VAR, esordio tra luci (tante) ed ombre (non poche). Tutti i casi della prima giornata.

Se ne è sentito parlare per mesi, l’abbiamo adocchiata in qualche amichevole.
Nell’ultimo weekend, finalmente, l’abbiamo vista all’opera, abbiamo visto come può incidere e, soprattutto, ci siamo evitati polemiche su qualche episodio.
Ma non tutto è filato liscio.

Crotone – Milan

Sono bastati due minuti per vedere all’opera la nuova tecnologia a disposizione degli arbitri. Per la verità non ce ne sarebbe stato bisogno, tanto era evidente il fallo da rigore quanto la sanzione disciplinare.
Promemoria sulla condotta gravemente sleale.
E’ vero che, dalla scorsa stagione, non è più automatica l’espulsione per un fallo in area di rigore. In particolare l’IFAB, accogliendo parzialmente le richieste avanzate in più circostanze, ha affievolito la tripla sanzione (rigore, espulsione, squalifica per la gara successiva) trasformando l’espulsione in ammonizione in caso la condotta gravemente sleale che porti all’assegnazione del calcio di rigore.
E perché, dunque, ieri sera Ceccherini è stato espulso?
Perché la modifica è valida solo se il difendente (od il portiere) commetta un fallo cosiddetto “onesto”, cioè tentando di giocare il pallone ma non riuscendovi perché l’attaccante riesce a portarlo fuori dalla zona di giocabilità. Si pensi ad un uno contro uno nel quale il portiere cerchi chiaramente il pallone, venga anticipato dall’attaccante e commetta fallo (esempio: Buffon/Immobile in SuperCoppa Italiana).
Il caso di ieri sera è differente. Il difensore del Crotone, infatti, una volta superato da Cutrone non tenta in alcun modo di giocare il pallone ma solo di fermare l’attaccante del Milan in possesso pieno del pallone e lanciato verso la porta con una chiara occasione da rete da trasformare.
Non essendoci alcun tentativo di giocare il pallone ma solo l’intenzione di fermare l’avversario, la modifica introdotta la scorsa stagione perde ogni valenza: il difendente deve essere espulso ed un calcio di rigore assegnato alla squadra attaccante.
Azione facile, posizioni ben delineate, rigore semplice ed espulsione banale.
L’errore di Mariani (arbitro di gran talento ma con passaggi a vuoto preoccupanti) è grave: ammonire il difensore del Crotone in una circostanza del genere significa avere una lacuna tecnica (non credo) oppure difficoltà a leggere un’azione semplice (difetto emendabile). La terza opzione (“non sono sicuro, ammonisco e, al massimo, verrò corretto dal VAR”) non la voglio nemmeno prendere in considerazione.
Quest’ultima è una possibilità, soprattutto in casi molto complessi (si pensi ad un fuorigioco di millimetri, ad un contatto dentro/fuori area ecc.). In caso come quello di ieri sera è inescusabile, dato che stiamo parlando di arbitri di serie A.

Positivo utilizzo, in questa circostanza: dopo soli due minuti interviene per evidenziare un chiaro errore dell’arbitro, il quale visiona le immagini e decide per l’inevitabile cartellino rosso.

Bene la VAR, male l’arbitro.

Juventus – Cagliari

Per quanto abbia dovuto sorbirmi valutazioni del tipo “è incredibile che non abbia fischiato subito il rigore ma abbia dovuto aspettare di rivedere le immagini”, il rigore assegnato al Cagliari è molto meno banale di quanto possa apparire.

Due i fattori da tener presenti:
– la velocità dell’azione e la direzione del pallone, due elementi che, in quella zona del campo, possono prendere in contropiede un arbitro, spesso impossibilitato a vedere eventuali contatti tra i piedi. Di fatto il piede di Alex Sandro è nascosto all’occhio dell’arbitro, il quale può vedere il piede dell’attaccante ma non quello del difensore. Per dinamica è quasi sempre rigore ma l’arbitro non può e NON DEVE decidere sulla base di supposizioni. Io credo ciecamente a chi (posizionato in curva dietro a Buffon) dice di aver subito visto il rigore: loro il contatto l’hanno visto da prospettiva privilegiata, OPPOSTA a quella dell’arbitro, oltre che in posizione sopraelevata rispetto al terreno di gioco;
– l’accentuazione del contatto da parte dell’attaccante. Parliamoci chiaro: questa tipologia di scenette (termine più adeguato per descrivere calciatori di 90 chili che volano in area come se colpiti da un missile) non favorisce la decisione dell’arbitro ma, al contrario, porta lo stesso ad optare per l’inesistenza del contatto. Un calciatore che vola in questo modo appare proprio come volto solo alla ricerca del rigore.

Senza VAR il rigore non sarebbe mai stato assegnato.
Poco importa, in questo caso, da chi sia partito l’input: è probabile che sia partito da Maresca (colto dal dubbio su un eventuale contatto sfuggito) ma sarebbe stato altrettanto spiegabile un intervento diretto del VAR ad evidenziare un chiaro errore (mancata concessione di un rigore evidente). Giusto, giustissimo, doveroso che l’arbitro decida di andare a visionare il video, è pur sempre una valutazione e non una semplice rilevazione.

Bene anche tutta la sequenza dei fatti, la velocità decisionale, la gestualità.
Un po’ meno la gestione iniziale dell’episodio: in casi di questo genere bisogna immediatamente far capire a tutti (giocatori, addetti ai lavori, pubblico) che un’immagine sta per essere rivista e, se del caso, riversata sul monitor a bordo campo. Pensate solo al pasticcio che sarebbe accaduto se il Cagliari avesse battuto l’angolo…

Verona – Napoli

Gran gara di Fabbri, arbitro di talento sopraffino (ma che deve migliorare come postura in campo, a volte sembra che non gli freghi nulla di quel che sta facendo).

Grande gara perché, in due occasioni, decide senza nemmeno pensare al ricorso allo strumento, sebbene ne avesse la facoltà.
Primo episodio: il Napoli passa in vantaggio con una (comica) autorete del Verona. Fabbri fischia e concede immediatamente la rete, non invia alcun segnale ai VAR ed i VAR non segnalano nulla. Giusto così, non c’è alcun fallo sul portiere né di Koulibaly né di Milik, l’errore è del portiere che svolazza a vuoto nell’area “piccola” lasciando passare il pallone che sbatte su un difensore carambolando in rete.

Secondo episodio: calcio di rigore a favore del Verona.
Accade il giorno prima ma, sostanzialmente, è lo stesso episodio di Crotone: chiara occasione da rete, fallo, nessun tentativo di giocare il pallone. Rigore e rosso.
Fabbri decide per entrambe le sanzioni in un attimo. I VAR, come da direttive, controllano ugualmente l’episodio ma non intervengono, dato che sia la sanzione tecnica che la sanzione disciplinare sono indiscutibilmente corrette.

Per curiosità: a Verona la VAR è stata utilizzata 5 volte ma non si è mai vista, è la cosiddetta “VAR silente”, cioè utilizzata ma non intervenuta perché gli episodi sono stati valutati correttamente in campo. Ci si riferisce alle 4 reti (tutti i gol vengono rivisti, sempre) ed al calcio di rigore assegnato.

Inter – Fiorentina

Primo piccolo pasticcio. E neanche tanto piccolo, per la verità.
Tagliavento è chiamato a decidere su due episodi piuttosto simili: contatto Icardi/Astori in area viola e contatto Miranda/Simeone nell’area dell’Inter.
Quali sono le differenze?
La differenza sostanziale è che Icardi, nel primo episodio, ha il possesso del pallone e, pertanto, Tagliavento sta osservando proprio attaccante e difendente, nel secondo episodio il contatto avviene con il pallone lontano dai calciatori.

Nel primo episodio l’arbitro sta osservando il contrasto ed è semplice individuare il fallo, fischiare il rigore e non comminare alcuna sanzione disciplinare (non ce n’è alcun motivo). Nel secondo caso l’azione si svolge lontano dal contrasto, Tagliavento sta guardando altrove (ovviamente segue l’azione, e l’azione è quasi sempre coincidente con la posizione del pallone), al limite intravvede qualcosa ma non potrà mai essere in controllo completo dell’azione.

Tutto ruota attorno alla seguente domanda: si tratta di un chiaro errore? A mio parere la risposta è sì, soprattutto in coerenza con la decisione assunta da Tagliavento dalla parte opposta. Togliamo ogni dubbio: il rigore su Icardi è netto, c’è poco da discutere, Astori frana su Icardi dopo aver sfiorato il pallone ma il tocco non annulla la chiara scorrettezza successiva.
Seconda domanda e risposta praticamente conseguenziale: c’è scorrettezza di Miranda su Simeone? Sì, perché a nulla vale l’obiezione che Miranda commetta fallo involontariamente o meno, di fatto penalizza l’attaccante, impedendogli di partecipare all’azione.

Parte, dunque, la rivisitazione dell’azione e non può non essere stato notato il contatto tra difendente ed attaccante. In questo momento diventa importante un concetto fondamentale: è sempre e solo l’arbitro centrale a decidere su episodi che importino una valutazione e non una semplice rilevazione. In questo caso deve essere valutato il contatto, esattamente come è stato valutato l’episodio Icardi/Astori, pertanto Tagliavento avrebbe dovuto portarsi a bordo campo, visionare le immagini e poi decidere.

Ciò che non accade. A mio parere si tratta di un errore evidente di Tagliavento che, di fronte ad un episodio molto dubbio, ha semplicemente delegato la decisione ai VAR, ciò che NON fa parte dei loro compiti che, nella fattispecie concreta, dovevano solo individuare l’episodio, scegliere le immagini e lasciare all’arbitro la decisione. Tagliavento doveva vedere le immagini. Di fatto l’arbitro ha delegato i VAR oltre il protocollo, lasciando a loro una valutazione tecnica che era e rimane di esclusiva competenza del direttore di gara.

Bologna – Torino

Un pasticcio gigantesco.
Partiamo da una curiosità che ci consente di specificare un particolare fino a ieri non emerso.
Per un certo periodo il sistema non ha funzionato. In particolare non ha funzionato il collegamento diretto tra i VAR e l’arbitro. Ciò non significa che i VAR fossero senza immagini ma, semplicemente, che non era momentaneamente possibile una comunicazione AUDIO tra VAR ed arbitro.
In casi come questo (può capitare) è previsto un supporto di emergenza, vale a dire una sorta di walkie-talkie che permette ai VAR di comunicare con il quarto ufficiale che funge da tramite tra i VAR e l’arbitro. Mi sfugge il motivo per cui sia necessario annunciare urbi et orbi tale malfunzionamento ma tant’è…

L’episodio decisivo avviene negli ultimi minuti.
Su un’azione offensiva del Torino, Belotti viene lanciato di fronte al portiere avversario da un lancio dal limite dell’area. L’assistente alza la bandierina vedendo Belotti avanti di almeno un paio di metri rispetto al penultimo difensore ma non accorgendosi che non si era trattato di un passaggio di Rincon (compagno di Belotti) ma di un retropassaggio del bolognese Destro. Belotti controlla male, serve il pallone ad un compagno (Berenguer) che realizza la rete che avrebbe portato in vantaggio il Torino.

La rete, però, viene realizzata a gioco fermo dato che Massa, al momento del tiro, aveva già fischiato indicando (col braccio destro alzato) la (errata) posizione di fuorigioco di Belotti, accogliendo la segnalazione dell’assistente La Rocca.

Cosa deve accadere in situazioni del genere?
Molto semplice: nulla.
Si tratta di un errore (grave, sia chiaro) ma la VAR non può in alcun modo intervenire dato che una rete, di fatto, NON è stata mai realizzata. Infatti il pallone entra in rete DOPO che il gioco era già stato interrotto, ponendo nel nulla (a livello tecnico) tutto ciò che accade dopo il fischio dell’arbitro.
Per tal motivo si sarebbe dovuto riprendere con un calcio di punizione indiretto a favore del Bologna.

Non mi è chiaro chi abbia iniziato la comunicazione tra VAR ed arbitro ma è evidente che si sia trattato di comunicazione superflua, che non avrebbe dovuto mai esistere.
Ciò perché non poteva essere modificato in alcun modo quanto deciso in campo: certamente la rete sarebbe stata regolare ma non avrebbe potuto essere mai concessa. Nel caso in cui fosse stata concessa, saremmo stati di fronte ad un errore tecnico che avrebbe portato alla ripetizione della gara.

Ancora peggiore la scelta di Massa di far riprendere il gioco con una propria rimessa, praticamente consegnando il pallone al portiere del Bologna: in sostanza Massa ha cambiato una propria decisione annullando una punizione (non consentito dal protocollo VAR) ed affidato il pallone al Bologna.

Poniamo che fosse corretto annullare il fuorigioco: per quale motivo il pallone al Bologna? Prima dell’errore sul fuorigioco il pallone era in possesso di Belotti, il fischio arriva nel momento in cui Belotti effettua il passaggio al compagno Berenguer. La scelta finale, dunque, è stata quella di annullare il fuorigioco, riconoscere le ragioni del Torino ma affidare il pallone al Bologna. Senza senso…

Un pasticcio, inutile negarlo, sia per quanto riguarda l’utilizzo del VAR sia (e soprattutto) per la scelta finale, completamente sbagliata e, soprattutto, connotato da un clamoroso errore tecnico (fine a sé stesso, cioè senza conseguenze concrete).

In sintesi: c’è da lavorare. La VAR è utilissima, ha evitato almeno due errori clamorosi (rigore di Torino e mancata espulsione di Crotone) ma è inutile far finta di nulla di fronte a qualche criticità.

Ci sarà tempo e modo di migliorare.

9 commenti
  1. Valentino
    Valentino dice:

    Ma l’episodio del rigore a favore del Verona a parer mio scaturisce dopo trattenuta del giocatore del Verona che tira a se il giocatore del Napoli. Il fallo è quindi successivo ad un iniziale fallo del veronese, o sbaglio? La VAR poteva intervenire ed evitare rigore ed espulsione?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      I VAR, in quel caso, non sono intervenuti perché concordi sia sul provvedimento tecnico che disciplinare. Ed anche io sono totalmente concorde sia sul rigore che sull’espulsione per DOGSO.

  2. fabio
    fabio dice:

    sul fuorigioco la var avvantaggia solo le difese infatti se si può annullare un gol in fuorigioco non visto non si può in caso di errata segnalazione dell’assistente su un fuorigioco che non c’è tornare indietro ormai l’azione è stata fermata. Questo non lo provo corretto come scorretto è il modo di fare di Tagliavento molto arrogante a livello di che ci vado a fare tanto ho visto bene solo io.

    • jordan
      jordan dice:

      In realtà la VAR può aiutare in caso di fuorigioco e non “avvantaggia solo le difese”. Se Massa avesse fischiato dopo il Gol del Torino e non prima il gol sarebbe stato convalidato dalla VAR nonostante il fuorigioco segnalato.

  3. Luca
    Luca dice:

    Per quanto riguarda la scelta di Massa di riprendere il gioco con una propria rimessa può essere che alla fine, resosi conto del suo errore, ha praticamente ammesso di aver interrotto il gioco inutilmente?Sostanzialmente come dovrebbe fare un arbitro quando, erroneamente, convalida una rete prima che il pallone superi la linea di porta?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Può essere.
      Resta il fatto che consegnare il pallone al Bologna non ha senso: se avesse voluto riprendere sostanzialmente revocando la propria decisione, avrebbe dovuto scodellare in presenza di un calciatore del Torino. Al momento dell’interruzione, infatti, Berenguer stava per calciare in porta.
      Così facendo, al contrario, non solo non ha concesso la rete al Torino (non avrebbe potuto farlo ugualmente, ci mancherebbe) ma ha anche ceduto il possesso al Bologna. Ciò è totalmente ingiustificabile.

    • Luca
      Luca dice:

      Beh, lui ha rimesso dal punto in cui era il pallone al momento dell’interruzione, stava ai giocatori del Torino contenderlo durante la rimessa.

  4. Cosimo
    Cosimo dice:

    A mio parere l’arbitro Var debba essere uno nuovo altrimenti induce con la sua “esperienza” l’arbitro a sbagliare. Io intanto punirei Massa e Tagliavento, uno perché anche a Bergamo l’anno scorso ne combino’ una uguale e l’altro per la supponenza con la quale ha omesso di andare a vedersi il video incriminato

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Punire non è mai stato un verbo da me amato. Ancor più ingiustificato punire per qualcosa successo in passato. Ieri, a mio modesto avviso, ha sbagliato a non rivedere le immagini. L’errore di Massa, a livello puramente arbitrale, è grave. Peccato, una piccola macchia dopo una SuperCoppa Italiana diretta in modo ineccepibile.

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