del tocco di mano di Bastos non c’è veramente alcun dubbio: braccio altissimo che non può essere considerato congruo, addirittura oltre (e non di poco) la linea della testa. Va bene tutto, discutiamo pure sulla possibile ammonizione (che, per me, non sarebbe stata da comminare) ma non sul rigore che è palese.
      Il paragone con l’episodio di Atalanta-Lazio non regge minimamente: Zapata aveva il braccio attaccato al corpo, in posizione totalmente differente rispetto a quanto visto nella finale di Coppa Italia. Il braccio di Bastos, al contrario, era staccatissimo dal corpo ed è impossibile considerarlo congruo col movimento del corpo.

  8. Gianluca
    Gianluca dice:

    Ciao Luca, sull’episodio del mani di Bastos non potrebbe essere successo che a Calvarese sia arrivata quell’immagine quando ormai era troppo tardi perché il gioco era già ripreso?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, è una sciocchezza che, in casi del genere, viene regolarmente ipotizzata da chi non conosce il meccanismo di funzionamento del VAR.
      Al momento dell’episodio i VAR hanno a disposizione tutte le immagini, sta a loro cercare quelle giuste. I replay sono scelti dalla regia ma sono già a disposizione tutti e subito.

  9. Matteo
    Matteo dice:

    Buonasera Marelli, colgo l’occasione per dire due cose: ormai ogni volta che vedo una partita come ieri, in cui ci sono episodi dubbi mi chiedo chissa che dira Marelli e comincio anche a ragionare, ripensando alle regole da lei citate ogni settimana, a farmi sul momento un’idea mia; poi la volevo ringraziare, grazie al suo blog mi sto appassionando alla figura dell’arbitro e al regolamento, e la voglia di fare il corso per diventare arbitro mi sale ogni volta che leggo i suoi articoli, in cui si legge una vera passione e almeno per me, la trasmette anche a chi legge, che uno sia d’accordo o meno con quello che scrive. Magari dopo l’univerisità un pensierino lo farò…

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Se hai la tentazione di provare l’attività arbitrale, fallo! Ti assicuro che non te ne pentirai.
      E l’università non è un limite: anche io ho iniziato negli anni di università e mi sono laureato senza grossi problemi. Non aspettare, potrebbero chiudersi delle porte per l’età.
      Vai alla sezione più vicina e prova, è una scelta di cui ti rallegrerai per sempre.

  10. Marco
    Marco dice:

    Sono diventato subito dopo le prime giornate di quest’anno un sostenitore del “Challenge” sia come naturale evoluzione della tecnologia a supporto degli arbitri sia come equo principio che in qualche modo consente allo sportivo di porre obiezioni concrete alle decisioni della direzione di gara.
    Mi chiedo e ti chiedo se a tuo avviso la Challenge dei team a quel punto debba sostituire la VAR room o integrare le “chiamate” provenienti dalla VAR room con i “jolly” a disposizione delle squadre?
    Ovvero l’arbitro torna ad essere giudice di campo e nessuno gli da suggerimenti dalla regia su cosa come e quando andare al video fatto salvo, appunto, i richiami da parte delle squadre.
    Grazie, ciao.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, non deve sostituire il lavoro dei VAR ma integrarlo.
      Ti pongo degli esempi: con il challenge chiamato da tesserati svegli delle società si sarebbe evitato questo errore, si sarebbe evitato l’errore di Roma-Inter (rigore su Zaniolo), si sarebbe evitato il gol di Milan-Lazio (Cutrone di braccio). Sono solo esempi ma il discorso è molto più ampio. E lo tratterò con più attenzione nei prossimi giorni.

  11. Giorgio
    Giorgio dice:

    Sempre molto credibile. Complimenti. Lei ha cambiato il mio modo di veder il calcio. Una domanda. L’eventuale introduzione del challenge in favore delle squadre avverrebbe solo su “visione” dal vivo oppure attraverso “monitor”. In quel caso i “monitor” dove sarebbero piazzati? Grazie ancora.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Il challenge sul modello americano dovrà prevedere la possibilità per gli addetti delle varie società la possibilità di vedere le medesime immagini a disposizione dei VAR, cioè tutte.
      Non è così complesso come potrebbe apparire, negli Stati Uniti funziona perfettamente anche se gli errori non possono e non potranno mai essere evitati. Però è corretto che il VAR sia uno strumento a disposizione del calcio e non solo degli arbitri.

    • Gus
      Gus dice:

      Personalmente preferirei un challange dal vivo: porterebb dignità alla percezione fisiologica e renderebbe evidenti le difficoltà di giudizio dal campo di certe situazioni. Il tifo becero forse si renderebbe conto che certe situazioni possono oggettivamente sfuggire.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Non servirebbe a nulla.
      Secondo la tua idea anche il VAR non ha senso ma il significato di tale innovazione è quello di evitare che episodi sfuggiti all’arbitro non vengano sanzionati.

  12. Simone
    Simone dice:

    Gentile sig. Marelli,
    riguardo all’episodio di Masiello con Correa lei sostiene che non ci sono gli estremi per il DOGSO in quanto Correa si sarebbe allungato la palla sulla sinistra e non sarebbe stato in grado di puntare verso la porta. Lo stesso Correa però, in pieno recupero, da una posizione analoga ma sul versante destro, forse anche più defilato, è stato in grado di rientrare e segnare abbastanza agevolmente. Non crede che l’occasione fa gol ci fosse eccome?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      E’ una tua opinione che rispetto, naturalmente.
      La mia è una valutazione soggettiva che, come tale, non pretende di esaurire l’argomento. Non a caso ho scritto che si tratta di decisione ampiamente sostenibile ma non sarei sorpreso se, sotto sotto, Rizzoli ritenesse più corretto il cartellino rosso.
      Diciamo che si tratta di un episodio al limite per il quale possono esistere posizioni differenti.

  13. Paolo Venturini
    Paolo Venturini dice:

    Buonasera,
    Vorrei fare una domanda generale sul VAR? Come giudica l’operato e l’utilizzo dello strumento quest’anno? Una mia personale impressione è che sia diventato un po’ meno efficace, o che per lo meno sono aumentate di gran lunga le polemiche. Sembra quasi di essere tornati a due anni fa quando non c’era.
    In particolare il caos maggiore mi pare che sia generato dalla non uniformità di giudizio sui falli di mano: se n’è viste di ogni quest’anno.
    Le pare che sia così oppure siamo noi che, dopo un anno di buon utilizzo del VAR, abbiamo preteso troppo?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Quest’anno è stato compiuto un passo indietro, innegabile.
      Il VAR è uno strumento nuovo che, come un adolescente, vive periodi di grande lucidità ed altri di notevole confusione. Ricordiamoci che si tratta di uno strumento in uso da meno di due anni, ci vorrà tempo per trovare un equilibrio definitivo.
      Di un aspetto possiamo essere certi, ragionandoci un attimo su: senza il VAR ci sarebbero stati molti più errori e molte più polemiche, è falso che il VAR abbia aumentato i problemi. Senza VAR questo campionato sarebbe stato un caos irreale.

    • Paolo Venturini
      Paolo Venturini dice:

      Sì questo è assolutamente innegabile! Basti pensare al lavoro fatto nel giudizio del fuorigioco, che a mio avviso quest’anno è migliorato sensibilmente. Siamo sulla buona strada, speriamo che per l’anno prossimo migliori ancora

  14. Davide Barenghi
    Davide Barenghi dice:

    Buonasera, dr. Marelli, quello che non capisco è il motivo per cui Bastos non andasse ammonito : non è un caso di SPA scorretta in area, che prevederebbe il comunque il giallo ?
    Lei poi in un episodio simile in passato aveva affermato che la direzione del tiro non avesse rilevanza.
    Saluti

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Il problema è proprio la SPA: come si può considerare sussistente un’azione potenzialmente pericolosa se il pallone toccato da Bastos è indirizzato verso il fondo e, presumibilmente, la deviazione ha favorito il centrare il palo? E’ chiaramente un caso limite e ne approfitto per ribadire un concetto: non esistono episodi identici, al limite esistono episodi simili.
      Sul caso del passato che citi ma non indichi, non so che dirti. Sinceramente non mi ricordo di aver sostenuto una tesi del genere. Se trovi l’episodio a cui ti riferisci, ne discutiamo. Altrimenti sembra solo un tiro nel mazzo…

  15. Luca
    Luca dice:

    Due cose

    1. Non capisco come sia possibile così tanta superficialità in sala VAR. È veramente incomprensibile come uno strumento così utile venga utilizzato in maniera così dubbia lasciando impunite situazioni che meritavano un destino diverso e, purtroppo, senza dare grandi segni di miglioramento nel corso del tempo. Sicuramente l’anno scorso la situazione era peggiore rispetto ad ora (il secondo rigore dato ai padroni di casa in Genoa vs SPAL fu qualcosa di totalmente assurdo), però quest’anno gli episodi continuano ad essere gravissimi (il fallo di mano di Bastos, il secondo rigore di Fiorentina vs Inter) e, ripeto, non capisco veramente come si possa utilizzare così male uno strumento così utile.
    2. Ieri sera ho notato che ogni volta che Ilicic toccava un pallone veniva atterrato. Sarà successo almeno 5 o 6 volte solamente nel primo tempo. Non si può prendere nessuna sanzione quando i giocatori in campo prendono di mira un avversario colpendolo ripetutamente in maniera irregolare? Mi sembra un comportamento alquanto scorretto.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      1 – Nemmeno io riesco a concepire una tale superficialità, soprattutto in una finale: ci si prenda tutto il tempo necessario, anche se non dovesse portare a nulla. L’episodio di Firenze è completamente differente, capisco lo stupore per quella decisione ma non confondiamo episodi completamente differenti per qualificazione e per procedura adottata: a Firenze il VAR operò perfettamente, a Roma no.
      2 – Beh, le ammonizioni per falli su Ilicic non sono mancate, per la verità.

  16. Giorgio
    Giorgio dice:

    Buonasera,
    Vista la durata del silent check sono quasi certo che Calvarese abbia valutato solo la fase finale dell’azione, altrimenti il gioco sarebbe rimasto fermo molto di più per poter rivedere tutto. Dopo 2 anni di var e in una finale una simile leggerezza non è a mio avviso accettabile, ormai gli arbitri DEVONO aver capito come utilizzare al meglio la tecnologia. Mi aspetto che i vertici arbitrali ci forniscano una spiegazione di quanto accaduto ieri in sala VOR, perché gli errori di campo possiamo accettarli serenamente, quelli di superficialità davanti al monitor no (sei li solo per fare quello, hai maxischermi e telecamere ad altissima definizione con una squadra al tuo servizio). È anche ora che la superficialità venga punita, comprendo degli errori di interpretazione ma quelli per mancanza di attenzione da parte di un arbitro in una finale seduto davanti ad un monitor non è tollerabile.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Anche secondo me non ha preso nemmeno in considerazione quella parte di azione ed è per questo che considero inescusabile una tale superficialità.
      Sulla spiegazione dei vertici ti rimando a quanto detto da Nicchi con una preghiera: non ridere. Anche se ammetto che io, dopo aver letto l’assurdità dichiarata da Nicchi, ho riso parecchio…

  17. Giulio
    Giulio dice:

    Buongiorno, Luca. Domanda secca: non credi che la presenza degli schermi nelle panchine (che anche me, a dire il vero, convinceva poco) sia propedeurica all’introduzione del challenge? Grazie.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sinceramente non ho la minima idea di quale possa essere l’utilità di questa innovazione.
      Soprattutto perché l’introduzione dei challenge non spetta all’Italia ma solo ed esclusivamente all’IFAB.

  18. Luca
    Luca dice:

    Luca come giudichi la prova di Banti secondo me tutto sommato ha fatto una buona partita e l ha tenuta in mano sempre e non era per niente facile
    2) secondo te è stata la sua ultima partita in carriera

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      1 – Nel complesso non male, purtroppo c’è quell’episodio che monopolizza l’attenzione.
      2 – Ho come la sensazione che, se l’Inter non vincesse a Napoli, chiuderebbe la carriera con Inter-Empoli all’ultima giornata.

  19. Alessandro F.
    Alessandro F. dice:

    Sempre preciso e concordo in toto l’analisi. Concordo anche che una naturale evoluzione del VAR sarà il challenge. Però, come ha segnalato già un altro utente, i giocatori non se ne sono accorti e non sarebbe stato chiesto. Ecco se challenge deve essere, qui son contrario alla tua visione dell'”addetto al challenge” da parte della singola squadra: la modalità NFL non mi convince. Se i giocatori vedono qualcosa bene, e chiedono l’intervento, altrimenti direi che si snaturerebbe davvero tutto. Insomma farei come nella pallavolo dove si chiede l’intervento, tramite il capitano, se chi è in campo o a volte in panchina (giocatori o allenatore) ha visto/percepito qualcosa, ma nessuno fuori ha a disposizione immagini televisive live…

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Rispetto la tua opinione ma non sono affatto d’accordo. Il challenge costringerebbe a rivedere episodi molto dubbi, consentendo all’arbitro di non fidarsi unicamente del VAR che, in quanto essere umano, può avere una visione distorta dell’episodio.

  20. gianluca
    gianluca dice:

    luca buongiorno, riguardo la challenge mi viene un dubbio: qualora l’addetto della società si accorga di una irregolarità e volesse chiedere una challenge, ma il gioco fosse già ripreso, come ci si dovrebbe comportare? per tornare ad ieri sera, vista la velocità, e probabilmente la superficialità della review di calvarese, il gioco è ripreso subito. qualora anche ci fosse stata la possibilità, come avrebbe potuto fare la richiesta l’atalanta prima della ripresa del gioco? grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Basterebbe comunicare all’arbitro che una review è in corso, come accade già oggi. Non credo ci siano problemi ad allungare di un minuto il recupero.

    • Gianluca
      Gianluca dice:

      Quindi l’arbitro, oltre ad aspettare l’ok del var, dovrebbe attendere anche il via libera delle panchine? Mi sembra un po’ macchinoso…

  21. Renato Galigani
    Renato Galigani dice:

    Ciao Luca. Infatti io non do colpe particolari a Banti nell’episodio specifico, se non alcune tolleranze eccessive sul gioco duro, vedi Leiva. Ma la domanda è solamente una.
    Cosa guardava Calvarese?

  22. Emanuele
    Emanuele dice:

    Nel corso del secondo tempo un difensore della Lazio si allunga il pallone a 30 metri dalla porta; come un falco sbuca Correa (mi sembra), il difensore nel tentativo di calciarlo indietro colpisce il piede dell’attaccante che a sua volta colpisce il pallone. Calciatore a terra, l’arbitro non fischia fallo (in effetti la traiettoria assunta dal pallone sembrava portaread un retropassaggio). Secondo me c’erano tutte le condizioni per un dogso (= rosso = richiamo ad una ofr), distanza di 30 metri a campo aperto, pallone praticamente in possesso dell’attaccante (senza quel calcio, Correa avrebbe avuto il pallone tra i piedi), direzione dell’azione verso la porta, nessun difendente.

  23. Riccardo
    Riccardo dice:

    Buongiorno e complimenti. Faccio un discorso più generale. Che vantaggio ha avuto il difensore della Lazio a toccare il pallone con la mano? Nessuno, anzi, lo dice anche lei, ha finito per avvantaggiare l’Atalanta. Non sarebbe il caso di rivedere la regola per cui se è chiaramente evidente che il pallone sia indirizzato all’esterno della porta e addirittura del campo non punire il fallo di mano, generalmente in questi casi dovuto alla dabbenaggine o all’istinto, con il calcio di rigore? Grazie e buon lavoro.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Non conta nulla avere un vantaggio o meno, conta se il tocco di mano sia punibile o meno. In questo caso il braccio è altissimo, in posizione affatto congrua.
      Lasciamo fuori dal blog queste teorie strampalate, nel regolamento non viene minimamente accennato un “vantaggio” da un fallo commesso ma solo il fallo in sé.

  24. ilpugliese
    ilpugliese dice:

    Ho letto le tue analisi circa i vari episodi, ma che ne pensi della conduzione della partita in generale da parte di Banti? a me non è piaciuto come si è mosso in campo perchè spesso e volentieri si è trovato troppo in mezzo alle azioni e poi credo che sia stato molto aiutato dal comportamento più che onesto che hanno avuto i giocatori di entrambe le squadre. Senza questo tipo di comportamento credo che la partita gli sarebbe sfuggita di mano perchè ci sono stati falli (fischiati e non) veramente al limite.
    Penso che un pò tutti cerchino di imitare lo stile Orsato, ma non tutti abbiano la personalità e l’autorevolezza di Orsato.
    Grazie, e mi raccomando non ci lasciare mai!!!

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Partita molto complessa fin dall’inizio.
      In generale non mi è dispiaciuta la direzione di Banti ma, purtroppo, c’è questo episodio che “assorbe” tutto, ahimé.

  25. Giacomo
    Giacomo dice:

    Buongiorno. Volevo sottoporle una domanda che non riguarda propriamente la partita: ieri hanno introdotto per la prima volta degli schermi sulle panchine che facevano rivedere le azioni della partita (da quanto ho capito dai commentatori rai). Questa soluzione verrà proposta in tutte le partite della prossima stagione? E quali soluzioni porterà questa scelta? Mi spiego: non pensi che possa portare ad ulteriori proteste e nervosismo durante la gara se magari la panchina non fosse d’accordo con le scelte prese dall’arbitro in campo? (Sempre considerando il caso in cui il challenge non verrà adottato, poiché questo risolverebbe il problema). Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Spero di no perché, secondo me, non servono assolutamente a nulla.
      E sono d’accordo con te, rischiano solo di aumentare a dismisura le proteste.
      Scelta senza alcun senso.

  26. Nicola
    Nicola dice:

    Buon pomeriggio Luca,
    Le vorrei chiedere due cose:
    (1) Se al posto di Masiello ci fosse stato Gollini, a quel punto diventava rosso il cartellino, giusto?
    (2) Hai visto che Simone Inzaghi poi si è molto affrettato a sostituire Bastos. Pensi che, da allenatore scaltro quale è Inzaghi, si sia reso conto del rigore netto (magari qualcuno del suo staff è stato avvisato) e della possibile seconda ammonizione scampata da Bastos…e quindi abbia pensato “fammi levare subito Bastos perché appena gli arbitri si accorgono dell’errore me lo cacciano al prossimo fallo che fa…”

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      1 – No, perchè?
      2 – No, non credo che Inzaghi si sia accorto del fallo di mano. Credo che si sia accorto che era molto oltre la soglia e che l’espulsione era un rischio molto concreto.

    • Nicola
      Nicola dice:

      1) Perché Gollini è il portiere, e quindi se poi l’attaccante ritorna sul pallone si troverebbe la porta sguarnita…no?
      Un po’ come la situazione di Meret su Cristiano Ronaldo, con, conseguente espulsione comminata da Rocchi.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sono due episodi completamente differenti.
      Peraltro, se ricordi, scrissi chiaramente che, secondo me e vista la direzione generale dell’azione, il cartellino più giusto avrebbe dovuto essere il giallo e non il rosso 😉

    • Enrigo
      Enrigo dice:

      Beh, penso che se un giocatore salta il portiere e la porta è vuota, anche se un po’ laterale sia innegabilmente un DOGSO. Secondo me, se mi permetti, lo era anche in questo caso, vero che andava leggermente verso l’esterno, ma una volta superato il difensore si sarebbe trovato solo davanti al portiere, non si può derubricare a “azione potenzialmente pericolosa” come un qualunque dribbling a centrocampo con la difesa avversaria messa male. O introduciamo l’arancione o quello per me a giudicare dai fotogrammi (confesso di non aver visto l’azione) è rosso pieno. Correa peraltro ha dimostrato al 90esimo che non ha alcun problema a rientrare da una posizione un po’ decentrata e metterla in porta. La direzione può essere un fattore, un indicatore, ma la situazione va valutata di volta in volta. Giocatore solo senza altri difensori, in posizione un po’ decentrata ma con tutto il tempo di accentrarsi col controllo successivo a mio avviso segna quasi sempre. Parliamo di chiara occasione da gol, non di gol certo! Vogliamo negare che sia una chiara occasione da gol un giocatore da solo davanti al portiere? Mi sembra che l’interpretazione del DOGSO (non solo tua, parlo in generale) sia un po’ troppo morbida…

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      E’ una tua opinione che rispetto, naturalmente.
      Da parte mia rimango dell’idea che l’ammonizione sia una decisione ampiamente sostenibile per la direzione generale dell’azione e per la posizione del pallone molto decentrata rispetto alla porta di Gollini.

  27. Alberto Fantoni
    Alberto Fantoni dice:

    ottima analisi regolamentare, come sempre.
    però il concetto di challenge muore subito, se confermi anche tu che nessuno, né in panchina né in campo, si è accorto di nulla (personalmente ho visto solo il 2° tempo questi su questo episodio mi fido esclusivamente di quello che leggo e che vedo qui sul tuo pezzo): questo sarebbe proprio il caso in cui l’introduzione di un eventuale challenge non avrebbe modificato nulla

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Nessuno si è accorto di nulla perché non avevano le immagini a disposizione.
      Siamo sicuri che un professionista della società, con i monitor davanti e le stesse immagini a disposizione dei VAR, non se ne sarebbe accorto, magari guardando attentamente ciò che Calvarese ha evidentemente guardato con superficialità?
      Nella NFL ci sono persone che seguono le partite solo sui monitor, guardando ogni immagine disponibile e comunicando la necessità del challenge a chi, a bordo campo, segue la partita ma non le immagini.

    • Alberto Fantoni
      Alberto Fantoni dice:

      ok capisco il tuo concetto, però a quel punto chi deciderebbe quando riprende il gioco? ho letto anch’io la ricostruzione di Capuano, che parla di 36″ tra l’uscita sul fondo della palla e la ripresa del gioco di Banti dopo l’ok di Calvarese. Se introduciamo i challenge-tv (cioè con qualcuno della società che verifica le immagini sullo schermo) allora dovremmo dire all’arbitro che può far riprendere il gioco solo dopo che anche le rispettive società hanno dato l’ok, non solo il VAR arbitrale.
      Per carità, si può anche fare tutto ciò, non lo nego, ma è innegabile che cambierebbe tantissimo, e prima di questo bisogna decidersi una volta per tutte a introdurre il tempo effettivo, così elimineremmo anche tutte quelle manfrine tipiche del nostro campionato che porta il gioco a essere sempre fermo. Magari le partite serali finirebbero a mezzanotte (Allegri l’aveva previsto) ma sarebbero più regolari o comunque con meno errori e con più calcio vero: questa è la vera rivoluzione, e sarei il primo a gradirla

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, semplicemente in talune circostanze si può chiedere il tempo necessario per valutare le immagini. Esattamente come accade oggi, col VAR che chiede all’arbitro di attendere per la ripresa di gioco.

  28. Antonio
    Antonio dice:

    Gentile Dr. Marelli
    Chiedo una delucidazione: Nell’azione successiva al tocco di mano di Bastos la palla resta nella disponibilita’ dei giocatori dell’Atalanta che concludono in porta con De Roon prima e Zapata poi. Presumo che nell’eventualita’ in cui una delle 2 conclusioni avesse portato a segnare un gol cio’ non avrebbe comportato la review VAR. In questi casi si applica il vantaggio? Se si applica solo quando l’attaccante segna un gol si delinea un sostanziale vantaggio per l’offendente che ha disposizione una doppia carta (se segno bene altrimenti ho un rigore a favore), Se non si applica porterebbe a situazioni ancora piu’ paradossali di SPAL- Fiorentina in cui il gol di una squadra viene annullato per concederle un rigore.
    Potrebbe cortesemente darmi una valutazione al riguardo?
    Grazie in anticipo

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Sul calcio di rigore non si applica mai il vantaggio. Certo, se l’Atalanta avesse realizzato una rete non si sarebbe discusso per nulla di quest’episodio e forse sarebbe passato pure per un’applicazione geniale della norma del vantaggio.
      Ma in questo caso non si può parlare di vantaggio anche perché l’Atalanta non ha realizzato una rete ma l’azione è viziata da un chiaro tocco di mano punibile.

    • Michele
      Michele dice:

      Buongiorno Luca. Solo mia curiosità a colmare l’ennesima lacuna….In caso di calcio di rigore non si applica mai il vantaggio? Perché? Quale logica sottostà a questa regola? Grazie

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Cosa c’è di più vantaggioso di un calcio di rigore?
      Peraltro esiste la norma del vantaggio sul rigore ma sono casi estremamente rari, quasi unici.
      E non era il caso di ieri sera.

    • Michele
      Michele dice:

      Si, io intendevo il caso in cui un offendente subisca fallo da rigore, ma la palla passa al compagno e questo segna (magari passano 5-6″ dal fallo al gol)….in questo caso l’arbitro aspetta la conclusione dell’azione o dovrebbe fischiare subito il rigore?

    • Dario
      Dario dice:

      Gentile Luca,
      lei dice che l’azione è stata “viziata”, ma come già più volte evidenziato, in questo caso il tocco di Bastos ha finito per fornire un’occasione da gol all’Atalanta. Come mai il regolamento non ne tiene conto? Secondo lei dovrebbe?

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