Arbitro colpito: campionato sospeso!

Un problema che, per vari motivi, ogni anno si rinnova su decine di campi periferici, spesso (o quasi sempre) nell’assoluto silenzio di televisioni e mass media.

Ancora una volta, ieri pomeriggio, un giovane arbitro della sezione di Pavia, il 20enne Mirko Pelaia, è stato aggredito con inaudita violenza da un calciatore della società Frascatorre, dopo aver notificato allo stesso la sanzione dell’espulsione per doppia ammonizione.

Siamo in terza categoria, campionato provinciale di competenza della sezione di Pavia che, lo scorso anno, aveva assegnato a Mirko il premio come miglior arbitro esordiente. Oggi, a distanza di pochi mesi da quel riconoscimento, una pessima pagina di cronaca locale lo coinvolge come vittima della violenza di una persona che, evidentemente, ha scambiato il terreno di gioco come un luogo franco in cui sia possibile dar sfogo alla propria impulsività, aggressività, cattiveria.

Il fatto, già indecente di per sé, è ulteriormente aggravato da quanto riportato dalla cronaca locale (fonte: la provincia pavese, edizione online):

le acque non si erano ancora calmate: sono volate parole grosse negli spogliatoi, dove nei minuti seguenti sono intervenuti agenti di polizia e carabinieri per garantire la sicurezza dell’arbitro e accertarsi di quanto accaduto”.

Pare che, nei minuti immediatamente successivi alla (scontata e corretta) sospensione definitiva della gara tra San Martino e Frascatorre, negli spogliatoi alcune persone abbiano continuato nei propri comportamenti,tanto da cercare di impedire non solo l’intervento di un operatore sanitario ma anche la chiamata dell’ambulanza e delle forze dell’ordine.

Pochi minuti dopo, una volta allertate (tra mille difficoltà) sia le forze dell’ordine che l’ambulanza, Mirko è stato trasportato al vicino ospedale ove è stato medicato per la ferita al labbro, spaccato dal pugno ricevuto dall’aggressore. Dimesso in serata, i medici hanno refertato una prognosi di 7 giorni salvo complicazioni.

Con encomiabile solerzia, questa mattina la delegazione provinciale della FIGC, dopo aver sentito il comitato regionale, ha deciso di sospendere immediatamente entrambi i gironi di terza categoria pavese, rinviando all’1 maggio la giornata in programma domenica prossima.

Nelle motivazioni, a firma del Segretario Marco Capelli, si legge: “il provvedimento (…) vuole rappresentare un segnale forte da parte di tutti coloro che operano ed hanno sempre operato per un calcio sano, all’insegna della correttezza e del fair-play“.

Una decisione attesa, troppo spesso annunciata e mai messa in pratica da chi dovrebbe tutelare i propri arbitri e che, non casualmente, è stata adottata direttamente dalla delegazione provinciale della FIGC, decisa a porre fine a questi episodi che, ogni settimana, macchiano il mondo del calcio dilettantistico nell’assoluta indifferenza dei mass media, troppo occupati a discutere di rigori, rigorini, fuorigioco di due centimetri e folli(sì, folli!) teorie complottare a favore di questa o quella società.

Ogni giorno vengono segnalate da qualunque parte d’Italia violenze di vario genere ai danni degli arbitri (l’ultima la scorsa settimana, l’aggressione subita da due direttori di gara al termine di un incontro di calcio a 5 femminile in Puglia) e, purtroppo, abbiamo ascoltato solo proclami su proclami a cui non sono mai seguiti provvedimenti seri.

Questa decisione, destinata ad essere un fondamentale precedente nella lotta alla violenza, rappresenta una presa di posizione che non può che essere accolta con grande soddisfazione da parte di chi, con i propri limitati mezzi di diffusione, cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa problematica, a volte perfino ridimensionata dalla stessa organizzazione che rappresenta gli arbitri di calcio italiano.

La sospensione dei campionati di terza categoria pavese, per quanto limitata ad un campionato provinciale, è un segnale chiaro, forte e di assoluta importanza che pone le basi per una nuova strategia per combattere la dilagante violenza nelle competizioni dilettantistiche. Preso atto che non siano serviti a nulla i proclami dei soliti noti e le multe previste, era attesa un’azione decisa per combattere concretamente e non a solo con (vuote) parole un fenomeno di rilevanza sociale spesso ritenuto marginale ma che, ogni anno, coinvolge centinaia di giovanissimi ragazzi aggrediti non solo verbalmente ma (soprattutto) fisicamente da delinquenti che, in troppe circostanze, subiscono solo squalifiche in ambito sportivo. Azione che giunge dalla FIGC e non, come era legittimo attendersi, dall’AIA che,peraltro, in varie occasioni aveva promesso la non designazione di arbitri in caso di episodi di violenza. Proclami, appunto…

L’augurio è che questa iniziativa del comitato pavese non rimanga un “unicum” (cit.) ma venga ripetuta in tutte le occasioni in cui un arbitro, di qualsiasi età, sezione, categoria, sesso dovesse essere aggredito da un tesserato o da altri incivili (tifosi o presunti tali).

Attendiamo, ora, il comunicato del Giudice Sportivo di Pavia che pubblicherà le sanzioni in merito nella giornata di giovedì prossimo.

Personalmente non auspico nulla ma mi attendo, da uomo della strada con la divisa tatuata sul corpo, una decisione che possa essere adeguata all’assurda violenza refertata sia per quanto concerne il terreno di gioco sia, soprattutto, per quanto accaduto negli spogliatoi.

Faccio mia una frase detta da Collina qualche tempo fa e nella quale mi riconosco totalmente: “Non sono mai stato aggredito ma sono ben consapevole che ciò è frutto non del fatto che fossi migliore dei miei colleghi ma, semplicemente, perchè sono stato più fortunato“.

Ciò per essere consapevoli che un’aggressione, spesso, non è conseguenza di una decisione giusta o sbagliata ma della fortuna di non incontrare persone che non dovrebbero nemmeno essere associate al concetto di “sport”.

Giungano a Mirko i migliori auguri di pronta ripresa, con la speranza di rivederlo in campo il prima possibile.

Forza Mirko!