Milan-Juventus, tra ipotesi di VAR ed errori da non ripetere

Non mi dilungherò eccessivamente sugli episodi accaduti sabato sera, se ne è parlato fin troppo.

Credo sia inutile dilungarsi ulteriormente sui tanti errori commessi a San Siro, chi è in buonafede saprà riconoscere una serata storta (a chi non è capitata?), chi è in malafede troverà il modo di scaricare la colpa della decisione ad altri oppure di giustificare parecchie sanzioni disciplinari risparmiate o derubricate (a titolo esemplificativo: Kucka da rosso alla fine del primo tempo, Bonucci ammonito per un fallo molto marginale su Bacca, Bacca non ammonito per lo stesso fallo su Bonucci, Pjanic da espellere per la condotta violenta su Donnarumma a fine gara ecc.).

I problemi emersi ieri sera sono altri. E sorprendenti.

Parliamo, ovviamente, dalla rete annullata a Pjanic (o Bonucci, nel caso in cui avesse sfiorato il pallone). Brevemente sull’episodio: rete regolare.

L’unico calciatore in fuorigioco al momento della punizione di Pjanic è Benatia che incrocia con Bonucci (in posizione regolare, come ben giudicato da Cariolato). Pertanto non c’è necessità di dilungarsi su un tocco eventuale di Bonucci: in questa fattispecie se non tocca il pallone la rete va convalidata, se tocca il pallone la rete va convalidata. Benatia, lontano 8/10 metri da Donnarumma, non impatta minimamente nell’azione ed è ormai giurisprudenza calcistica che le posizioni geografiche vadano interpretate alla luce di concetti come “fuorigioco passivo” e “visione del pallone”.

Cosa è successo?

In attesa di ricostruzioni ufficiali (che, verosimilmente, non arriveranno mai), l’unico modo per ricostruire l’episodio è basarsi sulle immagini e sull’esperienza.

Rizzoli, dopo aver correttamente convalidato la rete ed avallando la valutazione di Cariolato (che si avvia verso il centrocampo, in assenza di irregolarità), torna sull’episodio, evidentemente avendo un dubbio sulla dinamica dell’azione.

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In quei momenti, ed in assenza (per ora) della possibilità di utilizzare il mezzo tecnologico, l’unica via per far chiarezza è il confronto e l’analisi mentale di quanto visto. Rizzoli, probabilmente, chiede delucidazioni sulla posizione di Bonucci, già valutata come regolare o, comunque, come ininfluente ai fini della realizzazione della rete.

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Cariolato, dopo il conciliabolo con Rizzoli, rivede l’ultima immagine di fuorigioco fissata nella mente e vede un calciatore della Juventus oltre il penultimo difendente. Non escludo, a questo punto, che Massa (addizionale) possa aver riferito (su sollecitazione dell’arbitro) di un tocco di Bonucci o di un tentativo di intervento dello stesso e che il pasticcio si sia concretizzato con lo scambio di persona, cioè col ricordo di Cariolato che confonde Benatia (in fuorigioco assolutamente passivo) con Bonucci (in posizione regolare). Da qui la ricostruzione di un tocco o di un “impatto visivo” su Donnarumma di Bonucci (che forse c’è stato ma ininfluente dato che parte in posizione regolare) erroneamente scambiato per Benatia al momento della punizione di Pjanic.

Un errore. Null’altro che un errore come ne capitano decine in ogni campionato.

Ciò che non è accettabile è la tempistica.

Sgomberiamo subito il campo da qualche equivoco. Massa non ha segnalato alcuna posizione di fuorigioco: non è sua competenza ed un arbitro internazionale come il ligure non si sognerebbe nemmeno di intervenire con una valutazione che non appartiene nemmeno lontanamente alle sue competenze. Al limite potrebbe aver segnalato un tocco di Bonucci ma anche in questo contesto non ho alcuna certezza.

In un primo momento la rete viene convalidata: Rizzoli indica il centrocampo, Massa non si muove, Cariolato si dirige verso il centrocampo con la bandierina “bassa” (classico segnale che, secondo lui, non c’è alcun elemento che possa aver viziato la realizzazione).

Rizzoli torna sui suoi passi dopo le proteste dei calciatori del Milan.

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Ed è questo il vero problema dell’intera vicenda.

Un arbitro del talento (e chi lo nega?) e dell’esperienza di Rizzoli non può e non deve tornare su una propria decisione per il sol fatto che i calciatori protestino.

E’ vero, un arbitro spesso si accorge che qualcosa sia sfuggito alla sua attenzione proprio dalla reazione dei calciatori. Ma è altrettanto vero che viene insegnato fin dal corso di non farsi influenzare dalle reazione, ciò che porterebbe ad un continuo confronto su ogni decisione. E, soprattutto, ciò diventa un pericoloso precedente.

La sensazione è che, in questo caso, Rizzoli sia cascato nella volontà di “essere più realista del re” (cit. Collina, non a caso), per chissà quale motivo cercando una soluzione alternativa ad una fattispecie già decisa. Perchè, se riflettiamo con serenità, a cosa avrebbe potuto portare un conciliabolo del genere? Evidentemente a null’altro che all’aumento di eventuali dubbi in tutti gli arbitri coinvolti nella decisione, spostando l’episodio da una valutazione immediata ad una valutazione mediata, con la chiara conseguenza che ogni decisione sarebbe stata (in ogni caso!) simile al lancio di una monetina. Il motivo? Semplice: un conciliabolo così lungo significa aumento degli elementi da valutare, l’aumento degli elementi da valutare porta ad indecisione, l’indecisione porta ad una scelta consapevole ma non certa.

Il modo migliore per risolvere una fattispecie del genere (peraltro valutata da fuoriclasse assoluto quale Cariolato è) sarebbe stata quella di andar diritti per la propria strada senza cedere alla pressione dei calciatori milanisti. E se ciò avesse portato a convalidare una rete irregolare? Pazienza, non è certo la prima volta che si concretizzano errori di valutazione, fa parte del “gioco”. Ma, soprattutto, in tal modo si concede spazio ulteriore alle proteste, perché da domani chiunque si sentirà libero di protestare in modo inurbano per costringere l’arbitro a rivedere una propria decisione (e, non a caso, ieri a Cagliari i calciatori sardi si sono diretti in massa verso l’assistente dopo il pareggio della Fiorentina cercando di ottenere lo stesso “trattamento” di San Siro) .

Altro punto negativo della serata, a mio parere, è la lettura della gara.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a Milan – Juventus scontati, confronti praticamente sempre vinti dai torinesi ma, soprattutto, a gare molto corrette, agonisticamente non eccelse per la differenza tecnica tra le due formazioni e con pochissime polemiche.

Quella di ieri sera era abbastanza evidente che sarebbe stata una gara molto diversa per almeno un paio di motivi:

– la non eccezionale condizione generale della Juventus;

– la posizione di classifica, col Milan appena dietro ai bianconeri dopo tanti anni di distacchi giganteschi.

L’errore di Rizzoli ritengo sia stato di sottovalutare il tono agonistico della gara. Probabilmente, forte anche delle sue stesse esperienze nella direzione del medesimo incontro in passato, ha pensato che avrebbe potuto gestire da par suo, con ascendente, tecnica e dialogo.

In realtà la partita è stata subito contraddistinta da alto agonismo, soprattutto da parte del Milan. Il motivo è che, per una volta, i calciatori di casa non partivano sconfitti e schieravano tanta bella gioventù con la voglia di ben figurare.

La conseguenza sono stati scontri piuttosto duri (anche se leali, senza scelleratezze o violenza) sui quali ha spesso sorvolato (non solo disciplinarmente ma anche tecnicamente), sostanzialmente trovandosi sempre nella condizione di dover inseguire la partita. Ne è prova l’ammonizione di Bonucci, piuttosto leggera (gomito appoggiato alle spalle di Bacca senza alcuna volontà di far male e con limitata pericolosità, contatto accentuato dal colombiano) rispetto ad altri scontri avvenuti in precedenza.
Manca un’ammonizione a Suso per un fallo piuttosto evidente su Khedira;
manca un rigore per una trattenuta evidente di Hernanes a Romagnoli;
la settimana scorsa giudica da rigore (da addizionale) un mano appoggiata ad Icardi e, in questa occasione, non giudica tale un colpo più evidente (in uscita da un blocco) di Paletta su Bonucci nel primo tempo;
manca coerenza disciplinare per un gomito appoggiato da Bacca a Bonucci (in entrambi i casi, a mio parere, bastava fischiare il fallo);
manca il cartellino rosso per condotta violenta di Pjanic su Donnarumma.

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In sostanza: una serata non brillante, come può capitare a chiunque. Ma sarebbe ipocrita sottacere una serata mediocre per… per che cosa? Per lesa maestà?
Rizzoli è un uomo di spiccata intelligenza e sono convinto che egli stesso si sia reso conto di aver sbagliato la gara, al di là dell’episodio specifico gestito male.

Un’ultima postilla.

Insultare chi critica ha SPESSO come unico risultato quello di rendere l’interlocutore ancor più determinato nella critica.

Nel mio caso cerco di farmi scivolare questi attacchi stupidi.

Ma non mi illudo che certi personaggi diversamente intelligenti possano capire…

1 commento
  1. Dimitri
    Dimitri dice:

    La parte degli elementi da valutare è la più bella dell’articolo; da arbitro posso dirti che hai saputo mettere per iscritto in maniera magistrale un momento veramente molto difficile da spiegare. Per quello che riguarda le critiche penso che, il buon Nicola, leggerà con grandissima attenzione e sereniità quanto da te scritto: prima di arrivare al livello in cui è ne ha pestate tante di merde e di legnate ne ha prese tante (come tutti i grandissimi arbitri); gli unici a restarci male penso siano solo i Rizzoli boys, ragazzi “mediocri” che devono mangiare ancora tantissime migliaia di chilometri su campi da calcio e avere tante legnate in testa da parte degli osservatori! Solo chi viene criticato e sa rialzarsi può diventare un grandissimo, Nicola, Daniele, Gianluca, Pierluigi e tutti gli altri grandissimi, insegnano!

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