Anticipo terza giornata Serie A: il trionfo (l’ennesimo) del VAR. E qualche accenno didattico.

Interessantissimo anticipo della terza giornata di Serie A tra Milan e Roma che ha sancito, ancora una volta, l’ormai fondamentale ruolo della tecnologia in uno sport che, spesso, viene deciso da episodi.
Grande prestazione di Guida sotto gli occhi di Rizzoli, forse l’uomo più importante dell’odierna CAN A.

Milan – Roma 2-1, arbitro Guida

Sono quattro gli episodi che vanno approfonditi, sebbene il primo sia solo un pretesto per tentare di smontare, una volta per tutte, un concetto inesistente: l’ammonizione per fallo tattico. Iniziamo proprio da qui.

Al minuto 7 il Milan conquista un calcio di punizione dal limite dell’area romanista per un contatto tra Fazio e Calhanoglu a pallone lontano:

Rimane qualche dubbio sull’eventuale sanzione disciplinare: ammonizione da comminare oppure è corretto limitarsi alla (corretta) decisione tecnica?
E’ un episodio al limite: l’ammonizione avrebbe potuto anche starci ma non per il motivo di cui si è sentito parlare.
Quale?
L’ammonizione per “fallo tattico” NON esiste nel regolamento.
La scelta di ammonire o meno il difendente in un episodio di questo genere deve essere ricercata in un altro concetto, esso sì contemplato dal regolamento, cioè l’interruzione di un’azione potenzialmente pericolosa (che ormai conoscete con l’acronimo di SPA, “Stopping a Promising Attack“).
L’utilizzo del termine “tattico”, nel regolamento, è completamente sparito da ormai due stagioni sportive, ricomprendendo quel concetto nella più ampia dizione di “interruzione di una promettente azione d’attacco”, correttamente eliminando una terminologia adatta più al gioco che alla regolamentazione dello stesso.

Al minuto 62, il Milan ritrova il vantaggio con una rete di Higuain, scattato sul filo del fuorigioco su un lancio in profondità di Bonaventura:

Impossibile, per l’assistente Carbone, avere certezze sulla posizione di partenza dell’attaccante del Milan, perciò è corretta la scelta di non interrompere l’azione, lasciando alla tecnologia il “compito” di sciogliere qualsiasi dubbio in proposito.
Questa rete, lo scorso anno, sarebbe stata convalidata poiché, in mancanza di proiezione delle parti superiori del corpo, ci sarebbe stato sempre qualche dubbio: la spalla di Higuain (per esempio) si trovava oltre Fazio? Fazio teneva in gioco (sempre a titolo esemplificativo) Higuain con la spalla destra?
Da questa stagione, questi episodi non saranno più circondati da un alone di dubbio dato che, col Mondiale di Russia 2018, è stata introdotta la tecnologia tridimensionale che, proiettando sul terreno di gioco la posizione di qualsiasi parte del corpo validamente utilizzabile (e, perciò, con l’esclusione di mani e braccia), elimina qualsiasi interrogativo sulla posizione regolare o meno degli attaccanti.
Giusto, pertanto, annullare la rete sebbene la posizione di partenza fosse irregolare per pochi centimetri:

Ricordiamo, lo scorso anno, le polemiche per tali fattispecie. A titolo puramente esemplificativo e non esaustivo cito la rete annullata a Kalinic durante Milan-Udinese:

oppure quella di Mertens in Atalanta-Napoli

oppure ancora la rete di Khedira su sponda di Rugani in Udinese-Juventus

Episodi che hanno tenuto banco per giorni, alimentando polemiche sulla effettiva posizione regolare o meno dei calciatori coinvolti.
Ebbene, come già ribadito in varie occasioni in questo inizio di campionato e, precedentemente, in sede di presentazione della nuova stagione (qui il testo completo), non ci saranno più dubbi proprio grazie all’innovazione introdotta con la tecnologia tridimensionale che elimina qualsiasi incertezza.
Nonostante ciò, e fin da ieri sera, qualche voce critica si è sollevata, evidenziando il fatto che sarebbe assurdo annullare una rete per pochi millimetri.
Ora, dobbiamo metterci d’accordo: quel che vogliamo sono le polemiche utili ad incasinare qualsiasi discussione o la sicurezza di una decisione corretta?
Dell’anno scorso ricordo infinite (e sterili) discussioni sul VAR che, non essendo preciso al millimetro, di fatto risultava inutile per eliminare i dubbi. Quest’anno cominciano a sentirsi obiezioni sul fatto che non si possono annullare reti realizzate in fuorigioco di pochi centimetri, fino alla richiesta di introdurre (di nuovo) il concetto di “luce”.
Ebbene, il concetto di “luce” tra difendente ed attaccante è stato già utilizzato circa 15 anni fa ed abbandonato immediatamente poiché, invece di facilitare il compito degli assistenti, aveva creato una colossale confusione e, fatto non secondario, snaturato del tutto il concetto di fuorigioco.
Dobbiamo convincerci di un aspetto fondamentale: il fuorigioco con la tecnologia non è più una valutazione (mentre rimane tale in campo ed in presa diretta) ma una rilevazione. Trattandosi di una rilevazione non conta che il fuorigioco sia di 4 centimetri o di 15 metri: in entrambi i casi si tratterebbe di un vantaggio (minimo od enorme) dell’attaccante, come tale contrario allo spirito del gioco.
Altrettanto inutili le discussioni sul momento in cui debba essere rilevato il fuorigioco: è stato già da tempo specificato che il frame da prendere in considerazione è quello in cui avviene il contatto del pallone da parte del giocatore che effettua l’ultimo passaggio.

Al minuto 76 Cristante entra in contatto con Kessie a pallone lontano.
Guida ferma il gioco, assegna un calcio di punizione al Milan ed ammonisce il centrocampista della Roma.
Interessante notare la lucidità dell’ancor giovane arbitro campano:

Nonostante il pallone sia sulla fascia sinistra, Guida ha la consapevolezza della possibilità che possa accadere qualcosa tra i due calciatori, abbandona per un attimo l’azione (approfittando del fatto che, nell’immediatezza, non ci sarà alcun contrasto tra attaccante e difendente sulla parte sinistra del terreno di gioco) per accertarsi di quel che potrebbe concretizzarsi tra Cristante e Kessie.
Perfetta la scelta: calcio di punizione diretto per il Milan, ammonizione per Cristante.
Ci stava il cartellino rosso?
Difficile avere certezze, le immagini sono poche: oltre a quella sopra riportata, abbiamo a disposizione solo un’inquadratura dall’alto, del tutto inutile ai fini del decidere.
In linea di massima la scelta mi pare corretta: Cristante commette una sciocchezza ma pare solo allungare la gamba nei confronti dell’avversario, probabilmente calpestando il piede di Kessie. Giusto il non intervento del VAR: fattispecie lontanissima dal poter essere considerata come un “chiaro ed evidente errore”.

Poco dopo, al minuto 79, l’unica “on field review” della gara.
Su un calcio d’angolo a favore della Roma si sviluppa una mischia al centro dell’area da cui emerge N’Zonzi che deposita il pallone in rete.
Guida convalida la rete tra le vibrate proteste del Milan. Proteste che, con ogni probabilità, “accendono la lampadina” (come si dice in gergo arbitrale) su qualcosa intuito ma non visto:

Facile rendersi conto del motivo per cui Guida non abbia visto nulla: il posizionamento sul calcio d’angolo è impeccabile (lì doveva essere e lì si trovava), il contatto avviene nel momento stesso in cui il pallone è totalmente oscurato dal corpo stesso di N’Zonzi.
Giusto, in questo caso, l’intervento del VAR: episodio sfuggito completamente, tocco da valutare da parte dell’arbitro.
Il tocco di mano di N’Zonzi è punibile.
Come ormai sapete, il tocco di mano è l’unico episodio che deve essere giudicato sulla base della volontarietà. Allo stesso modo è innegabile che la volontarietà è stata ormai da molto tempo snaturata, inserendo concetti valutativi che avvicinano il contesto alla “colposità”.
Questa rappresenta una fattispecie tipica: è ben complesso (se non impossibile) avere certezze sul fatto che N’Zonzi avesse intenzione di aggiustarsi il pallone con le braccia (tocca sicuramente con il sinistro e, forse, anche col destro) ma la posizione delle stesse (atta ad occupare un maggior spazio ampliando il volume corporeo) viene punita perché fornisce un indubbio vantaggio all’attaccante. Un po’ come accaduto in Chievo-Juventus (qui l’approfondimento): Ronaldo (come N’Zonzi ieri) ha cercato di colpire il pallone con la testa ma il tocco di braccio fu evidente, impossibile da ignorare.

Una curiosità: credo che si sia trattato della “on field review” più veloce di sempre.
Tra il momento in cui Guida si avvicina al monitor e se ne allontana passano sì e no due secondi:

Due i motivi:
tocco di mano punibile molto evidente;
Guida aveva già chiaro cosa avrebbe visto, sia per una propria sensazione in campo sia per la comunicazione precedente ricevuta dal VAR Mazzoleni.

Un ultimo cenno su Guida.
Prestazione di grande livello sotto gli occhi di Rizzoli presente personalmente a San Siro.
Non l’ho mai nascosto: Guida non incontra le mie preferenze ma è altrettanto vero che non mi sono mai fossilizzato su preconcetti. Il campano sta mostrando, grazie anche alla grande fiducia in lui riposta dal designatore, miglioramenti tecnici di spessore. Non è un caso che, anche ieri sera, non sia mai andato in difficoltà mettendo in mostra anche un paio di perle che paiono banali ma che banali non sono per nulla (mi riferisco alle ammonizioni di Cristante e De Rossi).
Manca ancora un linguaggio del corpo convincente (in particolare lascia sempre perplessi l’espressione quasi impaurita del volto in occasione di scelte complesse) ma la sensazione è che Rizzoli sia riuscito a far riprendere quella crescita tecnica che si era arrestata da ormai tre stagioni.
Se Rizzoli dovesse riuscire a far completare questo processo di maturazione, saremmo di fronte ad un vero capolavoro di un dirigente che sta operando da fuoriclasse, quale era da arbitro e quale sta dimostrando da dirigente.
Ultimo flash sugli assistenti: bravo Carbone (un solo errore sul gol annullato col VAR ma impossibile avere certezze per un occhio umano), eccezionale Passeri, autore di almeno 4 valutazioni al limite del sovrumano.
Bene così.