Ma quanto guadagna un arbitro di calcio?

Ogni anno sembra quasi imprescindibile esercitarsi nell’arte dei “conti in tasca” agli arbitri di vertice. Come capita sempre in questi casi, l’attenzione viene rivolta esclusivamente ai 22 arbitri di serie A, dimenticando completamente il fatto che essi stessi, per un periodo che varia dai 10 ai 15 anni, hanno diretto centinaia di gare nelle categorie inferiori, partendo dai giovanissimi (a volte dagli esordienti) e passando per il livello sezionale, regionale e nazionale.

Già, i non addetti ai lavori saranno stupiti nel pensare che gli arbitri di serie A non arrivano a San Siro od allo Juventus Stadium per grazia divina ma affrontando un lunghissimo percorso, tra mille rinunce e sacrifici.

Ma quanto guadagna un arbitro?

Il modo migliore per capire gli steps di “arricchimento” di un arbitro è quello di seguirlo passo passo nella scalata fino alla serie A in un periodo che, come accennato, dura in media una dozzina di stagioni.

Appena concluso il corso arbitri (totalmente gratuito, impostato su una serie di riunioni tenute da un arbitro/istruttore che, come remunerazione, riceve un sentito “Grazie”) tutti i neoimmessi vengono impegnati nei giovanissimi provinciali (raramente negli esordienti dato che gran parte delle sezioni non hanno i “numeri” per poter coprire tutte le gare, la cui direzione viene affidata a dirigenti delle società).

Per quali somme?
La prima tabella (estrapolata, come tutte le seguenti, dal sito www.aia-figc.it) mostra l’accrescimento negli anni dei ricchi rimborsi riconosciuti ai nostri ragazzi.

rimborsi-allievi-giovanissimi

Ebbene sì…
Un arbitro della categoria giovanissimi guadagna la bellezza di 30 euro. Ed attenzione! Questa somma comprende tutto, cioè spese di trasferta (benzina) ed eventuali pedaggi autostradali. Come possiamo vedere la somma cresce per le trasferte sopra i 25 chilometri.
Ma, anche su questo particolare, è bene evidenziare un ulteriore elemento: le trasferte superiori ai 25 chilometri sono rare, quelle superiori ai 50 chilometri praticamente inesistenti.
Il motivo? Molto semplice: si tratta di gare a livello provinciale che, perciò, si svolgono su un territorio molto limitato e quasi sempre nel raggio di una decina di chilometri dalla residenza. Oltre a ciò i designatori provinciali (remunerazione prevista: la gloria…) hanno da anni l’indicazione di risparmiare quanto più possibile, proprio per la cronica mancanza di fondi.

Piccola parentesi.
La sezione viene guidata dal presidente, eletto ogni quattro anni da tutti gli associati della sezione stessa. Sono rarissimi i casi di presidenti presenti in sede un paio di volte alla settimana, molto più frequenti (rectius: è la normalità) associati con tale carica che si recano in sezione 3/4 volte alla settimana. La remunerazione, comprensiva di tutto, è di un tot di diarie mensili. La diaria è pari a 30 euro, il massimo di diarie riconosciute è di 6, per un totale mensile di 180 euro. Fatevi i conti considerando che esistono presidenti che abitano a 20/30 chilometri dalla sede, se non di più…

Continuiamo con la carriera del giovane arbitro.
Dopo i giovanissimi, se i voti degli osservatori (rimborso di 30 euro) sono tali da consentire la promozione, si sale negli allievi provinciali.
Come potete facilmente constatare, le diarie rimangono identiche.

Terzo step: Juniores.
Si passa dal settore giovanile e scolastico (questa la denominazione delle prime due categorie) alla Lega Nazionale Dilettanti, Lega che accompagnerà i nostri ricchi eroi fino alle porte della CAN PRO, prima tappa del professionismo (calcistico, ovviamente, dato che manco gli arbitri di A sono professionisti).

Per quanto concerne questa categoria, la tabella di riferimento vale per tutte le categorie provinciali e regionali della Lega Nazionale Dilettanti e pertanto:
– Juniores Provinciali
– Terza Categoria
– Seconda Categoria
– Prima Categoria
– Promozione
– Eccellenza

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E’ di prima evidenza che il salto economico comincia a sentirsi. Dai 30 euro del settore giovanile si passa ai 35 della Lega Nazionale Dilettanti. Perdonate l’ironia ma anche il modesto scribacchino impegnato in questa illustrazione economica ci è passato, con tariffe ancora minori (per l’esattezza quelle nella prima colonna ma con cifre espresse in lire, tanto per dare l’idea della quantità di capelli bianchi che infestano la mia testa…).

Salendo di categoria, come è normale che sia, le distanze percorse aumentano, in particolare dalla Prima Categoria in poi dato che l’arbitro passa a disposizione del Comitato Regionale Arbitri, spesso venendo impegnato in altre province ma sempre entro i propri confini regionali. Inutile rimarcare che, anche ai miei tempi, spesso si veniva designati per gare nelle province limitrofe: io stesso, nei tre anni e mezzo di CRA e partendo da Como, non ho mai arbitrato né a Cremona né a Mantova. Il motivo? Sempre lo stesso da vent’anni: limitare quanto possibile i rimborsi chilometrici che erano e sono direttamente proporzionali alla quantificazione del rimborso forfettario. Senza dimenticare un particolare: nelle categorie regionali è praticamente sempre necessario l’utilizzo delle autostrade a pagamento. I pedaggi sono compresi nel rimborso.

E gli assistenti?
Beh, vi sembrerà paradossale ma gli assistenti, gravati delle medesime trasferte e del medesimo impegno, vengono pagati meno degli arbitri anche in queste categorie formative.

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In sostanza: per una gara di Eccellenza a 70 chilometri di distanza dalla propria residenza, un arbitro riceve 75 euro, un assistente 58 e l’osservatore (fondamentale per la crescita tecnica, umana, comportamentale e disciplinare di un associato) 50.
Tutte somme lorde, nel senso che sono compresi i costi per la benzina e per i pedaggi autostradali.

Dopo l’Eccellenza (la massima categoria regionale), gli arbitri più meritevoli vengono promossi alla CAI, una categoria che esiste solo per gli arbitri dato che non corrisponde ad alcuna divisione regionale o nazionale per le società.
Si tratta, in sostanza, di gare di Promozione od Eccellenza che vengono “cedute” dai vari CRA alla Commissione Nazionale. Quest’ultima, poi, assegna le gare agli arbitri CAI che, in tal modo, vivono le prime esperienze al di fuori della propria regione.

Le tariffe? In questo caso non ho, purtroppo, a disposizione alcuna tabella, l’AIA non ha mai pubblicato nulla in merito e, pertanto, vi dovrete fidare di quanto vi scriverò (ma posso assicurarvi che sono cifre confermate da più fonti e, soprattutto, che sono rimaste drammaticamente identiche a quelle che percepivo io oltre dieci anni fa).

Facciamo un esempio concreto, per semplicità.
Un arbitro comasco viene designato in provincia di Novara. Percorre circa 200 chilometri tra andata e ritorno.
Ebbene la diaria è fissa, cioè rimane identica nel caso in cui la gara si svolga a Novara oppure a Santa Maria di Leuca: 47 euro. Quel che cambia rispetto alla regione è il rimborso chilometrico. A livello nazionale, infatti, il rimborso non è onnicomprensivo ma dettagliato. In sostanza è previsto un rimborso di 0,21 euro a chilometro. Sì, 0,21 euro, più o meno ai livelli di qualche stato centrafricano, considerando che le tabelle ACI prevedono un minimo di 0,42 euro/km.
Oltre a ciò è riconosciuto agli arbitri un pasto per il valore di 30 euro. Un eventuale costo superiore è a carico dell’associato. Per essere chiari: un piatto di pasta, una bottiglia d’acqua, un caffè, un coperto e “pedalare”…

Step successivo: CAN D. Arbitri ed assistenti sono a disposizione per la direzione di gare del campionato Dilettanti. I rimborsi sono identici a quelli della CAI, cioè 47 euro di diaria fissa, 0,21 euro/km. ed un pasto da 30 euro. Solo per trasferte più lunghe (oltre i 400 chilometri, più o meno) è concesso un secondo pasto. Un assistente, per la cronaca, può contare su una diaria di 31 euro…

Nel mio ultimo anno di CAN D, per fare un esempio, ho percorso circa 9000 chilometri in auto in 20 gare. Solo in diarie misi da parte la bellezza di 940 euro. Un bel gruzzoletto per 20 domeniche passate ad inseguire un sogno, non credete?

Ultima tappa prima di entrare nel mondo dorato della CAN B: la CAN PRO.
Arbitri ed assistenti sono a disposizione per la prima lega professionistica italiana, 3 gironi di Lega PRO. Non facciamola troppo lunga:
Diaria: 200 euro (attenzione: lordi!)
Rimborso chilometrico: 0,21 euro/km.
Due pasti da 30 euro (anche se è tollerato il terzo per trasferte particolarmente “lunghe”).

Concludo…

Ogni anno assistiamo a polemiche pretestuose sui guadagni degli arbitri, dimenticando che TUTTI gli arbitri oggi in Serie A hanno dovuto passare per le categorie inferiori, facendo i salti mortali con lavoro ed affetti per riuscire ad arbitrare turni infrasettimanali (sì, ce ne sono parecchi anche nelle categorie inferiori), raduni (in CAN PRO sono previsti raduni ogni mese o quasi di tre giorni l’uno), spesso “spendendo” i propri giorni di ferie, sacrificati all’altare della divisa.

Certo, tutti partono con il sogno della Serie A ma ben consapevoli che, ogni anno, solo due riescono ad accedere alla massima categoria e solo 22 su 35.000 potranno contare su compensi oggettivamente non marginali. Tutti gli altri, tutti gli altri 34.978, semplicemente seguono una passione pazzesca, spesso incomprensibile per chi legge ed osserva. E spesso dovendo fare i conti con gente che legge ed osserva sparando sciocchezze a caso su poteri forti, sudditanze psicologiche (una delle più incredibili stupidate che mente umana potesse creare), dipendenze da qualche società.

Credo che non esista modo migliore per far comprendere, anche al non addetto ai lavori, cosa significhi quella strana parola con significato spesso oscuro: la Passione.
Passione con l’iniziale maiuscola perché gran parte di noi (e mi vogliate perdonare se mi sento ancora arbitro) ripercorrerebbe tutto il “viaggio” dall’inizio, senza pensarci due volte.

Forse non saremo mai in grado di far comprendere al tifoso cosa ci spinge a centinaia di sacrifici per inseguire traguardi impossibili ma far conoscere le VERE CIFRE in ballo potrebbe essere un aiuto.

Rimanendo arbitri per sempre, al netto di qualche ex arbitro per convenienza…