Anticipi 35^ giornata: Orsato sempre più convincente, molto da rivedere ad Udine

Altra conferma per Orsato, ormai pienamente recuperato dopo il passaggio a vuoto della scorsa stagione, periodo nel quale incappò in parecchie prestazione rivedibili: sarà fondamentale per Rizzoli (sempre che rimanga) il prossimo anno, durante il quale gli arbitri affidabili per i big match saranno ridotti a poche unità.
Meno bene Rocchi ad Udine, con molti episodi che hanno lasciato parecchi dubbi.

Chievo – SPAL 0-4, arbitro Ros (CAN B)

Non rientrerà in gioco per la promozione in Serie A nelle prossime annate ma è certamente meritata la riproposizione nella massima serie dell’arbitro di Pordenone, a coronamento di una stagione di B di eccellente livello medio. Non chiamiamolo “contentino” ma riconoscimento dell’impegno del friulano, un altro elemento fortemente penalizzato dalla scissione della CAN A/B (sebbene sia stato promosso nella cadetteria dopo la divisioni di cui abbiamo spesso discusso).
Non è un fenomeno Ros ma sicuramente un arbitro che avrebbe potuto dare di più e, soprattutto, sarebbe potuto essere utile più frequentemente in Serie A: purtroppo la strutturazione dell’AIA dal 2010 ha creato una serie di danni che cominciamo a notare e che, nella prossima stagione, emergeranno con ancor più evidenza.

Un solo episodio nel pomeriggio di Verona.
Al minuto 54 la SPAL trova la terza rete con un tiro sotto porta di Felipe su cross proveniente dalla sinistra, a seguito di un calcio di punizione di Murgia:

L’assistente Caliari lascia concludere l’azione per poi alzare la bandierina.
Procedura corretta (in tal modo ha lasciata aperta la porta ad un’eventuale correzione del VAR) ma scelta sbagliata: Felipe, al momento dell’esecuzione del calcio di punizione, è in posizione regolare. Controllo piuttosto lungo del VAR che, alla fine, concede correttamente la rete: sono almeno due i calciatori del Chievo a tenere in gioco Felipe.

Juventus – Torino 1-1, arbitro Orsato

Derby agonisticamente un po’ sottotono, impostato da Orsato con un metro molto permissivo: pochi fischi ben selezionati, gioco lasciato correre anche su contatti al limite, sempre accettato dai calciatori in campo, ascendente che sta tornando a quello dei “tempi belli”.
Al settimo minuto proteste (peraltro poco convinte) della Juventus per un contatto in area di rigore tra Sirigu e Ronaldo:

La prima immagine non ci dice nulla di particolare sull’episodio ma consente quantomeno di comprendere la dinamica: Sirigu e Ronaldo corrono in direzioni completamente opposte (l’attaccante verso la linea di fondo, il portiere in direzione opposta per intercettare il pallone). Ciò per dire che l’uscita del portiere è stata molto rischiosa perché due sono i possibili esiti:
– deviazione del pallone che renderebbe inevitabile il contatto con l’avversario ma frutto di normale dinamica di gioco (e perciò non punibile);
– mancata deviazione del pallone con inevitabile calcio di rigore per la Juventus.
Le immagini chiariscono l’episodio:

Sirigu in uscita colpisce nettamente il pallone deviandolo verso la linea laterale, il contatto successivo con Ronaldo è frutto di semplice dinamica, come tale non punibile.
Corretta, pertanto, la scelta di Orsato che non fischia nulla, né a favore dell’una né a favore dell’altra squadra.

Al minuto 15 un episodio sul quale nessuno ha protestato, nemmeno i calciatori del Torino. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo si sviluppa un contrasto piuttosto ruvido nei pressi della porta tra Chiellini e N’Koulou:

Interessante un aspetto: Orsato, al momento della trattenuta, è completamente coperto. Un piccolo errore di “tattica arbitrale”: assistere all’esecuzione di un calcio d’angolo in posizione così statica può portare alla conseguenza di essere “impallato” dai tanti giocatori presenti in area di rigore. Ed è ciò che è accaduto.
In queste circostanze diviene fondamentale il contributo del VAR:

La scelta di non intervenire è corretta.
Non c’è dubbio che Chiellini si aiuti parecchio con le braccia ma non si può negare che anche N’Koulou trattenga abbastanza vistosamente l’avversario. Dinamiche viste mille volte nelle aree di rigore ma che si traducono sostanzialmente in due falli contemporanei sui quali è corretto sorvolare. Se il difensore del Torino non si fosse aiutato a sua volta con le braccia, l’azione di Chiellini sarebbe stata certamente da punire, in questa circostanza sarebbe oltremodo penalizzante, di fatto premiando il giocatore del Torino che, a sua volta, si è chiaramente aiutato con una trattenuta della maglia del difensore della Juventus.

Al 17esimo minuto il Torino trova la rete del vantaggio con Lukic, abile nell’approfittare di un errore di Cancelo sulla rimessa laterale. Il giocatore della Juventus lancia con eccessiva forza il pallone verso Pjanic che, preso in contropiede, si fa raggiungere dal calciatore del Torino.
Qualche discussione sul contatto tra gli stessi Pjanic e Lukic:

La rete è regolare.
In questa circostanza è fondamentale (ed è corretto, per una volta) il concetto di contrasto “spalla contro spalla” perché il pallone è a distanza di gioco (elemento fondamentale per considerare regolare una tale dinamica) ed entrambi i calciatori si contrastano vicendevolmente con la spalla.

Al minuto 42 Ansaldi entra in area di rigore pallone al piede sulla fascia sinistra e cade a terra dopo un contatto con Cancelo:

Anche in questo caso non c’è nulla di punibile e vale il medesimo concetto espresso precedentemente sulla rete del Torino: contatto vigoroso “spalla contro spalla” tra i calciatori ma pallone a distanza di gioco. C’è sicuramente un contatto ma con altrettanta certezza si tratta di un’azione regolare.

Al 63esimo minuto Ronaldo rimane a terra dopo un contatto con Bremer in area di rigore su un cross proveniente dalla fascia sinistra:

C’è sicuramente un leggero contatto tra il braccio di Bremer ed il viso di Ronaldo ma si tratta di una dinamica del tutto casuale. Purtroppo i fermo immagine non restituiscono l’esatto svolgimento dell’azione ma è evidente che, nei secondi precedenti al contatto, Bremer non si curi minimamente dell’avversario ma guardi solo ed esclusivamente il pallone per intercettare lo stesso. Ciò che effettivamente gli riesce.
Il contatto con Ronaldo non sarebbe punibile per la lievità del colpo (in ogni caso solo negligente, ben lontano dall’imprudenza) ma, in tale circostanza, ancor meno discutibile per l’assoluta casualità dovuta alla dinamica di gioco tra due calciatori che stavano solo cercando di colpire il pallone di testa.
L’ultima nota riguarda la condizione atletica di Orsato che sta tornando ai livelli migliori. Un buon viatico per la prossima stagione che porterà l’arbitro veneto all’impegno più importante della sua carriera, il Campionato Europeo nel quale sarà accompagnato sicuramente da Manganelli mentre l’altro assistente è ancora da scegliere: per quanto mi concerne dovrà essere il più affidabile che, in questo momento, mi pare Meli.
E che Meli sia, quel che conta è portare in campo i migliori.
Poco chiaro?
Può essere ma chi vuol intendere, intenda.

Udinese – Inter 0-0, arbitro Rocchi

Non una gran serata per il fiorentino.
In realtà anche questo commento non è del tutto corretto: Rocchi ha gestito benissimo la gara nel complesso ma, purtroppo, è incappato in alcuni episodi sui quali, per vari motivi, ha giudicato in modo discutibile, almeno una volta non aiutato adeguatamente dal VAR Doveri.

Al 15esimo minuto D’Ambrosio perde il controllo del pallone ed interviene irregolarmente su Sandro:

La posizione di Rocchi è buona ma, purtroppo, questi sono episodi che possono essere mal valutati anche con una visuale perfetta: il motivo è che queste fattispecie avvengono in pochissimi decimi di secondo durante i quali l’attenzione del direttore di gara è sul pallone. Il VAR è nato anche per queste circostanze, per essere di sostegno agli arbitri che possono perdere il controllo di episodi al limite perché concentrati sulla posizione del pallone.
Rocchi sanziona D’Ambrosio con un cartellino giallo ma la decisione è sbagliata:

Queste immagini chiariscono che la gamba di D’Ambrosio è altissima e colpisce l’avversario all’altezza del perone. Che il difensore dell’Inter non impatti in pieno Sandro non è una scusante e non può esserlo: un calciatore non deve “uscire” da un contrasto di questo genere ringraziando il cielo per non essersi spaccato tutto, allo stesso modo un tackle di questo genere non va valutato sulla base delle conseguenze ma della pericolosità dello stesso.
Altre due immagini ci consentono di valutare quanto sia stato pericoloso il tackle di D’Ambrosio:

Nella prima foto D’Ambrosio si lancia letteralmente a peso morto verso l’avversario, senza alcun contatto col terreno e, pertanto, senza alcun possibilità di rallentare la velocità di impatto. Che Sandro abbia potuto continuare la gara è questione di fortuna, non di un fallo imprudente meritevole dell’ammonizione.
Male, in questo caso, il VAR Doveri: se la tecnologia non interviene in queste circostanza, diviene difficile comprendere quali possano essere i parametri per consigliare all’arbitro la revisione di un episodio.
In ogni caso D’Ambrosio doveva essere espulso per fallo grave di gioco ed il VAR doveva consigliare a Rocchi una “on field review”.

Al 21esimo minuto un episodio solo ed esclusivamente televisivo:

Sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla sinistra, il pallone giunge in prossimità di Lautaro Martinez e Sandro che, in contrasto aereo, appoggia il braccio sinistro sulla schiena dell’attaccante dell’Inter:

Come accennato precedentemente, si tratta di una fattispecie televisiva ma che, in campo, non viene percepita nemmeno come dubbia od interpretativa. C’è sicuramente un contatto tra Sandro e Lautaro ma l’intensità pare molto limitata e la caduta in porta dell’attaccante rende più appariscente un contatto che, in realtà, non può essere valutato come passibile di calcio di rigore. Naturalmente il VAR non ha alcun margine di intervento in tale circostanza, trattandosi di una valutazione soggettiva di Rocchi.
Per quanto mi riguarda la decisione non si presta a particolari osservazioni ulteriori.

Al minuto 45 proteste dell’Udinese per un contatto in area di rigore tra Mandragora e Brozovic.
Sulla fascia d’attacco destra Mandragora controlla un pallone e se lo porta verso il centro dell’area entrando in contatto con Brozovic.
Il centrocampista dell’Udinese cade in area chiedendo la concessione del calcio di rigore:

Questa prima immagine ci fornisce una certezza: Rocchi, nonostante la posizione corretta sul terreno di gioco, al momento del contatto è completamente coperto da più di un calciatore.
In questa circostanza si apre un problema segnalato ormai da molto tempo e che riguarda sempre il protocollo VAR.
Nel caso in cui Rocchi avesse visto e valutato questo contatto, il VAR non sarebbe mai potuto intervenire dato che si tratta chiaramente di una spinta che rientra nel concetto di soggettività: l’entità non può essere rivalutata con le immagini.
Il vulnus di tale disciplina (che, per certi versi, è anche comprensibile perché il campo ed il video hanno presupposti completamente diversi) è che il VAR non interviene per tal motivo ma su un episodio che l’arbitro non può aver visto perché coperto. Ecco perché sono sempre più convinto che il challenge non solo sia una naturale evoluzione della tecnologia applicata al calcio ma sia necessario proprio per evitare questi controsensi.
Tornando all’episodio in sé, la dinamica è leggermente differente ma simile a quanto accaduto in Roma-Milan, per la precisione in occasione del contatto Kolarov-Suso:

Anche in questa circostanza il calcio di rigore per l’Udinese sarebbe stato corretto:

Brozovic, una volta vistosi saltato dall’avversario si muove verso l’avversario per impedirgli di continuare la progressione, aiutandosi anche con una spinta piuttosto evidente. Nessuna sanzione disciplinare ma il calcio di rigore c’è tutto.

Al minuto 71 Icardi finisce a terra in area di rigore dopo un contatto con il difensore De Maio:

Il difensore dell’Udinese entra col piede “piatto” con la chiara intenzione di rinviare il pallone ma viene anticipato dall’attaccante dell’Inter che subisce un colpo non certamente violento ma molto chiaro all’altezza del tendine d’Achille.
Anche in questa circostanza è difficile vedere questo episodio ma il contatto irregolare c’è.

A differenza di quello precedente, però, Rocchi è in controllo dell’azione, ha campo libero di fronte a sé ed il VAR non ha alcuna margine di intervento.
La domanda la lascio in sospeso: se l’Inter, in questa circostanza, avesse potuto chiedere una “review”, l’arbitro cosa avrebbe deciso?
La risposta l’avremo nel momento in cui verrà introdotto l’uso della tecnologia su richiesta delle società.

20 commenti
  1. Valentino
    Valentino dice:

    Salve, sig. Marelli,

    innanzitutto le faccio i complimenti per il blog, le sue spiegazioni sempre puntuali sono ormai diventate per me un appuntamento fisso ogni settimana.
    Volevo chiederle un parere sul contatto Brozovic-Mandragora: se è vero che la visuale del direttore di gara è coperta, quella dell’assistente mi sembra invece parecchio sgombra. Per quale motivo può essersi perso il contatto, o non averlo riferito?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Col VAR gli assistenti possono intervenire solo in circostanze eccezionali (per esempio il rigore di Lulic su Dybala in Lazio-Juventus) ma sono eventi rarissimi.
      Nel caso specifico, inoltre, l’assistente non poteva sapere che Rocchi fosse coperto al momento del contatto.

  2. Giovanni R
    Giovanni R dice:

    Ciao Luca,

    noto anch’io con piacere un miglioramento della condizione di Orsato pero’ a mio avviso al momento e’ ancora ben lontano dalle vette di un tempo e tra lui e Rocchi c’e’ allo stato attuale un abisso.

    Ciao
    Giovanni

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Non è ancora lo splendido arbitro di due anni fa ma sono certo che arriverà agli Europei rispolverando le qualità che ne hanno fatto un arbitro eccezionale.

  3. Davide
    Davide dice:

    La mancata espulsione di D’ Ambrosio secondo me è un errore grave, senza voler accusare eccessivamenteil calciatore in questione, un’entrata simile può anche mettere fine ad una carriera a certi livelli, ci vorrebbe maggiore tutela per i calciatori. Invece molto spesso vediamo gli arbitri punire i giocatori con un semplice giallo, è solo una mancanza di coraggio?

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, spesso è solo errata percezione della reale entità del fallo.
      Per tal motivo trovo giustificabile la scelta di Rocchi ma inconcepibile il mancato intervento VAR di Doveri.

  4. Valerio
    Valerio dice:

    Luca, una domanda “provocatoria”. Come vedresti, in linea teorica, una totale riforma del VAR, per cui: 1. si elimina la designazione di VAR e AVAR in ogni gara; 2. si crea una sala unica in cui sono presenti soltanto due VAR e due AVAR per TUTTE le gare che si svolgono; 3. il VAR non interviene mai sua sponte ma solo su challenge delle squadre (od al limite il var interviene solo per la condotta violenta); 4. ogni squadra ha a disposizione un numero limitato di challenge (ad es. max 2 per gara; od addirittura 38 in tutto il campionato e te li giochi come vuoi).
    In questo modo le chiamate diventerebbero un fatto “tattico” (cioè la uso solo se sono certo) e sarebbe onere delle singole società attrezzarsi con tecnici ed addetti per far sì che le chiamate siano “giuste”.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Impossibile.
      In caso di più gare contemporanee come potrebbero seguirle tutte?
      La sala unica ci sarà dalla prossima stagione ma ci saranno più VAR ed AVAR per le gare in contemporanea. Al limite qualcuno potrebbe seguire più gare nella medesima giornata, in particolare quelle disputate in orari differenti.
      Al challenge ci arriveremo, ci vorrà ancora un po’ di tempo (stagione 2020/2021, secondo me).

    • Valerio
      Valerio dice:

      Intendevo proprio la questione che, dando un peso preponderante (se non totale) al challenge, diventa necessario un minor numero di arbitri al VAR. Nel caso si utilizzasse SOLO il challenge, il VAR si “attiverebbe” soltanto su richiesta delle società; nel caso il VAR potesse intervenire sua sponte solo per la condotta violenta, servirebbe comunque un numero inferiore di addetti.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      No, no, attenzione: il challenge non deve sostituire del tutto l’utilizzo dell’arbitro ma dovrà essere concesso solo su specifici episodi. Il challenge non dovrà essere sostitutivo ma integrativo perché non ha senso che la tecnologia sia al servizio dei soli arbitri.

  5. Massimiliano
    Massimiliano dice:

    Ciao Luca,
    condivido in pieno la tua disamina sul fallo di D’Ambrosio anche se tocca prima la palla. Sul fallo di Brozovic invece meno. Vero che Rocchi è coperto da diversi giocatori ma Mandragora si lascia cadere platealmente e sulla spinta (che c’è) di Brozovic è già in caduto. Sul fallo da rigore su Icardi, invece, mi sto stupendo ancora adesso per il mancato intervento del VAR: vero che Rocchi ha giudicato, secondo me la spinta, correttamente ma non ha proprio visto il calcio rifilato da De Maio a Icardi; in diretta si è visto benissimo e confermato dai replay.
    Finalmente il sito funziona! 🙂

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      Che si lasci cadere non deve interessare, tutti i calciatori tendono ad accentuare in area di rigore. La spinta avviene nel momento esatto dei fotogrammi e Mandragora è ancora in piedi.
      Se rimane qualche dubbio sulla possibilità di intervento VAR di questo episodio, non ce n’è nessuno sul contatto su Icardi: il VAR, in quelle circostanze, non può MAI intervenire. E’ “roba” da moviola, non da VAR.

  6. Enrigo
    Enrigo dice:

    Due considerazioni su Udinese Inter: la spinta di Brozovic su Mandragora è netta, ma non trovi che Mandragora cada in modo piuttosto incongruo? In pratica solleva entrambi i piedi da terra e piega le ginocchia senza opporre alcuna resistenza alla spinta. Vero che nessuno si sforza di non cadere in area, ma in questo modo è difficile valutare l’entità della pressione esercitata, che da parte di Brozovic mi sembra leggera, di quelle che “se ne vedono tante in campo”. Certo, goffa assai, sia chiaro.
    Sul presunto rigore ai danni di Icardi, dal fotogramma che hai postato sembra evidente un contatto tra il piede “piatto” di De Maio e il tendine d’achille dell’attaccante. Solo che la gamba di Icardi in questione è la sinistra, mentre lui chiaramente ha lamentato un dolore intenso sull’altra, sulla destra, facci caso. Icardi SICURAMENTE non simula, si vede dalla reazione immediata al contatto, uno scatto involontario che gli fa perdere l’equilibrio. Allora ci sarebbe da ipotizzare un quasi invisibile sfioramento dello stesso piede di De Maio un attimo prima del fotogramma da te postato sul tendine d’achille dell’ALTRA GAMBA, la destra (sfioramento che può essere comunque assai doloroso su quel punto)! Forse proprio per l’impossibilità di individuare con precisione il contatto (il piede di De Maio non interrompe neanche un attimo il suo movimento, continuo e senza intoppi) il VAR non avrebbe potuto intervenire. Il contatto lo si può desumere solo dalla reazione dell’attaccante, ma prove visibili non mi sembra ci siano.

    • Luca Marelli
      Luca Marelli dice:

      In area di rigore tutti i calciatori tendono ad accentuare i contatti: fin quando non si farà qualcosa di concreto per evitare questi eccessi (di tutti, ma proprio di tutti) è del tutto inutile soffermarsi sulla valutazione delle cadute.
      Sul contatto di Icardi probabilmente hai ragione ma non cambia niente: il contatto c’è ma non è materia da VAR, un VAR non interverrà mai su episodi come questo e con la dinamica in questione.

  7. Gianluca
    Gianluca dice:

    Ciao Luca, sul contrasto tra Brozovic e Mandragora non ho capito se Doveri non ha segnalato nulla a Rocchi perché credeva che il collega avesse visto e valutato, oppure se per lui e il suo collega AVAR l’intervento non fosse falloso. Grazie

  8. Matteo
    Matteo dice:

    Ciao Luca, non so se ieri sera hai seguito Tiki Taka ma Graziano Cesari, parlando del contrasto De Maio-Icardi, ha detto che l’arbitro in quei casi non può mai vedere il fallo perché solitamente guarda ad altezza uomo e non i piedi.
    Inoltre ha aggiunto che probabilmente non è stato chiamato alla OFR perché è attualmente il miglior arbitro italiano e uno dei migliori del mondo e ciò mette in soggezione gli arbitri “minori” in sala VAR.

    Volevo chiederti se era vero che un arbitro in queste situazioni tiene più sott’occhio dalla cinta in su ma soprattutto se secondo te può essere vero che avere in campo uno come Rocchi può “intimorire” (non in senso complottistico, intendo come qualità e carriera) l’arbitro davanti al monitor.. della serie “lui è il top, era ben posizionato e non l’ha fischiato, forse sbaglio io”.

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