Abisso, il terzo promosso che potrebbe essere un numero uno…

Ebbene sì, è successo quel che immaginavo da tempo.
E non lo nego: le voci degli ultimi tempi sull’eventuale ruolo da commissario CAN B di Nicola Rizzoli mi avevano portato un po’ fuori strada.

Alla fine Rizzoli ha deciso di continuare ad arbitrare per un altro anno: sarà l’ultimo di una carriera straordinaria, tecnicamente al livello di quella di Collina, mediaticamente molto inferiore, probabilmente per una precisa scelta di Nicola. Ma ci sarà tempo anche per una carriera mediatica, tra 5 anni. Sempre che non decida, conclusi i 4 anni come designatore di A e B, di prendere in mano l’AIA. Ciò che, in tutta onestà, spero. Ci torno più avanti.

Andiamo con ordine.
Scontate, come da anni, le dismissioni dalla CAN A: ormai le decisioni non vengono assunte sulla base dei meriti tecnici ma solo (con rare eccezioni) sulla base della permanenza nei ruoli, con avvicendamenti fondati sui limiti anagrafici o sulle stagioni sportive concesse dal regolamento interno. L’anno prossimo usciranno Damato e Rizzoli (fine deroga) e Tagliavento (limiti d’età, sempre che non ottenga una deroga).
Saranno, dunque, Celi di Bari e Russo di Nola a lasciare la serie A. Nella tradizione AIA verranno inseriti in qualche commissione nazionale, in linea di massima divisi tra CAN D e CAI.

Russo Nola Celi Bari

La novità di questa stagione sarà rappresentato dal numero di arbitri a disposizione della CAN A: si passa da 22 a 23, con un aumento dettato dall’introduzione della VAR. O, meglio: aumento dettato ANCHE dall’introduzione della VAR. In realtà c’è anche un altro motivo per cui si è deciso di promuovere tre arbitri e per una volta la meritocrazia pare aver avuto qualche effetto concreto sulla composizione dei quadri: alla fine di una stagione eccezionale, il Comitato Nazionale ha scelto di promuovere anche un terzo arbitro dalla CAN B alla CAN A, premiando correttamente le ultime due eccellenti stagioni di Rosario Abisso, sezione di Palermo. Segni particolari: talento purissimo.

Abisso Palerm

Abisso sarà il terzo promosso assieme a Fabrizio Pasqua (nativo di Nocera Inferiore ma appartenente alla sezione di Tivoli) e Gianluca Manganiello di Pinerolo. Questi ultimi, sicuri della promozione ormai da mesi, parevano aver chiuso le porte a tutti i contendenti. Rimaneva spazio per il terzo posto solo in caso di dismissione di Rizzoli con conseguente passaggio al ruolo di designatore CAN B, la cui scrivania è rimasta libera dopo la prematura scomparsa di Stefano Farina, a cui va ancora una volta il mio pensiero.

Pasqua Tivoli Manganiello Pinerolo

Come spesso capita, invece, l’AIA regala sorprese e, per una volta, la sorpresa è positiva, premiando un ragazzo che ha commesso qualche errore (com’è fisiologico che sia) ma allo stesso tempo distinguendosi per qualità tecniche e per continuità di rendimento.

Per quanto concerne le promozioni di questa stagione, oggettivamente poco da obiettare: Pasqua è un talento cristallino che ha avuto sempre il tallone d’Achille in una certa discontinuità, tipica di arbitri non costruiti. Ricorda, per certi versi, Gervasoni di Mantova, probabilmente l’arbitro con più talento naturale che abbia mai visto in Italia ma che ha avuto una carriera altalenante a causa di (troppi) passaggi a vuoto, a volte durati per mesi. Manganiello, rispetto a Pasqua, è più continuo anche se non offre mai gli spunti di talento del laziale. Per un organo tecnico il piemontese rappresenta l’affidabilità, il laziale la scommessa che può evolvere in un grande arbitro. Il risultato lo hanno ottenuto, adesso tocca a loro conquistarsi lo spazio in un ambiente che, rispetto alla CAN B, li vedrà partire dal fondo del gruppo.

Per quanto possa sembrare paradossale, il terzo promosso, la sorpresa di questo comitato nazionale, è a mio parere il migliore dei tre.
Certo, qualcuno potrà pensare di leggere il commento del bastian contrario. Nella realtà chi mi conosce sa perfettamente che da sempre sostengo che Abisso, a livello tecnico, comportamentale e di prospettiva, sia il migliore dell’intera CAN B. Deve migliorare (e non poco, per la verità) l’approccio con i calciatori (troppo rigido, poco propenso al dialogo che, in serie A, è fondamentale per essere accettati. Non si pensi che arbitri notoriamente giudicati come sergenti di ferro [Orsato e Rocchi, per non far nomi] non dialoghino coi calciatori: chi lo pensa, sbaglia…).

Sì, lo ammetto: sono contento della promozione del siciliano. Il meno felice di tale scelta sarà Pairetto che, a fronte di tre nuovi immissioni, vedrà ancora diminuito il proprio spazio, già ridotto al minimo per palese mancanza di fiducia da parte di Messina. E, in tutta onestà, non me la sento di affermare che la valutazione del designatore possa essere discussa. Il motivo per cui Pairetto sia alla CAN A mi è totalmente ignoto. E l’anno prossimo non rischia nulla, proprio per la già certa “partenza” per altri lidi di Damato, Rizzoli e, forse, Tagliavento.

Capitolo Rizzoli.
Scelta che, alla fine, condivido.
Nicola aveva in mano la possibilità di scegliere: rimanere un altro anno in A oppure sedersi alla comoda scrivania della CAN B?
Il fatto che, nell’ultima settimana, la seconda scelta fosse quella più gettonata anche da parte dei mass media, non significa mancanza di informazioni valide o di spifferi fasulli. Nulla di tutto ciò: Rizzoli ci ha pensato, sicuramente ha riflettuto su quel che avrebbe significato l’una o l’altra scelta e, alla fine, ha deciso di non abbandonare il terreno di gioco.
Giusto? Sbagliato?
Lo dico chiaramente: sbagliato a livello associativo, giusto dal suo punto di vista.

Rizzoli Bologna
E’ sbagliato associativamente perché è assurdo che, con 34mila arbitri, non si trovi un valido sostituto di un uomo che arbitrerà per la 17esima stagione. A 46 anni. Ancor più sbagliato se pensiamo che, nel 2009, Nicchi disse (appena eletto) che non ci sarebbero state deroghe: in questi anni di deroghe ne abbiamo viste a decine. Scrivo decine perché ho perso il conto da parecchio tempo, ormai sono innumerevoli, in palese contraddizione (una delle tante, peraltro) con quanto affermato dal presidente AIA.

A livello arbitrale, e se fossi stato nei suoi “panni”, non avrei avuto dubbi: davanti alla scelta tra campo e scrivania, avrei scelto SEMPRE il campo. A maggior ragione considerando la posizione di Nicola: è ancora internazionale (e Collina non si lascerà scappare l’opportunità di utilizzarlo nuovamente in Champions’, stante il disastro tecnico che ha combinato da quando è designatore UEFA), è in buona forma (sebbene atleticamente sia fisiologicamente in calo), se ben motivato può ancora offrire prestazioni di prim’ordine.
Oltre a ciò non si farà “nemici” all’interno dell’AIA: Messina potrà concludere il proprio mandato (pessimo, per la verità) per poi lasciare il posto di designatore proprio a Rizzoli che, in tal modo, si assicura un altro anno come arbitro e 4 come organo tecnico. Il dopo? Chissà, la piccola speranza di vederlo presidente dell’AIA me la tengo anche se i tempi non combaciano (potrebbe presentarsi solo nel 2024, due anni dopo la fine del suo mandato alla CAN: non troppi ma neanche pochi per mantenere i contatti fondamentali per essere eletto). Ma sono discorsi lontani…

Rimane alla CAN A, grazie all’ennesima deroga, anche Antonio Damato. Uscito dai ranghi internazionali a dicembre (e grazie alla lungimirante programmazione di Collina che non gli ha concesso mezza possibilità di emergere…) avrebbe dovuto salutare la categoria, essendo all’undicesimo anno di CAN. Ma si sa, “non ci saranno più deroghe!”. La merita, per carità, ma spero di non sentir MAI PIU’ parlare di coerenza nell’AIA.

Damato Barletta

Capitolo designatori.
Si deciderà lunedì prossimo.
Messina verrà riconfermato: sarà il suo quarto ed ultimo anno. Spiace dirlo ma si è trattata, finora, di una gestione pessima incentrata sul concetto di “big match sempre ai soliti, zero crescita dei giovani“. Ad oggi non si intravvede un singolo arbitro che possa ambire a sostituire i quattro cavalieri Elite a livello internazionale. Forse Massa potrebbe ambire a quel ristretto gruppo UEFA ma, oggettivamente, non vale (almeno ad oggi) nemmeno la metà di un Orsato, di Tagliavento, di Rocchi o Rizzoli.

Messina Bergamo

Per la CAN B i nomi in ballottaggio sono quelli di Morganti e di Trentalange.
Il primo, a mio parere, sarebbe la scelta migliore a livello tecnico: dovrà sostituire Farina e preparare i ragazzi alla transizione verso la gestione di Rizzoli.
Morganti, in campo, era una via di mezzo tra il decisionismo di Farina e la dialettica di Rizzoli. In sostanza, l’arbitro quasi perfetto: mai nascosto che, a mio parere, sia da considerare il miglior arbitro dal 2005 in poi. Oltre a ciò è uomo benvoluto da tutti (non che il fatto mi sorprenda…) e dotato di una intelligenza di molto superiore alla media: l’ideale per preparare la categoria a quella che sarà la rivoluzione del 2018/2019.

Morganti Ascoli

Quale rivoluzione?
Semplice, l’accantonamento (alleluja!) dell’assurda divisione della CAN A e B che verrà riunita alla fine della prossima annata utilizzando come leva la VAR.
La VAR che chiuderà il periodo di sperimentazione proprio a giugno del prossimo anno per entrare a pieno regime dalla stagione 2018/2019. Il modo migliore per chiudere la pessima esperienza delle CAN divise e per giustificare il cambio come una necessità dovuta alla tecnologia.
Per Nicchi un’opportunità da non farsi sfuggire: non dover ammettere il fallimento tecnico della doppia CAN e tornare alla formula che ha consentito la costruzione, la maturazione ed il lancio di quei pochi arbitri che tirano la carretta da anni. E che arrivano a fine stagione talmente spremuti da faticare a reggersi in piedi.

Rimane anche il nome di Trentalange per la CAN B che, in verità, appare più come una scelta politica che tecnica: il torinese non designa un arbitro da oltre un decennio, non si spiega un’ipotesi del genere se non riflettendo sulla possibilità di spodestarlo dal Settore Tecnico. Una poltrona che potrebbe finire a Pacifici, in scadenza alla CAN D.

Trentalange arbitro

Ed alla CAN D potrebbe approdare una “vecchia” conoscenza: Trefoloni. Sul quale non esprimo commenti.

7 commenti
  1. Clesippo Geganio
    Clesippo Geganio dice:

    dall’arbitro Moreno in poi non si son fatti molti passi in avanti, vedasi Messico-Nuova Zelanda, mega rissa in campo e nessuno espulso? In questo caso l’arbitro avrebbe dovuto dare prova di autorevolezza espellendo due giocatori per parte, invece come se nulla fosse accaduto.

  2. Clesippo Geganio
    Clesippo Geganio dice:

    ieri la prova di quanto sostengo sul problema della classe arbitrale non ancora all’altezza del gioco del calcio moderno, durante la partita Germania-Cile l’arbitro chiede l’ausilio della VAR per rivedere con i propri occhi una gomitata da rosso diretto, invece con poca obiettività e coraggio ammonisce con un giallo; esiti:
    1- grave errore arbitrale condizionante gioco e partita, la fortuna ha voluto che il risultato di 1 a 0 non è cambiato,
    2- che la VAR applicata “asetticamente” senza interpretazione dell’uomo-arbitro può funzionare correttamente,
    3- che l’ausilio tecnologico mette a nudo e crudo le inefficienze arbitrali oltre ai quei difetti tipici dei direttori di gara.

    Conclusione:
    Che la classe arbitrale tema fortemente di essere ridimensionata quindi impossibilitata ad esercitare un potere discrezionale fino ad oggi usato e in certo casi abusato?

    • LUCA MARELLI
      LUCA MARELLI dice:

      Rispondo in base ai punti proposti:
      1 – Sono d’accordo, sebbene ciò non elimini il grave errore, veramente inspiegabile dato che non si tratta di una possibile valutazione ma di una semplice espulsione per condotta violenta. Il giallo non è un errore, è un gravissimo errore;
      2 – Il giudizio dell’arbitro dovrà esserci per forza, altrimenti potrebbe arbitrare chiunque. E, nonostante gli “esperti” si contino a decine di migliaia, persone che veramente conoscano, comprendano e sappiano applicare il regolamento ce ne sono veramente poche;
      3 – Vero ma evitiamo le generalizzazioni. A livello internazionale esiste un problema di qualità degli arbitri molto evidente. Gli unici a non rendersene conto sembrano essere Collina e Busacca, artefici di questo disastro tecnico.
      4 – E’ una sciocchezza, gli arbitri non vedono l’ora di avere a disposizione la VAR.

    • Clesippo Geganio
      Clesippo Geganio dice:

      la ringrazio per la risposta, apprezzo il suo coraggio da ex arbitro quindi Le va dato merito per aver aperto un blog mettendosi ancora in gioco senza pregiudizi, credo siano pochi i suoi ex colleghi ad averlo fatto, anzi, che io sappia nessuno ha un blog specifico dove potersi confrontare, confronti che spesso gli arbitri in attività o meno evitano.

  3. Clesippo Geganio
    Clesippo Geganio dice:

    riguardo la VAR, se lo strumento tecnologico chiarificatore per eccellenza verrà adoperato con discrezionalità dall’arbitro in campo allora non servirà a nulla, ma se invece gli arbitri alla VAR potranno intervenire a gioco fermo per cambiare l’eventuale decisione arbitrale sbagliata allora servirà a ridare credibilità al gioco del calcio.

  4. Marino
    Marino dice:

    Luca sono completamente d’accordo con le tue riflessioni,ma queste decisioni nn dovrebbero essere “segrete” fino al giorno della fatidica conferenza stampa?

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