Mondiali 2018: altra prestazione da applausi di Rocchi. Sorpresa Diedhiou. E Neymar…

Si parla tanto di Neymar, a ragione. Ma le due gare di ieri hanno cominciato a consegnarci qualche certezza: Rocchi conferma di essere in condizione fisica e tecniche straordinarie, il senegalese Diedhiou si rivela come arbitro di livello. Peccato solo che non potrà dimostrarlo ancora: più avanti spiegherò perché…

Brasile – Messico 2-0, arbitro Rocchi (Italia)

Nessun episodio particolare nella gara del pomeriggio ma una prova fenomenale dell’arbitro italiano, autore di tre prestazioni di primissimo livello. In questo Mondiale, finora, solo una decisione sulla quale si è discusso (peraltro molto pacatamente) in occasione del primo pareggio della Spagna con il Portogallo. Un solo episodio dubbio (peraltro nemmeno così chiaro, che abbiamo affrontato a suo tempo) in una rassegna iridata che, già da ora, potrà ricordare per sempre come un successo personale.

Non illudiamoci. Sono il primo tifoso di qualunque arbitro italiano: lo sono stato in Brasile, esultando come un indemoniato per la designazione di Rizzoli, farei salti tripli in mezzo alla strada se venisse scelto Rocchi per la finale di Mosca.
Sarà molto difficile e l’ho spiegato tante volte: geopolitica e graduatorie hanno un significato, benché spesso possa sfuggire la logica di certe regole non scritte.
Il Mondiale di Rocchi potrebbe essere finito ieri oppure potrebbe concludersi con una quarta gara. Potrebbe essere un quarto di finale, potrebbe essere una semifinale, potrebbe essere un ruolo da quarto ufficiale in finale. Tutto è possibile ma dobbiamo tener presenti un paio di punti:
tra gli arbitri europei si sono distinti solo in 3: Kuipers, Skomina e Rocchi. Lo sloveno e l’italiano partono più o meno alla pari, Kuipers ha dalla sua un palmares nettamente superiore (una finale di Champions’ League, due finali di Europa League). E l’olandese ha arbitrato splendidamente l’ottavo tra Spagna e Russia;
– nei quarti di finale dovrebbero essere scelti Cakir, Ricci, Irmatov e, con ogni probabilità, uno degli arbitri già visti per gli ottavi.

Ad oggi, se proprio dovessi sbilanciarmi, indicherei proprio Rocchi per un quarto di finale, Kuipers e Pitana per le due semifinali (con l’argentino destinato alla parte di tabellone senza il Brasile, nel caso in cui i verdeoro dovessero vincere col Belgio), Faghani per la finale.

Spero di sbagliarmi.

Nella gara di ieri si temeva molto la gestione per la facilità dei brasiliani di accentuare molto qualsiasi tipo di contatto. In particolare si temeva l’atteggiamento di Neymar, in alcuni frangenti quasi irritante nelle prime tre gare.
In realtà nulla di tutto ciò: al di là di una sceneggiata imbarazzante del brasiliano del PSG (su cui tornerò, tra il serio ed il faceto, più avanti), nessun giocatore ha praticamente mai accennato una minima protesta nei confronti del fiorentino, conseguenza della grande autorevolezza ormai conquistata e dell’ascendente su qualsiasi tipo di calciatore.

Ma non tutto è andato bene nell’ottavo tra Brasile e Messico.
In realtà, tra il minuto 8 ed il minuto 13, abbiamo dovuto prendere atto di 5 minuti di confusione di Tonolini, totalmente inattesi.
Nulla di grave, sia chiaro: a fronte di 5 minuti da dimenticare, i restanti 91 (85 più 6 di recupero) sono stati perfetti.

Al minuto 8 Tonolini alza la bandierina per segnalare un fuorigioco a centro area di Hernandez, non prima di aver lasciato concludere l’azione:

Contatto Alisson Hernandez gamba alta attaccante ottavo minuto

Questo episodio, oltre ad evidenziare un errore (invero non proprio marginale) dell’assistente, ci permette di ipotizzare quel che sarebbe potuto accadere in caso di contatto irregolare a centro area tra Alisson ed Hernandez.

Da questa immagine non si capisce un granché. Anzi, è assolutamente impossibile accertarsi della posizione regolare o meno dell’attaccante messicano.
Più chiarezza ci viene fornita da inquadrature differenti:

Segnalazione FG errata Tonolini Errore Tonolini ottavo minuto

Se dalla prima immagine possiamo vedere solo la testa di Willian, intuendo che possa essere stato commesso un errore, con la seconda inquadratura i dubbi svaniscono: errore non proprio di centimetri, come dimostrato dal taglio dell’erba.

La riflessione che si impone è la seguente: il VAR sarebbe potuto intervenire nel caso in cui, a centro area, il portiere Alisson avesse commesso un’infrazione da rigore su Hernandez?

La premessa è d’obbligo e ci riporta alla prima immagine: Hernandez alza molto la gamba per tentare di anticipare il portiere, solo successivamente Alisson cade addosso all’avversario. Impossibile discutere di un possibile rigore negato: nella circostanza il fallo è di Hernandez, non certo del portiere brasiliano.
Al di là di ciò, se Alisson avesse commesso un fallo da rigore, i VAR avrebbero avuto spazio di intervento per rettificare la scelta di Tonolini e per consigliare a Rocchi una “on field review” sul contatto successivo. Ricordiamoci di questa fattispecie perché, prima o poi, accadrà.

Sessanta secondi dopo, al minuto 9, altra strana indecisione di Tonolini. Strana perché, da tempo, non ricordavo uno sbandamento del genere da parte dell’assistente milanese.
Sia chiaro, stiamo veramente cercando il pelo nell’uovo ma sarebbe poco corretto sottacere il (breve) momento di incertezza.
Il pallone finisce fuori dal terreno di gioco e Tonolini pare indeciso sulla scelta da assumere:

indecisione Tonolini su rimessa laterale conseguenza dell'errore commesso prima indecisione Tonolini su rimessa laterale conseguenza dell'errore commesso prima 2

Abbozza, in un primo momento, l’indicazione verso sinistra (rimessa a favore del Messico) mentre Rocchi (al centro) indica con la testa dalla parte opposta. Nella seconda immagine Tonolini indica la rimessa per il Brasile seguendo il suggerimento dell’arbitro (che conferma la scelta col braccio teso a destra). Probabile che questo attimo di smarrimento sia diretta conseguenza dell’episodio precedente: capita anche ai migliori di deconcentrarsi per qualche secondo ripensando ad un avvenimento dubbio di poco precedente.

Al minuto 13 l’errore più grave:

Fuorigioco 13esimo minuto

Questo è un errore non così netto come potrebbe apparire (complesso, per un assistente, controllare il momento del lancio dalla parte opposta del campo e la posizione dell’attaccante) ma non può non essere evidenziato.

Per sua fortuna (e per fortuna di Rocchi), le imprecisioni di Tonolini sono finite e sono state seguite da 83 minuti (compreso il recupero del secondo tempo) impeccabili.

Al minuto 70 l’episodio su cui si è discusso molto, non tanto per le scelte dell’arbitro ma per il comportamento di Neymar.
Sulla fascia laterale Neymar entra in contrasto con Layun, cadendo fuori dal terreno di gioco. Nessuna scorrettezza, tanto che il gioco sarebbe ripreso immediatamente se non si fosse acceso un mezzo parapiglia per quella che non esito a definire una sceneggiata imbarazzante del brasiliano.

Layun, per recuperare il pallone ed effettuare la rimessa laterale, di avvicina a Neymar:

Pestone Layun su Neymar e Lahoz

Come si nota dal quadratino evidenziato, il giocatore messicano calpesta con la punta del piede destro la caviglia di Neymar e, con il tacco, il piede del quarto ufficiale Lahoz.
Ebbene, l’arbitro spagnolo non accenna nemmeno un gesto di dolore mentre il brasiliano (mi si perdoni l’ironia) mi ha ricordato una scena cult del cinema comico italiano:

Fantozzi brasiliano Neymar

Naturalmente, dopo una scena del genere, è scontato che ne possa nascere una sorta di capannello attorno al giocatore. Ed è ciò che è regolarmente accaduto, sebbene Lahoz e Rocchi siano stati prontissimi ad intervenire per sedare gli animi.

Molti si son chiesti: ma per quale motivo il gioco è rimasto fermo per oltre 90 secondi, nonostante Neymar fosse fuori dal campo?
Domanda più che legittima.
Si potrà pensare che Rocchi abbia voluto attendere il VAR Irrati per controllare eventuali comportamenti tali da ipotizzare una VAR review:

Rocchi furbone Parla con Irrati 71esimo minuto

In realtà Irrati non sarebbe mai intervenuto per un gesto fors’anche non proprio sportivo di Layun ma troppo lieve per poter essere considerato come condotta violenta. Rocchi sapeva perfettamente che Neymar stava accentuando e non di poco quanto accaduto ma, in questa circostanza, ha agito con furbizia e tanta, tanta esperienza.
Dopo un episodio del genere è quasi scontato che, in caso di immediata ripresa del gioco, il nervosismo rischi di spostarsi dal punto in cui si trova il giocatore a terra al centro del campo, con la conseguenza di qualche scontro di gioco particolarmente rude.
Per tal motivo Rocchi, già considerando di allungare ulteriormente il recupero (che sarà poi di ben 6 minuti), ha volutamente atteso di riprendere il gioco. Passano i secondi, i brasiliani si tranquillizzano (sanno perfettamente che il loro compagno è solito accentuare tali contatti e vedono Rocchi parlare col VAR, pertanto sicuri di una valutazione oggettiva), i messicani riprendono fiato e si rasserenano a loro volta. Nel frattempo Neymar continua ad urlare come se fosse stato investito da un treno merci:

Neymar sta per spirare RIP
Dopo un minuto e mezzo che non sarebbero stati necessari ma dettati dall’esperienza di mille episodi simili, Rocchi ordina la ripresa del gioco, ancora portandosi la mano all’auricolare:

fine comunicazione dopo 90 secondi

Sto affermando che abbia simulato un confronto con Irrati?
No, non mi permetterei mai. Ma la sensazione è che Rocchi, agendo con lucidità, abbia preferito allungare la pausa per stemperare il nervosismo. A volte questi piccoli “trucchi” del mestiere sono più utili di 50 fischi perfetti.

Chiudo con una riflessione: prima o poi sarà necessario intervenire con durezza per stroncare questi comportamenti. Già nel nostro campionato, nella stagione appena conclusa, abbiamo più volte posto l’accento su questo vizio di accentuare esageratamente gli effetti di contrasti anche di lieve entità. Neymar, in tutta franchezza, sta diventando intollerabile, a maggior ragione in epoca VAR e con mille telecamere puntate addosso: cosa pensa di guadagnarne, esattamente? Sono talmente plateali queste sceneggiate che l’unico obiettivo raggiunto finora è di essere additato come giocatore antisportivo prima ancora che dotato di grandi qualità tecniche (ciò che è indubbio, peraltro).

Ultima nota sulle polemiche di Osorio (allenatore del Messico).
Polemiche scontate, prevedibili come la scadenza per il pagamento delle tasse: aveva iniziato a lamentarsi nei giorni precedenti la gara, sarei stato sorpreso se non avesse continuato dopo l’eliminazione.
Critiche a Rocchi insensate, poco eleganti, per nulla sportive (il Brasile, nel complesso, è stato nettamente superiore al Messico) e, soprattutto, incomprensibili.
Me le aspettavo, se le aspettava la commissione FIFA, se le aspettavano tutti. E verranno ignorate, come è giusto che sia: superfluo perdere tempo per niente.

Belgio – Giappone 3-2, arbitro Diedhiou (Senegal)

Nessun episodio da approfondire nel sesto ottavo di finale in programma (a parte un paio di ammonizioni risparmiate: nulla di rilevante), una delle gare più incredibili viste finora e letteralmente buttata alle ortiche dai giapponesi, capaci prima di farsi rimontare due reti di vantaggio e poi di perdere il Mondiale con una rete in contropiede al 94esimo, su azione nata da un calcio d’angolo a loro favore.

Gara affidata, un po’ a sorpresa per la verità, al senegalese Diedhiou, la vera scoperta di questo Mondiale. Partito molto indietro rispetto ai suoi colleghi africani, con le prestazioni ha superato il gambiano Gassama, negativamente giudicato dalla commissione FIFA e relegato al ruolo di quarto ufficiale.
Come ho scritto nella premessa iniziale, il senegalese è una bella sorpresa ma non lo rivedremo più: è infatti un arbitro arrivato a fine carriera, compirà tra poco i 45 anni e lascerà il ruolo da internazionale nel prossimo dicembre.
Nonostante ciò, la felicità di un tal risultato lo abbiamo potuto vedere tutti prima del fischio di inizio:

La felicità di Diedhiou

Un sorriso luminoso che ben fotografa la soddisfazione di un arbitro che, probabilmente, nemmeno nei suoi sogni più segreti poteva pensare di arrivare a dirigere una gara ad eliminazione diretta.

Una partita generalmente corretta ma diretta benissimo dal buon Diedhiou. Ormai abituati ai tanti (troppi) cliché di matrice populista, molti potrebbero aver pensato ad un atleta di colore avvezzo a correre tanto ma un po’ a caso per il campo, magari inseguendo il pallone. Lo avevo pensato anche io, in tutta franchezza.
Nulla di tutto ciò.
Per quanto il campionato senegalese non sia esattamente rilevante a livello internazionale (eccezion fatta per nazionale, arrivata ad un passo dalla qualificazione alla seconda fase), Diedhiou ha mostrato una scarsa attitudine alla corsa ma un’eccellente preparazione tattica. Ciò si è tradotto in ampi spezzoni di gara duranti i quali lo abbiamo visto camminare o corricchiare lentamente in campo, pochi e macchinosi i cambi di passo (peraltro complessi per un uomo di 191 centimetri) ma una capacità sorprendente di essere sempre vicinissimo all’azione per un’abilità tattica di notevole livello. La vicinanza all’azione, il controllo di ampie zone di campo, l’ascendente innegabile mostrato gli hanno consentito di chiudere la sfida senza la minima polemica, a coronamento di un’esperienza unica.
A mio parere non lo rivedremo in campo per quarti di finale e semifinali, più probabile che possa venir scelto per la finale terzo/quarto posto.

9 commenti
  1. Luigi
    Luigi dice:

    Luca a parer tuo adesso assieme a Faghani con le designazioni per i quarti di Kuipers, Ricci, Mazic e Pitana (arbitri importanti) chi diventa il favorito per la finalissima?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Impossibile prevederlo, Collina tutto è tranne che un dilettante: ha volutamente lasciate aperte tante ipotesi valide, come ho scritto questa mattina.

  2. GIORGIO GILIOLI
    GIORGIO GILIOLI dice:

    Caro Luca, confesso che ieri mi sono commosso per la splendida direzione di Rocchi. Primo tempo che dovrebbero far vedere ai corsi arbitri. Mi è rimasto, tuttavia, un dubbio relativamente a Layun – Neymar. Siamo tutti perfettamente d’accordo sul fatto che Neymar abbia enormemente esagerato, ma il contatto c’è stato, volontario e malizioso. Non avrebbe dovuto essere sanzionato? Layun è entrato in campo, a mio modo di vedere, per provocare. Ho notato che dopo Rocchi ha ripagato Layun con la stessa moneta, non fischiando su di lui un paio di interventi duri, ed ho apprezzato. Un saluto e complimenti.

  3. Luigi
    Luigi dice:

    Sinceramente ho scoperto solo da pochi giorni l’esistenza di questo blog e adesso non posso fare a meno di leggere le tue disamine. Belle, complete e che fanno uscir fuori la tua grande competenza. Complimenti davvero per la tua professionalità, Luca.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Grazie Luigi, apprezzo enormemente commenti come il tuo perché mi fan capire che i salti mortali per tenerlo aggiornato (tra lavoro e vita privata) sono ben ricompensati.

      Ti ringrazio di cuore.

  4. riccardo
    riccardo dice:

    A parte l’applauso per aver ricordato la scadenza del pagamento delle tasse, concomitante proprio ieri, volevo enfatizzare lo spirito di gruppo nel team di ieri. Oltre ad aver sostenuto Tonolini nell’attimo di crisi, nel primo tempo ha difeso anche Di Liberatore da una protesta messicana. E’ riuscito poi a coinvolgere anche Lahoz, che ha svolto con fattiva collaborazione il suo incarico. Oramai l’arbitraggio funziona solo quando è gioco di squadra.

  5. Riccardo
    Riccardo dice:

    Ciao Luca. L’altro giorno avevi parlato del fatto che Skomina abbia sempre avuto problemi legati alla non eccezionalità dei suoi assistenti: vista l’esistenza di squadre arbitrali fisse, a maggior ragione in campo internazionale, non sarebbe meglio (per lui come per le partite che arbitra) se venisse designato insieme ad assistenti di diversa nazionalità ma più bravi dei suoi connazionali?
    Ancora una domanda: proprio perché Kuipers ha già un palmares di altissimo livello (o comunque ben più ricco di Rocchi a livello internazionale) non sarebbe più giusto far arbitrare una semifinale mondiale a Rocchi, che ha dimostrato di essere allo stesso livello di affidabilità?

    Grazie e complimenti per lo splendido blog

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Sinceramente sono per le terne fisse, soprattutto per una questione di comunicazione che, in campo, è fondamentale. Peraltro anche Skomina, adesso, può contare su due ottimi assistenti perciò il problema appare superato.
      Per quanto riguarda il curriculum posso anche essere d’accordo con te ma la commissione FIFA non gestisce gli arbitri con il bilancino ma secondo le capacità (perlomeno nella loro visione). Tutti (a parte gli haters a prescindere) vorrebbero Rocchi in finale ma è necessario essere oggettivi per inquadrare la situazione. E se dicessi che Rocchi è il favorito per la finale, direi una sciocchezza.
      Poi, per carità… in passato anche la Sampdoria ha vinto lo scudetto…

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