Anticipi 14esima giornata: da annullare il terzo gol dell’Inter. Troppa fretta?

Permettetemi una piccola divagazione sul tema: l’Inter non ruba l’occhio, non offre quasi mai spettacolo ma vittorie come quella di Cagliari sono fondamentali, soprattutto per la convinzione del gruppo. Se un mese fa credevo ben poco ai nerazzurri in chiave scudetto, dopo ieri sera comincio a pensare che potrebbe (perlomeno) lottare fino all’ultima giornata.
La sfida di Torino fra due settimane fornirà qualche risposta in più.

Bologna – Sampdoria 3-0, arbitro Maresca

Al minuto 47 del primo tempo Zapata cade a terra mentre sta correndo verso la porta avversaria, lanciato da un compagno:

Inizio caduta Zapata

Questo è il tipico episodio che avrebbe creato polemiche qualunque fosse stata la decisione dell’arbitro. Sulla corsa Torosidis e Zapata entrano in contatto in modo totalmente fortuito: entrambi i calciatori guardano il pallone, non c’è alcuna volontarietà nel tocco di Torosidis e Zapata non sarebbe mai caduto se non avesse sentito un tocco sulla gamba.
Non avremmo avuto polemiche nel caso in cui il difensore Torosidis non fosse già stato ammonito. Il problema nasce dal fischio del fallo: legittimo o no?
Dobbiamo sempre tener presente un concetto: la volontarietà o meno di un contatto non è dirimente per giudicare l’irregolarità o meno. Ci sono contatti evidenti ma non punibili (si pensi al contrasto spalla contro spalla o ad un contrasto aereo tra due calciatori) ed esistono contatti casuali punibili.
In questo caso Torosidis tocca sulla corsa Zapata, privandolo di un’azione potenzialmente pericolosa (non è azione da rosso perché Zapata non ha possesso del pallone e non vi è evidenza che possa entrarne in possesso facilmente). Il contatto è senza dubbio involontario ma la decisione di fischiare fallo è più che comprensibile: l’ammonizione è una conseguenza immediata ed automatica della decisione, sorvolare sulla sanzione disciplinare sarebbe stato un errore.

Sassuolo – Verona 0-2, arbitro Valeri

L’unico episodio degno di nota al minuto 31. Romulo lancia in campo aperto Verde:

Posizione partenza Verde decisione del campo

Posizione regolare o meno?
Torniamo a quanto accaduto nella scorsa giornata durante Napoli – Milan (qui la spiegazione completa), quando venne convalidata la rete realizzata da Insigne, partito in posizione dubbia (sì, ancora oggi quella posizione deve essere considerata dubbia, non essendoci alcuna certezza in merito nonostante sia stata riproposta centinaia di volte).
Anche in questo le immagini non chiariscono nulla. Il fermo immagine che ho scelto non è casuale: nonostante il pallone sia già stato calciato è praticamente impossibile accertarsi che Verde si trovi in posizione regolare o meno.
In questo caso la scelta di assegnare la rete è perfetta: l’assistente Dobosz (un vero fuoriclasse del ruolo, peccato sia arrivato in Serie A un po’ tardi) non segnala alcuna posizione irregolare, nemmeno dopo la segnatura della rete.
I VAR, come da protocollo, controllano l’azione nel suo complesso (ricordiamo che tutte le reti vengono sottoposte a review) e non rilevano un’immagine che chiarisca del tutto la posizione di partenza di Verde.
La conseguenza è che, in mancanza di certezze, debba essere supportata la decisione assunta in campo, cioè la convalida della rete. Se, al contrario, Dobosz avesse segnalato il fuorigioco (naturalmente dopo la conclusione dell’azione), la rete sarebbe stata annullata, esattamente per il medesimo motivo.
E’ il concetto che viene ben espresso nel regolamento NFL: “in mancanza di certezze (evidences) la decisione del campo non viene modificata”, e questa linea è stata adottata anche per il calcio. Il motivo lo abbiamo ricordato in precedenza ma rinnoviamo la precisazione: per quanto concerne il fuorigioco la tecnologia a disposizione è bidimensionale, per avere certezze in merito dovremo attendere uno strumento tridimensionale (in sperimentazione, incarico già affidato da tempo ad un paio di università, una delle quali italiana).

Chievo – SPAL 2-1, arbitro Pezzuto

Nessun episodio particolare ma un brevissimo commento alla prestazione del giovane arbitro leccese.
Due anni e mezzo orsono lo vidi per la prima volta e notai una buona qualità tecnica ma il dovere di incrementare l’aspetto comportamentale oltre alla necessità di crescere sotto il punto di vista disciplinare.
Purtroppo, nonostante le tante gare in B, ancora oggi ho riscontrato nel ragazzo gli stessi limiti della prima volta: buonissima tecnica di base (il che evidenzia un apprezzabile talento) ma limiti enormi sia dal punto di vista disciplinare che comportamentale. La gara di Verona è stata abbastanza tranquilla, corretta e senza particolari criticità. Purtroppo Pezzuto è apparso spesso in difficoltà, subendo le proteste di troppi calciatori (inconcepibile non ammonire il portiere Sorrentino nel primo tempo, nel momento in cui protesta platealmente per quasi venti secondi sotto il naso del direttore di gara oppure tollerando il gesto di disappunto palese di Meggiorini pochi minuti dopo) e cambiando nel corso della medesima gara anche il metro di giudizio (a titolo esemplificativo: ammonizione di Mora a centrocampo [e da cui nasce la rete del definitivo 2-1] per un fallo che forse non c’era nemmeno; pochi minuti dopo fallo evidente ai danni di Felipe al limite dell’area su cui ha sorvolato inspiegabilmente).
Urge un cambio di passo.
Morganti è la persona ideale (come Rizzoli alla CAN A, non mi stancherò di ripeterlo) per far emergere le qualità dei singoli. Ma anche gli arbitri (Pezzuto nel caso particolare e, ad esempio, Maresca in A) devono metterci impegno, soprattutto per analizzare con umiltà le proprie gare, evitando di cullarsi nei complimenti di chi li circonda nel quotidiano: gli arbitri di serie A e serie B non sono semidei, il giorno in cui non capiscono di aver interrotto la propria crescita è il momento in cui stanno abbandonando la possibilità di raggiungere grandi obiettivi.
Maresca, un anno fa esatto, era dato per certo come internazionale nel 2018: non lo sarà e sta scendendo velocemente nelle gerarchie.
Pezzuto, due anni e mezzo fa, era indicato come possibile promosso nel 2018: è lontanissimo da questo obiettivo. Ne ha le possibilità (non quest’anno) ma dovrà cambiare passo. Velocemente.

Cagliari – Inter 1-3, arbitro Pairetto

Il primo episodio al minuto 55 Candreva si invola sulla fascia destra prima di crossare la centro dell’area. Azione che precede la rete di Brozovic:

Posizione Candreva secondo gol

L’assistente Del Giovane non segnala la posizione irregolare, né al momento del lancio né dopo la conclusione dell’azione.
Vedendo il fermo immagine la posizione di Candreva appare regolare, anche considerando la proiezione a terra delle spalle di attaccante e difensori.
Interessante sottolineare che, in questo caso come in quello del Mapei Stadium, la rete sarebbe stata convalidata ugualmente nel caso in cui la posizione di Candreva fosse stata al limite. Ad ogni buon conto il problema non si pone nemmeno, Candreva parte in posizione regolare, molto bravo Del Giovane in una valutazione tutt’altro che semplice.

Al minuto 83 l’episodio più discusso (e più discutibile). Come sempre la mia posizione è frutto di valutazione oggettiva. Opinabile? Certamente, ci mancherebbe, tutte le idee meritano rispetto. Se poi qualcuno vuol perdere tempo con questioni relative all’antiinterismo che, la scorsa settimane, era di antijuventinismo, liberissimo. Se permettete, però, eviterei volentieri con espressioni che non uso dal 1978, quando finii l’asilo…

Due sono gli elementi da considerare. In primis la posizione di Perisic sul cross di Gagliardini:

Posizione Perisic fuorigioco

Tralasciamole discussioni (che sarebbero infinite) sull’eventuale posizione irregolare di Perisic: forse è regolare, forse no. Ma poco importa perché l’elemento di interesse, a livello puramente didattico, è quanto accade subito dopo:

Giocata difensore Cagliari rimette in gioco Perisic 2

Faragò, sul cross di Gagliardini, interviene sul pallone e lo alza “a campanile”.
Nel momento stesso in cui Faragò tocca il pallone, l’eventuale posizione irregolare di Perisic viene sanata poiché quella del difensore è una chiara giocata e non una semplice deviazione. Ai fini della valutazione del fuorigioco una deviazione viene ritenuta ininfluente mentre una giocata (cioè un intervento volontario a cercare il pallone) sana qualsiasi eventuale posizione irregolare a meno che l’attaccante non impatti direttamente con l’avversario. In questo caso Perisic è molto lontano da Faragò e la sua posizione non ha alcuna valenza sulla giocata del calciatore del Cagliari.

Sul pallone, dopo l’intervento di Faragò, si lancia Perisic.
In presa diretta e con immagini solo a campo pieno, non ho ravvisato alcuna infrazione da parte dell’attaccante dell’Inter:

Fallo Perisic

Difficile, da questo fermo immagine, rilevare un fallo di Perisic.
I fermo immagine successivi, al contrario, ci consegnano una realtà molto differente da quel che abbiamo visto in presa diretta:

Fallo Perisic 3 Fallo Perisic inquadratura stretta

La questione riguarda il braccio sinistro di Perisic che impatta in modo evidente il volto del portiere cagliaritano Rafael.
Volontario? Ipotesi da scartare senza alcun dubbio: Perisic non guarda mai il portiere ma segue la traiettoria del pallone.
E dunque dobbiamo considerare il contrasto regolare?
Togliamoci un primo dubbio: NON E’ VERO che il portiere non possa essere toccato nella cosiddetta “area piccola” (qui trovate l’articolo sulle leggende metropolitane legate al Regolamento).
Per valutare il contatto tra Perisic e Rafael dobbiamo rifarci al Regolamento (unico strumento che possa fornirci delucidazioni concrete, perlomeno delucidazioni spogliate da considerazioni da bar).
Il passaggio che ci interessa è inserito nella Regola 12, pagina 87:

Definizione di fallo negligente

In questo caso Perisic salta verso il pallone senza alcuna intenzione di voler colpire il portiere. Viene escluso, pertanto, qualsiasi provvedimento disciplinare.
Allo stesso tempo, benché involontariamente, Perisic colpisce al volto il portiere del Cagliari spingendolo a terra, ciò che gli impedirà di poter anche solo tentare una parata sul successivo tiro di Icardi.
Come vedete la ratio della decisione da assumere è assolutamente identica a quella indicata per il fallo di Torosidis su Zapata in Bologna-Sampdoria: manca volontarietà ma il contatto è negligente, cioè portato senza attenzione e/o precauzione nei confronti dell’avversario.

Per quale motivo, dunque, Pairetto non ha annullato la rete, nonostante le immagini siano piuttosto chiare?
Sono due gli elementi, a mio parere, fondamentali:
1 – immagini trovate dalla Lega (a cui era affidata la produzione della gara di Cagliari) oltre due minuti dopo l’episodio;
2 – eccessiva fretta di VAR ed arbitro.

Di seguito quel che ritengo sia accaduto.
1 – i VAR hanno a disposizione TUTTE le immagini che possiamo vedere anche noi. L’immagine “stretta”, perciò, era disponibile ai VAR anche al momento della review;
2 – per poter effettuare la “on field review” i VAR devono scegliere 3/4 immagini tra le oltre 10 a disposizione. In questo caso è probabile che, nell’esigenza di agire velocemente (come spesso ricordato dai designatori), abbiano riversato in campo alcuni brevissimi video escludendo quelli che abbiamo visto in tv successivamente. E’ probabile che la Lega avrebbe mostrato quelle immagini nell’immediato se i VAR le avessero prese in considerazione: avendole scartate, al contrario, quell’inquadratura è stata ripresa solo in un secondo momento, molto probabilmente su segnalazione del regista stesso.
Credo che, in questa occasione, i VAR abbiano peccato di eccessiva fretta scegliendo immagini (come la prima che vi ho proposto) da cui non era possibile rilevare con certezza il fallo commesso da Perisic. Sulla base di quanto rivisto, pertanto, non posso incolpare Pairetto che, semplicemente, non ha POTUTO visionare immagini che contraddicessero la sua prima decisione.
La necessità di essere veloci nella review è concetto che è stato ripetuto decine di volte. Ma è anche vero che, in alcune circostanze, la fretta è cattiva consigliera. Ricordo chiaramente ciò che disse il designatore Messina un paio di anni fa, in occasione del rigore assegnato e poi annullato in Sassuolo-Roma: “è vero, sono stati necessari 4 minuti ma alla fine quel che conta è che sia stata presa la decisione corretta“.
Direi che, dopo la necessaria velocità decisionale, sarà il caso di inserire un nuovo concetto: IN TALUNE circostanze è meglio perdere qualche secondo in più per assicurarsi che le immagini scelte siano le migliori e NON le prime.

Un ultimo “consiglio”, se me lo concedete: il Regolamento è una materia affascinante, spesso trascurata perché ritenuta noioso oppure perchè “lo conosco già”. In realtà io stesso scopro ogni giorno particolari che non conoscevo. Vi consiglio di seguire su Facebook un gruppo che si chiama Regolamento del giuoco del calcio e casistica, nel quale vengono trattati centinaia di episodi, utili per approfondire l’argomento.
E che vi consentiranno di poter esprimere la vostra opinione con basi solide. Regolamentari…

16 commenti
  1. Roberto
    Roberto dice:

    A me sembra che il dibattito che si è aperto sul terzo goal dell’inter (anche tra gli esperti) lasci solo una certezza; non si tratta di una situazione inequivocabile e quindi bene ha fatto l’arbitro a confermare la sua decisione.

    • Luca
      Luca dice:

      E’ innegabile che Perisic salti nel suo cilindro e che sia il portiere (fuori tempo) ad andare verso il croato quando questi è in ricaduta. Non è mai fallo.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Al di là del fatto che siamo a mercoledì e che potremmo tranquillamente passare oltre, approfitto del tuo messaggio per evidenziare un particolare:
      questa storiella del CILINDRO potrebbe a breve entrare nel novero delle leggende metropolitane. Il cilindro è un concetto che esiste solo ed esclusivamente nel regolamento della PALLACANESTRO: nel calcio non esiste, non è esistito e non esisterà mai.
      Perisic commette un fallo negligente evidente, palese, involontario ma comunque punibile.

      Quando si inventano concetti regolamentari per giustificare un episodio, significa non avere alcun appiglio reale per contraddire una ricostruzione regolamentare.

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Nessuna censura.
      Semplicemente, dopo 6 giorni, direi che sarebbe il caso di chiudere l’argomento. Ho già risposto (più volte) alla stessa domanda. Pubblico tutto, cestino solo domande tendenziose (tante), insulti (una marea ma non mi sorprende) e commenti a cui ho già risposto.

      Ciao.

  2. Alberto
    Alberto dice:

    In merito al “caso Perisic”, le chiedo: sono io che vedo male, o Perisic stacca da solo e in anticipo, una frazione di secondo prima che il portiere tenti il suo intervento? Questa situazione non trasforma il contrasto d tra i due in una contesa “normale” del pallone? La ringrazio

    • Giovanni
      Giovanni dice:

      Non mi metto sullo stesso piano di chi ha tanta conoscenza in materia, a me sembra che Perisic sia già nella disponibilità della zona-palla e tenti il colpo di testa, il portiere (pensiamo per un attimo ad un altro difendente qualsiasi) è in ritardo e tenta l’intervento ma per riuscirci dovrebbe travolgere chi gli ha rubato il tempo, per cui è lui che va ad impattare con una parte del corpo dell’avversario, in questo caso il braccio perché P. è in rialzo e non mostra alcuna negligenza (ergo: quella parte del regolamento citata non è applicabile): non doveva saltare ed aspettare che il portiere si rialzasse dicendo: prego, rinvia pure?

  3. enrigo
    enrigo dice:

    Chiarissimo quello che dici sul fatto che salvo evidenti contrordini non va sconfessato quanto segnalato in campo. Però in campo vale ancora la regola che in caso di dubbio non va segnalata irregolarità (vale per i fuorigioco o per i falli). Quindi può esserci il caso in cui un guardalinee (ok, assistente) non segnala un fuorigioco non perché sia convinto che non ci sia, ma perché non ha elementi che lo portino a propendere per esso. In tal caso il VAR cosa dovrebbe confermare? La sua decisione dovuta all’incertezza? Non sarebbe utile a questo punto un eventuale ulteriore strumento di comunicazione da parte degli arbitri e degli assistenti che si appellino totalmente al VAR non essendoci di fatto una DECISIONE presa in campo?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      E’ un’ipotesi di lavoro ma, al momento, è corretto avallare la decisione del campo di fronte ad immagini che non chiariscono definitivamente la dinamica e/o la posizione di partenza.

  4. Michele Armellini
    Michele Armellini dice:

    Premetto…sono interista;)
    Riguardo il contatto tra Perisic e Rafael non si configura però il “chiaro errore”. Se seguendoti ho capito bene la differenza tra “chiaro errore” e interpretazione.
    Non sembra quindi un errore da penna rossa quello dei Pairetto. Che ne pensi?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Il problema è la definizione di “chiaro errore”: è un punto su cui insisto da tempo, il protocollo deve essere modificato perché l’avverbio “clearly” è troppo vincolante sia per l’arbitro che per i VAR.
      Esempio: alcuni possono intendere questo episodio come un chiaro errore, altri come un errore di valutazione. In sintesi: c’è differenza di opinioni anche sulla definizione di chiaro errore. Che cos’è un chiaro errore? Possiamo definirlo in cento modi differenti, senza essere mai d’accordo. E ciò significa che la dizione è tutto tranne che “chiara”…

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