Quinta giornata Serie A: tra moviola e VAR. Giusto il rigore all’Inter, bravo Doveri a Torino.

Primo turno infrasettimanale della stagione, si inizia con un episodio nell’anticipo del martedì.

Bologna – Inter 1 – 1

Al minuto 75, con l’Inter in svantaggio di una rete, l’arbitro Di Bello fischia un calcio di rigore a favore dell’Inter per un contatto tra Mbaye ed Eder

rigore Inter

Per quanto si tratti di un episodio che, a prima vista, potrebbe aprirsi a varie interpretazioni, il contatto è punibile. Anche un’eventuale discussione sulla volontarietà o meno del contatto braccio sinistro di Mbaye / gamba sinistra di Eder perde qualsiasi valenza effettiva. Sia che si tratti di tocco volontario sia che esso sia involontario, il calcio di rigore andava assegnato per fallo negligente.

Approfittiamo di questo episodio per tornare velocemente su un concetto fondamentale: nel regolamento del gioco del calcio NON ESISTE IL DANNO PROCURATO.
Il danno procurato è letteralmente un’invenzione giornalistica che è diventata di uso comune, utilizzata anche da chi si pone come maestro del regolamento. Peccato che, nel regolamento, questa definizione non sia mai esistita, non esista e (spero!) non esisterà mai.

La regola 12, intitolata “Falli e scorrettezze”, individua tre tipologie di falli punibili con calcio di punizione diretto e sanzioni disciplinari differenti: negligenza, imprudenza e vigoria sproporzionata, puniti rispettivamente con nessuna sanzione disciplinare, ammonizione, espulsione.

Negligenza

Un concetto semplice che permette di individuare diverse tipologie di falli punibili con sanzioni disciplinari differenti.
Se volessimo accettare la definizione di “danno procurato”, ciò significherebbe raggruppare nella medesima categoria fattispecie differenti, come tali sostituibili l’una all’altra. Ciò che non sono.

Capitolo VAR.
In questo caso (come per tutti i calci di rigore e come per tutte le reti) è intervenuta con il cosiddetto “silent check“.
Per precisare, il “silent check” non significa che i VAR rimangano muti e non comunichino con l’arbitro ma, semplicemente, che il controllo dell’episodio ha portato i VAR stessi a non intervenire. Nei due minuti circa intercorsi tra il fallo ed il tentativo di trasformazione arbitro e VAR si sono parlati fino al segnale di “via libera” che ha, di fatto, confermato la decisione sul campo dopo la rivisitazione delle immagini video.
Il calcio di rigore è stato confermato perché anche dalle immagini si è evidenziato un contatto palesemente irregolare tra difendente ed attaccante punibile con calcio di punizione diretto o di rigore.

Ultima nota sull’arbitro Di Bello. A dicembre verrà nominato internazionale. Il talento puro c’è, indubitabile. Il problema è che continua a mostrare queste qualità in modo intermittente, a volte anche nella medesima gara. La prestazione di ieri sera è eloquente: primo tempo ai limiti della perfezione, seconda frazione inguardabile. Il calcio di rigore è una delle poche decisioni corrette assunte nella seconda frazione tra falli non fischiati, ammonizioni sbagliate, proteste a non finire e mai sanzionate.
Di Bello deve riuscire a compiere il salto di qualità: non è certo un caso che abbia dominato un primo tempo piuttosto tranquillo e sbagliando nulla, perdendo la tramontana nella seconda parte quando sono saliti i livelli agonistici e nervosi. Un grande arbitro è capace di alzare il livello qualitativo nel momento stesso in cui cambia la gara. Di Bello può farlo, ne ha le capacità ma (per ora) non ne è ancora capace. Fondamentale sarà, nei prossimi mesi, l’opera di Rizzoli: è in buone mani.

Milan – Spal 2 – 0

Due gol del Milan ed entrambi su calcio di rigore.
Prima di passare agli episodi decisivi, un breve inciso su Abisso: a mio parere, tra i neopromossi, è l’arbitro dotato di più talento. Ieri sera ha mostrato passi in avanti decisi nell’aspetto che avevo indicato come da migliorare, cioè il rapporto coi calciatori. In serie B evidenziava sempre un’eccessiva aggressività che, in Serie A, non ha mai ritorni positivi. Nella gara di San Siro ha diretto già come un arbitro di categoria: precisione, tranquillità, dialogo pacato, mobilità, nessun eccesso di protagonismo. Molto bene.

Al 25esimo minuto del primo tempo il Milan si porta in vantaggio trasformando un calcio di rigore concesso per fallo di Gomis su Kalinic. Il portiere, in un primo tempo, respinge un tiro da lontano di Rodriguez, il pallone torna in possesso di Kalinic che si allarga sulla sinistra dell’area e viene agganciato sul piede destro.

Rigore Kalinic Milan

Togliamoci subito il dubbio: il rigore c’è, il fallo è leggerissimo ma, una volta visto, non può non essere punito. Giusto anche non intervenire a livello disciplinare sul portiere: Gomis, nell’occasione, cerca di intervenire sul pallone ma viene anticipato dall’attaccante rossonero che, peraltro, non ha una chiara occasione da rete dato che il pallone si sta velocemente allargando. Rigore e nessuna sanzione disciplinare è la scelta corretta.

Il secondo rigore viene concesso al minuto 60.
In area di rigore, dopo un’azione confusa, il pallone finisce a Kessie.

Rigore Kessie Milan

Il centrocampista del Milan tenta di portarsi verso la linea di fondocampo, si allunga il pallone e viene contrastato da due calciatori della Spal, uno dei quali (Felipe) affonda il contrasto sulla gamba sinistra dell’avversario. Anche in questa circostanza (come SEMPRE capita in area di rigore) il contatto viene accentuato molto ma c’è ben poco spazio di discussione: calcio di rigore legittimo e corretto non sanzionare il difendente che ha chiaramente tentato di giocare il pallone venendo anticipato dall’avversario.

Udinese – Torino 2 – 3

In occasione dell’ennesima partita convincente del Torino, a mio parere destinata ad essere la vera sorpresa del campionato, un solo episodio nel volgere di un incontro gestito senza particolari problemi da Rocchi.

Rigore Udinese

Sul lato sinistro dell’area di rigore Jankto riceve un pallone innocuo con le spalle alla porta. Con una mirabile finta di corpo sbilancia ed aggira il difensore N’Koulou il quale non può far altro che agganciare con le braccia l’attaccante friulano.
Il contatto c’è, il rigore anche. E c’è sicuramente una evidente accentuazione del contatto: il ceco Jankto, oltre a dimostrare qualità tecniche di prim’ordine, evidenzia di aver compreso come stramazzare al suolo dopo un contrasto in verità piuttosto leggero. Il rigore è legittimo, la scena un po’ meno.

Juventus – Fiorentina 1 – 0

Mi soffermerò un po’ sull’unico episodio degno di analisi della gara, ideale per evidenziare un paio di aspetti ancora non compresi sia in merito alla VAR che relativamente alla SPA (che non è né un centro benessere né il circuito di formula 1).

Al minuto 65 Matuidi cerca e trova un varco sulla fascia sinistra. Nei pressi dell’area di rigore subisce un evidente fallo da parte del giocatore Badelj.

No calcio rigore JuventusNo rigore Juventus 2

Chiariamo subito un concetto: a velocità normale qualunque arbitro avrebbe concesso calcio di rigore. Non si è sottratto a questa logica nemmeno Doveri. In meno di un secondo Badelj interviene sull’avversario e Matuidi cade nettamente all’interno dell’area per effetto del contrasto irregolare e della velocità. In mancanza di VAR il rigore sarebbe stato concesso e ci sarebbe stato poco da imputare al direttore di gara.

In realtà, come i fermo immagine ci consentono di evidenziare, il contatto avviene 20 centimetri fuori dall’area di rigore tra la gamba sinistra di Badelj e la gamba destra di Matuidi. La seconda immagine, se vista con occhio oggettivo, non mostra alcun contatto tra la gamba destra del difendente e quella del calciatore francese della Juventus. In ogni caso, anche volendo dubitare sul secondo frame, non c’è alcuna certezza su un contatto in area, ciò che impedisce di assegnare un calcio di rigore sulla base di una sensazione.

A mio parere, dunque, è corretto l’intervento della VAR per revocare un calcio di rigore che non doveva essere assegnato, assegnando il giusto calcio di punizione diretto al limite dell’area.

Sono due le considerazioni in merito:
– è corretto che Doveri abbia visionato l’episodio?
– perché Doveri assegna il rigore senza sanzione disciplinare e, successivamente, modifica la decisione in calcio di punizione ed ammonizione?

VAR

Nel caso specifico, trattandosi di semplice rilevazione del punto di contatto effettivo, Doveri non avrebbe avuto bisogno di vedere le immagini. Dato che accertato che il fallo sussiste e che l’arbitro lo aveva già fischiato, i VAR avrebbero dovuto limitarsi a segnalare al direttore di gara di spostare la sanzione tecnica al di fuori dell’area (come a Milano in occasione del rigore su Joao Mario). In questa particolare circostanza, al contrario, ritengo legittima la review perché la stessa ha consentito a Doveri di ripensare non solo alla sanzione tecnica ma anche a quella disciplinare. A stretta lettura del protocollo la review è un errore ma, su questi episodi, non mi spiace un minimo di flessibilità.

Sanzione disciplinare

La Circolare numero 1 è un mistero.
In realtà è un documento molto chiaro ma totalmente sconosciuto a gran parte degli addetti ai lavori, di fatto trasformandosi in un mistero.
Da quest’anno, e proprio in virtù di quanto espresso dalla circolare numero 1, è stata depenalizzata la SPA in area di rigore.
SPA è un acronimo che significa “Stopping a promising attack”, infrazione che viene punita con un calcio di punizione diretto e con un’ammonizione.
La sanzione disciplinare viene depenalizzata e non comminata nel caso in cui una fattispecie di questo genere si concretizzi all’interno dell’area, portando alla concessione di un calcio di rigore:

NO SPA

Il testo riportato è un estratto della Circolare numero 1, pubblicata il 6 luglio 2017, all’inizio della nuova stagione sportiva.

Nel caso di Torino, se Doveri avesse confermato il calcio di rigore a favore della Juventus, Badelj non sarebbe stato ammonito per la seconda volta dato che la sanzione disciplinare sarebbe stata depenalizzata. Al contrario, avendo revocato correttamente il calcio di rigore, l’ammonizione è diventata automatica.

Si potrà discutere sulla sussistenza o meno di una promettente azione a favore di Matuidi.
Per quanto mi riguarda ritengo complesso non valutare come azione promettente l’entrata in area di un calciatore con il pallone in pieno possesso e con il primo avversario a distanza notevole.

Lazio – Napoli 1 – 4

L’unico, vero errore della giornata si concretizza a Roma, sebbene sia ininfluente per il risultato finale.
Sul punteggio di 3 – 1 per gli ospiti, Damato concede un rigore per il contrasto tra Parolo e Zielinski:

Rigore Napoli Giallo

Vi starete chiedendo: cosa c’è da discutere?
A livello tecnico assolutamente nulla: il rigore è netto, il fallo di Parolo sussiste senza alcun dubbio.
Il problema nasce dal fatto che, nell’occasione, Damato ha semplicemente assegnato il calcio di rigore senza sanzionare disciplinarmente il giocatore della Lazio.

Nulla conta il fatto che la partita fosse chiusa per quanto concerne il risultato: il regolamento deve essere applicato in ogni momento della gara. La mancanza di provvedimento disciplinare, in questa fattispecie, non è accreditabile come buon senso ma va catalogata come errore.

Parolo non fa nulla per contrastare in modo onesto l’avversario che ha già ben coperto il pallone. Se proprio vogliamo essere magnanimi possiamo ipotizzare che si tratti solo di azione promettente (valutando il difensore al centro come “in grado” di intervenire) e punire il difendente con il giallo. Detto ciò, il cartellino rosso non sarebbe stato un errore, Zielinski si trova in posizione tale che valutare la fattispecie come chiara occasione da rete non pare eccessivo.

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Nel complesso una buonissima giornata. La VAR è intervenuta in pochissime occasioni (come dev’essere), ha evitato un paio di errori grossolani ed ha confermato silenziosamente decine di decisioni assunte sul campo.

Qualche sterile polemica non mi sorprende, così come non mi sorprende il complottismo antiquesto od antiquello: la VAR elimina gli errori grossolani, non gli stupidi…