Decima giornata: da Roma a Torino, da Cagliari a Firenze c’è tanto da riflettere…

Comincio dalla gara dello Stadium non per importanza degli episodi ma per altro motivo che, lo ammetto, mi ha provocato una reazione tra lo stupito e l’imbarazzato.

Juventus – SPAL 4 – 1

Minuto 53.
Su un calcio d’angolo si sviluppa un’azione confusa in area di rigore, il pallone schizza verso Paloschi che lo gira in porta colpendo la traversa, sulla respinta segna di testa Oikonomou. L’assistente Schenone segnala il fuorigioco solo dopo la realizzazione della rete (procedura corretta):

Deviazione giocatore Spal gol annullato Gol annullato VAR SPAL

Due immagini identiche per evidenziare la posizione nettamente irregolare di Paloschi che, al momento della deviazione in verso la rete, si trova in fuorigioco di circa mezzo metro.

Mi direte: ma cosa c’è da discutere in questo caso? E’ talmente evidente…

Vero ma, in realtà, sono due i punti da approfondire in questa fattispecie:
1 – Il tempo impiegato per decidere un episodio così semplice è decisamente troppo. Capisco la difficoltà di dover individuare l’immagine giusta per la miglior valutazione ma, su un episodio semplice come questo, è inaccettabile una pausa di quasi due minuti;

2 – …

Gesto Pasqua

L’abbiamo visto tutti.
Pasqua è un arbitro di grande talento, probabilmente con un futuro da internazionale.
L’atteggiamento di ieri sera, in occasione della VAR review, non è accettabile.
Se conosco a sufficienza il designatore Rizzoli, questi pochi secondi di soggettiva lo hanno indispettito e non poco. Nel momento della review tutta l’attenzione dei calciatori, dei dirigenti, dello stadio, dei telespettatori è sugli arbitri, chiamati a decifrare un episodio relativo all’annullamento od alla concessione della rete del pareggio. Chi potrà mai inquadrare la regia? Ovviamente, non potendo riprendere Gavillucci davanti ai monitor mentre cerca le immagini, ogni attenzione sarà incentrata sull’arbitro, in attesa di comunicazioni.
Il gesto di Pasqua che, per semplificare, significa “ma cosa state dicendo?”, con un sorrisetto ironico, è inaccettabile: è una mancanza di rispetto verso il collega in cabina che certo non sta giocando e non sta neppure operando per mettere in difficoltà il collega ma, al contrario, sta cercando il miglior frame per evitargli di commettere un errore.
Chi mi conosce sa bene quanto apprezzi tecnicamente Pasqua ma sottacere un atteggiamento del genere sarebbe oltremodo grave.

–> Edit <–
Rivedendo tutta la scena, è probabile che l’atteggiamento di Pasqua non fosse rivolto ai VAR ma a Lichtsteiner, giocatore col quale sta discutendo e che appare in un’inquadratura precedente e successiva al primo piano nei pressi dell’arbitro. E’ possibile che, di fronte ad una richiesta del giocatore della Juventus apparsa infondata, Pasqua gli abbia risposto “ma che stai a di’?”.
Nota di servizio: difficilmente volo con la fantasia, spesso trovo più onesto lasciare invariato il commento iniziale e cospargermi il capo di cenere riportando una versione “autentica” di quanto accaduto…
Rimane un atteggiamento da evitare e facilmente fonte di malintesi ma certamente meno “grave” di quanto apparso a prima vista. Meglio così.

Minuto 88, Higuain viene lanciato da Marchisio, controlla il pallone e la deposita in rete. In questo caso l’assistente Del Giovane non interviene, non ravvisando (nemmeno ad azione conclusa) una posizione irregolare. Buona l’azione, in questo caso, dei VAR che comunicano semplicemente a Pasqua la posizione di fuorigioco di Higuain (review non necessaria trattandosi di semplice rilevazione):

Gol annullato ad Higuain

Anche in questo caso l’episodio potrà apparire marginale ma non lo è.
Capisco che si debba essere veloci nella decisione, capisco che non sia proprio facile operare con la pressione di dover assumere la scelta corretta, capisco tutto.
Ma la fretta non deve essere mai cattiva consigliera.
In cabina VAR non è concepibile tracciare una linea come questa!
Se fate caso, la linea azzurrina (che è quella tracciata dai VAR) non passa per il punto più vicino alla linea di fondo del penultimo difendere ma “sopra” lo scarpino (primo calciatore di fronte ad Higuain).
Potrà sembrare una questione di lana caprina perché il fuorigioco di Higuain è piuttosto evidente: è vero ma dobbiamo riflettere sul fatto che questi centimetri, in tal occasione marginali, potrebbero risultare decisivi per assegnare uno scudetto od una salvezza. Non è tollerabile un pressapochismo del genere…

Fiorentina – Torino 3 – 0

L’episodio che ci interessa avviene al minuto 74, sul risultato di 2-0 per i padroni di casa.
Veretout, dopo una prima respinta della difesa del Torino, crossa il pallone al centro dell’area per cercare la deviazione in rete di Chiesa.
Sul cross Barreca allunga il braccio e sfiora l’attaccante della Fiorentina. Mariani interviene, fischia calcio di rigore ed espelle Barreca per DOGSO, non trattandosi di intervento volto a giocare il pallone ma solo ad ostacolare irregolarmente l’avversario.

Tolgo ogni dubbio subito: a mio parere il rigore è più un rigorino in stile “io lo fischio, al limite me lo toglie la VAR”. Rigorino che viene assegnato e confermato con “silent check” dei VAR sulla base del “non posso intervenire perché un tocco c’è e, pertanto, non si tratta di un chiaro errore“.
Mi rendo ben conto che la spiegazione indicata sembra quasi una battuta di cattivo gusto ma, purtroppo, è un rischio che avevo ventilato ad inizio campionato e che si sta verificando: nel dubbio si fischia contando sull’eventuale correzione dei VAR. Dall’altra parte i VAR non intervengono ravvisando anche quei minimi tocchi tali da non contraddire la decisione assunta in campo.

Vediamo l’episodio:

Rigore Fiorentina rosso Rigore Fiorentina rosso senza senso

A mio parere bastano anche solo questi due fermo immagini per far comprendere il concetto: nell’immagine a destra l’arbitro Mariani vede perfettamente il contatto e decide per l’assegnazione del calcio di rigore. Decisione che ci sta, soprattutto perché, in questi casi, anche per l’arbitro in campo è difficile valutare se il braccio allungato possa avere o meno sbilanciato l’avversario. L’attaccante è per aria, anche una spinta molto marginale può metterlo fuori tempo.
Diciamo, dunque, che il rigore si può anche concedere. O, meglio, in campo e con la visuale di Mariani si concede (quasi) sempre.

Quel che non ha alcun senso è l’espulsione.
Ora, ricordiamo quali sono i presupposti per espellere un calciatore per DOGSO dopo la concessione di un calcio di rigore:
1 – spingere o trattenere l’avversario senza tentare “giocare in modo onesto” il pallone;
2 – l’attaccante deve essere in possesso del pallone oppure ha l’opportunità di entrare facilmente in possesso del pallone.

Possiamo affermare con assoluta certezza che Barreca non tenti nemmeno di giocare il pallone, perciò il punto 1 lo possiamo annotare tra le condizioni presenti.

Sul punto 2 credo ci siano pochi dubbi:

Rigore Fiorentina rosso senza senso 2 Rigore Fiorentina rosso inesistente Rigore Fiorentina rosso inesistente 2

Le prime due immagini mostrano il contatto tra Barreca e Chiesa. Nella seconda, in particolare, è stata indicata la posizione del pallone per evidenziare che lo stesso si trova ad almeno 30/35 centimetri da Chiesa. Nella seconda immagine il pallone è già passato ed è chiarissimo che lo stesso non avrebbe potuto mai essere giocato dall’attaccante della Fiorentina. Un altro particolare: il fallo subito da Chiesa (se proprio vogliamo chiamarlo fallo…) non gli impedisce il salto ma ha un effetto solo sulla coordinazione. Conseguenza: Chiesa non ha mai avuto il possesso del pallone e non avrebbe potuto mai entrare in possesso dello stesso.

Può la VAR intervenire, in questo caso?
Non solo può ma DEVE
. La tripla sanzione è stata superata dal concetto di “contrasto onesto nel tentativo di giocare il pallone“. In questo caso, effettivamente, non c’è alcun tentativo di giocare il pallone. Altrettanto vero che Chiesa non abbia mai il possesso del pallone, elemento fondamentale per giudicare la “scorrettezza” di Barreca da espulsione.
Ricordate Crotone – Milan, col giallo di Ceccherini trasformato (giustamente) in rosso con l’ausilio della VAR? Ecco, questo è il caso contrario: un rosso ingiusto (che avrà come conseguenza la squalifica di una giornata del difensore del Torino) che andava annullato.

In conclusione: la scelta migliore avrebbe dovuto essere quella di lasciar correre, c’è veramente poco rigore in questo episodio.
Se proprio vogliamo vederci un rigore, perlomeno che rigore sia ma senza sanzione disciplinare dato che Chiesa non sarebbe mai stato in grado di giocare il pallone. Esattamente come domenica scorsa in Udinese-Juventus: Mandzukic subisce un chiaro fallo da rigore dopo aver calciato il pallone, la scelta corretta avrebbe dovuto essere calcio di rigore e nessuna sanzione disciplinare.

Bologna – Lazio 1 -2

Un solo episodio degno di menzione e sempre relativo ad un calcio di rigore assegnato.
Nel caso specifico un flash veloce sul cartellino giallo comminato a Masina.
Milinkovic Savic subisce un chiaro fallo da rigore in area da parte del difensore del Bologna:

Rigore Lazio giusto giallo

In questo caso la chiara occasione da rete (passatemi la dizione imperfetta per semplificare) è evidente: senza il fallo di Masina, il calciatore della Lazio aveva tutta la porta spalancata e solo il portiere ad impedire la rete.
Perché giallo e non rosso?
Il motivo è lo stesso indicato in sede di commento della gara di Firenze: Masina commette un fallo evidente ma nel palese tentativo di giocare il pallone. Siamo, dunque, di fronte ad un “tentativo onesto” di colpire il pallone, fattispecie che, dall’anno scorso, è stato depenalizzata (solo in area di rigore, sia chiaro) per evitare la tripla sanzione: calcio di rigore, espulsione e squalifica.

Bene Massa che, dopo la serata disastrosa come VAR in Udinese-Juventus, ha diretto la gara in modo impeccabile, mostrando il talento di cui è in possesso ma che troppo spesso mette da parte per trasformarsi in amministratore di condominio. Se scendesse in campo sempre col piglio di ieri sera, saremmo di fronte ad un grande arbitro. Per ora è ancora un buon arbitro con picchi di eccellenza.
E con un talento non sempre espresso pienamente.

Cagliari -Benevento 2 – 1

Due episodi da analizzare.
Al minuto 15 entrano in contatto il difensore del Benevento Di Chiara e l’attaccante del Cagliari Sau.

Rigore Cagliari giallo senza senso

Il fermo immagine, come sempre accade, non rende esattamente l’idea del contatto che, a velocità normale, è invece evidente.
Irrati, dopo qualche secondo di titubanza (inspiegabile, peraltro), assegna il calcio di rigore ai padroni di casa, nel contempo estraendo il cartellino giallo per il difensore del Benevento.

Difensore del Benevento che non cerca in alcun modo di giocare il pallone ma travolge solo l’avversario.
E perché, dunque, il cartellino giallo?

Rigore Cagliari

Per sintetizzare il più possibile: il cartellino giallo, in questo episodio, non ha alcun senso.
Di Chiara non tenta in alcun modo di giocare il pallone, commette un fallo chiarissimo su Sau che, a sua volta, ha la chiarissima opportunità di realizzare una rete poiché, davanti a sé, ha solo il portiere avversario. La decisione corretta avrebbe dovuto essere calcio di rigore ed espulsione del difensore del Benevento.

Perché i VAR non sono intervenuti?
Torniamo al solito discorso: sono scelte incomprensibili.

Questo episodio è identico a quello di Crotone – Milan, già ricordato in precedenza: in quel caso Ceccherini venne punito col cartellino giallo per il fallo su Cutrone. La VAR intervenne non per “sindacare” sul calcio di rigore ma per la scelta della sanzione disciplinare. Ciò che avrebbe dovuto accadere anche in questo caso.

C’è parecchio da lavorare in area di rigore, soprattutto nel rapporto arbitro/VAR e viceversa.

Il secondo episodio al minuto 92.
In area cagliaritana Coda controlla un pallone spiovente dalla destra e va alla battuta a rete. Dietro di lui c’è il difensore Faragò:

Rigore inesistente no var giusto     Giusto VAR silente no evidenze

Per evitare ogni dubbio, onestamente non so dirvi se ci sia o meno contatto tra difensore ed attaccante. Questo episodio l’ho rivisto decine di volte e, ancora adesso, ho forti dubbi sulla scelta finale.
Irrati decide di assegnare il calcio di rigore e, in questo caso, è giusto che i VAR non intervengano: non essendoci un’immagine chiara che possa evidenziare l’errore dell’arbitro centrale, la decisione assunta in campo deve essere avallata dai VAR con un silent check di conferma.

Se proprio volete una mia impressione, il rigore mi pare tutt’altro che un’invenzione, per due motivi:
– Coda non guarda mai il difensore del Cagliari ma solo il pallone;
– la caduta, certamente accentuata, non è una simulazione ma causata da un contatto che, per noi telespettatori, risulta di difficile individuazione.
Non ho certezze in merito, perciò non posso che accogliere la decisione di Irrati. Agendo come i VAR presenti ieri a Cagliari…

Roma – Crotone 1 – 0

Certamente la gara più problematica della serata.
E, obiettivamente, quella più pasticciata dal punto di vista degli episodi.

La Roma trova il vantaggio (che poi sarà anche la rete decisiva) con un rigore trasformato da Perotti, a seguito di un contatto in area tra Kolarov e Mandragora al minuto 9.

Rigore Roma 1

In presa diretta la sensazione è stata quella del rigore netto e di una sciocchezza di Mandragora che, invece di accompagnare l’avversario verso il fondo, lo affronta con una scivolata, rischiando di provocare errori interpretativi per l’arbitro Manganiello.
Ciò che, puntualmente, accade.
Manganiello, dalla sua posizione, non ha alcun dubbio nell’assegnazione del calcio di rigore. E lo comprendo pienamente: dalla sua posizione e per dinamica, la stragrande maggioranza degli arbitri avrebbe optato per la medesima scelta. In mancanza di VAR non avrei avuto problemi a giustificare la scelta di Manganiello: episodio molto complesso da leggere, quasi impossibile accorgersi che…

… il rigore risulta totalmente inesistente.

Rigore Roma 1,5

Nel momento in cui Kolarov comincia a cadere, la gamba sinistra di Mandragora e quella destra di Kolarov sono ben lontani. Purtroppo non posso farvi vedere le immagini dell’episodio ma, per chi ne avesse la possibilità, concentrate l’attenzione sul movimento della gamba destra di Kolarov.
Nel momento in cui comincia a cadere, Kolarov “accorcia il passo” e porta velocemente in avanti la gamba destra col chiaro (e furbo) intento di provocare un contatto con l’avversario. Noterete, infatti, che la corsa del difensore romanista cambia improvvisamente poiché, in quell’istante, il suo interesse non è quello di costruire un’azione d’attacco ma di provocare la sua caduta.

Detto che l’arbitro è giustificabile per la particolare dinamica dell’azione, non si può affermare lo stesso per i VAR. Questo è un chiarissimo errore interpretativo: il rigore non esiste, al limite possiamo discutere sulla sussistenza o meno di un’ammonizione a Kolarov per simulazione.
Non intervenire, in questo contesto, non vale come avallare la decisione dell’arbitro: per poter avallare una decisione deve esserci almeno un dubbio sulla punibilità del contatto sanzionato. Dubbio che, in questo caso, non c’è nemmeno lontanamente. E se un arbitro, davanti alle immagini, non si accorge di un contatto non provocato ma cercato…

Al minuto 71, su un passaggio all’interno dell’area romanista, Budimir viene a contatto col difensore Fazio, cadendo a terra. Manganiello interviene ordinando un calcio di punizione indiretto a favore della Roma e sanzionando Budimir con un cartellino giallo per simulazione.

Nulla di tutto ciò:

contatto Budimir Fazio no giallo

Non c’è alcun dubbio che l’attaccante del Crotone accentui la caduta (trovatemi un singolo attaccante che non si comporti in questo modo…) ma è altrettanto vero che il giallo per simulazione sia una totale invenzione. O, se vogliamo essere più eleganti, un abbaglio gigantesco di Manganiello.

Pensiamo, pertanto, all’episodio:
– Manganiello fischia un fallo a favore della Roma ed estrae un cartellino giallo per simulazione;
– la simulazione non esiste dato che il contatto tra le gambe dei calciatori è evidente.

E’ di prima evidenza che non ci sia un errore più chiaro di questo: l’arbitro ha sanzionato un comportamento che non c’è stato, che altro ci vuole per invitare l’arbitro PERLOMENO a rivedere l’azione? Poi Manganiello, sulla base della propria interpretazione, potrà anche confermare la non sussistenza del calcio di rigore ma punire l’attaccante del Crotone per un aver subito un contatto non è accettabile.


Le gare di questo turno infrasettimanale hanno evidenziato un problema di fondo che, purtroppo, avevo ipotizzato già da tempo:

  • da un lato gli arbitri che “boh, io fischio rigore, al limite me lo fanno togliere
  • dall’altro i VAR che “mah, un contatto leggero c’è, mi faccio gli affari miei tanto la giustificazione del non intervento ce l’ho“.

Risultato: tanti rigorini per contatti veniali, spesso non punibili perché cercati (Kolarov) oppure marginalissimi (Chiesa).

In sintesi: in area di rigore c’è tantissimo su cui lavorare.
Senza dimenticare il solito problema di fondo: il protocollo è scritto male, la dizione “chiaro errore” non è supportabile, questa parte normativa andrà modificata il più presto possibile.
Lo ripeto da sempre, fin da quest’estate.
Ascoltando Rizzoli e Rosetti pare che un piccolo correttivo ci sia già, aggirando la dizione e puntando sulla differenza tra quanto visto in campo e quanto visto davanti al VAR.

Il problema è che, davanti ai monitor, ci vuole forse più autorevolezza che in campo. E si notano, purtroppo, problemi non da poco…

15 commenti
  1. paolo
    paolo dice:

    Gent.mo sig. Luca Marelli. Complimenti per i suoi commenti , sicuramente competenti ed esaurienti. Ho un dubbio e me ne scuso in anticipo, dato che sicuramente non ho approfondito l’argomento o non sono stato attento. Il dubbio e’ questo: l’arbitro sollecitato dal Var può visionare l’azione “incriminata” al rallentatore? Grazie per l’attenzione.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Dipende dagli episodi.
      Sul rigore può vedere al rallentatore immagini su contatti sfuggiti al suo controllo e che siano apparsi come chiari errori ai VAR.
      Si può discutere sulla diversa percezione degli episodi a velocità normale oppure a velocità rallentata ma erano gli stessi, identici dubbi che oltre 30 anni fa ebbero i commentatori della NFL quando venne introdotta l’istant replay. Dal mio punto di vista le immagini rallentate sono utili per valutare i contatti sfuggiti all’attenzione sul campo e sarebbe oltremodo incoerente con la ratio del protocollo impedire che l’arbitro centrale sia impossibilitato a guardare frame by frame le immagini.
      E’ vero che la VAR non è la moviola in campo, ma è anche vero che alcuni episodi sono talmente complessi da decifrare che rallentare le immagini rimane l’unico modo per comprendere talune dinamiche di gioco.

  2. Davide Pezzetti
    Davide Pezzetti dice:

    Nel caso del rigore di Roma-Crotone (contatto che c’è e viene visto e giudicato da rigore dall’arbitro) secondo me non si può parlare di chiaro errore. Se il VAR fosse intervenuto, avrebbe fatto giustizia ma avrebbe violato il protocollo. Concordo sul fatto che il protocollo vada assolutamente modificato estendendo l’applicabilità della VAR anche al probabile errore, non solo al chiaro errore.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      E’ importante far riferimento ai termini utilizzati e non alle interpretazioni: il protocollo usa la dizione “chiaro errore”, non di “contatto inesistente” o “valutazione nel controllo dell’arbitro”.
      Nel caso di Roma (e mi riferisco ad entrambi gli episodi) Manganiello ha preso un abbaglio in due occasioni, sanzionando ciò che non è accaduto e, pertanto, non può che trattarsi di chiaro errore.
      Se non sono chiari errori questi, allora non ne esistono.

  3. Giovanni
    Giovanni dice:

    Non so se guardando le partite dall’Inghilterra ci sia una regia diversa ma i telecronisti inglesi c’hanno messo mezzo replay e meno di 5 secondi a vedere che il giocatore della Spal era in chiaro fuorigioco. Quell’interminabile attesa e’ sembrata davvero inopportuna.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      La regia è la medesima, gli inglesi usano le immagini prodotte in Italia. Anche noi da casa, vedendo Sky, abbiamo rivisto le immagini in pochi secondi. Non so proprio quale sia stato il motivo di tali lungaggini.

  4. Stefano
    Stefano dice:

    Cambiando la dicitura di alcune parole del protocollo secondo me si potrebbero risolvere alcuni problemi relativi all’intervento del VAR.
    Il VAR interviene solo quando la decisione dell’arbitro é chiaramente sbagliata, pertanto la domanda che il Varista deve porsi é: “é la decisione del mio collega chiaramente sbagliata?”. A mio parere ci puó stare come condizione, ma chi é che decide se una decisione é chiaramente sbagliata? Questo protocollo, usato male in molte circostanze avvenute, é diventata un’ arma a doppio taglio: gli arbitri fischiano qualunque contatto tanto c’é il VAR che eventualmente li corregge, ma il VAR non corregge perché un contatto c’é stato, e ha l’alibi (fornita dal protocollo) per giustificare il non intervento. Un cane che si morde la coda. Diverso sarebbe il discorso se la condizione necessaria per l’intervento del VAR fosse: ” c’é la possibilitá che l’arbitro abbia preso una decisione sbagliata?” Cosí facendo, togli l’alibi ai Varisti che non sono potuti intervenire, e gli dai l’opportunitá di poter rimediare ad un eventuale errore consigliando l’arbitro di andare a rivedere il contatto, perché secondo loro la decisione presa dall’arbitro non é chiaramente sbagliata, ma c’é la POSSIBILITÁ che lo sia. ( preservando la decisione finale che é sempre l’arbitro a doverla prendere). Cosa ne pensi Luca?

  5. Daniele
    Daniele dice:

    Luca è possibile che i var abbiano avuto un indicazione di intervenire di meno quando l’arbitro è sicuro della sua scelta anche se sbaglia? Per diminuire gli errori non sarebbe il caso che Rizzoli scegliesse un gruppo di arbitri che fá solo var si potrebbe fare secondo te Luca? Continua così la tua rubrica è sempre molto interessante

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      No, l’indicazione è quella di evitare interventi in caso di immagini che non chiariscano del tutto un episodio. La mia sensazione è che alcuni arbitri (e sottolineo alcuni) stiano un po’ “marciando” sulla VAR. Spero di sbagliarmi.
      Per quanto concerne la categoria di addetti al VAR e solo al VAR, sono d’accordo. Ma temo che dovremo aspettare la “caduta” di Nicchi per vedere una specifica categoria di arbitri impegnati solo al VAR (la scelta migliore). Al momento è più facile assistere ad un aumento degli arbitri di vertice che ad una categoria apposita di “varisti”.
      Conserva questa risposta, vediamo se “ci prendo” a luglio…

    • Daniele
      Daniele dice:

      mi ha sempre appassionato il mondo arbitrale la tua teoria sul marciare sopra è molto interessante alla luce Delle ultime due giornate dove gli errori gravi sono aumentati al posto di diminuire,il mandato di Nicchi quando scade? Se non ho letto male può ripresentarsi una altra volta a fine mandato se vuole

  6. Red5goahead
    Red5goahead dice:

    Come sempre molto utili le sue considerazioni, perlopiù condivisibili. Nel paese che ha dato i natali a Machiavelli pensava ragionevolmente potesse andare meglio? Lei pensa che gli arbitri oggi abbiano un parere positivo del Var? Le chiedo questo perché non sono oggettivamente soggetti neutri di questa novità (in particolare gli assistenti). Dopo la plateale sceneggiata in Juve-Spal e gli ormai periodici clamorosi svarioni di molti arbitri in tante partite (Rom-Cro come apice ma non dimentichiamo Juv-Gen, Udi-Juv o Tor-Ver o Bol-Tor ecc) la sensazione è che ci sia quasi l’intenzione di delegittimarlo

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Gli arbitri sono felici del VAR (e questo te lo posso assicurare), il problema sono paletti (soprattutto sui rigori) ben poco chiari e protocollo scritto male. Si dovrà intervenire, come evidenzio ormai da 4 mesi.

I commenti sono chiusi.